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Autore: Anonima Italiana    03/04/2019    6 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se, oltre a Giorgio, anche Riccardo avesse sfidato il divieto di Edoardo IV ai fratelli di sposare le sorelle Neville?
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Elizabeth Woodville, George Plantagenet, Isabel Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni seguenti furono caratterizzati all’insegna dello scompiglio più totale.
Qualche giorno dopo le nozze Edoardo aveva convocato a palazzo Warwick e Giorgio, per esigere spiegazioni riguardo a quanto accaduto. Il colloquio non era stato dei più pacifici: erano volate parole grosse, recriminazioni accuse da ambo le parti; nessuno dei tre presenti aveva ceduto di un millimetro riguardo alle proprie posizioni e così il clima di odio si era consolidato ancora di più. Tra le altre cose il sovrano si era rifiutato di cedere alla richiesta del fratello di ricevere Isabella a palazzo e riconoscerle il posto che le spettava alla corte come sua moglie; aveva anzi intimato a Giorgio di non azzardarsi a condurre la novella sposina in nessuna delle proprietà della loro famiglia, altrimenti li avrebbe sfrattati con solo gli abiti che avevano addosso.

In un tale clima qualunque tentativo di Riccardo di perorare la propria causa  con il fratello maggiore fallirono miseramente dato che il sovrano, seppure non rifiutasse di parlare con lui, gli fece capire che la questione era chiusa e che aveva ben altri problemi che lo affliggevano, non c’era bisogno che qualcuno gliene aggiungesse altri.
 
 Avrebbe voluto parlare anche con Giorgio, ma dato che  il fratello si era stabilito momentaneamente a Middleham in un’ala del castello messa a disposizione dei novelli sposi  un possibile incontro privato era fuori discussione.   
                                 
L’unico a cui poteva rivolgersi in quel frangente  era Francis Lovell, il suo migliore amico: per lui, quasi come un altro fratello dato che si erano conosciuti ancora bambini quando entrambi erano stati affidati a Richard Neville. Con lui aveva davvero condiviso tutto: i duri anni dell'allenamento, le difficoltà della lontananza dalla famiglia, e ovviamente Francis aveva visto nascere e consolidarsi l'amore fra lui ed Anna.
La fedeltà della famiglia Lovell agli York non era in discussione, ma Riccardo sapeva che Francis, essendo sposato con Alice (cugina di Anna e Isabella), a causa di questo legame di parentela era stato costretto a partecipare al matrimonio. Perciò si recò a trovarlo nel palazzo in cui i due sposi vivevano. 
 
- Allora, com’era il matrimonio di mio fratello?- tentò di scherzare Riccardo, tanto per rompere il ghiaccio. Francis fece spallucce.

- Come tutti i matrimoni, suppongo. Sposi felici, famiglie sorridenti, cibo e vino  a profusione…le solite cose. Devo dire che….- e il giovane si fermò, come se stesse riflettendo sull’opportunità di continuare o meno.

- Che cosa?- lo incalzò Riccardo.

- Ecco, devo dire che Giorgio mi sembrava molto felice. Anzi, non lo vedevo così felice da tempo. Era molto premuroso con Isabella e in più di un momento l’ho sorpreso a guardarla in maniera molto…ecco…molto simile a te con Anna- spiegò Francis.
– Non me lo sarei mai aspettato da lui ma….in effetti è stato proprio così, sono certo di non essermi sbagliato-

Riccardo si prese qualche minuto per riflettere in silenzio. Possibile che tutti loro si fossero sbagliati nel giudicare Giorgio?
Suo fratello era universalmente ritenuto una testa calda, vanesio e amante delle gozzoviglie; immagine che egli sembrava alimentare volentieri, a dire la verità. Ma lui stesso sapeva perfettamente cosa voleva dire essere etichettato con superficialità e pregiudizio, e quanto questo tipo di atteggiamento non fosse per nulla piacevole da sopportare; che Giorgio avesse reagito indossando la maschera che gli volevano affibbiare? Non tutti siamo uguali, non tutti reagiamo allo stesso modo.
Il giovane duca sospirò: in quei giorni non sapeva più cosa pensare di nessuno.

In quel momento Francis tossicchiò leggermente. –Nient’altro da chiedermi?-
Riccardo arrossì lievemente; sapeva a chi il suo amico si riferisse.
L’altro con un sorrisetto magnanimo disse:- Beh, comunque anche Anna era molto carina alla festa…molto felice per sua sorella, anche. Mi è sembrato si sia divertita, ha ballato molto, anche io ho ballato con lei…-

- A quanto pare allora anche tu ti sei divertito parecchio- lo interruppe Riccardo stizzito. Francis proruppe in una risata: era proprio questa la reazione che si proponeva di ottenere dall’amico.  Il serioso Gloucester geloso per lui era uno spettacolo da non perdere, quando poteva; e inoltre punzecchiarlo un poco non gli avrebbe certo fatto alcun male. 

- Non temere mio caro Dickon ; ormai sono un vecchio uomo sposato. E lo saresti anche tu a quest’ora, se non avessi aspettato tanto a esplicitare le tue intenzioni. E io non sarei stato costretto a indossare al matrimonio di qualcun altro l’abito che avevo fatto realizzare appositamente per il tuo-

A questo punto fu Riccardo a sorprendere l’amico rivolgendogli un sorrisetto enigmatico:

- Non preoccuparti mio caro Lovell e soprattutto tieni pronto il tuo bell’abito: se tutto va come sto organizzando, presto avrai modo di sfoggiarlo di nuovo. E stavolta in qualità di testimone…- 
 


Era da poco finita la cena e Anna si trovava nella propria stanza,dove leggeva tranquillamente un libro.
Peccato che vari elementi non conciliassero la concentrazione necessaria per la lettura: in primis la piacevole serata estiva, in cui la lieve brezza che entrava dalla finestra aperta faceva venire voglia di ben altre cose che stare nella propria stanza a leggere.
Poi, il pensiero che attorno a lei vi erano solo coppie felici: Isabella e Giorgio, novelli sposini che vedeva solo ai pasti dato che passano la maggior parte del tempo da soli nelle stanze a loro riservate; i suoi genitori, una coppia non più giovane e certamente di tipo diverso rispetto sia a quella degli sposi che da lei e Riccardo: Lord e Lady Warwick erano due persone di carattere ed educazione  rigide, e sicuramente poco inclini a sentimentalismi vari, ma dopo tanti anni di matrimonio e due figlie era indubbio che si fosse sviluppata tra loro una certa complicità e armonia.
Per un attimo pensò perfino alla coppia reale, alla bella regina Elisabetta che suo padre non poteva nemmeno sentire nominare ma che a lei e a sua sorella , nelle rare occasioni in cui si erano incontrate, era apparsa sorridente e disponibile: anche loro avevano sfidato tutto per amore, e continuavano a farlo assieme,  dimostrando di essere una coppia unita e serena.
Infine, i due amanti del libro che stava leggendo - “Tristano e Isotta” di  Thomas- vinti da un amore totale e impossibile, pieno di ostacoli e difficoltà: un po’ come quello suo e di Riccardo, le venne da pensare. Insomma, l’unica sola era lei.

Alla fine, Anna si risolse a chiudere il libro sbuffando frustrata, del tutto indifferente alle sofferenze d’amore di Tristano e Isotta, che a dirla tutta, in quel particolare frangente della sua vita sembravano un po’ due uccellacci del malaugurio.

Proprio in quel momento sentì bussare alla porta della sua stanza: era Martha, la giovane cameriera venuta a chiederle se aveva bisogno di qualcosa prima di ritirarsi per la notte.
 
- No Martha, grazie, sono a posto, puoi andare- rispose  gentilmente, notando però che la ragazza invece di uscire dalla stanza le veniva incontro con fare circospetto tirando fuori da una delle ampie maniche un biglietto e posandolo sul tavolo accanto al quale Anna era seduta.

- E’ per voi milady- sussurrò la ragazza facendo un breve inchino e uscendo subito dopo. Appena sola, Anna aprì il biglietto:

“Incontriamoci in giardino”

Tre parole senza alcuna firma, della quale non c’era alcun bisogno dato che la giovane Neville aveva riconosciuto immediatamente la calligrafia del suo innamorato.

Dopo aver atteso ancora un po’ per avere il favore dello scuro, scese di soppiatto  e uscì da una porta laterale un poco nascosta che dava sul suo giardino preferito. Cominciò a percorrerlo scrutando qua e là i sentierini, cercando di non affrettare troppo il passo per non destare sospetti in caso fosse stata vista da qualcuno. Improvvisamente si sentì afferrare per un braccio e tirare in un angolo un po’ nascosto, stretta da un paio di forti braccia alle quali non si ribellò di certo, e che anzi ricambiò con una stretta altrettanto forte.

- Meno male! Cominciavo a temere di dover assaltare il castello e annientare i due dragoni per riuscire a rivedere la mia principessa…!- scherzò Riccardo stringendo la sua innamorata  a sé e riempiendola di baci. I due dragoni a cui si riferiva erano, ovviamente, il conte e la contessa di Warwick.

- In realtà, ho aspettato che si ritirassero – rispose Anna sciogliendosi dall’abbraccio e staccandosi.Riccardo fu preso alla sprovvista da quella improvvisa freddezza.

- Non sei venuto al matrimonio di tuo fratello-

- Non ne sapevo nulla, credimi! Giorgio non mi ha raccontato nulla, ho saputo del matrimonio solo quando me l’ha detto il re…non mi sarei mai aspettato una cosa simile!-

- Non sono tutti indecisi quanto te, sembra-

- Anna, che ti succede? Tu hai sempre capito perché sono stato costretto ad agire così. Io volevo solo fare la cosa giusta per tutti, in modo da non creare malcontento o disagi. – mentre pronunciava queste parole Gloucester si rese conto di quanto fosse diventata ridicola quella situazione: aveva ottenuto l’esatto contrario di ciò che si era ripromesso, per tutti. Bell’affare davvero!

- E comunque, NESSUNO mi ha detto del matrimonio di Giorgio e Isabella…nemmeno tu-

Stavolta toccò ad Anna accusare il colpo.

- Non ho potuto farlo, mio padre me lo ha proibito per via della situazione che si era creata…temeva che qualcuno potesse fare qualcosa per impedire le nozze-

Riccardo ci rimase male: Warwick aveva davvero pensato che lui potesse fare la spia a Edoardo? Era la conferma dell’allontanamento tra lui e il suo ex tutore, che per molti anni era stato quasi come un padre per lui e Giorgio.  La cosa lo addolorava molto più di quanto volesse dare a vedere.

Anna lo osservava seria; non era nemmeno tanto arrabbiata, ma sicuramente stufa della situazione che si era venuta a creare- e che, a quanto pare, andava di giorno in giorno peggiorando- questo sì. Lei si fidava di Riccardo, lo amava e capiva come fosse diviso dentro di sé; ma certamente non si poteva continuare in questo modo, non era giusto per nessuno. Anche lei avrebbe voluto trovare una soluzione che mettesse tutti d’accordo, ma era giunta alla conclusione che purtroppo non era possibile. Per un attimo si lasciò prendere dallo sconforto.

- E’ chiaro che abbiamo sbagliato entrambi. Dovevamo essere più accorti, meno fiduciosi…forse non c’è più speranza per noi!-

Riccardo le prese le mani nelle sue, stringendole forte.

- No Anna, c’è sempre speranza…- il giovane si interruppe un momento, guardandola  negli occhi. Sapeva che quanto stava per dire era qualcosa di molto grosso rispetto al modo in cui erano stati educati, ma a mali estremi…estremi rimedi….

- Forse…fuggire è l’unica soluzione, chiedere asilo a qualcuno che possa aiutarci-

Per un attimo anche la giovane lady rimase senza parole. Solo immaginare cosa avrebbe implicato la parola “fuggire” nella loro situazione, con le loro famiglie, le provocava il panico. Ma si fece coraggio: non avrebbe permesso che qualcun altro decidesse della sua vita come se fosse ancora una bambinetta!

- Allora se è così fuggirò: sono pronta ad andare!-

- Devi esserne convinta…-

Il cuore di Anna batteva a mille: nemmeno lei aveva mai immaginato di poter essere tanto audace e coraggiosa.

- Ma io sono convinta…non sono più la bambina che conoscevi, ormai. Tutta questa storia mi ha insegnato che nella vita devo prima di tutto capire cosa è meglio per me, e poi prendere quella strada senza paura-

Riccardo la fissava orgoglioso: la strada che intendeva Anna, e lui assieme a lei, una volta presa non consentiva ritorno. Ma lei si stava dimostrando coraggiosa come un soldato, degna  figlia di suo padre da quel punto di vista. Anche lui del resto stava radunando tutto il suo coraggio mentre, con la salivazione azzerata e il cuore che sembrava scoppiargli in petto, stava per farle una proposta…

- Anna…vuoi sposarmi?-

Lei rimase letteralmente senza fiato. Certo, la promessa a parole era stata fatta…ma sentirla dichiarare in questo modo, e nella situazione che stavano vivendo, era per entrambi un’emozione mai provata in tutta la loro vita.

- Ma cosa dirà il re? E’ già tanto arrabbiato! E la regina, con tutti i Woodville?! E….mio padre….?!- Gioia, paura e coraggio si stavano dando battaglia dentro di lei

Riccardo le poso dolcemente un dito sulle labbra per zittirla.

- Sposandoci, sarai una duchessa mia pari e pari a tua sorella. E comunque…non pensiamo più a loro. Abbiamo già pensato abbastanza, e senza grandi risultati. Ora pensiamo solo a noi due, a quello che vogliamo noi. Ti amo, Anna  -

- Si, Dickon- rispose finalmente lei, sorridendo felice.

Non ci fu bisogno di altre parole visto il bacio che subito dopo i due innamorati si scambiarono, nella calda  notte estiva illuminata dalla luna che, come innumerevoli volte nel corso della sua millenaria esistenza, guardava benevola a due cuori innamorati che si accingevano a vivere quella che, in fondo, è la più grande avventura umana: l’amore.

Nota dell'autrice: in questo capitolo, un po' più lungo rispetto ai precedenti, ho voluto omaggiare il sesto episodio di "The White Queen"- mio preferito ovviamente- quello dedicat
o ad Anna e Riccardo. Ho quindi ripreso, oltre al titolo del capitolo, anche alcune delle battute principali modificando leggermente la scena del giardino e della proposta di matrimonio. 
 
   
 
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