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Autore: ColdBlood     22/07/2009    3 recensioni
Entro nel bar e tu sei li, seduto al tuo solito tavolino argentato. La solita coppetta di gelato tra le mani, mentre ti porti il piccolo cucchiaino alla bocca, e gli occhi bassi sul giornale davanti a te.
Non dovrei essere sorpresa di vederti, sei qui tutti i pomeriggi, eppure il mio cuore inizia a battere velocemente, quasi non si aspettasse di vederti.
Forse ha poco senso. Solo dei pensieri.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sulle Nuvole

 

Entro nel bar e tu sei li, seduto al tuo solito tavolino argentato. La solita coppetta di gelato tra le mani, mentre ti porti il piccolo cucchiaino alla bocca, e gli occhi bassi sul giornale davanti a te.

Non dovrei essere sorpresa di vederti, sei qui tutti i pomeriggi, eppure il mio cuore inizia a battere velocemente, quasi non si aspettasse di vederti.

Angela, la proprietaria del bar, mi fa un sorriso complice dopo averti lanciato un occhiata fugace. Io ricambio il sorriso, un po’ imbarazzata.

- Il solito? – mi chiede poi e io annuisco semplicemente, andando a sedermi al tavolino dietro il tuo.

Mi siedo in modo da avere la perfetta visuale del tuo profilo.

Sembra che niente sia in grado di distoglierti dalla tua lettura, forse il motivo reale è che non riesci proprio a sentirci.

Alzi la testa solo quando percepisci degli spostamenti d’aria intorno a te. Ti ho osservato a lungo in questi giorni. Sono contenta del fatto che la tua routine sia sempre la stessa.

Alle cinque vieni a prendere una coppetta di gelato, limone e stracciatella, leggi il giornale per circa un quarto d’ora, poi te ne vai, rivolgendo ad Angela solo un piccolo sorriso.

A volte la invidio. Riesce sempre a strapparti un sorriso. E un tuo sorriso e di quanto di più bello c’è a questo mondo.

Ti guardo fisso e sono tranquilla nel farlo. So che tanto non ti accorgerai mai del mio sguardo e non alzerai mai la testa perché ti senti osservato.

Sei diverso dal resto del mondo.

Vedo le punte superiori dei tuoi capelli castano chiaro muoversi leggermente. Ti siedi sempre sotto il condizionatore e credo che prima o poi ti prenderai un malanno con i fiocchi.

Dalla porta arriva qualche raggio di luce che ti illumina leggermente il viso e vedo chiaramente le lentiggini che ti costellano il naso e le guance. Hai la pelle talmente chiara che sono completamente in risalto.

Rendono il tuo viso la cosa più dolce e innocente che abbia mai visto.

Vedo sul tuo orecchio destro quel piccolo apparecchietto che ti aiuta a sentire meglio. So che puoi farlo, ma forse a volte sei tu a non volerlo fare e ti chiudi in te stesso.

Mentre elaboro questo pensiero Angela mi porta la mia coppetta di gelato, cioccolato bianco e stracciatella.

- Grazie Angela…- dico a voce bassissima, come se avessi paura di farmi sentire, e lei mi sorride con fare materno, prima di tornare al suo lavoro.

Mentre mi porto il primo cucchiaino colmo di gelato alla bocca ti vedo prendere qualcosa dalla tasca dei tuoi pantaloni beige a pinocchietto, che ti fasciano, anche se in modo comodo, le gambe lunghe e magre.

Esci il cellulare e leggi un messaggio appena arrivato. Non hai mai la suoneria, ti basi solo sulla vibrazione contro la tua gamba.

Senza poter far nulla a riguardo stringo una mano a pugno.

So che è lui e mi fa male il cuore quando ti vedo sorridere. No, non è un vero e proprio sorriso. Hai semplicemente alzato leggermente un angolo della bocca, ma questo è sufficiente per me.

Dio, non conosco il tuo ragazzo, ma già lo odio.

Ti vorrei per me. Farei di tutto per averti per me, solo per me.

Abbasso lo sguardo, sorridendo amaramente e rilassando il pugno. Forse dovrei, più che altro, sperare che i tuoi gusti cambino improvvisamente, ma ci sarebbe poco di realista in questo.

Non che io lo sia mai stata, realista. Preferisco vivere nei sogni, ma quando poi mi sveglio, o ci pensa qualcun altro a farlo, mi rendo conto che sono un’idiota e che farei meglio a tornare con i piedi per terra.

Ci hai pensato tu stesso, l’altra sera, mostrandoti a me abbracciato a quel ragazzo sotto casa tua.  Ed era bellissimo, quel ragazzo.

Io non potrei mai e poi mai competere con lui.

E, Dio, la vita è così ingiusta!

Quando ti ho visto la prima volta camminare per la piazza di questo piccolo paese mi sono chiesta dove ti fossi nascosto per tutto questo tempo. Vengo sempre qui in vacanza, eppure non ti avevo mai visto.

Alla fine ho scoperto che, come me e i miei amici, sopporti poco gli abitanti bigotti di questo paesino e fai di tutto per scappare ogni volta che ne hai la possibilità.

Posso vedere le persone bisbigliarti alle spalle quando cammini.

Sono sicura che puoi sentirli, ma anche li fai finta di niente.

- Povero ragazzo e poveri genitori. Un figlio sordo, con problemi a parlare ed è anche omosessuale! – lo dicono come se fosse un problema fisico da aggiungere ai primi.

Gente ignorante, bigotta. Con le mani unite in segno di preghiera la domenica e realmente pentita per i loro peccati, che puntualmente ripetono dall’inizio della nuova settimana.

Cattiveria gratuita, gossip di poco conto. Non ci ho mai trovato nulla di divertente nello sparlare alle spalle per poi montarsi in faccia il sorriso più falso.

E io ti ho visto semplicemente affondare di più le mani nelle tasche, incurvare un po’ la schiena e continuare a camminare.

Sembri così sensibile, ma so che sei forte. Sento che puoi sopportare tutte le dicerie della gente. So che puoi affrontarle.  

Mi sento una stupida però quando faccio queste affermazioni su di te. Cosa ne posso sapere io, che neanche ti conosco?

Credo di conoscerti solo perché ti osservo in continuazione, ogni volta che ne ho l’occasione?

Forse lo sono, stupida.

Quando penso che vorrei poter parlare con te. Vorrei poter stare in silenzio, con gli occhi fissi sul tuo viso, mentre tu cerchi di articolare le parole per fare in modo che io capisca quello che dici.

Ti ho già sentito, una volta, sussurrarmi un grazie quando ti ho tenuto la porta di un negozio aperta, mentre tu entravi ed io ne uscivo. Hai anche sorriso, ma i tuoi occhi erano rivolti a terra, e per questo quel sorriso non l’ho ritenuto completamente mio.

Mi sono accontentata, comunque.

Penso che potrei farlo. Capire quello che vuoi dire e capirti affondo. A volte mi ritrovo a credere fermamente che io potrei capirti più di qualsiasi altra persona.

Questo mi rende patetica ai miei stessi occhi!

Perché, cosa ho io di speciale, in confronto alle altre persone che ti circondano e che fanno parte della tua vita?

Nulla. Ecco la risposta, sono come gli altri.

Sono una classica ragazzina che si innamora al primo sguardo, che quando finalmente realizza che nella vita del suo amato non c’è posto per lei si chiude in camera, con le cuffie dell’Mp3 nelle orecchie sentendo musica triste o esageratamente arrabbiata, e scoppia piangere ad intervalli regolari.

Poi si siede al computer e fa i conti con Word. Fa i conti con le immagini che la sua testa continua a mandare sottoforma di flash che non lasciano scampo.

Odio che mi si dica “Te lo avevamo detto”, anche se so che i miei due migliori amici avevano ragione.

- Ci resterai male Bia –

- Lascia perdere. –

- Smettila di guardarlo! Non c’è speranza! –

E io ora capisco che è vero. Che non c’è speranza. Che forse ho sprecato un mese dietro ad una persona che neanche mi conosce e mi sento ancora un adolescente complessata.

Un adolescente che proclama di essersi innamorata di una persona che un giorno come tutti gli altri ha visto camminare per la piazza, con la luce del sole ad accarezzargli la pelle chiara, e che passa il tempo a spiare.

Dio, che cosa patetica.

Ho sempre odiato essere patetica. Non voglio esserlo, ne sembrarlo.

Ma cosa si può fare quando quello che senti dentro è proprio una vocina che non fa altro che parlarti di lui?

Che non fa altro che dirti che, è vero, ti sei innamorata di una persona che neanche conosci!

E allora pensi che non è tanto strano. Ma infondo, a chi importa se questa cosa è già successa a qualcun altro prima di te, o meno?

So solo che mi sta accadendo in questo momento e ora che il sogno è finito, ed è la sensazione più dolorosa che io abbia mai sentito.

So che ci sarà anche di peggio nella mia vita. Infondo ho ancora tanti anni davanti a me.

Tanti ragazzi che amerò e che mi faranno soffrire. Tanti uomini con cui sarò felice e si, perché no, un solo uomo che riterrò l’uomo della mia vita. Quello che mi porterò fino a quando sarò vecchia e racconterò ai miei nipoti di quello che facevamo per divertirci quando ero giovane.

E magari, un giorno, tra qualche anno, ci rincontreremo. Tu neanche mi riconoscerai, io invece di guarderò e penserò: Grazie, mi hai fatto passare il più bel mese sulle nuvole della mia vita.

 

 

 

 

 

Scusate, non mi aspetto che abbia un senso. Sono solo dei pensieri che avevo bisogno di buttare giù =/

Spero sinceramente che questo mi aiuti.

Un bacio

 

 

 

 

 

 

  
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