Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: jarmione    04/04/2019    2 recensioni
Col passare del tempo Alice e il cappellaio, assieme ad iracebeth, il signore del tempo e mirana, hanno dato alla luce i loro rispettivi eredi.
I figli del tempo tirano brutti scherzi agli altri ma Byron, figlio maschio di iracebeth e tempo, ha una capacità ereditata dal padre, conosce il futuro e un giorno, nel volerlo sbirciare, scopre qualcosa che non intende rivelare sotto consiglio della madre, che nutre ancora rancore verso la sorella la cui figlia è amata da tutti a differenza dei suoi ragazzi. La vittima preferita dei due è tarriannah , figlio di Alice e il cappellaio. Un ragazzo timido e impacciato, grande amico della figlia di mirana e futura erede di saggezzolandia
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Alice Liddell, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so come scusarmi per l’incresciosa assenza su questa storia…chiedo perdono in mille lingue (se sapessi parlare almeno bene la mia lingua madre…italiano)
Ad ogni modo, avevamo lasciato i nostri protagonisti così:
Iriza (figlia di Iracebeth) ha spedito il gemello Byron e Tarriannah (figlio di Alice e Tarrant) nel deserto e abbiamo lasciato Alice in conflitto con Tarrant e con la nuova vita appena scoperta.
Ce la faranno i nostri eroi a sistemare i loro problemi? Boh, dipende da chi scrive muahah.
 
NB: Vi ricordo che questa storia è un’idea di Alice_Rabbit_Hole (ex LadyJulia) e che, se non fosse per lei, non esisterebbe la storia. Un consiglio…leggete le sue, sono F-A-V-O-L-O-S-E
 
Buona lettura!
 
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“Dannazione!” sbottò Byron, tirando un calcio alla sabbia rovente che si levò in aria e finì addosso a Taran.
“Ehi! Sta attento!” esclamò infastidito il rosso, pulendosi il pigiama “Piuttosto, che facciamo?”
Byron era infuriato e questo fece preoccupare Taran ancor più del fatto che si trovavano in mezzo ad un deserto.
Conosceva quel ragazzo e sua sorella da anni e mai lo aveva visto così arrabbiato e fuori di sé come in quel momento.
Iriza aveva giocato sporco e non solo con Tarriannah, come già era abituata a fare; stavolta lo aveva fatto anche con suo fratello e questo non andava giù al povero ragazzo.
Emise un sospiro, simile più ad uno sbuffo, per calmare i nervi.
Chiuse gli occhi alcuni istanti e poi si voltò, guardando prima verso il cielo e poi verso Taran.
“Credo che siamo a Fandonia”
Taran sgranò gli occhi “Com’è possibile?” domandò con sguardo incredulo “Fandonia si trova circa venti cilindri da casa mia e, se dove viviamo noi è notte, come può essere giorno qui?”
Byron gli lanciò un’occhiata in tralice “Sei serio, smilzo? Mi vuoi dire che tua madre, così colta e studiosa, non ti ha mai detto che ogni regno ha un orario differente?”
Taran si irrigidì “Mi ha spiegato che da dove viene lei esiste una cosa chiamata, fuso orario, ma non credevo esistesse anche qui”
Byron si portò una mano sulla fronte “Adesso capisco perché mia sorella adora tormentarti più di quanti ami farlo a Lily.”
“Adesso capisco perché ti detesto.” Sbuffò Taran di rimando, slacciandosi il primo bottone del pigiama e asciugandosi la fronte “Fa un caldo cappelloso, ma tu come fai a resistere con quella cosa addosso?”
“Credimi, ho caldo anche io, solo che non mi lamento come fai tu.” Fece appena in tempo a vedere Tarriannah che gli lanciava uno sguardo fulminante, poi chiuse nuovamente gli occhi “Non riesco a vedere niente, nemmeno il futuro o altro” aggiunse con tono irritato
“Com’è possibile?” si stupì Taran “Sei il figlio del tempo!”
“Beh, a quanto pare non ho ereditato ogni suo singolo potere!” Byron si calmò e si osservò attorno “Non possiamo stare qui in mezzo, dobbiamo andarcene prima che il sole raggiunga lo zenit”
“Sì, è meglio.” Confermò Taran, riflettendo “Se non ricordo male, Lily mi ha riferito che suo padre è il re di Fandonia, se davvero ci troviamo in questo regno e riusciamo ad orientarci, forse potremmo raggiungere il castello del sovrano e farci aiutare”
“Anche se detesto ammetterlo…” Byron deglutì e si sforzò di parlare “…hai ragione tu, smilzo”
Entrambi osservarono il cielo.
“Ok… non so come si fa.” ammise Tarriannah “Non ho preso da mia madre il senso dell’orientamento”
“Mi chiedo cosa tu possa aver preso da lei” borbottò Byron.
“Con questo che cappello intendi?”
“Assolutamente niente.” Poi guardò ai piedi di Taran “Attento allo scorpione”
Taran cacciò un grido ed iniziò a saltellare; terrorizzato all’idea di calpestarne uno.
Byron ridacchiò, poi puntò il dito verso l’alto “Il sole sorge ad Est e tramonta ad Ovest…” con il braccio disegnò un arco che andava dalla sua destra alla sua sinistra “…se non ricordo male ho visto tra le mappe di mia madre quella di fandonia ed il castello dovrebbe trovarsi a Nord…” spostò il braccio, sempre con il dito puntato, davanti a sé “…per di là!” ed iniziò a camminare.
Taran, una volta assicuratosi che lo scorpione non c’era, sbuffò per il caldo “Speriamo non sia tanta strada” e lo seguì, saltellando di tanto in tanto per paura di finire con il piede sopra ad uno scorpione
 
*****
 
“Taran!” la voce del cappellaio si poteva udire a chilometri di distanza in quanto purtroppo non era in grado di tenerla più bassa “Taran, dove sei?” uno strano sorriso stampato in volto “Basta giocare, non mi sembra l’orario più adatto”
Poco distante da lui, si udì uno sbadiglio e da una nube comparve lo Stregatto “Quanti strepiti, è il cappellaio che sta venendo qui.” Commentò “E dove credi di andare vestito così?” chiese alludendo alla lunga camicia e dal cappello da notte che indossava.
“Oh!” il cappellaio sgranò gli occhi e sorrise alla volta del gatto, ignorando volutamente la domanda “Cara palla di pelo pelosa, stavolta sei capitato al cappello giusto!”
Lo Stregatto sorrise furbamente “In che cosa posso aiutarti?”
“Sto cercando mio figlio.” spiegò il cappellaio “Pare che sia uscito e sia andato a trovare la nostra amata principessina, ma non riesco a trovarlo”
Il gatto iniziò a roteare su se stesso, apparendo e scomparendo in continuazione per far irritare il cappellaio.
“L’ultima volta che l’ho visto…” si spostò davanti al volto di Tarrant e si mise a testa in giù “…stava correndo in direzione del castello del Tempo con il figlio della capocciona”
Lo sguardo del cappellaio variò da sorridente a serio…quasi furioso.
“Quella capocciona…” mormorò fra sé e sé “lo sapevo che c’era di mezzo Lei! Quella sudicia, schifiltosa, non moltuosa, razza di mappamondo ambulante!”
Con un gesto veloce della mano, si strappò la camicia da notte e si ritrovò già vestito dei suoi soliti abiti.
Poi mise una mano dietro alla schiena e fece apparire il suo amato cappello, che mise subito in testa sopra quello da notte.
“Adesso mi sentirà!” disse, incamminandosi a passo deciso verso il castello del Tempo.
Lo Stregatto rimase di stucco “Dormi sempre con i vestiti addosso?” chiese, anche se Tarrant non lo avrebbe mai udito.
Sospirò e sorrise, mostrando tutta la sua dentatura.
Infine iniziò a svanire lentamente finché non rimasero che gli occhi e la bocca, i quali sparirono subito dopo.
 
*******
 
Byron e Taran camminarono a lungo, anche se sembrava loro un’eternità.
Persino il figlio del Tempo, abituato a controllare ogni singolo istante, non era in grado di quantificare quanto lasso fosse passato dall’inizio della camminata a quel momento.
Il sole batteva forte sulle loro teste tanto che Byron si era tolto l’armatura pesante ed era rimasto con il petto nudo.
Stessa cosa aveva fatto Taran, togliendosi la parte sopra del pigiama.
Sapevano che era sconveniente e poco educato mostrare il proprio corpo a persone esterne alla famiglia o personale addetto alle cure dell’individuo, ma a nessuno dei due importava.
Non adesso.
Taran, invece che lasciare delle impronte nella sabbia, stava lasciando delle lunghe strisciate; faticava ad alzare le gambe e ormai camminava ad occhi chiusi.
I suoi capelli, solitamente scarmigliati e simili ad un cespuglio di bacche ambulante, erano bassi e bagnati di sudore.
Il respiro si era fatto affannoso e, a causa del caldo, si era messo persino a cantare canzoncine stupide come quelle che cantava il padre durante le bevute di the.
“Vedi di tacere, cappellino” lo ammonì Byron “un’altra nota e la mia armatura finirà dritta sulla tua testa”
Taran non fece alcuna faccia e non provò nemmeno a rispondere “Sono stanco…voglio una tazza di the…”
Come faceva a pensare al the in quel momento lo sapeva solo lui, Byron non si fece troppe domande.
“Resisti, smilzo” lo incoraggiò, anche se non riusciva a nascondere il fiato corto “resisti”
“Non ne posso più!” biascicò il rosso di rimando “La capoccione due non poteva farci finire nel regno Indorato? Proprio nel deserto di Fandonia?”
“Nel regno Indorato ci sono le paludi zanzarose.” spiegò Byron “Una puntura e sei morto entro dieci minuti”
Taran si fermò un istante, sembrava sul punto di mettersi a fare scenate. Ma non accadde.
Tutto ciò che riuscì a dire fu “Ho ancora voglia della tazza di the”
Byron sbuffò e osservò davanti a se, nella speranza di vedere la fine del deserto; Iriza doveva averli spediti esattamente al centro di quella landa desolata.
Socchiuse gli occhi e si mise una mano davanti alla fronte per farsi un po’ di ombra e vedere meglio.
In lontananza intravide qualcosa di nero e argento che si avvicinava.
“Smilzo…lo vedi anche tu?” domandò fermandosi e indicando davanti a se.
Tarriannah lo imitò ed osservò il punto indicato; qualcosa si stava avvicinando e stava facendo polvere.
“Sì lo vedo!” fece un profondo respiro ed iniziò ad agitare le braccia “Ehi! Siamo qui!”
Byron fece lo stesso “Ehi! Siamo qua!”
Pochi istanti dopo udirono una voce, proveniente dal punto nero, che gridava “C’è qualcuno! Presto venite!”
I due ragazzi smisero di agitare le braccia e tentarono di raggiungerli; ma faceva caldo…troppo caldo.
Taran non riusciva più a camminare.
“Byron…non ce la faccio più…” un altro passo e poi cadde a terra svenuto.
“Smilzo!” tentò di soccorrerlo “Avanti, smilzo, svegliati” tentò di scuoterlo “Taran, rispondimi!”
Ma il rosso non si mosse.
Byron, per quanto stanco e allo stremo delle forze, si voltò verso quello che si rivelò essere un gruppo di soldati “Ehi! Fate presto!”
Poi tornò a guardare Taran “Resisti, capellone, tra poco saremo salvi.” sospirò e si lasciò cadere a terra accanto a Taran “Iriza me la pagherà…me la pagherà molto cara”
  
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