Mi baciò.
Si, lui mi stava baciando, mozzandomi il
fiato e uccidendo le mie intenzioni di allontanarlo.
Erano anni che
covavo dentro di me quel sentimento. Lo avevo coccolato e cullato come si fa
coi neonati, ma quando mi ero resa conto che era più grande di quanto doveva
essere, avevo provato a rimuoverlo, senza alcun successo. E ora che lui stava
succhiando avidamente le mia labbra, stava sfracellando tutte le barriere
difensive che avevo eretto tra noi…
Feci leva su tutta
la forza che avevo in corpo e lo spinsi via, ancora ansimando…anche lui aveva
il fiato corto e mi guardava coi suoi occhi blu…chiedevano spiegazioni…ma cosa
avrei potuto dirgli, se non che lo amavo e che avrei voluto che provasse un
minimo di ciò che sentivo io per lui? Ma era troppo folle l’idea di noi due
insieme…
Amici da una vita,
compagni di giochi e di avventure…avevamo condiviso tutto, anche le stupidate.
Quante volte avevo dovuto riaccompagnare lui e Tom a casa, dopo le loro banali
serata a base di birra? Telefonava a me quando era in crisi per un copione o
per una ragazza ed io stupida che correvo sempre, facendomi infinocchiare.
Ogni volta mi
dicevo che quella era l’ultima, ma poi puntualmente ci ricascavo…lo amavo
troppo e desideravo potermi beare di ogni piccola cosa, anche la più stupida, purché
lo riguardasse. Collezionavo ossessivamente ogni giornale che parlava di lui,
ogni stupidissimo articolo con le sue battute era ben riposto in un cassetto
della mia scrivania…nascondevo i poster nell’armadio, sotto le maglie, in modo che
quando veniva a casa non li vedesse. Come li avrei giustificati?
“Perché lo hai
fatto?” chiesi in preda ad una crisi di nervi, lui rise “Sei un bastardo,
Robert” dissi alzandomi. Stavo per uscire dalla stanza del suo appartamento di
Los Angeles, ma lui mi trattenne per un braccio “No, Sandy, aspetta!” mi
bloccai. Possibile mai che il mio nome pronunciato dalla sua voce, assumesse
una venatura diversa? Come un serpente vittima del suo incantatore, mi voltai
verso di lui, incrociando i suoi occhi e ancora una volta, mi ci immersi,
perdendo ogni dignità.
“Non andartene”
sussurrò “Non vorrei farlo…ma devo…”
risposi “Non è vero” si alzò in piedi,
mostrandomi tutto il suo fisico e spezzandomi ancora il fiato.
“Non dovevi
farlo!” soffiai “E’ solo un bacio, Sandy, che sarà mai?” disse sghignazzando.
La rabbia mi montò dentro, sopprimendo tutta la dolcezza e l’amore che provavo
per lui “E’ proprio questo il punto, Robert! Per te è solo un bacio…lo fai con tutte e credi di essere libero di
comportanti da bastardo anche con me” gettai per aria la sua mano, ancora ferma
sul mio braccio.
“Io sono una
persona e merito rispetto, capito!” proruppi furiosa “Ma tu non sai cos’è il
rispetto, vero Pattinson?” dissi ormai con le lacrime agli occhi “Io sono solo
una stupida, perché continuo a difenderti, a starti vicino…e tu non lo
apprezzi…non lo capisci” chiusi gli occhi tentando di ricacciare indietro le
lacrime.
Era sempre così…io
soffrivo all’idea che lui mi considerasse un’amica, qualcuno con cui parlare,
divertirsi, sfogarsi…ma io ero stanca di giocare, stufa di sentirmi una
bambola. Io ero una donna e come tutte, avevo bisogno di sentirmi amata,
capita, coccolata…
Mi ero annullata
per lui, avevo rifiutato di uscire con altri ragazzi, sperando che un giorno
lui si accorgesse di quanto lo amavo e invece quel momento non era mai
arrivato!
E ora addirittura
mi aveva baciato…stavamo semplicemente chiacchierando, seduti per terra nella
sua stanza, poi d’improvviso era calato un imbarazzante silenzio e lui si era
avvicinato pericolosamente. Inizialmente non avevo ben capito le sue
intenzioni, ma quando poi aveva chiuso gli occhi e avevo avvertito il suo
respiro caldo sul mio viso, mi ero irrigidita. Nel momento in cui, poi le sue
labbra si erano posate sulle mie, avevo perso ogni sprazzo di lucidità,
lasciandomi andare al movimento sinuoso e lento del nostro bacio. Inerme di
fronte all’amore.
Il mio sogno era
quello di stare con lui…non desideravo altro…solo lui…Il mio sole, la mia luna,
la mia gioia, la mia tristezza…la mia
vita…
Quando mi aveva
chiesto di raggiungerlo a Los Angeles, ero non felice, ma di più…avevo
abbandonato tutto ed ero corsa da lui…ma lo avevo trovato in preda ad una crisi
isterica, ubriaco…tutto perché? Perché si sentiva solo…solo? Ed io allora cos’ero
per lui? Niente…
“Sei un essere
spregevole, io con te ho solo sprecato tempo…va dalle ragazzine urlanti che si
fanno chiamare tue fan…forse loro accetterebbero più di buon grado i tuoi baci”
mi voltai ed uscii dalla porta. Percorsi il corridoio della casa, con passo
veloce, sentivo i suoi occhi alle mia spalle, mi trafiggevano come punte di un
coltello e non facevano che aumentare il mio pianto.
Disperata mi
sedetti ai piedi della scala che conduceva in cucina, mi presi la testa tra le
mani e la strinsi a più non posso…possibile mai che dovessi sentirmi una pezza?
Sentii la sua
presenza accanto a me. Si accomodò e di sottecchi, osservai i suoi occhi
fissare il pavimento…un attimo: sbaglio o erano velati di tristezza? No, mi
stavo di certo sbagliando. Le lacrime mi appannavano la vista. Mi asciugai con
la manica del maglione e mi voltai verso di lui, aspettando che parlasse, ma
non lo fece. Chiuse gli occhi e dalle sue ciglia proruppe una lacrima.
Sobbalzai, spalancando le palpebre e sbattendole più volte incredula…socchiusi
gli occhi, provando dentro un moto di infinita tristezza. Il mio dito indice si
mosse sulla sua guancia, togliendo via quella lacrima che di certo, non donava
al suo angelico viso.
Robert,
continuando a mantenere gli occhi chiusi, mi afferrò la mano con la sua e la
strinse. Non feci nulla. Giocherellò con le mie dita e poi se la portò alle
labbra. Espirò, riscaldandomi il palmo e facendomi rabbrividire. Poi riaprì i
suoi azzurri smeraldi e la fissò. Leccò il dito col quale avevo asciugato la
sua lacrima…quel gesto mi costò la perdita di un battito…
Poi mi guardò…una
nuova luce nei suoi occhi, una nuova consapevolezza nel mio animo…qualcosa era
cambiato, o almeno, stava per succedere…
“Io non ti voglio
perdere, Sandy…” sussultai “Lo so che ti sembrerà strano detto da me” sorrise,
come solo lui sapeva fare “Ho trascorso la mia vita a rincorrere un sogno,
dimenticandomi di chi mi circondava…ho sempre finto che non m’interessava
nulla. Ho fatto l’egoista e con te ancora di più” chinò il capo “Ma era solo
perché avevo maledettamente paura. Paura di ammettere a me stesso che ti…” si
fermò alzando il capo e volgendosi verso di me, assunse un’espressione talmente
seria, da spaventarmi “Ti amo, Sandy” il mio cuore smise di battere, i miei
occhi cacciarono via tutte le lacrime possibili e il mio stomaco si capovolse,
annullandosi per lasciar spazio ad un mare di farfalle in tempesta.
“Ti amo come non
ho mai amato nessuna…più di quanto ami recitare, suonare, cantare…” prese anche
l’altra mano e l’avvolse tra le sue. Probabilmente si aspettava una
risposta…deglutii rumorosamente, alla ricerca di parole che avessero senso, ma
il mio cervello mi aveva dato forfait, partito da cinque minuti, per un lungo
viaggio senza ritorno.
Robert mi
amava…lui ricambiava i miei
sentimenti…”Perché piangi? Non voglio farti
soffrire, scusami…” “No…non scusarti. Io
piango perché sono felice…” inarcò un
sopracciglio, confuso dalla mia risposta “Tu mi ami?” risi,
lui annuì “Posso
giurartelo, se non mi credi” guardai le sue iridi fisse nelle mie
e ci lessi
quella verità, celata per troppo tempo “Io ti credo,
Robert” sospirò “Meno
male…” poi tornò serio “Ma ora sono
curioso…tu…che pensi?” abbassai la testa,
non sapendo che dire “Penso che tu sia uno stupido
Pattinson!” lui sbarrò gli occhi
“Sei uno stupidissimo bambino viziato! Possibile che tu sia stato
tanto cieco
da non vedere in tutti questi anni? Non ti sei mai accorto che ti amavo
dal
profondo di me stessa? Avrei dato tutto per te, anche un rene, se
necessario!
Ma eri troppo occupato a fare stupidaggini, a girare film per avere il
tempo di
guardarti attorno, di guardare me!”
“Io ti ho guardata…” proruppe infastidito “E non lo hai fatto attentamente,
altrimenti avresti capito…era chiaro a tutti i nostri amici quello che provavo
per te” “Ma neanche tu l’hai capito” sbuffò “Scemo, come facevo se invece di
fare il serio, continuavi a comportarti da imbecille? Mi ero arresa all’idea
che non ti avrei mai avuto…” sospirai “E ora non mi ami più” non era una
domanda “Ti ho persa” sbattei le palpebre “Lo stai rifacendo” dissi seria
“Cosa?” “Non stai guardando…va al di là del tuo naso…scava nella mia
anima…avanti fallo!!!” lo sfidai. Robert si alzò, aiutando anche me a mettermi
in piedi, continuava a stringermi le mani.
D’improvviso
sbarrò gli occhi “Tu mi ami!” disse “Ma bravo, che scoperta! Meriti un premio
per questo” le sue labbra si allargarono nel più bello dei sorrisi e mi
abbracciò “Voglio stare con te, Sandy. Voglio te…da sempre. Ti prego
perdonami…fallo se puoi, dammi la possibilità di dimostrarti che sono serio.”
“Robert tu non devi cambiare per me. Io ti amo per ciò che sei…amo la tua
pazzia, il tuo modo di esprimerti, di muoverti, le tue facce buffe, le tue
battute idiote…amo il tuo sorriso, i tuoi occhi, farei di tutto per passare la mia
mano tra i tuoi capelli e per fiondarmi sulle tue labbra…” “Fallo!” i suoi
occhi erano carichi di desiderio e amore “Io sono sempre stato tuo…”
Così facendo, gli
gettai le mani al collo, mi persi nei suoi occhi, giocherellai coi suoi
capelli, facendolo ridere e poi lo baciai. Un bacio vero, desiderato…
Lui mi strinse a
sé e per la prima volta mi sentii completa, coccolata, ma soprattutto amata…