Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: _Lisbeth_    31/03/2019    3 recensioni
20 Dicembre/20 Marzo - Solstizio d'inverno. (John)
20 Marzo/21 Giugno - Equinozio di primavera. (Freddie)
21 Giugno/23 Settembre - Solstizio d'estate. (Roger)
23 Settembre/20 Dicembre - Equinozio d'autunno. (Brian)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hiems – John.
20 Dicembre - 20 Marzo.

 
L’inverno è così strano. Molti lo odiano, in pochi lo apprezzano.
S’insinua timido nelle calde case, quasi impercettibile dopo i freddi giorni che preannunciano la sua venuta. L’inverno è silenzioso, ma porta rumore, scompiglio, confusione.
Le nuvole si riempiono di piccoli fiocchi bianchi, freddi, che cadono silenti sugli alberi spogli, le cui foglie sono già cadute da tanto. Le cortecce sono fredde e pallide, però quei tronchi così tristi forse sono più belli da guardare, nobili avvolti in quella distesa di bianco.
Fa freddo, gli uomini se ne accorgono, si coprono con lunghi cappotti, capelli. Avvolgono il proprio collo con lunghe sciarpe, tremano per le strade mentre vanno a lavoro o a scuola.
La mattina forse è il momento, insieme alla tarda sera, in cui la temperatura è più bassa. Forse il momento un po’ più difficile, al solo pensiero vien quasi da sbuffare.
Però, forse, la neve bianca che ricopre la terra e gli alberi non è poi così fastidiosa.
Morbida, fresca e candida.
Se si cammina per la strada è facile vedere, qua e là, i bambini correre con una bella palla di neve tra le mani, tirarla a fratelli o amici. Dicono mettano allegria, le voci e le risate dei piccoli uomini.
In certi casi nemmeno il freddo disturba.
S’insinua dentro le ossa ma non vuole far del male. I nostri nasi diventano rossi facendoci sembrare buffi, già tutti infagottati come piccoli bruchi nei bozzoli.
Ed è una volta a casa, al caldo, davanti al fuoco di un camino e una grande tazza di cioccolata, che riusciamo a recuperare le energie portate via dal vento. Stretti in un caldo abbraccio delle persone che amiamo, leggendo un libro davanti alla finestra su cui batte la pioggia, avvolti da una coperta.
La timidezza dell’inverno la si intravede sempre, quando si guarda John.
Parla sempre poco, ma non perché non gli piaccia. Semplicemente non apre bocca per dire qualcosa di poco importante. Lo fa solo quando è sicuro di poter dare un senso a ciò che dice.
Lo fa quando lo si conosce meglio, forse diventa anche un caldo rifugio per i pensieri e le parole, quando qualcuno a cui tiene gli si avvicina.
I sorrisi di John sono sempre un po’ imbarazzati, un po’ buffi, il rossore che gli si crea sulle guance quando gli viene fatto un complimento è lo stesso che tinge il nostro viso quando fa freddo.
E anche se può sembrare timido, non è remissivo. Può diventare un’aggressiva lastra di ghiaccio, ma può sciogliersi come neve tra caldi guanti.
Spesso, il timido sorriso dell’inverno, è anche il più sincero.
 
 
Ver – Freddie.
20 Marzo – 21 Giugno.

 
La primavera è la stagione del germoglio.
Tutto nasce, tutto pian piano cresce.
I piccoli fiori, appena nati, svegliati dal sole e dalla leggera pioggerellina, accendono la speranza e la creatività negli occhi di chi li prende in mano, li guarda, li annusa.
Il sole tarda ad addormentarsi, illuminando le strade rigogliose di radici e steli.
E’ il successo, la sicurezza, la nascita.
E’ certamente un po’ stramba. Alcuni dicono sia permalosa, quando le va bene è soleggiata e tranquilla, con il cielo più bello che possa far scorgere. Quando le va male, invece, l’umido scende sulle nostre teste, a volte addirittura inizia a piovere in una giornata di sole.
Ma la primavera è fatta così. Fa un po’ come le pare, non segue le regole. E’ la più ribelle delle stagioni, la più lunatica e la più dispettosa.
Certe volte, infatti, la primavera è come una bambina, ha voglia di scherzare, fa svegliare i poveri uomini davanti ai raggi del sole e li fa addormentare con la tempesta. Per lei è divertente, vedere quei musi lunghi e frustrati.
Però, infondo, non è cattiva. Infatti, come per chiedere scusa, come per farsi perdonare, regala prati verdi, rigogliosi e pieni di fiori, che alla luce del sole sembrano ancor più colorati.
Chiunque abbia incontrato Freddie, ha sempre detto che fosse un tipo pieno di stranezze e forse un po’ troppo sicuro di sé.
Può risultare un po’ ambiguo, a vederlo la prima volta. Con quell’espressione quasi sempre provocatoria e il sorrisetto soddisfatto di chi sa. Non si sa cosa, ma sa.
E le sue parole? Be’, quelle a volte sono pungenti come delle ortiche. Come le spine di una rosa, gli aculei di un riccio.
Altre volte però, sono talmente belle e piacevoli da far germogliare un cuore di gratitudine e ammirazione.
Freddie un giorno è in un modo, il giorno dopo è in un modo completamente opposto da quello precedente. Occhio a far arrabbiare Freddie, se non si vuole un temporale sopra alla propria testa.
Ma dietro quel pungiglione, dietro quelle spine e quelle espressioni di sfida, c’è un cuore talmente morbido e grande da contenere il mondo.
Dolce come il polline dei fiori su cui piccole api si fermano per nutrirsi.
Dietro quella sicurezza c’è una fragilità che in pochi noteranno.
Con Freddie può succedere tutto.
Ma nulla di scontato.
 
 
Aestas – Roger.
21 Giugno – 23 Settembre.

 
Nessuno può negare di amare l’estate!
La stagione più allegra di tutte, più spensierata, più divertente.
La stagione in cui si resta fino a tarda sera in giro senza dover lavorare o studiare, senza doversi preoccupare, senz’ansie e paranoie.
La pelle diventa più scura, a volte si riempie di lentiggini. I capelli sono schiariti dal sole che splende alto nel cielo e riscalda le giornate di adulti e bambini. Negli occhi il riflesso del mare o dei raggi del sole, il sorriso più luminoso.
Andare in giro a maniche corte, con gli occhiali da sole sul naso e lontani da ogni pensiero.
Le serate sulla spiaggia, nei parchi, alle giostre.
L’estate, ah, l’estate!
Così calda e ridente, capace di mettere a proprio agio anche i più timidi.
Di sera e di notte la luna splende alta nel cielo e le stelle illuminano gli occhi. Il fischio tranquillo degli uccelli e dei rapaci notturni, il rilassate canto delle cicale.
E ci si addormenta sempre un po’ più sereni, con lo sguardo rivolto alle luci d’estate.
C’è una fotografia, su un comodino.
E’ la foto di un ragazzo che ride, coi denti dritti e gli occhi azzurri, grandi e luminosi.
I capelli del colore della sabbia, le iridi che richiamano il cielo. Ha un paio di occhiali da sole, in mano.
Quel ragazzo si chiama Roger, ed è esattamente brillante come il sorriso che mostra.
Roger, nato e cresciuto per fare rumore, per farsi notare, per ridere e far ridere.
Caldo, spontaneo, amichevole e forte.
In compagnia di Roger, del suo sorriso, della sua allegria quasi bambinesca, in pochi si sentono a disagio. C’è chi crede che lui sia un po’ matto, chi dice che abbia la testa al gioco.
E, sì, a Roger piace fare follie. A Roger piace fare rumore e a Roger piace il calore che prova stando in mezzo a tanta gente. Gli piace accogliere i nuovi arrivati, gli piace sciogliere la timidezza di qualcuno. Però dietro la sua energia, dietro quel vulcano, si nasconde una distesa di pensieri colma come il mare, un’empatia talmente grande da riempire un cuore.
Roger capisce sempre quando in una persona c’è qualcosa che non va. Quando a qualcuno è andata male la giornata, quando negli occhi di chi ama è riflesso uno sguardo preoccupato.
Talmente sveglio da riuscire a risolvere tutto solo con uno sguardo, con una parola, un abbraccio.
Con il calore della giovinezza, e la spensieratezza di un bambino.
 
 
Autumnus – Brian.
23 Settembre – 20 Dicembre.

 
D’autunno, le foglie si tingono di caldi colori, spesso scuri.
Il tepore estivo inizia a diminuire, piano piano, come un soffio di vento, lo stesso soffio che stacca le foglie dai propri rami, facendole cadere per terra una ad una, fino a spogliare gli alberi più deboli.
Per le strade, sui marciapiedi, è sempre possibile udire lo scricchiolare del fragile, secco fogliame sparso un po’ ovunque.
L’autunno simboleggia il passaggio.
Il cambiamento, il secondo dell’anno, dalla bollente e ridente estate al timido inverno.
Le giornate si accorciano, il cielo diventa scuro più in fretta.
E’ una stagione malinconica, con però colori incredibilmente romantici.
Il rosso dei campi, il giallo del grano, l’arancione dei tramonti e delle arance.
Tutto così caldo da sciogliere il cuore, eppure dal burrascoso vento agitato, che quando è forte riesce a farci sbandare, cadere.
L’autunno ha tante stranezze.
E’ nostalgico, a volte un po’ triste. Ci si ritrova persi nei pensieri, all’ombra di un albero parzialmente o totalmente spoglio si riflette, si pensa, si ragiona. Si arriva a conclusioni, a volte drastiche, a volte felici, altre volte tristi.
Proprio seduto su una panchina, con lo sguardo perso in chissà quale mondo lontano, in chissà quale pensiero, c’è un ragazzo dai capelli castani e ricci, increspati dal vento.
Brian si trova spesso a riflettere su tante cose, pensa, pensa e continua a pensare, ancora e ancora, fino a perdersi, distaccarsi.
Pensa alla sua vita, riflette su cose che avrebbe o non avrebbe dovuto fare.
Pensa a ciò che è fragile, dentro di sé, che potrebbe facilmente spezzarsi.
Per Brian, anche una semplice, banale affermazione, può diventare un gigantesco macigno, un pensiero da portar dietro settimane, mesi, forse addirittura anni.
“Sei troppo giudizioso con te stesso”, gli dicevano spesso.
Ma lui non lo faceva nemmeno apposta. Semplicemente, sentiva di fallire anche solo con il minimo soffio. Come le foglie che, fragili, cadono dagli alberi dopo un flebile filo di vento.
Il cuore e la mente di Brian sono grandi, così grandi e delicati. E’ sempre stato incredibilmente intelligente, forse di un’intelligenza rara, che quasi sembrava frutto di un miracolo.
Ma a volte è più una maledizione che un dono. Perché quando gli altri si aspettano troppo da te, forse per invidia, forse per ammirazione, anche tu stesso arrivi a buttarti giù al più piccolo sbaglio, che ti spazza via ogni sicurezza.
E il problema è sempre lo stesso: quel cuore così caldo, che tanto ama le persone, la pace, che ha voglia di cambiare il mondo, finisce sempre per frantumarsi, alla più piccola delusione.
Alla più misera folata di vento, che sembra essere violenta come un uragano.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: _Lisbeth_