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Autore: John Spangler    02/04/2019    8 recensioni
Una terra martoriata e circondata da un muro invalicabile. La vita è dura, e la gente ha dovuto adattarsi...
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Carne pura

 

"Una volta, un tizio che faceva un censimento provò ad interrogarmi. Mi mangiai il suo fegato, con un bel piatto di fave, ed un buon Chianti..."

-Hannibal Lecter (Sir Anthony Hopkins), ne "Il silenzio degli innocenti"

 

E' una notte di luna piena. C'è silenzio nell'aria, rotto ogni tanto dal rumore del vento tra le fronde degli alberi e da qualche animale che vaga in cerca di cibo. Il grande muro grigio si erge cupo e maestoso. E' alto e spesso, fatto di acciaio e cemento, e dà l'impressione di essere lì per durare in eterno. E non è escluso che accada. E' lì da molti anni, e coloro che hanno assistito o partecipato alla sua costruzione non sono più tra i vivi. Non ha un nome che possa farlo passare alla storia. Per tutti, è semplicemente "il Muro".

 

All'improvviso, in un punto alla base del Muro si apre una porta. Scorre velocemente, con un ronzio metallico. Pochi secondi dopo, dall'altra parte fuoriescono dei grossi sacchi neri, che cadono a terra con un tonfo sordo. Quando anche l'ultimo cade a terra, la porta si chiude, e tutto torna come prima.

 

Carmine esce dal suo nascondiglio dietro i cespugli e corre verso i sacchi neri. E' un ragazzo di appena quattordici anni, molto magro e dai corti capelli biondi. Indossa una logora tuta verde, strappata in un paio di punti, e in spalla ha un vecchio zaino vuoto. E' felice, perchè sono appena arrivati i Doni degli Esterni.

 

E' così che coloro che vivono al di qua del Muro chiamano la gente di fuori. Gli Esterni. Nessuno li ha mai visti, ma la nonna di Carmine, morta parecchi anni prima, gli raccontava spesso storie che aveva sentito da bambina. Storie che parlavano di un grande veleno che aveva colpito la loro terra, costringendo gli Esterni a costruire il Muro. Alcuni abitanti erano riusciti a scappare prima che la costruzione iniziasse, ma la maggior parte di loro aveva preferito restare, troppo attaccati alle loro case o troppo malati per muoversi. E una volta che il Muro era stato terminato, si erano adattati, vivendo di ciò che trovavano in giro o dei Doni.

 

I Doni erano regali che gli Esterni facevano alla gente al di qua del Muro. Arrivavano con regolarità, durante la notte, e da diversi punti del Muro. Carmine ormai aveva imparato dove appostarsi, e dove nascondersi se arrivava qualcuno. Non era sempre stato da solo. Una volta, oltre alla nonna, aveva avuto anche dei genitori e una sorella. Tutti morti ora, per colpa del Morbo-Che-Fa-Marcire. Carmine si era adattato con sorprendente rapidità alla solitudine. Ma del resto era un ragazzo sveglio, e sapeva sempre come cavarsela.

 

Arrivò vicino a uno dei sacchi, quello che gli sembrava più grosso, e iniziò ad aprirlo. Si chiese cosa contenesse. Tra i Doni si trovavano sempre gli oggetti più disparati, dai vestiti al cibo. Carmine sperò di trovare qualcosa di commestibile, o perlomeno degli oggetti da barattare. Nei giorni precedenti non aveva trovato granchè, e non mangiava qualcosa di sostanzioso da quasi tre giorni.

 

Quando aprì il sacco, gli occhi gli si spalancarono per la sorpresa. La bocca gli si allargò in un sorriso. Finalmente, un pò di fortuna!

 

Nel sacco, c'erano dei corpi umani. Corpi di donne, i suoi preferiti. Sembravano morte da poco. E per di più erano pulite, senza quei fastidiosi impianti di metallo che a volte avevano i corpi che trovava nei sacchi. Gli venne l'acquolina in bocca. Da tempo non trovava dei corpi, e per di più in così buono stato.

 

Lo stomaco che gli brontolava, afferrò il braccio di uno dei corpi e lo addentò, staccando un grosso pezzo di carne che masticò lentamente. Mugolò di piacere. Era davvero squisito, niente a che vedere con la carne marcia della sua gente.

 

Finalmente, pensò, continuando a masticare. Carne pura.

 

 

NOTA DELL’AUTORE: Ieri pomeriggio, mentre avrei dovuto lavorare al nuovo capitolo dell’altra mia storia, all’improvviso mi è venuta l’idea di rispolverare una vecchia idea che avevo avuto anni fa. E così, ecco qui questo breve racconto. Se lo avete gradito, ma anche se pensate che faccia schifo, fatemelo sapere con un commento.

 

Alla prossima, cari lettori!

  
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