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Autore: Keira    04/05/2005    1 recensioni
Eccomi con una nuova storia... Daphne è una giovane ragazza, che vuole far ricongiungere i genitori, ormai divorziati, conosce i loro fidanzati e da lì parte una storia molto aggrovigliata...
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti... scusate per il ritardo ma sono piena di verifiche, compiti e da mille idee che mi frullano per la testa e che tento di cacciar via quando studio... spero che questo capitolo vi piaccia!!!

Ringrazio tutti coloro che leggono la mia fic e Kristel!^^

Bacini,

Key


How Deep Is Your Love?

Capitolo 2: Confused


Quanto tempo era passato da quando si era lasciata alle spalle sua madre e quell'essere viscido del suo fidanzato? Non lo sapeva e, in realtà, nemmeno le interessava... in fondo non era la prima a cui i genitori erano divorziati e con dei fidanzati, erano le loro vite e lei non si doveva immischiare. Resta il fatto che quel cretino con il naso a patata non lo voglio a casa mia.

Si alzò dal letto e con lunghi passi pesanti si diresse verso l'armadio.

Che cosa mi metto?! Mhm...- mentre la ragazza si tormentava con questa banale domanda, il suo sguardo si fermò su un paio di jeans neri da Skate e su una maglietta, anch'essa nera, con alcune stampe sul fronte.

Dopo essersi lavata e vestita, scese le scale con lentezza, avrebbe affrontato tutto normalmente, a me non interessa nulla di mia madre, è la sua vita, io ho la mia – era ciò che continuava a ripetersi, oggi è nata una nuova Daphne, quella che se ne sbatte – chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò in cucina con sua madre che cucinava la colazione.

Si abbandonò di peso sulla sedia, appoggiando il gomito sul tavolo che reggeva la testa. Sua madre cercava di essere naturale, ma era difficile, lei amava sua figlia ma finalmente aveva trovato l'uomo della sua vita e non se lo sarebbe fatto scappare, mai e poi mai; forse Daph l'aveva presa male al primo momento ma si sarebbe abituata.

«Buongiorno!! Dormito bene?» disse la donna rivolgendosi affettuosamente alla figlia che senza nemmeno guardarla rispose alterata: «Che domanda è? Mica cambia da un giorno all'altro...!».

Karen non si scompose, aveva immaginato che la figlia avrebbe fatto la ribelle per qualche giorno, quindi continuò:

«Magari non avevi dormito bene per qualche incubo o che ne so io...» Daphne si era stufata di tutto questo interrogatorio, non avevano mai parlato la mattina o almeno non in modo così falso e idiota.

«Se hai da dirmi qualcosa dimmelo, perchè fra poco passa l'autobus! Comunque, gli incubi non li faccio da quando ho compiuto sette anni. Ma cosa ne puoi sapere, tu! Passi il tuo tempo con il tuo... aspetta, come si chiama... ah si, Paul, ma magari tu lo chiami Paulyn?».

Daphne aveva superato il limite, sua madre aveva i nervi a fior di pelle, capiva sua figlia, ma ora stava esagerando! Si sedette di fronte alla figlia e decisamente alterata gridò:

«Smettila... basta, hai superato il limite, Daphne!! Ora vattene a scuola, prima che m'incazzi davvero!», la ragazza si alzò come se niente fosse, come se tutto quel disastro fosse stato normale, come se la sua vita fosse stata sempre così e dopo aver preso lo zaino, andò fino all'ingresso dove prima di sbattere la porta alle sue spalle pronunciò abbastanza alto in modo che sua madre sentisse:

«Vaffanculo» e sparì dietro la porta. Non aveva mai insultato sua madre, ma d'altronde c'era sempre una prima volta. In quel momento si credette così potente da poter fare qualunque cosa. Bene... oggi mi presenterò a Duncan.


Karen era rimasta impietrita dalle parole della figlia. La sua piccola Daphne era cambiata da un giorno all'altro senza darle il tempo di rendersene conto, lei era felice con Paul e voleva che anche sua figlia lo fosse con lei, ma probabilmente essa non voleva. Era tutto cambiato per causa di Paul? No, era colpa sua... non ne aveva parlato prima con la persona che amava di più al mondo. Mentre sua madre si abbandonava a tristi pensieri, Daphne Wilkins camminava fiera sul marciapiede attendendo pazientemente l'amica Nat e l'autobus.

Leggeri passi sfioravano il terreno, una piccola fanciulla dai lunghi capelli biondi e occhi grigi semi coperti dalla frangia, vestita con una maglietta leggera, e una gonna corta fino alle ginocchia, camminava decisa verso l'amica. Appena il suo sguardo si posò su di essa rimase sconvolta: la sua timida amica non si sarebbe mai messa una maglietta semi trasparente nera... ci doveva essere sotto qualcosa...

«Ciao Daphne!!» si abbracciarono sinceramente, poi la bionda continuò: «Come siamo belle, oggi..!» l'amica arrossì e pronunciò a bassa voce: «Grazie... anche tu sei molto carina, ma non sono la prima a dirtelo, e non sarò l'ultima...!» Nat aveva una fila di ragazzi che le andavano dietro, Daphne era bella, ma mancava di quella sicurezza che l'avrebbe resa più nota all'interno delle chiacchiere scolastiche.

«Non immagini cosa sia successo, ieri! Mia madre ha portato a casa, un tizio, che dice di essere il suo fidanzato, ti sembra?! È soltanto un mese che i miei si sono separati e... guarda... io quell'essere non lo accetto in casa mia!» la ragazza dai lunghi capelli corvini decise di sfogarsi con l'amica che, forse in questo caso, non era d'accordo con lei, e aveva un aria strana: «È normale Daph!! Insomma, non puoi pretendere che tua madre rimanga sola per il resto della sua vita, no? E magari anche tuo padre ha una donna..., quello che voglio dirti, è che loro devono ricominciare a vivere e ciò che fai tu potrebbe ostacolarli! Se i tuoi hanno divorziato significa che non si amano più e che forse, non si sono mai amati!!» era stato pronunciato con rabbia, come se lei c'entrasse qualcosa in quella storia... Daphne capiva che forse si stava impicciando in affari che non erano suoi, ma di sua madre, ma non capiva il passaggio “Anche tuo padre ha una donna”, si, certo, avrebbe potuto averla, ma a lei non aveva detto niente, probabilmente perchè con più tatto di sua madre.

«Hai ragione... in questo momento, non me ne frega assolutamente niente... sono cazzi loro!». L'autobus le raggiunse e le due si apprestarono a salire, di solito si sedevano nei primi posti ma Daphne raggiunse gli ultimi sedili, quelli sempre occupati, quelli dove si siedono i “grandi”.

«Daphne, ieri quello scocciatore di Carl è venuto a casa, per invitarmi a fare un giro in centro...!!» preferì parola la bionda, dopo aver appoggiato lo zaino nel sedile di fianco al suo. La ragazza dai capelli corvini era stupita... quel timido ragazzo di Carl era andato fino a casa di Nat? Poverino, lui ci tiene molto a lei, ma per lei è soltanto un giocattolino da manovrare a proprio piacere.

«Davvero? E sei uscita? Com'è stato? Su racconta!!!» per poco sembrò che Daphne fosse tornata se stessa, senza problemi, senza aver bisogno di insultare qualunque cosa, sembrava quasi fosse tornata la santarellina di prima.

L'amica sbuffò: «A me quel cretino non piace, ma mia madre aveva iniziato a scassare con la storia del piercing, allora sono uscita con lui, ho fatto la carina, e mi sono fatta comprare due magliette troppo cool!», a Daph non piaceva il modo di usare le persone dell'amica e Carl era proprio un bravo ragazzo.

«A me non piace quando fai così! Poverino, lo sai che suo padre è morto, e sua madre fa l'operaia e non guadagna molti soldi!! Ci manchi solo tu che glieli fai spendere! Sai che lui ci tiene a te... se non ti interessa diglielo ma non usarlo come un giocattolo!», d'altra parte a Nat non piaceva la serietà di Daphne, capiva che quell'idiota aveva dei problemi ma non era di certo colpa sua se era così cretino da comprarle le cose, no?

«Come sei seria, Daph!!! Mamma mia... non è colpa mia! - ma notando lo sguardo di fuoco che le mandava l'amica si arrese – va bene, glielo dico quando arriviamo a scuola!». L'autobus si fermò di nuovo e salì un gruppo di ragazzi e ragazze tra cui Duncan... alto, moro con degli occhi verde smeraldo che non andavano di corto inosservati.

«Allora, signorina.. si vuole presentare?» scherzò Natalie. Duncan e i suoi amici raggiunsero il fondo del mezzo e notando che di fianco alle ragazze c'era posto pronunciò:

«Sono liberi questi posti?» disse indicando i posti di fianco a Nat e Daphne, le due sorrisero e come risposta, presero gli zaini e li posarono sul terreno, poi la nera pronunciò: «Certo... sedetevi... - poi porgendo il braccio al ragazzo interessato continuò – Daphne, piacere!» lui sorrise e stringendole la mano disse: «Duncan, piacere mio!!» e si sedette di fianco alla ragazza.

In quel momento la fragile maschera che Daphne aveva indossato, cadde... mostrando le sue paure in quel momento: fare figuracce... aveva il cuore che palpitava a velocità pazzesche, il viso che si surriscaldava... aprì lo zaino e vi prese il diario, tanto per distrarsi e non bloccarsi davanti a lui. Nat si accorse che l'amica era tornata in sé e, con un sospiro di sollievo, guardò Jack, e chiese, senza aver bisogno di fare moine: «Che lezione avete alla prima ora?», il ragazzo si voltò verso di lei e simpaticamente rispose: «Sinceramente non lo so... vengo così poco a scuola che non ho ancora imparato l'orario...!» Natalie rise come un'oca a quella battuta... Duncan si rivolse a Daphne: «Ma sai che non ti ho mai visto a scuola?! Sei per caso nuova?», ma certo... lui non l'aveva mai notata perchè era troppo occupato a vedere quelle trecento galline che gli sgambettano intorno... lui forse non era il tipo per lei e... insomma, si stava facendo mille problemi per un ragazzo che aveva appena conosciuto ma che le piaceva da secoli, era meglio lasciar perdere quei pensieri e dedicarsi a lui...

«Veramente io sono qui da sempre... io sono nata in questa città... ma è comprensibile che tu non mi abbia mai vista, dato che non ti sono mai saltata addosso come le altre...» lo disse con la testa china, le tenere guance arrossate... si era tornata se stessa, e ne era felice... non serviva a nulla quella falsa maschera che voleva indossare. Duncan non seppe che dire e cominciò a balbettare, intanto l'autobus si era fermato davanti alla scuola e le due amiche si apprestarono a scendere senza nemmeno considerare i due ragazzi.

«Caroline viene oggi? O è ancora ammalata?» chiese Daphne tentando speranzosa di poter deviare qualsiasi domanda dell'amica rivolta al ragazzo.

«Ha detto che sarebbe venuta... ah, ecco Mel e Joss!» mentre Natalie parlava, le loro due amiche, la rossa Melanie e la mora Joss, si avvicinarono:

«Ciao ragazze! Come va? Io non ho studiato fisica... ho una fifa... insomma la verifica la sbaglierò tutta!!» commentò acidamente Joss.

«È da due ore che cerco di convincerla che sono fatti suoi se ieri invece di studiare era con il suo ragazzo in giro!» disse Melanie, la “secchia” del gruppo... solo in quel momento Daphne si ricordò della verifica, ieri aveva avuto solo tempo di litigare con sua madre e non aveva aperto nemmeno mezzo libro! Nat se ne accorse e gentilmente le disse:

«Ti passerò le risposte, stai tranquilla!» le fece l'occhiolino, e, al suono della campanella, entrarono con malavoglia in classe.

Daphne iniziò a essere nervosa... non aveva aperto nemmeno il libro, e la sua mania di perfezione la fece andare in palla...! Seduta in terza fila, di fianco a Tom, un ragazzo alquanto noioso e rompiscatole (Assomiglia a un mio compagno di classe! NdKeira), e l'inseparabile Nat.

Nat passava tutti i moduli con dei voti magnifici, e la cosa buffa è che lei studiava con sufficienza il giorno prima, giusto per non arrecare dispiacere alla madre malata... si, perchè Joanne, era malata e le restavano pochi mesi di vita, ma di questo Natalie non era al corrente.

Daphne iniziò a tambureggiare nervosamente le dita sulla superficie ruvida di quel banco, ormai vissuto, ricco di scritte di qualunque genere... dall'”Billie Joe 6 figo!” a delle equazioni di primo grado di algebra come: “5x+5-6x=9x-3+8(x-1)”, o altre scritte fatte con Uni Posca colorati, sbiaditi col tempo di cui si riesce a leggere qualche nome di ragazza, qualche più e qualche “Love”...

«Daphne, ti vuoi calmare?! È una passeggiata... te la caverai benissimo!», la ragazza annuì con sufficienza senza nemmeno ascoltarla... girò il capo verso Joss, lei non aveva studiato come lei, ma sembrava apparentemente tranquilla... era buffo il fatto che si conoscessero dalle elementari e non si conoscevano bene...

Il professore entrò... alto, vestito con dei pantaloni scuciti, sbiaditi e di una marca sconosciuta, forse fallita, con una camicia che forse in passato era bianca e un maglione rosso... scorbutico come sempre. Nella scuola si chiedevano come uno come lui, pensavano fosse un barbone, avesse trovato un lavoro del genere.

La sua voce atona rimbombò in tutta la classe:

«Staccate i banchi... Signorina Wilkins, ha scelto la mia ora per farsi il sonnellino?!?», il professor Watson le stava sventolando la mano di fronte agli occhi, Daphne grugnì qualcosa di indefinito e prese il foglio che le porgeva.

Guardò il foglio... tutte domande di teoria: della serie o la sai, o la sai... si morse il labbro e cominciò a pensare a tutte le lezioni scorse... mentre ci pensava, la porta si aprì di colpo e apparve la vicepreside accompagnata da un ragazzo mozzafiato... occhi azzurro ghiaccio con i capelli biondi, tirati su con il gel... il tipico bel ragazzo... il suo cervello non riusciva a connettere...

-Ma da dove viene? Dal Paradiso? Ditemi dov'è che lo raggiungo...-

«Scusi il ritardo professor Watson, ma il ragazzo è arrivato solamente ora!» esclamò la donna.

«Non si preoccupi.. oggi i miei ragazzi salteranno la verifica... chi è il giovanotto?», il ragazzo si decise a parlare: «Chad Gale...!».

«Bene, Chad siediti lì davanti a Wlkins...».

-Quell'essere divino si sta sedendo di fianco a me... non ci credo! Ma a me non piaceva Duncan? Come può piacermi questo...- i suoi pensieri vennero bloccati dalla voce allegra di Chad che pronunciò:

«Ciao sono Chad! E tu?», Daphne sbattè velocemente gli occhi e disse:

«D-daphne... Wilkins!», quando ella pronunciò il suo cognome, Chad ebbe un impercettibile sussulto...

-E' sicuramente un angelo.. oltre ad avermi salvato da un 2, mi ha pure rincretinita...-

«Non è che oggi pomeriggio mi fai vedere un po' la città? Sai, sono arrivato ieri sera...»

Le sue labbra parlarono da sole: «Certo! Alle 14:00 a casa mia...!!!».

Le sei ore d lezione passarono in fretta, e Chad e Daphne ebbero l'occasione di stringere amicizia... Natalie sorrideva, Daphne era totalmente rapita da quel ragazzo e si vedeva da miglia di distanza... guardò l'agenda e lesse:


Appuntamento con Chris...

Ti amo...


Scosse la testa... sapeva che era sbagliato, ma lei lo amava, era l'unico che sapeva capirla... tutto era nato così per caso... solo lei sa la causa della rottura tra Chris e Karen... ella aveva scoperto che suo marito aveva una nuova donna... ma non sapeva chi e non lo saprà mai... nacque tutto un mese fa, certo si conoscevano da quando Natalie e Daphne andavano all'asilo ma non avevano mai parlato così... era andata a casa di Daphne per darle gli appunti che le aveva prestato, ma non c'era... in casa vi era solamente Christopher.. parlarono un po' e si trovarono così bene, che si ritrovò ad andare a casa di Chris molte più volte del solito, questa volta consapevole dell'assenza dell'amica... dopo nove incontri, Chris accompagnò Nat alla porta e si baciarono... da quel giorno, baci ricchi di trascinanti passioni si susseguirono. Si sentiva in colpa verso la sua migliore amica, ma lei amava Christopher e al suo compimento dei diciotto anni, lo avrebbe sposato.

Suonò la campanella e tutti gli studenti si avviarono verso casa, chi a piedi, chi in autobus, chi in macchina... Daphne Wilkins pensava solo a una cosa: Alle 2 con Chad...

  
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