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Autore: Lady Lara    31/03/2019    3 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 52

L’ultimo inganno
(Prima parte)
 
 
Dire che Jimmy Olden ci fosse rimasto di sale a scoprire quella insospettata realtà, era dire poco!
Sapere che la sua bella e sensuale ragazza,  Penelope Diaz, altri non fosse che Paula Santa Cruz, moglie latitante del famigerato narcotrafficante Don Antonio Santa Cruz, lo aveva lasciato come paralizzato, con le spalle abbandonate allo schienale della sua sedia ergonomica.  La sua espressione inebetita e il fissare nel vuoto avevano fatto spaventare persino Graham, che era accorso alla sua scrivania appena lo aveva sentito gemere quel “No” di stupore e delusione.
 
Si, la delusione era uno dei sentimenti che stavano pervadendo il cervello di Olden ancora in quel momento, nonostante fosse passato già un giorno dalla scoperta.
Aveva puntato molto sul rapporto con quella che si era presentata con il nome di Penelope Diaz. Si era innamorato di lei come un adolescente e si era fatto irretire dalla sua sensualità prorompente e dal suo modo di fare sesso. Adesso capiva il suo non voler farsi fotografare, il perché era diventata una specie di belva quando lui aveva provato a scattare un selfie!
Trovare foto di Paula Santa Cruz, come gli aveva chiesto Emma, non era stato facile,  ma quella rara foto di repertorio era stata fin troppo chiara.
 
– Sicuro che è lei? Non potrebbe somigliarle soltanto?
 
Da una parte era grato a Graham del tentativo che aveva fatto il pomeriggio prima per consolarlo in qualche modo …
 
- La conosco troppo bene per dire che è solo una che le somiglia! Questa è proprio lei … la “mia” Penelope!
 
Ma dall’altro lato era profondamente ferito e temeva lo scherno del collega.
 
In realtà, come ricordava, Jamie Graham si era comportato con lui non da collega ma da amico fraterno! Aveva fatto in modo di riconsolarlo e non aveva infierito assolutamente. Lo aveva invitato pure a passare la serata con lui e la sua fidanzata Ruby. 
Jimmy era stato veramente male dopo essersi alzato da quella sedia ergonomica. Aveva avvertito una forte nausea e aveva fatto appena in tempo a correre in bagno per vomitare nel cesso. Graham lo aveva seguito ma non aveva avuto cuore di entrare a reggergli la testa. Era un po’ imbranato e schizzinoso per quello! Era rimasto davanti alla porta a passarsi la mano tra i capelli rosso dorati, girando su se stesso imbarazzato, senza sapere di preciso come aiutare fattivamente il povero Jimmy.
 
– Ma Emma ti ha detto del perché del suo interesse per la Santa Cruz? Non capisco cosa centri con le indagini in Irlanda!
 
Buona domanda quella che gli aveva fatto Graham quando era uscito dal bagno, ancora con il saporaccio acido che gli raschiava la gola e un fazzoletto di carta ad umettarsi le labbra!
In quel momento aveva solo risposto un semplice “no”. Jamie gli aveva detto che era tardi per chiamare Emma. A quell’ora sicuramente era ormai a letto e rimandare alla mattina dopo non gli era sembrato così di danno. Intanto si era occupato Graham di inviarle del materiale per e mail, lui non era lucido abbastanza per far altro!
 
Alla fine aveva rifiutato il gentile invito del collega per la serata e come un cane bastonato se ne era tornato a casa.
Nel suo appartamento si era buttato sul letto, quel letto dove da pochi giorni aveva fatto l’amore l’ultima volta con quella che credeva sarebbe diventata la donna della sua vita.
Disteso in preda a dolci ricordi, fu ridestato dal pensiero dell’amara realtà. Si era rimesso in piedi e aveva aperto l’armadietto degli alcoolici, scolando mezza bottiglia di Scotch-whisky. Il risultato era stato un mal di stomaco peggiore di quello avuto in ufficio e era corso nuovamente ad abbracciare la tazza del cesso, vomitando pure l’anima!
Si era risciacquato la bocca e guardato allo specchio. Era proprio uno straccio!
 
“Maledizione! Devo star così per quella donna? In fin dei conti mi ha solo ingannato! Che intento aveva nello stare con me? A questo punto non posso credere che il nostro incontro sia stato un caso! Che accidenti poteva servirle da me oltre il sesso che ci siamo regalati?”
 
La parte razionale di Jimmy Olden stava riprendendo quota. Era sempre stato un uomo razionale e piuttosto distaccato. Doveva tornare ad esserlo se voleva capirci qualcosa di più e rimpossessarsi del suo se stesso professionale!
 
“ Come diamine ho fatto a non accorgermi che mentiva?! Mi ha abbindolato veramente come un pivello! Mi ha sedotto per bene! Quel suo modo di toccarsi la bocca e il naso quado mi parlava di sé … idiota! Eppure li conosco quei segnali! In lei mi sembravano solo movenze sensuali! Lorna me ne direbbe d tutti i colori e mi caccerebbe dalla squadra! Mi ha tirato fuori informazioni? Le potevano servire delle informazioni? Le ho parlato del serial killer che stavamo cercando … mi ha fatto un sacco di domande su Emma! Che cosa lega lei e Emma? C’è ora questo reciproco interesse che non mi quadra!”
 
Aveva continuato a rimuginare e poi gli era venuto in mente altro.
 
“Santo cielo! Le ho detto che Emma doveva partire per Dublino! Lei è partita per il Messico negli stessi giorni! Ovvio che abbia documenti falsi! Sarà andata veramente in Messico o per qualche motivo ha seguito Emma? Devo vedere se veramente si è imbarcata per il Messico!”
 
***
 
La nottata di Olden era stata pessima, ma quella mattina era arrivato in ufficio con un cipiglio a dir poco bellicoso.
 
– Amico va meglio?
– Deve andare meglio comunque Graham!
 
Il collega lo aveva guardato attentamente e lo aveva visto determinato ad agire. 
 
– Hai allertato i colleghi della D.E.A. ieri sera?
– Ovvio Jimmy! Mi dispiace moltissimo per te e i tuoi sentimenti, ma quella donna è una latitante pericolosa. Chissà quanti contatti ha stabilito anche qui con le sue conoscenze in quell’ambiente! Francamente non capisco a cosa poteva servirle la relazione con te. Ti ha tirato fuori delle informazioni particolari?
– Ci ho pensato tutta la notte e l’unica cosa che credo le abbia interessato, collegata al mio lavoro nella F.B.I. è Emma Swan!
– Emma?!
– Non mi chiedere il perché! Non lo so nemmeno io!
– Emma ha avuto a che fare con Manguso e Gold … ti ricordi del suo rapimento? Lo avrai letto sui giornali e sentito in televisione!
– Certo! Mi ricordo la storia della “Salvatrice”! Ancora non eravamo nemmeno allievi. Ci siamo conosciuti dopo in effetti. Non le ho mai chiesto nulla di quella storia, ma credo che Paula Santa Cruz, come il marito, sia legata a Manguso per i loro commerci illegali! Il cartello della cocaina qui a Boston lo dirigeva Manguso e il suo fornitore principale si sa che era il Colombiano!
– Un filo sottile lega quindi Emma alla Santa Cruz secondo te?
– Me ne sono convinto maggiormente quando ho indagato questa notte sui voli per il Messico …
- Che hai scoperto?
– Su nessun volo c’è il nome di Penelope Diaz! A meno che  non abbia usato un’altra identità! Una strana coincidenza invece è capitata riguardo al volo di Emma per Dublino!
– Che coincidenza?
– Penelope mi diceva di lavorare per una famosa avvocatessa e scrittrice messicana, di essere la sua segretaria! Ebbene, sul volo di Emma ho trovato anche la sua datrice di lavoro. La Signora Alexandra Pereira ha viaggiato con Emma!
– Una strana coincidenza veramente! Lei l’hai sentita?
– Non ci sono riuscito! Il suo telefono sembra inesistente! Le ho mandato altre e mail oltre a quella che hai inviato tu ieri sera, ma non ho avuto risposta di lettura!
– Emma sta indagando su un serial killer a Dublino … è stata inviata dal Comandante Shatneer su richiesta di Lorna. La Stone sa molto più di noi, ma non vorrei preoccuparla, nelle sue condizioni non mi sembra il caso. Parliamo direttamente con il Comandante. Dobbiamo contattare Emma assolutamente, potrebbe essere in pericolo. Cerchiamo pure di capire chi è questa Pereira. Tu Olden pensa alla ricerca su di lei, io vado dal Comandante!
 
Nessuno dei due uomini perse altro tempo. Olden si mise al terminale e Graham uscì deciso dalla porta del loro ufficio per andare in quello del loro Superiore.
 
***
 Jefferson si era recato direttamente dal Comandante Shatneer appena aveva lasciato Lorna. Se lei gli aveva suggerito di farsi aiutare da Graham, sicuramente questi avrebbe portato beneficio all’indagine, Seb aveva una grande fiducia nel giudizio della sua Lorna!
Il Comandante quando lo aveva visto si era accigliato.
 
– Che le serve questa volta Jefferson? Captain Hook mi sta portando via i miei migliori agenti? L’agente Chang ha preso le ferie ma ho saputo che è in Irlanda! Che mi state combinando da quelle parti?
– Mulan è in Irlanda?!
– Me lo ha detto il suo fidanzato! È venuto a chiedermi un permesso per un paio di giorni, aveva intenzione di farle una sorpresa, ma non l’ho potuto accontentare! Non ho sostituti. Lui e l’agente Chang sono gli istruttori ufficiali dei nuovi cadetti e se manca uno, l’altro non si può assentare!
– Non è opera di Captain Hook se l’agente Chang è in Irlanda! Anzi! Credo che le avrebbe sconsigliato assolutamente di andare a Dublino! Gli agenti che sono stati uccisi e quello ferito hanno lavorato con lei in Cina! Hook sospetta che il serial killer stia selezionando solo quelli andati in Cina con lui!
– Quindi è andata veramente di spontanea volontà?
– Direi proprio di si Comandante. È possibile che sia andata a trovare l’agente ferito, so che hanno legato molto durante l’ultima missione!
– Ormai il permesso gliel’ho dato! Spero che non si cacci nei guai! La contatti lei e mi faccia sapere!
– Sissignore!
– Ora passiamo alla sua richiesta Agente Scelto! Se è qui non è per farmi un saluto, ne sono certo!
 
Seb gli rispose con un sorriso sghembo ed espose la richiesta, vedendo annuire con il capo Shatneer.
 
- Si! Graham, come le ha detto la Dottoressa Stone, ha il fiuto di un segugio sulla scena del crimine! Penso che lui stesso sarà contento di darvi aiuto. Lo chiamo e lo faccio venire subito qui …
 
Mentre il Comandante James Shatneer alzava la cornetta per digitare il numero dell’interno dell’ufficio di Lorna, qualcuno bussò alla sua porta. Con il dito ancora sulla tastiera, il Comandante diede il permesso e Jamie Graham apparve sulla soglia.
 
– Mi venga un colpo ragazzo mio! Stavo dicendo del tuo fiuto, ma ora dobbiamo pensare che anche l’udito ti funzioni bene!
 
Il sorriso con il quale il suo Comandante lo aveva accolto lasciò sorpreso Graham, non meno delle sue parole. Shatneer rimise la cornetta al suo posto.
 
– Vieni avanti Graham! Conosci già l’Agente Scelto Sebastian Jefferson?
 
Jamie conosceva Seb più per la sua relazione con Lorna Stone che per le sue mansioni.
 
– Direi di vista …
- Allora sappi che lavora per una sezione speciale contro il narcotraffico internazionale. Ha bisogno di te per indagare sulla morte di una testimone! Da adesso ti assegno alla sua collaborazione!
– Sissignore! Con piacere! Ma intanto volevo dirle della Dottoressa Swan!
 
Shatneer passò con lo sguardo da Graham a Jefferson. Jamie non si spiegò il perché, non poteva sapere che era stato proprio Seb a reclutare Emma per l’incarico in Irlanda.
 
– Cosa è successo ad Emma Swan?
– Questo è il punto! Non riusciamo a rintracciarla da nessuna parte! Ha chiesto a Olden del materiale su Paula Santa Cruz e abbiamo scoperto che fosse qui a Boston  sotto l’identità di Penelope Diaz …
- Si, me lo hai fatto sapere ieri sera e ho informato immediatamente il mio corrispettivo della D.E.A.!
– Certo Signore! Olden ha fatto altre indagini, pensando fosse partita per il Messico, ma non c’è traccia di lei su quella linea aerea, stranamente invece ha viaggiato con Emma la sua datrice di lavoro, l’avvocatessa Alexandra Pereira!
– Come ha scoperto questi dettagli Olden?
– Beh! Ecco … Paula Santa Cruz …
- Cosa?
– Aveva intrecciato da poco una relazione con Olden sotto le mentite spoglie di Penelope …
 
Seb saltò in piedi. In un secondo aveva collegato diversi pezzi del puzzle. Graham rimase sorpreso dalla sua reazione.
 
– Avete cercato notizie su questa sedicente avvocatessa?
– Lo sta facendo ora Olden Sergente …
- Bene … bene ... 
– Continuate il vostro lavoro Graham! Il Sergente Jefferson ora verrà con te in ufficio, ha il mio permesso di chiedervi tutte le informazioni possibili … io farò in modo che la Dottoressa Swan sia raggiungibile!
 
L’occhiata di Shatneer in direzione di Jefferson fu molto eloquente. Doveva essere Jefferson a rintracciare Emma e ad informarla di quella nuova situazione. Se Seb aveva avuto quella reazione, sospettava qualcosa di pericoloso per la giovane Profiler ma, visto la parte in incognito che Emma stava affrontando con la Squadra  Speciale di Captain Hook, non poteva dire altro davanti a Graham.  Shatneer congedò in fretta i due uomini e questi velocemente uscirono dal suo ufficio.
 
Graham aveva capito che Jefferson sapesse molto più di quanto lui stesso pensasse. La sua reazione era stata particolare e la sua espressione era accigliata per la preoccupazione. Il Sergente, facendo parte di una squadra speciale contro il narcotraffico, sicuramente aveva molte informazioni sulla Santa Cruz e probabilmente conosceva il filo sottile che la legava ad Emma. Si rendeva conto comunque di non poter fare domande all’Agente Scelto, ma era in pena per la sua migliore amica, quindi fu diretto.
 
– Sergente … ho capito che lei sa cosa lega Emma e Paula Santa Cruz! Mi dica se Emma è veramente in pericolo!
 
Sebastian non poteva dire tutto, non poteva mandare all’aria la copertura della Squadra Speciale di Captain Hook, ma qualcosa poteva dire a Jamie per tranquillizzarlo.
 
– Al momento Emma non è raggiungibile … vero! Ma è in buone mani! Non le succederà nulla di male. Ma come ha detto Shatneer, sarà rintracciata e avvisata! Facciamo in modo di inviarle delle foto di questa Pereira, se esiste veramente!
 
Graham annuì e intanto raggiunsero l’ufficio dove Olden stava facendo il suo lavoro.
 
– Allora Jimmy? Novità?
 
Olden alzò gli occhi dal monitor e vide, con il collega, l’Agente Scelto Jefferson. L’uomo era di casa in quell’ufficio, essendo il compagno di Lorna, ma nemmeno lui conosceva bene il suo ruolo.
 
– Il Sergente Jefferson fa parte della D.E.A. È  autorizzato dal Comandante Shatneer a farci domande sulla situazione!
– Salve Sergente!
 
Seb rispose con il saluto militare e parlò immediatamente.
 
– Ha visto se questa Alexandra Pereira esiste veramente?
– Si Sergente! Esiste! È molto conosciuta nel suo paese … queste sono le sue fotografie! Ho scoperto, da un controllo crociato, che il suo nome è registrato tra i visitatori del carcere di massima sicurezza. C’è stata di recente …
– Scommetto che è andata a trovare Tony Manguso!
– Si Sergente! È ciò che risulta dalla registrazione. Aveva un permesso speciale della sua ambasciata!
 
Sebastian era più accigliato di prima. Il contatto della Santa Cruz con la Pereira e quell’incontro con il Boss Manguso non gli piaceva affatto!
 
– La Pereira sembrerebbe una “pulita”, molto stimata e rispettata per le sue campagne contro la violenza sulle donne e contro il narcotraffico!
– Se fosse vero cosa ci faceva da Manguso?
– Penelope … scusi …
- So di lei e la Santa Cruz,  Olden! Se quella donna le ha tirato fuori informazioni, ora viceversa  le tireremo fuori informazioni su di lei!
– Lei mi aveva detto che il suo capo … questa Pereira, stesse scrivendo un saggio sulle donne nel mondo del narcotraffico! Mi ha fatto domande su Emma …
- Manguso potrebbe averle detto altro su Emma! Lei ha mai incontrato la Pereira insieme a … Penelope?
– No … l’ho vista ora per la prima volta, sul monitor!
– Controlli il periodo in cui è arrivata a Boston, i pass, i voli presi dal Messico e veda se anche Penelope Diaz ha viaggiato nello stesso periodo!
 
Sebastian era molto direttivo, Graham si rese conto che fosse uno che sapeva il fatto suo e che  il suo ruolo nella F.B.I., sezione D.E.A. in particolare, fosse più complesso di quanto poteva immaginare!
 
Olden, intanto, stava facendo quello che sapeva fare meglio del suo lavoro. Digitava velocemente sulla tastiera e le schermate si aprivano una dopo l’altra, sovrapponendosi come lui voleva, per operare i controlli e i confronti. Dalla sua espressione facciale, sia Graham che Jefferson capirono che avesse scoperto qualcosa di decisivo. Si avvicinarono a guardare lo schermo.
 
– Risulta che Alessandra Pereira negli ultimi mesi ha viaggiato dal Messico alla Colombia per una sola andata. Poi dalla Colombia è venuta direttamente a Boston … Non compare mai il nome di Penelope Diaz sugli stessi voli e su nessun volo dalla partenza della Pereira!
 
Olden era costernato da quanto aveva riscontrato. Graham guardò in viso Jefferson che era scuro in viso e molto pensieroso.
 
– Se non ci sono tracce della Diaz è possibile che lei e la Pereira siano due alter ego di Paula Santa Cruz!
– Certo, sempre se la Santa Cruz non ha usato un ennesimo nome falso Graham!
 
Poi rivolgendosi a Olden.
 
– Invii le foto della Pereira a Emma. Se si sono incontrate, lei può capire se si tratta dell’originale o se quella che ha viaggiato con lei è Paula Santa Cruz. In caso contrario … dovesse incontrarla almeno è informata!
– Per quale motivo la Santa Cruz dovrebbe essere interessata ad Emma Swan?
 
Alla fine Graham non ce l’aveva fatta a non rivolgere quella domanda all’Agente Scelto. Questi lo guardò con i suoi occhi azzurri, seri e penetranti.
 
– Emma, suo malgrado, ha avuto contatti con l’uomo che ha causato la rovina di Antonio Santa Cruz. Sicuramente lei è convinta che la possa portare da lui. Pure se la sua vendetta è rivolta a quell’uomo, nel momento in cui Emma dovesse trovarsi nel mezzo, temo che finirebbe nella vendetta di Paula Santa Cruz anche lei!
 
Olden era perplesso per quanto Jefferson aveva appena dichiarato. Graham, che conosceva meglio Emma ed era informato sulla sua disavventura con Manguso e la perdita di un figlio, fece viaggiare la sua fantasia in scenari in cui la sua collega poteva avere avuto una relazione sentimentale proprio con quell’uomo misterioso. Si chiese a chi fosse figlio il piccolo che Emma aveva perso e di cui si era parlato sui giornali. Aveva tante domande da rivolgere a Jefferson ma, nonostante la curiosità lo stesse divorando, decise che avrebbe rinviato le domande ad un momento in cui si poteva creare una maggiore confidenza tra loro, lontani da Olden.
Mentre Graham lo osservava attentamente, come per scrutare dal suo viso i segreti celati dietro la sua espressione, Jefferson gli si rivolse direttamente.
 
– Come le ha detto Shatneer mi deve aiutare in un’indagine per quello che si crede un suicidio. Io sono convinto che di mezzo ci sia proprio Paula Santa Cruz!
– Sono a sua disposizione Sergente. Mi dica i particolari!
– Lo farò strada facendo. Ora andiamo sul luogo della morte.
 
Lasciarono Olden a provvedere all’invio delle foto ad Emma e sparirono dalla porta dell’ufficio.
 
***
Il Sergente Amarro non fu sorpreso di ritrovarsi una telefonata dell’Agente Scelto Sebastian Jefferson. Sapeva benissimo che la fioraia ritrovata morta quella notte, da due agenti della stradale, era stata una collaboratrice di giustizia, inserita in un programma di protezione e Jefferson aveva sicuramente delle responsabilità in merito, visto i suoi contatti con la D.E.A.
La cosa che lo sorprese, di quella telefonata, fu che Jefferson sembrasse optare per l’idea di un omicidio, quando invece lui stava per mollare il caso classificandolo come un suicidio per overdose! Le analisi ematiche, effettuate tra le prime, dai biologi della scientifica, avevano rilevato una quantità di eroina elevata. La donna era in disintossicazione e anche il Coroner aveva ipotizzato che fosse andata in overdose.
In ogni caso offrì la sua collaborazione al Sergente Jefferson, inviandogli, sul luogo del ritrovamento, i due agenti che per primi avevano visto il cadavere della povera Eloise Gardener.
 
Quando Jefferson e Graham arrivarono al chiosco in cui era morta Eloise, trovarono due biologi della scientifica a prelevare reperti.
All’interno dell’angusto chiosco risaltava, sul pavimento, la sagoma della morta, tracciata con il nastro adesivo bianco.
Graham si guardò intorno con occhi indagatori e vide il disordine per terra, segno che quegli oggetti erano stati spazzati via bruscamente dal ripiano dove sicuramente erano precedentemente posti. Quello era un banco da lavoro e la fioraia realizzava sicuramente lì sopra le sue composizioni floreali e i bouques ordinati dai clienti. Per terra c’erano gli oggetti tipici che aveva usato: forbici, nastri, un rotolo di carta crespa, una pistola per colla a caldo …
Il Profiler studiò ogni piccolo dettaglio, dal banco al punto della caduta del cadavere.
 
– Stava cercando di uscire dalla porta quando deve aver avuto l’arresto cardiaco! Come era vestita?
 
Jamie rivolse la domanda ai due agenti che avevano ritrovato Eloise e che erano arrivati dietro di lui e Jefferson.
 
– Portava Jeans e maglietta, un paio di scarpe basse …
- Si, è così Dottore. Aveva pure un grembiulino verde allacciato in vita …
- Vero! Il mio collega ha ragione. Uno spettacolo tremendo! Doveva essere una bella figliola! Ma era livida e gonfia ormai! Non riesco a togliermela da davanti agli occhi! Era piena di mosche sul viso … negli occhi aperti … Dio Santo!
 
Jefferson e Graham si guardarono in viso. Quest’ultimo inspirò ed espirò quasi in un sospiro. Dopo tre giorni dalla sua scomparsa, con il caldo di luglio e gli insetti che pullulavano, come poteva essere ridotta quella poveretta? Già l’acqua dei fiori sapeva di putridume, figuriamoci quel povero corpo con le reazioni degli acidi interni! L’odore all’interno del chiosco era nauseabondo e Graham condivise in pieno il bisogno di indossare una mascherina come stavano facendo i due operatori della scientifica.
 
– Aveva il grembiulino?
– Si Dottore!
– Quindi non stava uscendo per andar via …
- Che intendete Graham?
– Credo che stesse uscendo per chiedere aiuto, non per andarsene. Altrimenti il grembiule lo avrebbe tolto prima … Quella chiazza di sangue appartiene alla morta?
 
Uno dei biologi rispose.
 
– Si, appartiene a lei, già è stato analizzato!
– Distante dal punto in cui è stata ritrovata! Aveva tagli addosso?
– Una ferita dietro alla nuca … forse era caduta …
- Non ci sono oggetti macchiati del suo sangue che potrebbero essere stati usati per colpirla alle spalle?
– No … nulla di ciò! Alcuni reperti sono già stati portati al nostro laboratorio! In terra c’era anche una siringa monouso e un laccio emostatico … sarà caduta quando ha iniziato a sentirsi male … battendo la testa ha sanguinato …
- Poi secondo voi si è rimessa in piedi per uscire dalla porta e chiedere aiuto?
– Potrebbe essere possibile si!
 
Jamie rimase pensieroso, guardandosi intorno con le mani sui fianchi.
 
– Cosa pensate Graham?
– Non sono convinto Jefferson! Dalla distanza del sangue dal tavolo e poi alla caduta vicino all’uscita … credo che abbia avuto un forte colpo alla testa da stramazzare … la quantità di sangue non mi sembra adeguata ad una caduta accidentale … ci sarebbe stato qualcosa per terra a provocarle una simile perdita, ma per terra in quel punto non c’è  nessun corpo acuminato, né un oggetto contundente in giro che può essere stato usato da terzi per colpirla …
- Quindi?
– Se qualcuno l’ha prima colpita e poi drogata, ha portato con sé l’oggetto contundente, ma prima ha inscenato l’uso della droga con siringa e laccio emostatico!
 
Jefferson si grattò il mento annuendo, mentre Graham si avvicinava ad osservare meglio il banco da lavoro. Notò una macchia di sangue.
 
– La donna dopo essersi fatta male in qualche modo alla testa si è rialzata ed è arrivata al banco. Probabilmente si è toccata la testa dove le doleva e si è sporcata la mano  destra con il suo stesso sangue … questa è l’impronta di un pollice e un indice destro … probabilmente ha annaspato sulla superficie e ha fatto cadere quegli oggetti …
 
Jefferson intanto seguiva il discorso e il pensiero di Graham con molto interesse e una punta di sana ammirazione. Osservava il giovane Profiler andare da un lato all’altro del piccolo spazio del chiosco.
 
– Manca qualcosa!
– Che?
– Avete trovato una bustina o una fiala che potesse contenere la droga? Un cucchiaio, un accendino, una candela …
 
I due della scientifica si guardarono in viso e si voltarono scuotendo la testa verso Graham.
 
– Quindi queste cose mancano? Avete rovistato nel cestino?
– Abbiamo esaminato e prelevato già parecchi reperti …
- C’era un’agendina? Un quaderno o un blocknotes?
– Si, un’agenda! Quella è stata portata via tra le prime cose per essere esaminata in laboratorio!
– Dobbiamo vedere quell’agenda Jefferson! E assolutamente devo parlare con il Coroner!
 
Chiesero altre informazioni ai due agenti della stradale e poi li congedarono con loro sollievo. Per quei due l’esperienza era stata sicuramente traumatica!
Lasciando i biologi della scientifica a completare il loro lavoro, il Profiler e l’Agente Scelto risalirono sul Suv Maserati di quest’ultimo e si avviarono verso l’obitorio della Scientifica.
***
 
– La vittima non può essersi iniettata la droga da sola!
 
Il Dottor Natanien Necrider fu netto nel suo giudizio.
 
– Certo è morta per un arresto cardiaco, conseguenza di un’ overdose! Ma non si è iniettata da sola la sostanza! Il foro dell’ago è sull’incavo  del braccio sinistro, come se avesse usato normalmente la destra per usare la siringa!
– Quindi? Cosa vuole dire che era mancina e non poteva?
– Si Dottor Graham! Esattamente! La vittima era mancina! Guardi la mano sinistra!
 
Il cadavere di Eloise Gardener era disteso, nudo, sul tavolo dell’obitorio. Non era un bel vedere.
Graham, dopo aver indossato i guanti di lattice che gli porgeva il Dottor Necrider, prese delicatamente la mano di Eloise e la scrutò attentamente.
 
– Ha ragione Dottor Necrider … era mancina!
– Posso sapere anche io da cosa lo capite?
– Certo Agente Jefferson! La zona laterale della mano sinistra è macchiata di inchiostro … vede? I mancini passano la mano su ciò che hanno scritto da sinistra a destra, diversamente dai destrimani che non passano su quanto appena scritto. Conseguentemente il mancino si macchia con l’inchiostro fresco tutte le volte che scrive!
– Quindi Eloise durante la giornata ha preso ovviamente degli appunti, ordinazioni, consegne …
- Certamente Jefferson!
– Del colpo alla testa che ci dice Dottor Necriter?
– Visto il grosso rigonfio, il taglio e la posizione, direi che è stata colpita con una certa violenza! Chi l’ha colpita pensava di ucciderla ma le ha iniettato pure l’eroina …
- Una messa in scena ben architettata per far pensare ad un suicidio accidentale! Ma Eloise non è morta con quel colpo, si è ripresa, chissà dopo quanto, e in preda all’effetto della droga è stata anche peggio fino a morire, si è rialzata, è arrivata al banco da lavoro, ha fatto cadere accidentalmente gli oggetti e poi ha cercato di  uscire dal chiosco per chiamare aiuto … non aveva un cellulare per chiamare qualcuno o forse era scarico? Dobbiamo vedere i reperti ritrovati e l’agenda in particolare Jefferson, possibile che fosse sul banco di lavoro e abbia voluto lasciare un messaggio. Aveva una figlia … potrebbe essere stato il suo ultimo pensiero!
– Quella è roba che trovate dal Dottor Red Sullivan! Ora, se permettete, continuo il mio lavoro Signori!
 
Ringraziarono e salutarono il grassoccio medico legale, vestito con il suo camice bianco chiazzato di schizzi di sangue, lasciandolo al suo utile ma macabro esercizio
.
***
L’ufficio del Capo della Scientifica era un via vai di camici bianchi, ma il Dottor Red Sullivan, nonostante il cipiglio burbero di chi non ha tempo da perdere, rispose alle loro domande e li accompagnò nella sala dove uno dei suoi uomini stava esponendo i reperti classificati e inseriti in bustine di plastica trasparente.
 
– Ecco l’agenda che dicevate … ancora nella busta .. nessuno l’ha ancora aperta!
– Lo facciamo noi subito Sullivan!
– Non prima di aver messo i guanti Jefferson! Non inquinate l’oggetto con le vostre impronte!
 
Controvoglia il collaboratore di Sullivan lasciò loro la possibilità di esaminare l’agenda.
Con una certa emozione Graham l’aprì sulla pagina indicata dal nastrino rosso segnalibro. Jefferson guardò insieme a lui e videro subito un’impronta insanguinata sul lato a destra in basso della pagina, mentre sulla parte alta della pagina di sinistra c’era qualcosa scritto in modo poco leggibile. Aguzzarono entrambe la vista e lessero all’unisono:
 
- Alexandra Pereira!!
 
Erano troppe per essere considerate coincidenze! Quelli che avevano erano degli indizi che si stavano tramutando in prove. Lessero le pagine precedenti, scritte con grafia precisa e ordinata. Trovarono ancora lo stesso nome, in due situazioni di appuntamento riferite ai due mesi precedenti. Alexandra Pereira era stata da Eloise in altre occasioni, aveva ottenuto la sua fiducia, le aveva sicuramente estorto delle informazioni e alla fine l’aveva uccisa.
Ormai era chiaro per Graham e Jefferson che sotto l’identità di quella donna si celasse, come per Penelope Diaz, nient’altri che Paula Santa Cruz.
Eloise Gardener era stata la principale testimone al processo del marito, era chiaro il movente per ucciderla: la vendetta!
 
– Mi chiedo a questo punto dove sia finita la vera Avvocatessa Alexandra Pereira, Sergente!
– Non le sembra ovvio Graham? Olden ha trovato un unico viaggio dal Messico alla Colombia! Lì la Pereira è incappata in qualche modo in Paula Santa Cruz …
- Certo! L’avrà incontrata per intervistarla!
– La povera Pereira era interessata alle donne di quel mondo e ne ha fatto le spese! Dalle foto che abbiamo è possibile che avessero la stessa costituzione fisica e la Santa Cruz ha approfittato per prendere la sua identità, poi a Boston ha abbindolato il nostro Olden con il suo bel faccino, facendosi passare per la segretaria dell’avvocatessa. Ha impersonato due persone diverse come copertura per i suoi loschi piani, vendicarsi di Eloise e cercare l’agente che ha fatto arrestare il marito, tramite Emma!
– Quindi quella sull’aereo di Emma era veramente Paula Santa Cruz!
– A questo punto temo proprio di si Graham! Ora è indispensabile avvisare Emma!
“E non solo lei ovviamente! Se almeno Killian si rendesse reperibile! Dovrò insistere nuovamente con Nick!” 
 
***
A bordo della Jolly Roger intanto …
 
Con calma Killian stava finendo di preparare dei sandwiches con fette di salmone affumicato, nella fornitissima Cambusa della sua imbarcazione.
Mentre spalmava la mayonnaise sulle fette di white bread, era pensieroso. Emma avrebbe potuto credere tranquillamente che stesse pensando al serial killer che stava perseguitando e massacrando il suo team, invece Killian aveva nella mente pensieri più personali, legati proprio a lei.

“ Se non riesco a dirle tutto questa volta che non può scappare via non ci riuscirò mai più! Non potrei darle torto se volesse fuggire a nuoto. Una bastardata così non credo che me la perdonerà facilmente e io non voglio perderla! Le spiegherò tutto con calma … ne avremo di tempo con il trucchetto messo in atto con Nick!”
 
Un rumore alle sue spalle lo fece voltare verso la porta, mentre aveva appena preso in mano un  grande vassoio ovale che intendeva portare nel salone dove aveva lasciato Emma.
I pensieri di Killian si azzerarono completamente quando se la ritrovò davanti, appoggiata allo stipite con le mani dietro la schiena. Lui non riuscì a proferire parola ma il suo cervello fu in grado di formulare un unico giudizio.
 
“ Santo cielo se sei uno schianto!”
 
Emma gli sorrideva maliziosamente. Si era sciolta i lunghi capelli che le ricadevano ondulati sulle spalle e già quello mandava in visibilio Killian, che adorava quelle onde d’oro. Indossava la minigonna di jeans che aveva messo dalla mattina ma, invece del top rosso che aveva indossato fino a poco prima, ora era a dorso nudo, giusto due triangoli di stoffa rossa, retta da laccetti in tinta, coprivano il suo seno piccolo e sodo.
Si accorse, sorridendo, che lo sguardo di Killian si fosse spostato dal suo viso al seno, restando su quest’ultimo qualche secondo in più con aria sognante. Era convinta che stesse fantasticando sul bikini a perizoma che le aveva regalato, sapeva che desiderava vederglielo addosso e lei, a modo suo, lo avrebbe accontentato.
Si mosse con un atteggiamento che a Killian risultò seducente e si avvicinò a lui.
 
– Mmm! Salmone e mayonnaise?
– Si!
 
Lui appena era riuscito a rispondere con quel “si” soffiato. Si ritrovò a deglutire a vuoto nel momento in cui lei passò l’indice sul bordo di uno dei sandwiches, raccogliendo la mayonnaise colata e portandoselo alla bocca succhiandolo golosamente.
Il sorrisetto di Emma e il suo smeraldino sguardo sbieco gli fecero sentire l’afflusso sanguigno all’inguine. La fame di cibo che aveva provato fino a poco prima si stava trasformando in un altro tipo di appetito e lei sembrava volerlo stuzzicare per bene.
 
 – Andiamo nella sala Capitano?
 
Lui rispose con un cenno della testa e lei si voltò scuotendo la lunga chioma dorata, precedendolo ancheggiando sinuosamente. Killian emise un sottile sospiro e, non del tutto rassegnato, la seguì con il vassoio colmo di cibo.
Posato il vassoio sul lungo tavolo, una cui metà era cosparsa delle carte dei casi che Emma stava esaminando, si misero seduti uno difronte all’altra. Emma prese un sandwiche con la mano sinistra, mentre con la destra spostava uno dei fogli e leggeva quello sottostante. Diede un piccolo morso al morbido pane bianco e, masticando, continuò a leggere. Killian la guardava affascinato e sorrideva pensando quanto fosse perfetta.
La mayonnaise era stata spalmata abbondantemente tra quelle fette di pane e mentre lui continuava a guardarla mangiare, una goccia di crema gialla scivolò dal pane, finendo tra i seni di Emma.
 
– Oh!
 
Emma, sorpresa dal piccolo incidente, inconsapevolmente si inarcò leggermente in avanti, sporgendo le due rotondità coperte dai triangoli di stoffa rossa. Lasciando il foglio che stava leggendo, portò la mano verso il seno e con il dito medio raccolse la mayonnaise  dall’incavo tra i seni portandolo alla bocca e succhiandolo.
Killian aveva seguito tutta l’azione e automaticamente si stava passando la punta della lingua sulle labbra. Avrebbe voluto passarla in quell’incavo e raccogliere quella goccia di crema e poi avrebbe voluto anche …
Emma, ignara dei pensieri di Killian, si leccò l’angolo delle labbra, ripulendolo di un residuo cremoso, continuando a leggere e riprendendo a sbocconcellare il pane.
 
– No! Non ci siamo proprio!
 
All’improvviso lasciò l’ultimo pezzetto di pane, riponendolo nel suo piatto con quell’esclamazione.
 
– Che c’è? Non è buono?
– Che?! Ah! Dici il sandwiche? No, no è buonissimo, vado matta per la mayonnaise tra l’altro!
– Eeeh! Anche io!
 
Sollevando gli occhi verso di lui, Emma si accorse che il piatto di Killian fosse ancora pieno.
 
– Ma come non hai mangiato?! Dicevi che stavi morendo di fame!
 
Killian osservò i perplessi occhioni verdi di Emma con fare penetrante e lei batté le lunghe ciglia, intuendo qualcosa e arrossendo leggermente sulle gote.
 
– Ti assicuro che sto morendo di fame veramente!
 
Il sorriso sghembo di Killian e il suo modo di dire quella frase, fecero capire ad Emma che aveva intuito giusto. La stava desiderando e non gliene importava nulla di quello che aveva messo sul vassoio. Lei lo guardò maliziosamente e, decisa a vendicarsi dell’acquisto di quei due indecenti bikini, nonostante lo desiderasse anche lei, gli rispose con un tono ironico e movenze ammiccanti.
 
– Allora mio Capitano ti conviene sbrigarti a mangiare …
 
Per Killian era il segnale che anche lei avesse voglia di fare l’amore, ma rimase deluso, poiché Emma si sollevò dalla sua sedia leggermente, ingannandolo, gli spinse il piatto più vicino, incoraggiandolo a mangiare veramente e aggiungendo:
 
- Perché dopo che ti avrò detto le mie conclusioni sui casi non credo avrai più voglia di mangiare!
 
Quello perplesso e stupito ora era lui! Che cosa aveva capito Emma dalla sua indagine? Voleva saperlo subito.
 
– Che hai scoperto?!
– Mangia! Te lo dico dopo! Ora voglio approfittare del sole di Luglio! Mentre tu finisci, io vado sul ponte a rilassarmi un po’ su una di quelle sdraio che ho visto!
 
Portandosi via alcuni fogli,  lo lasciò sbigottito, solo con il suo piatto ancora pieno.
 
***
Poco dopo Killian risalì le scale che portavano sul ponte. Emma aveva fatto quello che aveva detto. La vide allungata su una delle sdraio, intenta a prendere il sole, mentre ancora leggeva i fogli che aveva portato con sé. Voleva andare da lei e prenderla tra le braccia, baciarla a perdifiato, approfittare di quel momento da soli tra le onde lievi del mare calmo. Prima però doveva controllare che tutto procedesse secondo il suo piano!
Salì sul castello di poppa, là dove si trovava la plancia dei comandi. Controllò quello che doveva …
 
“Benissimo! Tra poco si fermerà tutto …”
 
Un’ ultima occhiata e poi guardò fuori sul ponte. Emma era proprio vicino al cassero, affianco alla sua sdraio ce n' era un’altra. La vide mettersi in piedi, poggiare i fogli sul sedile e poi  voltarsi di schiena …
 
“Waw!”
 
Era una bellezza e quel perizoma faceva il suo effetto, delineando come un tratto la rotondità dei suoi glutei perfetti. La vide piegarsi in avanti e mettersi a quattro zampe sulla sdraio, mostrandogli meravigliosamente il suo posteriore.
Il turgore all’inguine non si era sopito e Killian lo sentì riattivarsi ancora più imperiosamente. Guardò in basso e si sistemò i pantaloncini bianchi. Emma si sdraiò a pancia in sotto e riprese a leggere i suoi fogli. Killian scosse la testa. Lei era troppo sexy! Per lui lo era anche vestita dalla testa ai piedi, figuriamoci in quel modo!
 
“Forse non è stata una buona idea comprarle quel bikini! Non riesco a resisterle! Sembro un maniaco sessuale!”
 
Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e, mentre ammirava il candore della sua pelle, si rese conto che non aveva messo creme protettive.
 
“Delicata com’è tra una mezzora sarà ustionata così!”
 
Velocemente scese dal cassero e, senza farsi notare da lei, tornò sottocoperta a prendere quello che faceva al caso suo. 
Tornò sul ponte e, camminando scalzo, senza farsi sentire, si ritrovò dietro la giovane. Sorrise a seguire la sua linea armoniosa e le rotondità del suo posteriore.
 
“Devo ritrattare! È stata un’ottima idea quel perizoma!”
 
Emma era piuttosto concentrata su quello che stava leggendo e fu presa di sorpresa quando lui, improvvisamente, poggiò le mani sulla sdraio, ai lati dei suoi fianchi,  e le diede un finto morso su una natica. Le fece fare una specie di salto.
 
– Ehi! Killian che fai?!!
 
Voltandosi con il busto e ritirando la coscia sul lato dove lui aveva dato il morso, sembrava sdegnata, ma alla fine gli fece un sorriso malizioso. Lui sapeva che lei poteva aspettarselo!
 
– Mi hai detto di mangiare no? Non avevo la frutta per completare il pasto e qui c’è una bella pesca da assaporare!
– Sei sempre il solito!
 
Dove aveva dato il morso, ora Killian fece una carezza e depose un bacio.
 
– Love sei troppo bianca lo sai? Tra poco questo bel sederino diventerà veramente rosso come una pesca! Ti ho portato la protezione e se stai ferma  e buona te la spalmo!
– Mmm! Mi sembra una buona idea …
- Ottima … fidati!
 
Il massaggio delicato, che Killian le fece con la crema protettiva, partì dalla sommità delle spalle, che già erano un po’ arrossate. Emma doveva ammettere che lui avesse un tocco veramente leggero. Sapeva che a lei piacesse essere toccata in quel modo e sapeva che l’avrebbe vista rabbrividire di piacere, sotto il caldo estivo. Fu così in effetti e Killian sorrise percependo i tremori della sua donna, desiderando dargliene altri. Scese lentamente massaggiando fino ai glutei, la sentì irrigidirsi leggermente, il massaggio era più intimo e sapeva che la eccitasse. Con le mani aperte, una su ogni emiglobo del suo posteriore, continuò a massaggiarla finché non seguì con i pollici la linea del perizoma, dall’alto verso il basso, tra l’incavo dei glutei. Emma ebbe un brivido più forte e si voltò di scatto.
 
– Può bastare così!
 
Incontrò il sorriso malandrino e sexy di Killian e si rimise sdraiata supina. Lo sfidò con lo sguardo.
 
– Ora ho bisogno di crema anche sul davanti Capitano!
 
Killian era seduto vicino alle snelle gambe di Emma e lei allungò la sinistra posandola sul grembo del giovane per farvi mettere la protezione. Lui raccolse quella tacita sfida e iniziò dal dorso del piede, risalendo lungo la caviglia, la gamba, il ginocchio e oltre, arrivando, massaggiando lentamente, all’inguine. C’era ben poca stoffa a coprire quel monticello tanto desiderato dal Capitano ma lui, da gentiluomo, le prese l’altra gamba ripetendo l’operazione. La guardò in viso e vi lesse desiderio e uno sprazzo di delusione. Sorrise, c’era tempo per continuare quel gioco erotico.
Protette le gambe con la crema profumata alla vanilla, Killian prese il tubetto e, invece che mettere la crema sulle proprie mani per usarla, come aveva fatto fino a quel momento, ne spremette una parte sul ventre e lo stomaco di Emma. Era fredda rispetto alla pelle calda della ragazza e lei ebbe un brivido che rese evidenti i suoi capezzoli sotto i due triangoli di stoffa.
 
– Lascia che faccio da sola adesso!
– Non ci penso proprio Love! Se inizio un lavoro sono abituato a portarlo a termine e poi ora arriva il pezzo migliore!
 
Le aveva fatto l’occhiolino, ammiccando, e riprese a massaggiarla dal ventre, risalendo velocemente tra i seni e sopra di essi.
Emma era eccitata non meno di lui, lo sapevano entrambi. Schiuse le labbra guardandolo languida e Killian non resistette più nell’avvolgerle le braccia intorno al torace, portandola con irruenza a sé. Lei non fu meno passionale nel portargli le mani al viso e ai capelli, accogliendo le sue labbra e la sua lingua, accettando  che con la propria danzassero quella danza di desiderio e passione. Killian dirigeva la danza e lasciò le labbra di Emma per continuare lungo la sua gola, reclinandola tra le sue braccia e facendole scorrere la lingua nell’incavo tra i seni, come avrebbe voluto fare quando la mayonnaise vi era caduta. Si portò con le labbra verso la stoffa che lo separava dalla piccola gemma turgida ma Emma, improvvisamente, gli disse di fermarsi. Lui, con lo sguardo offuscato dal desiderio e le labbra schiuse e umide non riuscì a chiederle il motivo, ma lei lo allontanò mettendosi seduta.
 
– Dobbiamo pensare prima al lavoro Killian!
– Sei una strega bugiarda Emma!
 
Lei ridacchiò.
 
– Siamo qui per lavorare o sbaglio?
 
Lui la guardò ancora con desiderio e con quella punta di malizia che faceva capire che stava a quel gioco di toccata e fuga che lei metteva spesso in atto. Si ricompose con un atteggiamento più razionale. Avrebbe aspettato il momento giusto per fare l’amore e parlarle di quello che le teneva ancora nascosto. Emma era stata chiamata per capire qualcosa in più dell’assassino ed era giusto pensare prima a quello, loro sarebbero venuti dopo!
 
– Hai ragione Emma! Sono morte delle persone alle quali tenevo molto e altre potrebbero morire se non troviamo l’assassino. Purtroppo tu mi destabilizzi, lo sai  … Dimmi cosa pensi del killer.
 
La vide alzarsi e rinfilarsi la minigonna di jeans, inspirò ed espirò profondamente  nell’ammirare ancora il suo corpo.
 
 – Torniamo sottocoperta prima.
– Come preferisci Dottoressa Swan!
 
Scesero insieme le scale e si ritrovarono nuovamente al tavolo con i fascicoli aperti.
 
 – Che l’assassino metta in atto un rituale ogni vota con la cocaina, come la cenere del penitente sulla testa, questo è chiaro ormai. Nella sua mente la tua squadra deve espiare una qualche colpa e ora anche tu, più di tutti! Tu sei stato avvisato per farti provare paura nell’attesa dell’attacco.
– Questo se lo crede lui!
– Lui? Sei convinto che sia un uomo vero?
– L’assassino di Gretel aveva preso il posto dell’idraulico che lei aveva chiamato. Aveva ucciso il ragazzo della ditta idraulica per prendere il suo furgone. Lo abbiamo ritrovato in seguito alla denuncia della scomparsa sua e del mezzo. Un testimone inoltre aveva visto il furgone davanti a casa di Gretel. Dal controllo delle telefonate risultava che avesse chiamato la ditta per una perdita.
– Gretel conosceva la ditta ma non è detto che conoscesse il ragazzo che doveva andare da lei. La persona che si è trovata alla porta le avrà ispirato fiducia. L’ha fatta entrare in casa ed è stata sorpresa di ritrovarsi con una pistola puntata contro. Io non penso si tratti di un uomo Killian!
– Coosa?!
– No! Sono convinta che sia una donna. Alta sul metro e sessanta come risulta dai calcoli balistici. Travestita da uomo non ha dato un senso di pericolosità a Gretel. Un tipo mingherlino che non avrebbe potuto far male ad una mosca, se non fosse stato che avesse avuto una pistola nascosta da qualche parte.
– Perché pensi proprio una donna? Un uomo basso no?
– No. L’assassino ha mostrato una delicatezza e un’attenzione femminile nei confronti di Gretel. Solo una donna poteva mostrare quel senso di maternità. Ha messo la foto di Gretel e sua figlia tra le sue braccia, vicino al cuore. Non l’ha cosparsa con la cocaina/cenere sulla testa perché le è sembrato già di averle dato una grande punizione strappandola all’amore di sua figlia. È una donna Killian … ne sono sicura. Una donna con forte senso di maternità, forse ha avuto un figlio o una figlia anche lei o desidera fortemente averne, ha tra i 23 – 30 anni d’età. Quale donna conosci che potrebbe volerti morto e corrisponde a questo profilo?
– Emma, l’unica donna che mi vorrebbe morto, capace di vendicarsi in modo freddo e crudele è Paula Santa Cruz! Lei è alta sul metro e sessanta, intelligente, vendicativa. Potrebbe odiare la Cocaina come hai pensato ieri? Ne dubito! È stata la fonte della sua ricchezza!
– Si, ma anche della sua rovina no?
– Rovina dell’impero di suo marito, certo! Non corrisponde però a lei quello che pesi sul suo senso di maternità! L’ho sentita usare toni crudeli nei confronti della piccola Alice. Aveva minacciato Eloise di prendergliela e darla in pasto al suo leopardo! Non mi sembra un soggetto particolarmente materno …
- Forse non hai visto questo lato del suo carattere. Ha figli?
– No che io sappia!
– Hai un portatile sulla nave?
– Certo, ovvio! È una base ambulante la Jolly Rogers!
– Ne ho bisogno per controllare la mia posta. Ieri mentre stavi cucinando ho chiamato Olden. La questione di Alexandra Pereira e della sua segretaria, la fidanzata di Olden, mi aveva messo una pulce nell’orecchio. Per non dirgli di controllare le credenziali di Penelope Diaz gli ho detto di trovarmi foto della Santa Cruz. Ho sospettato che potesse essere lei e chi meglio di Olden avrebbe potuto riconoscerla nel caso? Non mi ha telefonato ieri sera … meglio che guardi sul cellulare se intanto mi ha cercata.  Vado in cabina a prenderlo, mi è rimasto lì nella borsa …
– Bene, io ti prendo il PC …
 
Killian guardò allontanarsi Emma e si morse il labbro inferiore. Non aveva calcolato questo risvolto veloce nel lavoro della Profiler. Adesso il suo piccolo piano sarebbe andava a monte!
 
***
Sola nell’elegantissima cabina, Emma prese il cellulare dalla borsa sul letto e controllò le chiamate e i messaggi. Fu sorpresa perché non ne trovò nessuno. Poi notò che mancasse completamente il campo. Se l’avevano cercata nessuno l’aveva potuta raggiungere. Con il cellulare in mano si mosse nella stanza cercando un minimo di segnale. Tornò nella sala guardando ancora se comparisse, ma nulla da fare .
 
– Non ho campo!
– Dai tempo Emma! Ecco il portatile intanto!
 
Mentre Killian preparava il computer inserendo la password, lei continuava a girare nervosamente per la sala.
 
– Devo provare sul ponte! Tu hai campo al tuo?
 
Killian controllò il suo cellulare.
 
– No Love! Calmati dai! Vieni e metti il tuo account …
 
Emma si mise seduta vicino a lui e digitò il suo indirizzo e.mail mentre Killian si alzava.
 
– Killian non funziona nemmeno internet!
– Non è possibile Tesoro!
 
Si riavvicinò anche lui e constatò che Emma avesse ragione. Lei diede ulteriori segni di nervosismo.
 
– Non è possibile Killian! Non possiamo lavorare così! E questo caldo mi sta uccidendo qui dentro! Non c’era l’aria condizionata?
– Su uno Yacht di lusso come questo c’è tutto Swan …
 
Emma si alzò, mentre lui continuava ad armeggiare con il PC, e si avvicinò alle bocchette dell’aria condizionata.
 
– L’aria condizionata è spenta Killian!
– Io l’ho accesa. Vado a vedere sul ponte di comando!
– Vengo con te, almeno sul ponte c’è un po’ di brezza!
 
Risalirono insieme sul ponte, fino al cassero di comando.
 
– Qualcosa non va Emma! I comandi sono tutti azzerati!
– Che significa?
– C’è un’evidente avaria in corso!
– Dio mio! Vuoi dire che siamo sperduti in mezzo al mare senza possibilità di contatti con il resto del mondo?
– Dai calmati Swan! Tecnicamente è così, ma non siamo in pericolo no?
– Come sarebbe Killian!!
 
Emma iniziava a manifestare segni di panico ed era sempre più nervosa. Killian si tolse la maglietta, per il caldo dentro la saletta dei comandi, restando a dorso nudo.
 
– Quel Nick!
– Che centra Nick?!
– Ci penso da quando siamo saliti a bordo!
 
Killian ridacchio per sdrammatizzare.
 
– E io che credevo pensassi solo a me! Ti è piaciuto Nick?!
– Che cavolo dici! Non mi è piaciuto proprio per niente! Lo avrei preso a schiaffi dal momento che ha iniziato a guardarmi le tette con quell’aria da … da …
- E bravo Nick! Così ti ha guardato le tette! Gliene dico quattro quando lo vedo! Solo io ho diritto di guardartele e … toccartele!
 
Killian ancora faceva battutine e ad Emma dava ancora più nervosismo. Le sembrava che lui non fosse minimamente preoccupato del fatto che fossero completamente isolati e stava cercando di abbracciarla nuovamente, sporgendosi per baciarla.
 
– Smettila Killian! Qui la situazione è grave! Ti fidi di Nick? Aveva un’aria cospiratoria! Non potrebbe aver sabotato la nave?
– Sentiamo … perché avrebbe dovuto?
– Che diavolo ne so? Aveva un atteggiamento sospetto ti dico! Di uno che ha combinato qualcosa o lo deve combinare! Se fosse in combutta con la Santa Cruz?
– Conosco Nick da anni, in pratica da quando eravamo ragazzini. L’ho inserito nella mia squadra proprio per occuparsi della mia base nautica. Ha controllato tutto prima che partissimo.
– Allora o non ha controllato bene o ha combinato qualcosa! Svegliati Killian! Non eri tu quello sospettoso di tutto e tutti? Certe volte mi sembri anche tu un cospiratore!
– Dai Love! Smettila e vieni qui, cerca di calmarti!
 
Killian provò ancora a prenderla tra le braccia ma lei si divincolò come un’anguilla.
 
– Come puoi pensare al sesso adesso! Fai qualcosa no? Sei o non sei un genio! Sei un esperto di ingegneria, te ne inventi di ogni colore e non puoi far rifunzionare questa bagnarola?!
– Ehi! Primo: la Jolly Roger è una “signora nave” e non una bagnarola! Secondo: pensare a fare l’amore farebbe bene anche a te, intanto ti calmerebbe i nervi! Terzo: sono un bravo Capitano e ti riporterò sulla terra ferma anche veleggiando se dovesse servire. Quarto: certo che posso risistemare il guasto! Ci vorrà un po’ di tempo e nulla vieta di stare tranquilli e rilassarci un po’!
– Allora rilassati da solo rimettendo in moto il tuo yacht da lusso! Io esco di qui o vado a fuoco!
 
Emma uscì arrabbiata e nervosa dalla porta e lui la guardò sorridendo tra sé e sé.
 
“Scusami amore! Se sapessi che ho chiesto io a Nick di manomettere i comandi per restare di più con te e avere modo di dirti quello che ancora non sai, mi prenderesti a pugni! Ti prometto che questo sarà l’ultimo inganno, poi, se mi perdonerai, tutto sarà diverso! Certo che sei una brava Profiler comunque! Hai capito che Nick avesse combinato qualcosa … come fai non lo so! Hai un super potere?”
 
Guardando di fuori la vide camminare nervosamente avanti e indietro sul ponte, poggiarsi al parapetto e guardare verso la terra ferma. I suoi lunghi capelli erano smossi dalla brezza marina e il suo viso era tirato. Killian decise di tranquillizzarla e farla calmare come meglio sapeva fare. Scese dal ponte di comando e andò verso di lei. Emma si era seduta sul bordo della sdraio e gli dava le spalle. Lui si mise seduto cavalcioni sulla sdraio.
 
– Buone notizie Tesoro! Ho scoperto il guasto e posso ripararlo in un paio di ore!
 
Lei si voltò accigliata a guardarlo.
 
– Ne sei sicuro?
– Si Love! Ripartirà tutto come prima, sia internet che l’aria condizionata e i vari comandi!
– Intanto non abbiamo notizie! Era importante sapere cosa avesse trovato Olden!
– Si Swan! Ma nel giro di qualche ora le cose non cambieranno drasticamente, non credi?
– Non lo so Killian! Ho strane sensazioni addosso e non riesco a sentirmi tranquilla!
– Ti amo Emma e il mio  compito è di proteggerti e farti stare bene. Vieni qua ora!
 
La prese da dietro la schiena e la fece ruotare con le gambe sulla sdraio, in modo da tenerla tra le sue, appoggiata al suo torace nudo. La strinse a sé facendo combaciare la schiena di Emma con il suo petto e iniziò a darle piccoli baci sulla spalla destra rosea per il sole preso. Inspirò l’odore di vaniglia della crema protettiva, mescolato all’odore floreale di Emma. Sapeva di buono, nonostante fosse accaldata e sudata come lui. Sentì che in qualche modo lei iniziasse un minimo a rilassarsi e volle tentare di più. Le portò le mani al bottone della minigonna e lo aprì. Era fatta come i jeans sul davanti: bottoncino, lampo e tasche. Iniziò ad aprirle la lampo e lei si irrigidì posando le sue mani su quelle di Killian per fermarlo.
 
– C-che fai?!
– Lo sai Emma cosa sto facendo! Tu lasciamelo fare, respira e manda via i brutti pensieri!
 
Certo che lei sapeva cosa volesse farle. Non le dispiaceva affatto e allontanare pensieri funesti era la cosa migliore. Lui le aveva detto che poteva riparare il guasto alla nave, che male c’era a stare insieme nella loro intimità per qualche ora? Tolse le mani da quelle di Killian e le portò sulle sue gambe muscolose, facendole scorrere sulla pelle villosa.
Killian le aprì del tutto la lampo della minigonna per aver più facile accesso e infilò la mano destra sotto il triangolo rosso che le copriva il pube. Sentì il suo morbido vello dorato  e si fece largo tra la piccola insenatura della sua intimità.
 
– Amore rilassati … apri le gambe …
 
Quel tocco dolce e la sua voce sensuale spronarono Emma ad obbedirgli e ritirò le gambe sulla sdraio, piegando le ginocchia e aprendo le cosce. Si concentrò sulla sensazione piacevole che Killian le stava provocando stuzzicandole il clitoride. Iniziò a muoversi lentamente anche lei per accentuare il piacere e si sentì sciogliere con il crescere dell’eccitazione. Lui fece scivolare delicatamente il medio nella sua cavità …
 
- Brava … così Emma, ti stai sciogliendo e rilassando. È così che ti voglio!
 
Lei sentì quel dolce riempimento, mugolò di piacere e si aprì ancor di più per accoglierlo. Killian la percepì calda e bisognosa. Chiuse gli occhi godendo lui stesso dei mugolii di piacere di Emma e dei suoi movimenti sinergici. Fece scivolare dentro di lei anche l’anulare, avendo una maggiore possibilità di accarezzarla e penetrarla. Mosse le dita insieme lentamente, mentre Emma iniziava a vibrare e le sue gambe tremavano inconsapevolmente. Sapeva che lei fosse vicina all’orgasmo, si stava abbandonando completamente a lui e anche la sua eccitazione e il desiderio di possederla stava montando inesorabilmente. Accelerò il movimento delle due dita dentro e fuori di lei, finché la sentì rilassarsi completamente, mentre un fiotto caldo dei suoi umori gli confermò che fosse riuscito a farle raggiungere un forte orgasmo.
 
 – Amore sei fantastica lo sai?
 
Le baciò la spalla destra e risalì lungo il collo, fino all’orecchio. Le strinse il seno sinistro nella mano, mentre la destra scivolava fuori dal lei e dalla minigonna. Pensò che così rilassata si sarebbe potuta addormentare tra le sue braccia, ma lei lo sorprese. In un attimo Emma ruotò sulla sdraio portandosi a quattro zampe tra le gambe cavalcioni di Killian. La vide sorridergli felice e con lo sguardo di chi non è ancora sazio. Lui, eccitato e spiazzato, poggiò le mani in dietro sulla sdraio per sostenersi e, piacevolmente sorpreso, la vide intenzionata ad aprirgli la patta dei pantaloncini bianchi. Le mani di Emma erano impazienti di ricambiare le stesse carezze e quando le posò su di lui ebbe la conferma che anche Killian sentisse il suo stesso bisogno.
 
– Aspetta Love!
– Ti ho fatto aspettare anche troppo credo!
 
Lui rise.
 
– Si! Sei stata una tremenda strega tutto il giorno! Ma non ho intenzione di indugiare troppo! Solo che non voglio continuare su questa sdraio. Dobbiamo inaugurare il letto della nostra cabina e quale modo migliore?
– Mmm! Questa è un’ottima idea Capitano!
 
Prenderla in braccio e scendere sotto coperta, fino alla loro cabina, sembrò un copione già vissuto e fu velocissimo. Il letto bloccato al pavimento li attendeva. Emma aveva ancora la gonna sbottonata e la fece scivolare lungo le gambe in un attimo. Attese sul letto che Killian si togliesse i pantaloncini con l’intimo in un colpo solo. Lo guardò ammirata della sua virilità e in pochi secondi lui fu tra le sue gambe in ginocchio. Il bikini rosso risaltava sulla pelle di Emma, proprio come lui le aveva detto quando lo aveva acquistato quella mattina. Lei era poggiata sui gomiti e lo guardava con una bramosia non inferiore a quella scritta negli occhi azzurri di Killian.
Emma si portò le mani dietro la schiena e si sciolse i laccetti del piccolo reggiseno. Killian le sciolse i due fiocchetti ai fianchi e la liberò dell’ultimo umido triangolo di stoffa che la copriva. Lei voleva accarezzarlo e regalargli lo stesso godimento che lui le aveva fatto provare. Lo attirò verso di sé e lo fece ricadere sulla schiena. Killian capì i suoi intenti.
 
– Emma hai intenzione di farmi impazzire del tutto?
– Quando inizio un lavoro intendo portarlo a termine con il massimo dei risultati Capitano …
 
Gli rifece in parte il verso.
 
- … quindi ora preparati alla tua razione di baci e carezze!
 
Killian tremò a sua volta di piacere quando lei lo prese delicatamente. Aveva imparato anche lei quale fosse il modo per dargli il massimo e quali fossero i suoi punti più sensibili. Lo accarezzò massaggiandolo con un ritmo sempre più veloce, lo stuzzicò con la lingua e con le labbra.
Killian godeva di ogni suo piccolo contatto. Gli piaceva vedere le sue mani su di sé, le sue labbra chiudersi su di lui, il tocco caldo della sua lingua che lo mandava in estasi. Le piaceva che lei poi passasse alla fase seguente, scendendo su di lui e prendendolo dentro di sé. Adorava sentire le contrazioni delle sue pareti intorno al suo sesso, i suoi movimenti sempre più frenetici, quel suo offrirsi sporgendosi in avanti, permettendogli di prenderle uno alla volta con le labbra i capezzoli infiammati e turgidi. Gli piaceva consentirle il dominio dell’amplesso, finché poi non la ruotava sul letto riprendendo lui il controllo. Gli piaceva portarla nuovamente alle soglie del Paradiso, assaporandola e stimolandola nella parte più pulsante del suo centro e, quando lei era nuovamente pronta all’ultimo picco di piacere, la faceva sua ancora, prendendola in profondità, muovendosi velocemente, mentre lei rispondeva ai suoi affondi con movimenti sempre più incontrollati. Amava quel suo modo di fare in quei momenti. Le sue mani che correvano sulla sua schiena, stringendolo e a volte graffiandolo con le unghie, premendogli i glutei come per farlo entrare in lei fino a fondersi. Amavano entrambi sentirsi alla fine così, una cosa sola, nella fusione data dal reciproco orgasmo finale.
 
***
Era stato bello … Lo era sempre! Lo era talmente che ogni volta desideravano poter ricominciare quanto prima. Ma c’era sempre quel momento di pace e calma dopo la tempesta passionale che li aveva travolti.
 
Killian era disteso con il torace leggermente sollevato dai cuscini. Teneva Emma, abbracciata, stretta a sé, distesa sul suo petto. Era serena e respirava piano. Stava bene, stavano bene! Killian era pensieroso mentre le accarezzava la schiena e i capelli. Lei non ne poteva vedere il volto visto che era poggiata con la guancia sul suo torace, ma sentiva il battito del suo cuore leggermente accelerato.
 
– Killian va tutto bene?
 
Sollevò il viso per guardarlo negli occhi.
 
– A che stai pensando amore mio?
 
Killian credette che quello fosse il momento giusto per parlarle, dirle finalmente quell’ultimo segreto.
 
– Ripensavo a questi tre anni passati Love. A quante cose sono successe e a quante sono capitate a noi due, nella nostra storia …
 
Lei si rimise con la guancia sul suo petto e gli si strinse maggiormente, come se temesse che lui fuggisse via.
 
– Ricordi quando dovevi testimoniare e cercarono di farti quell’attentato?
– Come potrei dimenticarlo! Se non ci fosse stata Mulan ora non sarei qui con te!
– Già! Ma quello non era un attentato per eliminarti …
- Come no? Volevano impedirmi di testimoniare!
– Anche quello, certo, ma l’intento era di rapirti. Lo confessò uno degli attentatori che Mulan mise al tappeto …
- Perché rapirmi nuovamente? Sapevano che tu fossi morto o già avevano scoperto che fosse stata una farsa?
– Il motivo era ch …
 
Un improvviso rumore fece interrompere la frase a Killian facendolo balzare in piedi spostando di lato Emma.
 
– Che cos’era?
 
Emma era spaventata e Killian accigliato.
 
– Un motoscafo ci ha abbordato …
 
Emma si strinse a lui con gli occhi sbarrati.
 
– Qualcuno sta salendo a bordo senza il permesso del Capitano …
 
***
 
Conosceva bene quale rotta Killian Jones avesse seguito. Sapeva dove trovarlo e come raggiungerlo, ma non avrebbe potuto farlo per nessun motivo.
 
Nick Hansel manovrò il motoscafo in modo da abbordare lo yacht. Si sollevò abbastanza da afferrare la scaletta e ormeggiarvi con una corda il suo natante.
Sebastian Jefferson lo aveva chiamato e in quel modo gli aveva dato il motivo per raggiungere Captain Hook …
 
 




Angolo dell’autrice
 
Salve a tutti e buon fine Domenica. Piaciuto il capitolo? Spero non sia stato troppo lungo da digerire. Avete iniziato a capire quale sarà l’ultimo inganno?
Fatemi conoscere le vostre ipotesi.
Grazie a tutti coloro che continuano a seguire e ancora non si sono stufati. Credo restino un paio di capitoli e poi ci saluteremo.
Auguro a tutti una buona settimana.
Lara
 
 

 
   
 
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