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Autore: yozoranotenshi    30/03/2019    1 recensioni
Dal capitolo 1:
«Voglio che tu ti unisca agli Avengers, in caso di necessità, questo mondo ha bisogno di difensori, e tu potresti essere essenziale in uno scontro. Ne va anche della tua sicurezza: se la Terra fosse distrutta, tu moriresti come chiunque altro.» [...] «Voglio il Soldato D'Inverno. Una settimana, senza alcun controllo dello Shield. Poi, in caso vi servisse un aiuto, vi darò delle direttive per potermi rintracciare.»
Dal capitolo 8:
«Mi sono fidato di te. E invece tu aiutavi e aiuti quelli che mi hanno reso un mostro.»
«Ti ho aiutato ad uscirne definitivamente mettendomi anche a rischio, loro lo avrebbero fatto?» si avvicinò un po' di più a lui.
«Vorresti dire di essere diversa da loro?»
«Io lo sono, sono diversa da loro.» mise una mano sul suo petto, fissandolo dritto negli occhi. Lui la strinse, senza farle male.
«Allora dimostramelo.» la sfidò. Doveva avere una conferma, aveva già visto che sapeva ingannare le persone fin troppo bene.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come ogni mattina, Iris era seduta a fare colazione da Starbucks gustando il suo caffè Mocha. Fissava un punto indefinito con la familiare sensazione che qualcuno la stesse osservando. Nonostante ciò, finì la sua colazione con calma, non sarebbe stato certo qualche stalker a metterla in ansia e non farle gustare quella prelibatezza.

Una volta uscita, quella sensazione opprimente non la abbandonò e lei, che non aveva alcuna voglia di giocare al gatto e al topo con l'Hydra, decise di prendere in mano le redini della situazione. Erano ormai settimane, se non mesi, che inviavano uomini per chiederle di unirsi a loro – con le buone o con le cattive – e mai nessuno tornava indietro.

Svoltò in un vicolo cieco e si fermò quando giunse al centro di quest'ultimo. «Avanti, uscite fuori.» la voce risultò tanto glaciale quanto determinata, ma lei non si voltò se non dopo qualche secondo, per fare scena. Ciò che vide la lasciò sorpresa, seppur provasse a non farlo notare: di fronte a lei vi erano la Vedova Nera, Iron Man, Capitan America ed il Soldato D'Inverno, anche se avvertiva una presenza da una delle finestre del palazzo abbandonato che si ergeva alla sua destra, sicuramente Occhio di Falco.

Sapeva chi erano e conosceva il loro modo di combattere. Avevano l'innata capacità di cavarsela sempre, ma lei non era da meno.

«Che volete?» chiese risoluta, andando direttamente al nocciolo della questione. «Sappiamo che hai dei poteri, potresti aiutare gli altri, unirti a noi e fare del bene.» le disse Capitan America con occhi speranzosi. «Gli altri non sono un mio problema, potete andarvene.» ribatté lei, ma sapeva che le cose non sarebbero state così facili, perché per lei non lo erano mai.

«Non hai capito ragazzina, se non verrai con le buone, ti obbligheremo con le cattive!» dichiarò Iron Man, facendo un passo in avanti e dandole la prova che non si sarebbero ritirati a mani vuote, cosa che fece irritare Iris, che di certo non avrebbe permesso che una lattina le parlasse così, tanto meno che la chiamasse ragazzina dato che aveva almeno qualche millennio in più rispetto a lui. «Allora fatevi sotto, ma prima..» si smaterializzò, per ricomparire dietro ad Occhio di Falco per poi materializzarsi nuovamente dove si trovava prima, stavolta con lui, che venne spinto verso i suoi amici. «Giocate ad armi pari.» ghignò, vedendo la loro sorpresa.

Di certo non si aspettavano che fosse così piena di risorse: sapeva della loro presenza, non aveva battuto ciglio quando la lattina le aveva detto che l'avrebbero attaccata, ed era riuscita ad individuare l'arciere senza mai voltarsi nella sua direzione. In realtà era spaventata, ma era il suo modo di fare: mostrati debole e sarai carne da macello.

Il primo a tentare di attaccarla fu il biondo a stelle e strisce, lanciandole lo scudo, che lei evitò prontamente nonostante la scomodità dei tacchi su cui si trovava e la stanchezza accumulata in una notte di lavoro. Mentre lo scudo tornava al legittimo proprietario, la Vedova Nera si accaniva su di lei in un combattimento corpo a corpo. La rossa le assestò un calcio sul fianco che le fece male, ma non lo diede a vedere: se si fosse mostrata debole, sarebbe stata la sua fine. Doveva allontanarsi: non aveva speranze in un corpo a corpo. Riuscì a farlo e poi produsse due lame fatte di energia oscura spedendole verso il corpo della sua avversaria, riuscendo a colpirla ad una spalla ed alla gamba destra anche se non molto in profondità, ma mettendole comunque fuori uso un braccio e costringendola ad arretrare.

Stark, che fino a quel momento era restato in disparte, le si avvicinò facendole capire che sarebbe stato il suo prossimo avversario. Lei, di rimando, sorrise. «Se sei facile da battere così come i tuoi sistemi da mettere fuori gioco, sarà semplice come rubarti i tre milioni della settimana scorsa.»

«Come hai fatto?» le chiese, con un'ombra di irritazione nella voce, che fece ridere Iris. Poi, di colpo, il suo volto tornò una maschera d'apatia ed in meno di un secondo fu ad un centimetro dalla maschera di lui.

«Così come i tuoi soldi, il tuo ego lo faccio sparire in un istante.» affermò e lo scaraventò alla parete senza muovere un muscolo, con la sola forza della sua mente, provocando un profondo solco nel muro. Iron Man si alzò e le scaraventò contro uno dei suoi colpi, ma lei non si mosse, fermandolo con una barriera di energia oscura, che si trasformò in centinai di aghi diretti verso il suo avversario. Prima che potessero colpirlo, però, Capitan America gli si parò davanti difendendolo col suo scudo. Occhio di Falco non perse tempo e scagliò una freccia diretta alla spalla della ragazza, evidentemente impossibilitato ad ucciderla per ordini superiori, altrimenti non avrebbe di certo mirato lì e lui non sbagliava mai, ma questo era un punto a vantaggio della ragazza. Iris individuò la freccia, ma era troppo tardi per fermarla con i suoi poteri, dunque la parò con la sua mano: le sfuggì un grugnito di dolore prima di tornare impassibile, dopodiché spezzò la freccia e la rimosse, mettendo la mano all'altezza del viso, rigirandola e osservando i tessuti che si ricostruivano, sotto lo sguardo incredulo di tutti. Sorrise spavalda, poi guardò l'uomo con lo scudo difronte a lei e le balenò un'idea in mente.

Immaginò di essere Peggy Carter, grande amore del biondo durante la seconda guerra mondiale – e lei lo sapeva, c'era stata – e ne creò l'illusione. Steve, vedendo la sua amata, restò immobile, non rendendosi conto che fosse un'illusione, o forse semplicemente sperandolo. «Mi attaccheresti davvero, Steve?» chiese lei, facendogli abbassare completamente la guardia e lo scudo. «Steve, non è reale.» confessò Tony all'amico, mettendogli una mano sulla spalla, sentendo il suo corpo irrigidirsi. «Sta giocando con la tua mente, sa dove colpirti.» tentò di fargli capire, e lo vide annuire di rimando, così tolse la mano dalla sua spalla e fece un passo indietro.

Il Capitano sembrò combattuto, ma il suo istinto da soldato sapeva che non poteva lasciarsi andare, che se lo avesse fatto sarebbe stata la fine. «Bene, attacchiamo tutti insieme, non riuscirà a fermarci in questo modo.» suggerì il Capitano ed Iris assunse le sue sembianze reali: capelli corvini, labbra carnose e tendenti naturalmente al rosso in contrasto con la pelle diafana, eredità di sua madre; intensi occhi celesti, eredità di suo padre; un fisico sinuoso e sodo, frutto del suo duro lavoro.

«Ne sei sicuro?» lo sfidò.

«Assolutamente.» le assicurò lui.

Poi, in un istante, venne bombardata su tutti i fronti e fu costretta ad indietreggiare, schivare e parare prima di poter ricominciare ad attaccare. Lo scontro stava diventando estenuante e lei non riusciva a tenere il passo di tutti, ma non aveva intenzione di tirarsi indietro, non era una vigliacca. Sarebbe morta pur di non arrendersi o fuggire.

Mentre tutti la attaccavano, Bucky era rimasto in disparte, immobile. Non aveva ancora superato il fatto di aver ucciso un sacco di gente innocente ed impotente e, sebbene fossero riusciti a togliergli quella cosa che l'Hydra gli aveva messo in testa, lui sentiva ancora il Soldato dentro di se ed era consapevole che non sarebbe mai andato via. Vide la ragazza ergere una barriera nera, della stessa sostanza che prima aveva attaccato Natasha e Tony. Cos'era quella roba? Non seppe darsi una risposta, ma certamente non era qualcosa di naturale, di questo era certo. Poi, in un attimo, un'onda d'urto scaravento tutti via come fossero mosche, facendo perdere il contatto col freddo asfalto anche a lui, che era a diversi metri di distanza dallo scontro. Iris creò decine di aghi di quella sostanza nera e li indirizzò verso i suoi compagni, che erano come immobilizzati a terra, schiacciati da una forza sconosciuta, boccheggianti. Era lei a tenerli così, si era stancata di giocare. Il Soldato si irrigidì: doveva fermarla subito, altrimenti oltre ai visi che vedeva tutte le notti, si sarebbero aggiunti anche quelli dei suoi colleghi e di Steve, il suo migliore amico, e lui non avrebbe potuto sopportarlo. Impugnò il suo fucile ed ebbe un fremito. Era pronto? Non aveva importanza, adesso. Se il Soldato avesse deciso di presentarsi, lo avrebbe accettato per proteggere i suoi amici. «Fermati immediatamente.» tuonò gelido e la ragazza sembrò irrigidirsi, non riuscendo a mantenere la sua finta sicurezza, vedendo il Soldato – perché adesso sentiva di essere di nuovo lui – puntarle contro un fucile. «Altrimenti?» chiese lei, fingendosi divertita, benché fosse consapevole che con lui c'era poco da scherzare. «Altrimenti sarò costretto ad ucciderti.» era un ultimatum e sperava che lei lo accettasse, ma invece rise. «Non puoi farlo, o avresti già sparato da un pezzo. O forse temi di tornare ad essere il giocattolino dell'Hydra? Sai, mi pagherebbero davvero bene per te!» lo canzonò e lui serrò la mascella, tanto da sentire quasi le sue ossa scricchiolare, così la ragazza sembrò soddisfatta. Era una manipolatrice nata, e lo avrebbe capito chiunque, ma le sue parole erano così vere che era impossibile ribattere, così lui acconsentì.

«Se è il Soldato D'Inverno quello che vuoi, vieni a prenderlo.» la sfidò e lei non se lo fece ripetere due volte.

Lasciò la morsa sui suoi amici, che prendevano boccate d'aria come se fino a poco prima stessero per abbandonare l'ultima goccia di vita e si diresse a passo calmo verso di lui, richiamando sulle sue mani tante piccole sfere di quella sostanza indefinita. Gliele scagliò contro ma lui le schivò tutte, passando poi al contrattacco con i proiettili che lei evitò con delle semplici barriere. Non avrebbe concluso niente in uno scontro a distanza, così decise di optare per il combattimento corpo a corpo e notò la difficoltà della corvina a parare e rispondere ai colpi, così continuò con questa tecnica, ma più andava avanti più il suo corpo chiedeva sangue e non si controllava. Si fermò di scatto quando vide gli occhi di lei farsi vacui ed il suo corpo accasciarsi sull'asfalto. Aveva paura di aver ucciso ancora, paura che il suo alter ego avesse preso il sopravvento senza che lui se ne rendesse conto, così la fermò un attimo prima che toccasse terra ed alzò lo sguardo. Vittorioso, Clint si trovava ancora in posizione di attacco con il suo arco ed una freccia già pronta a dare manforte nel caso in cui la prima, conficcatasi direttamente nella schiena di lei, non fosse bastata, ma vedendola accasciarsi in quel modo, mise da parte le sue armi. «Bastava una sola freccia?» chiese Tony per sdrammatizzare, rivolto all'arciere, che sorrise. «Ed una dose di calmanti che sarebbero bastati anche per Hulk, direttamente dai laboratori dello Shield.»

La alzò a mo' di sposa, notando quanto fosse leggera e soprattutto serena adesso. Si chiese come poteva una persona apparentemente così innocente avere tutta quella forza, ma non trovò la risposta poiché non esisteva. Lei era un'eccezione.

  
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