Crossover
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Autore: evil 65    06/04/2019    12 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un nuovissimo capitolo! Ci scusiamo per il ritardo, ma come accennato in precedenza questa storia richiede molto tempo, che noi abbiamo solo durante il periodo delle vacanze.
Questo aggiornamento segna l'inizio del secondo atto della fan fiction.
Vi auguriamo una buona lettura, e spero che lascerete una recensione!



Battleground - Cronache del Multiverso: Volume 1 (Atto Secondo)

 
Capitolo 16 - And here... we... go!



Nel pensiero degli esseri organici, cento anni erano quasi sempre un periodo lungo.
Un centinaio d'anni fa gli umani non avevano automobili, aeroplani, computer e vaccini... era un mondo totalmente diverso. Ma per un pianeta come Renmant, cent'anni non erano niente. Un milione d'anni non era niente. Un pianeta viveva e respirava su una scala molto più vasta. In pochi potevano immaginare i suoi ritmi lenti e potenti. Umani e fauni abitavano quel luogo solo da un batter d'occhio. Se domani fossero spariti, Renmant non ne avrebbe sentito la mancanza. Eppure, quasi tutti gli organici erano accomunati da un senso di auto-importanza che li spingeva a considerarsi la specie eletta.
Certe cose non smettevano mai di divertire l’enorme satellite nero che attualmente stava percorrendo l’atmosfera di quel mondo. Si chiamava Soundwave, ed era un Decepticon, la fazione di cybertroniani guidata da Megatron, leader del pianeta Cyberton e uno dei più stretti alleati del Maestro.
I cybertroniani erano umanoidi biomeccanici capaci di pensiero indipendente, risultato di miliardi di anni di evoluzione, e possedevano l’insolita capacità di imitare altri macchinari come sistema di mimetizzazione. Ragion per cui, alcuni organici avevano preso a chiamarli con il nome “Transformers”, per quanto ogni cybertroniano ritenesse un simile termine piuttosto offensivo, soprattutto se nato dalla mente di quei sacchi di carne.
Dopotutto, secondo la maggior parte della gente, i robot non erano altro che "apparecchi meccanici destinati a svolgere il lavoro degli organici". La divisione marketing della SDC Company, guidata da Jaques Schnee, definiva i robot come "gli amici di metallo con cui è bello stare".
Per questo, i cybertroniani avevano cominciato a definire i membri della SDC come "un branco di idioti sacchi di carne che saranno i primi a essere messi al muro quando cominceranno a bruciare il pianeta". Soundwave non aveva problemi a concordare con questa definizione, anche se dubitava caldamente che il Maestro avrebbe fornito a Megatron la possibilità di compiere una simile azione.
Lassù, tra le stelle, sarebbe stato così facile bombardare la residenza della famiglia Schnee. Ma Soundwave non era certo il tipo di Decepticon che veniva meno ai suoi doveri, così si limitò a fluttuare a circa 20 000 metri dalla superficie di Renmant.
Mentre osservava il pianeta da quella distanza, si ritrovò perso in quella magnifica visione. Renmant, di per sé, non aveva confini. Niente est, né ovest, né governanti. Esisteva e basta. Era molto diverso di Cybertron che, in quanto mondo quasi completamente artificiale, necessitava della presenza dei suoi abitanti per poter funzionare correttamente.
In molti avrebbero trovato questi pensieri molto insoliti per un robot. Ma Soundwave si era sempre definito un libero pensatore, per quanto la sua interazione con il resto della sua razza fosse per lo più limitata ai vari incarichi che gli venivano affidati da Megatron… come questo.
Raggiunto il punto dell’atmosfera poco sopra la città di Vale, le mandibole che costituivano la bocca metallica del robot cominciarono a ticchettare.
<< Soundwave, riconoscimento. Operazione: inseguire, catturare, riprendere >> dichiarò con voce graffiante e meccanica.
In quel preciso istante, il petto del cybertroniano si aprì di scatto, liberando nuvole di vapori e gas di scarico. Dallo scomparto fuoriuscì un oggetto di forma cilindrica che venne sparato direttamente contro Vale.
Il proiettile arrivò basso e veloce, su una traiettoria capace di eludere anche i più avanzati sistemi di controllo. Guidato da un programma e dalla sua intelligenza interna, scivolava così radente al suolo da essere costretto occasionalmente a deviare, per non colpire alberi e montagne. Il suo obiettivo era la città di Vale, capitale dell’omonimo regno.
Una volta conficcatosi nel terreno, la punta del cilindro si aprì, e da essa cominciarono a fuoriuscire piccoli insetti meccanici, non più grandi di una mosca. Erano spie decepticon, progettate per registrare qualunque informazione visiva e uditiva con cui venivano in contatto. E attualmente il loro obbiettivo era uno solo: la ricerca di Kirby Earth Knight.
  
                                                                                                                                                               * * * 

Una fredda notte ricopriva tutta Renmant. All’interno della base della Ribellione, Accelerator si stava dimenando nel proprio letto, muovendo freneticamente gambe e braccia, come se fosse in preda a delle convulsioni. Gocce di sudore fuoriuscivano dai pori della pelle, mentre la sua mente era invasa da immagini a dir poco disturbanti.
Vedeva se stesso da bambino: era molto piccolo, forse sui tre anni, e altri bambini erano disposti in fila assieme a lui. Vi era un uomo, dai corti capelli biondi e con una voglia tatuata sulla guancia, indossante un camice da laboratorio. Diceva che erano tutti esper dal grande potenziale e che avrebbero tirato fuori il meglio da loro.
La visione mutò, e stavolta Accelerator si ritrovò legato ad una sedia, e davanti a lui c'era ancora quel vecchio. Il seggio venne avvolto da scariche elettriche e l'albino urlò dal dolore. Era una sensazione orribile, una sofferenza intensa causata da Dio sa solo quanti volt di corrente. Il tutto mentre l'uomo sorrideva.
La visione si spostò ancora una volta. Era legato per le mani, appeso, mentre alcuni uomini lo riempivano di pugni e percosse. Allo stesso tempo, la voce dello scienziato lo incitava ad usare il suo potere.
Vide gli altri bambini come lui tenuti in delle celle. Poteva vedere gli inservienti che trascinavano dei cadaveri di infanti malnutriti fuori dalle stanze, forse per seppellirli in una fossa comune.
E poi, vide ancora se stesso, legato ad un tavolo. Il biondo stava davanti a lui, assieme ad altri due scienziati. Sorrideva come un folle, mentre nella mano destra teneva un bisturi.
<< Adesso vediamo un po' come funziona un organismo speciale come il tuo, Progetto 10 >> disse l’uomo, mentre appoggiava la fredda lama dello strumento chirurgico sul suo ventre dell’albino, iniziando a squarciarlo lentamente.
Il piccolo Accelerator gridò per il dolore, mentre gli implorava di fermarsi. Un urlo terribile si levò per tutta la camera da letto dell'esper, non appena questi si svegliò di colpo, liberandosi dall'impaccio delle coperte.
Ansimò rumorosamente. Era completamente sudato e il suo corpo tremava da capo a piedi.
Mai, prima d'ora, aveva testimoniato un incubo così vivo e reale. Era come quello che aveva fatto il giorno in cui aveva incontrato il Dottore… quando era circondato dai cadaveri di quelle ragazze, tutte aventi il volto di Last Order. Ma più intenso.
Si portò le mani tra i capelli e abbassò la testa, espirando. Poi, si alzò dal letto e decise di andare in cucina per prendersi un caffè. 
Una volta avviatosi, cominciò a pensare all’incubo. Ultimamente si erano fatto sempre più frequenti, e solo con la presenza di Last Order era riuscito ad evitarli. La piccola gli dava quel tipo di pace che cercava da tutta la vita, anche se non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura... aveva bisogno di lei, disperatamente.
In quel preciso istante, il comunicatore che gli era stato fornito cominciò a suonare.
<< Pronto? >> borbottò, cercando di non far trasparire la propria situazione.
<< Accelerator, sei sveglio? >> domandò la voce del Dottore, cosa che fece roteare gli occhi all’albino.
<< Sì, sì, sono sveglio >> mormorò con voce stizzita << Che diavolo vuoi, vecchio? >>
<< Hai una giornata piena davanti a te, ragazzo mio. Ti consiglio di prepararti. >>
 
                                                                                                                                                             * * * 


James, Emil, Kirby e Penny stavano passeggiando nei pressi dell’area industriale di Vale, i volti adornati da espressioni calme ma prudenti. Si erano allontanati dalla festa con la scusa di essere stati richiamati dai loro insegnanti, sperando che non sarebbero stati seguiti.
Dopo circa una decina di minuti, arrivarono alla loro destinazione. Era una fabbrica apparentemente abbandonata, dall’esterno sporco e arrugginito, le cui vetrate parevano ormai lastre di muffa tenute assieme solo dai rampicati che avevano cominciato ad avvolgere la struttura.
Di fronte all’ingresso dell’edificio vi era un uomo alto e magro, con folti capelli argentati e vestiti piuttosto eccentrici.
Kirby alzò la mano destra, con fare disinvolto.
<< Dottore >> salutò, le labbra arricciate in un sorriso.
Il Signore del Tempo restituì il gesto, e procedette ad abbracciare il giovane cacciatore, esclamando: << Kirby, ragazzo mio! Quanto tempo che non ci vediamo. >>
<< Circa due anni >> ridacchiò l’adolescente, liberandosi dalla presa e indicando la figura di un certo fauno << Immagino ti ricorderai di Emil. >>
<< E come potrei non farlo? >> ribatté l’alieno, ripetendo l’azione con l’artista marziale, che ridacchiò a sua volta.
<< È bello rivederti, Dottore >> disse con tono visibilmente felice.
Dopo averlo lasciato andare, l’alieno volse lo sguardo in direzione di James e Penny, scrutandoli con curiosità.
<< E voi chi dovreste essere? >> domandò con sospetto.
James fece per rispondere, ma venne battuto sul tempo da Kirby.
<< Loro sono con noi >> lo informò il rosato << Ti presento James Heller e Penny Polendina. Fanno parte della nostra squadra, il Team JEKP. >>
Il Dottore passò la testa dalla coppia al giovane cacciatore.
<< Ti fidi di loro? >> chiese con tono serio.
Kirby sostenne lo sguardo del vecchio, accompagnato da Emil.
<< Con tutto me stesso >> fu la sua risposta risoluta, seguito da un rapido cenno ad opera del fauno.
Il Signore del Tempo rimase fermo e immobile per circa un minuto buono, stringendo ambe le palpebre degli occhi. Quando quel breve lasso di tempo giunse al suo termine, l’alieno annuì soddisfatto.
<< Molto bene, potete partecipare al nostro piccolo incontro. Ma prima… >>
Senza perdere tempo, estrasse il cacciavite sonico dalla tasca dei pantaloni e lo passò sopra le figure di James e Penny. Il dispositivo indugiò leggermente più a lungo sulla ragazza, cosa che fece allarmare l’androide sotto mentite spoglie.
<< Che cos’hai fatto? >> domandò con occhi socchiusi, mentre James si preparava ad attaccare la potenziale minaccia.
Il Signore del Tempo analizzò le letture del cacciavite, prima di stringersi nelle spalle.
<< Niente di speciale, ho solo controllato che non aveste cimici o microspie addosso. Di questi tempi non si può mai essere troppo prudenti >> replicò con un occhiolino malizioso.
Fatto questo, entrò nella fabbrica, seguito rapidamente dal team di cacciatori. Camminarono per un centinaio di metri lungo il corridoio che conduceva all’interno dell’edificio ed entrarono in un’ala che fungeva da distilleria.
Davanti a loro si ergeva il complesso dell'azienda, vera meraviglia meccanica, arricchito dall'immagine di centinaia e centinai di macchinari ormai spenti, prodigi dell'industria di Renmant. Il Dottore li condusse fino ad una stanza relativamente più piccola, all’interno del quale erano seduti quattro individui.
La sala era adornata da numerose sedie, tutte disposte a semicerchio di fronte ad una scrivania, posizionata alla destra una lavagna e alla sinistra di un orologio appeso al muro. Sopra il mobile spiccava un oggetto circolare, dal rivestimento argentato, la cui superficie era adornata da una piccola cupola azzurra.
Affianco alla scrivania vi era Thor, con le braccia incrociate e il volto adornato da un espressione contemplativa. Accelerator e Angel era più lontani, il primo con gli occhi chiusi, apparentemente intento a sonnecchiare, mentre il secondo pareva uno studente universitario pronto ad assistere alla prima lezione dell’anno.
Royal Noir sedeva in uno degli angoli più interni della sala, il più possibile lontano dagli altri, quasi cercasse in tutti i modi passare inosservato. Piuttosto difficile, dal momento che, forse solo dopo Accelerator, era il più appariscente, a causa del costume e della maschera che indossava. Sedeva dritto e composto, sempre con quell’austero e altero contegno, le dita intrecciate e poggiate sui braccioli della sedia.
Il team JEKP diede una rapida occhiata al resto dei presenti, analizzandone ogni caratteristica, e questi fecero lo stesso.
Una volta che si furono seduti, il Dottore s’incamminò fino alla scrivania.
<< Grazie per essere venuti >> esordì l’uomo, voltandosi verso i presenti raccolti nella stanza << Innanzitutto, lasciate che mi presenti. Sono il Dottore… e sono un Signore del Tempo. Vengo dal pianeta Gallifrey, nella costellazione di Kasterborous. Ho più di 3000 anni, e sono l'uomo che vi ha riuniti qui, oggi, affinché possiate far parte di qualcosa di meraviglioso. >>
E, detto questo, fece correre lo sguardo per tutta la lunghezza della sala, soffermandosi brevemente su ogni individuo.
<< Alcuni di voi mi conoscono. Altri avranno modo di farlo. Ma nel frattempo... lasciamo che siate voi a fare la prima mossa! >> esclamò, lanciando ai presenti un sorriso vincente.
I vari membri del gruppo, tuttavia, si limitarono a fissarlo con esitazione, non sapendo bene come approcciare un simile invito.
L’uomo rilasciò un sospirò esasperato.
<< Coraggio, non siate timidi! Presentatevi >> incitò, battendo ambe le mani in un sonoro rintocco.
Dopo qualche attimo di silenzio, Thor fu il primo a prendere la parola. Si alzò dal posto a sedere, dando una libera visione della sua imponente statura e, dopo aver compiuto un paio di colpi di tosse, esordì con la sua voce tonante.
<< Saluti, miei nuovi compagni di battaglia. Io sono Thor Odinson, dio del tuono e principe dell'ormai caduta Asgard, tenuta sotto il controllo del mio subdolo fratellastro Loki. Trent’anni orsono, il Dottore mi trovò ormai morente a vagare nel vuoto dello spazio e, dopo avermi salvato la vita, decise di prendermi con sé. Lotto per la ribellione da allora, occupandomi dell'addestramento delle truppe. Sono sicuro che voi, giovani guerrieri, siete tutti reduci di storie simili alla mia, e avete delle ottime ragioni per aiutarci in questa onorevole impresa. A voi la parola, dunque >> terminò, inviando ai presenti un rispettoso cenno del capo.
James, che aveva ascoltato il tutto con attenzione rapita, lanciò una rapida occhiata ai presenti, riflettendo sulla valutazione che aveva fatto pochi secondi prima. Il Dottore, a prima vista, non aveva proprio l'aria di qualcuno dotato delle capacità necessarie per guidare una rivolta contro un impero che si estendeva per tutta la galassia di Battleground. Eppure, c'era qualcosa in lui… qualcosa che gli ricordava i presidi delle varie Accademie sparse su Renmant. Una saggezza nascosta, mascherata sotto un comportamento apparentemente eccentrico e disinvolto.
Thor, d’altro canto, sembrava molto più... semplice, fu la prima parola che gli passò per la testa. Non certo stupido, semplicemente granitico nelle sue convinzioni e nel modo di fare. Per certi versi, era molto simile ai suoi compagni di squadra. Ciò che aveva attirato la sua attenzione era stata proprio la dichiarazione dell’uomo, che si era definito il legittimo sovrano di uno dei pianeti più famosi di Battleground: Asgard, governata da Loki Odinson. Un edonista, un gaudente, un fruitore della vita e di sapori e odori, gestore di una delle mete di ritrovo più ambite della galassia, che ogni anno ospitava grandi eventi e giochi che attiravano miliardi di esseri senzienti, tra cui i famosi combattimenti tra gladiatori. E quest’uomo, questo… Thor Odinson… si era appena dichiarato suo fratello. Era forse un folle? Ne dubitava caldamente, ma in queste situazioni essere scettici era una reazione del tutto naturale.
Non aveva ancora abbastanza informazioni per potersi esprimere adeguatamente sugli altri tre presenti, ma sicuramente li avrebbe tenuti d'occhio. Con quel pensiero in mente, si alzò dal posto a sedere e prese un respiro profondo.
<< Mi chiamo James Heller, studente di Atlas e leader del team JEKP. A essere onesti, per ora sono qui solo come sostegno per miei compagni >> disse con tono calmo e raccolto, per poi affondare ancora una volta nella propria sedia.
I membri del gruppo lo fissarono basiti, in attesa di ricevere qualche informazione aggiuntiva. Tuttavia, James si limitò a restituire i vari sguardi, incrociando ambe le braccia davanti al petto.
Emil gli lanciò una rapida occhiata, prima di sospirare e alzarsi.
<< Non fateci caso, è sempre così >> borbottò, per poi compiere un rapido inchino << Per quanto riguarda me, io sono Emil Rj Fenris, e sono il secondo in comando del team JEKP.  Faccio parte dell’Ordine dell’Artiglio, e combatto per la Ribellione da circa cinque anni assieme al mio partner >> disse indicando la figura di Kirby.
Questi si alzò a sua volta, prendendo un respiro profondo.
<< Kirby Earth Knight, figlio dell’ormai defunto Meta Knight… ex preside dell'accademia Nova >> proclamò con voce incerta, ricevendo brevi occhiate sorprese da parte di Angel, Royal e Accelerator.
In quanto abitanti della Terra, non erano particolarmente informati riguardo a ciò che avveniva al di fuori del pianeta, salvo per quegli eventi dalla portata talmente grande che erano praticamente diventati conoscenza comune in ogni angolo della galassia. L’assassinio di Meta Knight, direttore di una delle accademie più proficue nell’ambito della creazione di Cacciatori, astronauti ed esperti dell’ingegneria aereo-spaziale (rispetto alle altre Accademie infatti, la Nova dava anche più spazio alla scienza in campo civile), e della sua famiglia… be', era proprio uno di questi.
Ma sembrava proprio che la morte dei suoi cari fosse stata largamente esagerata, perché questo ragazzo dai capelli rosa si era appena definito suo figlio. Sotto quegli sguardi indagatori, Kirby tentò di nascondere un rossore imbarazzato, mentre Penny si apprestò a dargli man forte.
Si cimentò in un saluto militare, e a gran voce proclamò: << Penny Polendina, ultimo membro del team JEKP. Analogamente al mio compagno di brigata, il qui presente James Heller, sono qui solo per dare sostegno a Kirby ed Emil. Una collaborazione con la vostra organizzazione dipenderà interamente da ciò che registre-… ehm, vedrò e sentirò oggi. >>
E detto questo, lanciò ai suoi compagni un sorriso colmo d’aspettative, in cerca della loro tacita approvazione. Il trio di Cacciatori le inviò sorrisi tremanti, mentre il resto dei presenti, Dottore e Thor esclusi, la fissava con sguardi incerti.
Scuotendo rapidamente la testa, Angel si alzò con calma dalla sua sedia, attirando l’attenzione del gruppo. Avrebbe preferito presentarsi per ultimo, in modo da comprendere meglio con chi avrebbe avuto a che fare, ma a giudicare dal comportamento taciturno del ragazzo albino e di quello mascherato… be', era assai improbabile che avrebbero acconsentito ad una simile richiesta.
<< Piacere di fare la vostra conoscenza, io sono Angel Arthur Hikaru e... sono un soleano, forse l’ultimo ancora in vita. E questo… >> disse indicando brevemente affianco a sé << è Blue, il mio spirito custode. >>
Quasi come ad un segnale, l’imponente figura del rettile si materializzò a pochi passi dal rosso, sorprendendo non poco i presenti.
<< È un piacere incontrare tutti voi >> offrì la creatura, con la sua voce profonda ma gentile al tempo stesso. 
<< Per la barba di Odino! >> esclamò Thor, gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta << Un drago! Era dai tempi in cui il Grande Serpente ancora strisciava sulle piane di Midgard che non ne vedevo uno. >>
Affianco a lui, anche Emil non poté fare a meno di trattenere la propria sorpresa ed eccitazione. Dopotutto, i Grimm draghi erano ritenuti quasi delle leggende su Renmant, pochissimi guerrieri potevano vantarsi di averne anche solo intravisto uno e molti membri dell'Ordine li consideravano sacri. Vederne uno in carne ed ossa, così da vicino… era l’equivalente di un sogno che diventava realtà.
<< Posso… posso toccarlo? >> sussurrò educatamente, mentre Penny e Kirby lo imitarono a ruota.
James lanciò a loro delle occhiate di rimprovero, ma internamente la sua mente stava già correndo a mille. Aveva analizzato quella misteriosa creatura con il suo visore… ma i dati che aveva ricevuto si erano rivelati inconcludenti. Poteva chiaramente vederla, pure sentirla… ma era come se non fosse realmente lì.
Pure Accelerator si trovava in una posizione simile. Aveva analizzato i vettori dell’entità non appena questi si era palesata nella stanza, ma si era ritrovato incapace di ottenere delle letture concrete. In fisica, lo spettro visibile era quella parte dello spettro elettromagnetico che cadeva tra il rosso e il violetto, includendo tutti i colori percepibili dall'occhio umano, che davano dunque vita al fenomeno della luce. La lunghezza d'onda della luce visibile nell'aria era indicata dai 390 ai 700nm. Ma lo spettro visibile di quella creatura… era completamente diverso, e superava di molto quello della luce stessa. Era come se fosse una creatura puramente visiva, priva di un corpo fisico.
Accelerator si era sempre considerato una persona razionale, ragion per cui non si era mai soffermato a investigarsi su leggende metropolitane come gli spettri e i fantasmi. Eppure… eccolo qui, di fronte ad un’entità sconosciuta che quello strano ragazzo, Angel, aveva appena definito uno spirito. Persino Fire ebbe difficoltà a nascondere la propria meraviglia, nonostante la maschera.
In risposta a tutte quelle reazioni, Angel non poté fare a meno di sorridere. C’erano cose che non cambiavano mai, dopotutto. Blue era sempre accolto con scetticismo, timore o sorpresa, quando entrava in contatto con quelle persone che non avevano familiarità con l’occulto.
Nel mentre, il drago avvicinò ad Emil, Kirby e Penny, porgendo loro una zampa. Con movimenti cauti, il fauno appoggiò una mano sull’arto della creatura e, con sua grande sorpresa, il contatto avvenne senza problemi.
Alzò la testa e fissò Blue con sorpresa.
<< Quel ragazzo ha detto che sei uno spirito. Non dovrebbe, che ne so… passarti attraverso? >> chiese indicando la propria mano.
Il rettile ridacchiò, apparentemente divertito.
<< In genere saresti corretto, ma io sono… un caso speciale, per così dire. Considera gli spiriti come esseri emancipati, liberi dalle loro limitazioni di carne e sangue, ma incapaci di poter usufruire dei piaceri terreni. E poi ci sono quelli come me che, grazie ad un contratto stipulato con un mortale, sono comunque in grado di godere appieno dei benefici della civiltà moderna >> spiegò pazientemente.
Accelerator ascoltò tutto con attenzione, archiviando ogni informazione con l’efficienza di un computer. Non gli piacevano i fattori sconosciuti, erano quasi sempre fonte di stress e pericolo… e quella creatura, spirito o meno, era un qualcosa che non aveva mai visto. Analogamente a Vader e al suo misterioso potere, la Forza, era un qualcosa che poteva ferirlo, e per questo motivo lo rendeva nervoso.
Tuttavia, fece ben attenzione a non darlo a vedere, mantenendo un’espressione impassibile. Con un sospiro irritato, si alzò dal posto a sedere, attirando l’attenzione su di sé.
Odiava dover parlare con le altre persone e odiava stare in mezzo a loro. Non gli piaceva conversare, specialmente con la gente che non la smetteva mai di sorridere, come Angel e Penny.
Mettendo da parte quei pensieri, lanciò ai presenti un’occhiata disinteressata.
<< Io sono Accelerator, piacere di conoscervi >> borbottò stizzito, per poi sedersi ancora una volta.
Quasi tutti, ad eccezione del Dottore, lo scrutarono con fare incredulo. Perfino James aveva dato loro una presentazione più lunga e concisa.
Capendo che era arrivato il suo turno, Fire prese un respiro profondo, rimanendo seduto.
<< Royal Noir >> dichiarò freddamente << Il Vigilante Mascherato della città di Gongmen. >>
<< LO SAPEVO! >> esclamò Penny all’improvviso, percorrendo l’intera stanza nella frazione di pochi secondi e fermandosi proprio di fronte alla figura del ragazzo << Ho sentito così tante storie su di te, sono una tua grandissima fan! >>
<< Una… mia fan? >> mormorò l'incappucciato, fissandola con fare incerto, e vagamente timoroso.
L’androide annuì energicamente.
<< Il modo in cui lavori, rubando ai ricchi per dare ai poveri… sei come quel personaggio delle fiabe, Robin Hood! >> disse indicando il Vigilante.
Poi, si portò una mano al mento, arricciando il volto in un’espressione contemplativa.
<< Anche se, tecnicamente parlando, dovrei arrestarti, in quanto sei ritenuto dalla legge un criminale pericoloso e ricercato >> borbottò, facendo sì che l’adolescente allungasse una mano verso l’arco, pronto ad un combattimento.
<< Ma non preoccuparti! >> continuò la ragazza, battendogli una mano sulla spalla << Non credo di poter operare al di fuori della giurisdizione di Renmant... >>
<< Ehm… grazie? >> fece Royal, incerto su come comportarsi di fronte ad una persona così strana. A confronto, il Dottore sembrava quasi sano di mente.
Per sua fortuna, Emil fu rapido a salvare il nobile, afferrando l’androide e tirandola indietro.
<< D’accordo, Penny, calma i bollenti spiriti, prima che tu dia al povero ragazzo un attacco di cuore >> ridacchiò con tono divertito, mentre la giovane cacciatrice lo fissava innocentemente.
Una volta tornati ai loro posti, il fauno girò la testa in direzione del Dottore.
<< Allora, Doc, per quale motivo hai deciso di riunirci tutti qui? >> chiese con vivo interesse.
L’uomo sorrise di rimando e schioccò le dita della mano destra.
<< Mi fa piacere che tu l’abbia chiesto, ragazzo mio. Ma prima… è necessaria una piccola introduzione per i nuovi iscritti >> disse facendo riferimento ad Accelerator, Fire, James e Penny.
Poi, indicò l’orologio presente nella stanza.
<< Il tempo! Il tempo non passa. Il passare del tempo è una mera illusione, e la vita è l'illusionista. Perché la vita... vi permette di vedere un solo giorno alla volta. Ricordate di essere vivi ieri, sperate di essere vivi domani, quindi sembra che stiate viaggiando da un giorno all'altro, ma nessuno sta andando da nessuna parte! >> esclamò, per poi cominciare a circumnavigare la stanza, seguito dagli sguardi rapiti dei presenti.
<< I film non si muovono. Sono solo foto, molte, molte foto. Sono tutte ferme, nessuna si muove, solo istanti bloccati! Ma se vedete queste foto una dopo l'altra, allora prende tutto vita >> continuò, per poi girarsi verso di loro.
Arricciò le labbra in un sorriso ferino, allargando ambe le braccia a mo’ di presentatore.
<< Ora, immaginate se tutto il tempo avvenisse in contemporanea! Ogni momento della vostra vita, dispiegato attorno a voi... come una città. Strade piene di edifici fatte di giorni. Il giorno in cui siete nati, il giorno in cui morite, il giorno in cui vi innamorate, il giorno in cui l'amore finisce, un’intera città costruita sul trionfo, lo strazio, la noia, le risate e il tagliarvi le unghie: è il più bel posto in cui sarete mai! >> dichiarò, e i vari membri del gruppo non poterono fare a meno di sentirsi contagiati dall’entusiasmo del vecchio.
Poi, l’uomo scrisse alcune parole sulla lavagna presente nella camera.
<< Il tempo è una dimensione relativa a noi stessi. Il tempo è lo spazio fatto delle nostre vite, dove siamo uniti per sempre. Tempo e relativa dimensione nello spazio... significa vita >> sussurrò, con tono quasi nostalgico.
Tuttavia, quasi come dal nulla, l’espressione sul volto dell’alieno si fece improvvisamente più seria.
<< Ma cosa succederebbe... se qualcuno riuscisse davvero a fondere ogni istante della nostra vita? Ogni istante delle vite altrui? Risposta, be’, questo dipende dal tipo di persona. Perché in questo vasto universo vi è sia il bene... che il male >> sussurrò, estraendo un foglio di carta dalla tasca della giacca e mostrandolo ai presenti.
Era un manifesto. Un manifesto che poteva essere intravisto in ogni angolo della galassia con la stessa facilità con cui una persona riusciva a respirare. Un manifesto… raffigurante il volto sorridente del supremo dittatore di Battleground, il Maestro.
<< In questo momento… >> continuò il Dottore << ogni dimensione e linea temporale conosciuta è fusa all'interno di un'unica e grande gabbia. Una gabbia in cui l'unico ad avere le chiavi... è l'uomo conosciuto come il Maestro. >>
Al sentire tali parole, James, Fire, Accelerator e Penny cominciarono a scrutare l’uomo con espressioni visibilmente scettiche.
Kirby, notando lo sguardo sul volto dei compagni, rilasciò un sospiro quasi rassegnato.
<< Credetemi, non è una semplice metafora. C’è da rimetterci la propria sanità mentale >> borbottò con un cipiglio.
Per la seconda volta in un solo giorno, Accelerator si ritrovò a mettere in dubbio le proprie convinzioni. Nonostante la sua spiccata intelligenza, dovette prendersi un paio di minuti per elaborare la spiegazione del Signore del Tempo.
<< Quindi stai dicendo… >> cominciò con tono secco << che il Maestro ha ottenuto un potere tale da poter alterare la struttura quantica non solo dell'universo… ma di un intero multiverso? E che, così facendo, ha creato un nuovo universo in cui lui è Dio, ovvero quello a cui siamo sempre stati abituati. Ergo, io... noi... abbiamo vissuto un'altra vita prima di questa, e con l'avvento del Maestro è stata riscritta a favore di una nuova realtà. >>
<< È esattamente quello che ho detto >> rispose il Dottore.
L’albino schioccò la lingua. Aveva sentito e testimoniato parecchie cose assurde durante gli ultimi giorni… ma questa le batteva decisamente tutte.
<< Ammesso che questa cazzata sia vera… mi sorge spontaneo chiedere... quale sarebbe la vera linea temporale? Se questa è stata creata dal Maestro fondendo tutte le infinite timeline, allora qual è quella originale? E coloro che sono nati in questa timeline? Che cosa sono esattamente? >>
Tante domande, tutte al solo scopo di ottenere risposte su ciò che si celava dietro al tormento dell’esper: gli incubi che aveva continuato a sperimentare nell’ultimo anno, e che dalla comparsa di Last Order si erano fatti sempre più frequenti.
Nel mentre, il Dottore si strinse nelle spalle, incurante dei pensieri che intercorrevano nella mente dell’albino.
<< Ahimè, la ricerca della prima vera linea temporale è stata a lungo uno dei punti salienti a cui gli scienziati della mia specie hanno cercato a lungo di dare una risposta. Sono giunti alla conclusione che... be', è praticamente impossibile capire quale sia stata la prima linea temporale, perché il Multiverso è pratcamente infinito! Bisognerebbe arrivare alla nascita della creazione stessa per poter rispondere al quesito, ma potrebbero volerci miliardi di anni anche solo per grattarne la superficie! Ogni dimensione alternativa, ogni universo, non è altro che il risultato di una scelta. Perfino il lancio di una moneta svolto in modo diverso potrebbe creare una realtà del tutto diversa da quella a cui siete abituati. Coloro che sono nati in questa galassia non sono altro che i veri residenti di Battleground, i discendenti dalla materia di questo universo e di coloro che sono stati prelevati da universi pre-fabbricati >> spiegò il Signore del Tempo.
In quel momento, a Fire sorse spontanea una domanda. Se quella storia assurda era vera… e se davvero vi erano due tipologie di abitanti in Battleground…lui di quale faceva parte? Era qualcuno che un tempo aveva avuto una vita diversa che gli era stata strappata via? Oppure era qualcuno che ci era nato?
<< Ma allora… >> mormorò, con voce incerta << Com’è possibile capire se un individuo è nato qui, in questo universo, o meno? >>
<< Semplice >> rispose il Dottore, picchiettandosi la testa << Le persone i cui ricordi sono stati sostituiti da memorie fasulle possiedono ancora la percezione che qualcosa della loro vita non è come dovrebbe essere. I ricordi non sono stati cancellati, sono solo repressi, in attesa di uscire. Possono manifestarsi come visioni o sogni, a seconda della persona >> rivelò con un sorriso furbo.
E fu allora che Accelerator si costrinse a reprimere un sussulto. Deglutì a fatica, stringendo i braccioli della sedia. Per la prima volta in vita sua si sentì il cuore battere all'impazzata. Si portò una mano sul petto, le pupille dilatate, mentre scrutava il pavimento.
"Allora… era tutto vero... no, non può essere" sussurrò mentalemnte.
Era quella la ragione del suo tormento? L'origine di quei sogni? Scienziati depravati che lo guardavano da un vetro di sicurezza, lo strano uomo con il viso tatuato che rideva di lui e per finire... quelle ragazze col volto di Last Order, quelle ragazze insanguinate stese ai suoi piedi… le sue mani sporche del rosso scarlatto del loro sangue. Era successo davvero? Quei cadaveri erano reali... era stato lui ad ucciderle? Forse aveva solo assistito a un omicidio. E gli scienziati? L'uomo col volto tatuato e il camice bianco chi era? Troppe domande, troppe possibili risposte.
Il cuore gli stava per esplodere, ma si contenne, e si guardò bene dal mostrare le sue sensazioni agli altri. Mantenne un volto impassibile, mentre risollevava lo sguardo sul Dottore.
<< Ho capito >> commentò con tono apparentemente annoiato, nonostante la rivelazione scioccante << Ma ora dimmi, coloro che hanno vissuto una vita precedente… possono riottenere i loro ricordi? Come hai detto tu, non sono stati cancellati, solamente riscritti. Ciò che è velato, dopotutto, può essere fatto riemergere. >>
<< Una dichiarazione molto intuitiva >> rispose il Dottore << E il nostro giovane Angel può confermare. Tra tutti voi, è l'unico che ha riottenuto i suoi ricordi, dopo che erano stati sepolti. >>
L’adolescente in questione annuì di rimando.
<< Sì, è possibile. Il Dottore è in grado di ripristinarli, ma il processo può avvenire in altri modi. Nel mio caso, era Blue a conservarli. >>
<< Esatto >> confermò il drago << Il sistema creato dal Maestro non ha tenuto conto della mia esistenza, poiché vivo al di fuori della materia solida. >>
<< Inoltre, sebbene recuperare la memoria sigillata sia possibile anche di per sé, è necessario che la persona in questione possieda la volontà di riottenere i propri ricordi perduti. Cosa non facile, se non si hai la benché minima consapevolezza che siano ricordi e non visioni >> concluse Angel, ripensando a tutte quelle volte in cui si era considerato pazzo.
Dal team JEKP, le reazione furono miste. Kirby ed Emil erano ormai consapevoli da tempo di essere nati in questo mondo, ma lo stesso non si poteva dire dei genitori dello stesso Kirby, così come per King Dedede. Circa vent’anni fa, il Dottore aveva risvegliato i ricordi delle loro vite passate, e questa era stata la prova necessaria che aveva spinto Meta Knight e colleghi a finanziare la Ribellione.
James e Penny, invece, stavano ancora cercando di processare il tutto. Ciò che avevano sentito oggi aveva completamente ribaltato la visione che avevano della realtà stessa!
<< Se quello che dice è vero…>> iniziò James, con voce leggermente tremante << Come può sperare di combattere un essere del genere? >>
<< Mi fa piacere che tu l'abbia chiesto. Perché ho giusto la soluzione che fa al caso nostro >> disse il Dottore,  indicando la lavagna << Time And Relative Dimension In Space... ovvero, tempo e relativa dimensione nello spazio. L'acronimo… per TARDIS. >>
E poi, l’alieno estrasse il cacciavite sonico dalla tasca dei pantaloni, e lo puntò contro lo strano congegno metallico che si trovava sulla scrivania della stanza.
Come dal nulla, la piccola cupola di vetro che ne costituiva la parte superiore s’illuminò di un’intensa tonalità azzurra, mentre un ologramma assai curioso iniziò a prendere forma dinnanzi agli sguardi sorpresi dei presenti. L’immagine in questione rappresentava una cabina della polizia inglese, alta circa un paio dimetri, caratterizzata da una colorazione blu notte e dal numero 1963 inciso nell’insegna superiore.
Con un sorriso soddisfatto, il Dottore indicò l’oggetto e disse: << Ovvero... la mia macchina del tempo personale. >>
<< … Cosa? Una vera? Hai una vera macchina del tempo?>> domandò Accelerator, visibilmente incredulo.
<< Yep >> confermò l’alieno, con un rapido cenno del capo.
<< …La tua macchina del tempo è una cabina telefonica >> osservò James, fissando l’uomo con uno sguardo impassibile.
Il Dottore inarcò un sopracciglio. << Sì, perché? Cos’ha che non va? >>
<< È ridicola >> ribatté l’altro.
Al sentire tali parole, il Signore del Tempo arricciò il volto in un’espressione indignata.
<< Ohi, non offendere la mia macchina del tempo! >> esclamò stizzito, mentre Penny puntava all’ologramma.
<< Perché c’è scritto cabina della polizia? >> chiese in tono innocente.
L’alieno inarcò un sopracciglio. << Scusa, come? >>
<< C’è scritto cabina della polizia. Perché hai etichettato una macchina del tempo come cabina della polizia? Perché non macchina del tempo? È troppo ovvio? E cos’è una cabina della polizia? I poliziotti hanno le cabine? >>
Il vecchio rimase fermo e immobile per circa un minuto buono. Poi, prese un respiro profondo.
<< Be', non è davvero una cabina della polizia, che, a proposito, è uno speciale tipo di cabina telefonica che usavano i poliziotti per contattare i rinforzi. È  un camuffamento >> disse l’uomo,  puntando in direzione del rinomato TARDIS << È mascherata da cabina telefonica del 1963. Ogni volta che un TARDIS si materializza in un posto nuovo, nel primo nanosecondo dell’atterraggio analizza il circondario, calcola una mappa dodecadodimensionale di tutto quanto nel raggio di mille miglia e determina con quale guscio esterno si mimetizzerebbe meglio con l’ambiente >> continuò, il volto adornato da un sorriso orgoglioso.
Quel sorriso, tuttavia, fu assai di breve durata.
<< E poi si maschera da cabina della polizia del 1963 >> terminò.
Fire inarcò un sopracciglio. << Perché? >> chiese, impassibile.
In tutta risposta, il Dottore si limitò a scrollare le spalle, come se l’intera questione fosse di poco conto.
<< Probabilmente un piccolo guasto. A dire il vero, ho sempre voluto controllare. >>
<< In pratica, è una cabina della polizia tutte le volte >> osservò l’arciere.
L’alieno sembrò pensarci un attimo, per poi annuire lentamente. << Sì, immagino di sì, ora che me lo fai notare >> mormorò a se stesso.
Angel e Blue lo fissarono incerti.
<< Da quanto tempo lo fa? >> domandò il rosso, mentre il Dottore ebbe la decenza di sembrare imbarazzato.
<< Oh… non molto >> borbottò, prima di scuotere la testa un paio di volte << Ma non è questo il punto! Il punto è che ho intenzione di usare questa meraviglia per tornare indietro nel tempo a prima della creazione di Battleground, scoprire come il Maestro è riuscito a fare tutto questo e impedire che accada! >>
<< E il motivo per cui non lo hai ancora fatto è perché… ?>> fece Royal, ben consapevole che una tale prospettiva fosse troppo bella per essere vera.
E, in effetti, i suoi sospetti si rivelarono fondati, poiché il sorriso sul volto del Dottore cadde all'istante, sostituito da una smorfia.
<< Be', qui sorge un problema. Vedi, Royal... l'ho persa >> disse con una punta di sconforto.
Ogni persona presente nella stanza, ad eccezione di Emil, Kirby e Thor, fissarono l’alieno con espressione che andavano dall’incredulità all’esasperazione.
<< Persa? Come cazzo hai fatto a perdere una macchina del tempo? >> sbottò Accelerator, visibilmente irritato.
<< Intende dire che qualcuno gliel’ha rubata >> si intromise Emil, in difesa del vecchio.
Angel chiuse gli occhi per riflettere. Ciò che aveva appena sentito riguardo al TARDIS era una delle cose più incredibili che avesse mai testimoniato. Aveva viaggiato in lungo e in largo per il multiverso, ma non era consapevole che esistessero macchine in grado di attraversare il continum-spazio-temporale. Pensava che una tale abilità fosse riservata a pochissimi individui… ma, a quanto pare, esisteva una specie che usava il viaggio nel tempo con la stessa disinvoltura di una persona che faceva un viaggio in macchina.
<< È stato il Maestro, non è vero? >> chiese con una punta di preoccupazione, ricevendo un cenno da parte del Dottore.
<< In quanto membro della mia stessa specie, è l’unico che possieda le abilità e la conoscenza per sottrarre un TARDIS ad un altro Signore del Tempo >> confermò l’uomo, con un’espressione seria.
Accelerator schioccò la lingua una seconda volta. << Fantastico, la nostra unica possibilità di vittoria è nelle mani del nemico. Qualche altra buona notizia?>>
<< In realtà… sì >> ribattè l’alieno, arricciando nuovamente le labbra in un sorriso allegro.
Fatto questo, puntò il cacciavite sonico contro l’olo-proiettore, e l’ologramma del TARDIS venne prontamente sostituito dall’immagine di uomo alto e magro, vestito con abiti di elegante fattura. Aveva un viso quasi angelico, capelli castani e un paio di occhi azzurri come il cielo stesso.
<< Vi presento Anakin Skywalker. Senatore, ambasciatore, campione di scherma, scapolo più ambito dell'universo dalle giovani donne... oh, ed uno degli esponenti di maggiore spicco della macchina imperiale >> disse il vecchio, indicando la suddetta figura << Metà delle leggi riguardanti la tassazione e gli individui dotati di abilità speciali sono state presentate e approvate da lui e da coloro che lo sostengono. È un membro di spicco della cerchia del Maestro. Se Darth Vader può essere considerato come il volto dell'esercito imperiale, Anakin Skywalker ricopre la stessa carica in ambito politico. Attraverso l'omicidio e l'intimidazione è riuscito a farsi strada senza sforzo nelle alte sfere del Senato, diventandone il burattinaio indiscusso. >>
<< Skywalker >> ripeté Penny, stringendo ambe le palpebre degli occhi << Se non sbaglio, è stato lui ad approvare la legge di reclutamento obbligatorio per gli Esper. Ha davvero così tanta influenza? >>
<< Assolutamente >> fu l'improvvisa affermazione di Royal Noir.
Il suo sguardo assottigliato, a mala pena visibile attraverso la maschera, lasciava vagamente intuire un'espressione cupa. Fire aveva avuto modo di conoscere Anakin Skywalker solo di fama e di vista, ma ciò era stato sufficiente per farsi un’idea del tipo di persona che fosse. Le sue visite in Cina erano state poche ma di grande effetto. Pur non avendo la stessa autorità governativa di Lord Shen, almeno sul continente asiatico, aveva comunque grande influenza e importanza, come in ogni angolo di Battleground. E per questo era praticamente l'unica persona, dopo il Maestro, per cui il sovrano di Gongmen aveva dimostrato un certo remore.
<< Tch... ho già incontrato quel damerino, anche se solo da lontano >> commentò Accelerator << Ricordo che venne a Kyoto durante un Summit, accompagnato da legioni di stormtroopers. Sembrava un tipo di una certa importanza, ma all’epoca non gli prestai molta attenzione. Perché diavolo ci stai mostrando una sua foto? >>
<< Perché il nostro caro senatore può ancora rivelarsi utile per i nostri piani. Vedete, ho sempre saputo che il Maestro era riuscito a mettere le mani sul TARDIS, quello che non sapevo era il luogo in cui aveva deciso di nasconderlo. Il Maestro è molte cose, ma di certo non è stupido. Un macchina di tale potenza dovrebbe essere sempre tenuta sott'occhio, in un luogo reperibile, difficile da infiltrare ma facile da controllare. Ho passato gli ultimi 20 anni nel tentativo di trovare quel luogo, ma senza successo. E poi... ho avuto un'illuminazione! Ho pensato,se il Maestro aveva bisogno di tenere d'occhio la posizione del TARDIS... di sicuro le informazioni sulla sua ubicazione sarebbero state inviate negli archivi imperiali. >>
E, detto questo, volse al gruppo un sorriso complice.
<< Ora vi chiedo... qual è l'attuale ubicazione di tali archivi? Risposta... proprio sotto residenza dello stesso Anakin Skywalker! >>
Angel dilatò le pupille, seguito rapidamente dal resto dei presenti, mentre una rivelazione scioccante cominciò a farsi strada nella mente del soleano.
<< Vuoi infiltrarti in uno dei luoghi più custoditi di Battleground. Una bella gatta da pelare >> sussurrò con una smorfia.
<< Non sbagli, ragazzino >> rispose il Signore del Tempo << Dire che quel posto è più sigillato di Fort Nox sarebbe un eufemismo. Gli archivi sono disposti entro un volume che percorre più di 12 piani al di sotto dei giardini della casa. Ogni piano è controllato da dispositivi di movimento e telecamere a infrarossi. Ma non è questo il problema. Il problema è l'enorme contingente di droidi e stormtroopers che controlla la residenza 24 su 24, per non parlare della flotta che circonda il pianeta. il Maestro non ha certo badato a spese,per quanto riguarda la sicurezza. Fortunatamente... >> disse estraendo alcuni fogli di carta dalla tasca dei pantaloni << Le rapine effettuate nell'ultima settimana mi hanno permesso di ottenere il denaro necessario per acquistare i biglietti per un evento cannuale che si terrà proprio in casa di Skywalker per la prima volta in oltre vent’anni: il ballo per il giorno dell'Impero. >>
<< Le rapine erano per questo? >> domandò Angel, visibilmente sorpreso << Non pensavo che la Ribellione fosse messa così male con i fondi. >>
<< Infatti non lo è >> si intromise Kirby << Ma pur essendo un regno indipendente rispetto al governo di Salem, Dreamland fa comunque parte dell’Impero e, in quanto tale, le sue finanze sono tenute strettamente sotto controllo. Eventi come il Ballo per il giorno dell’Impero non sono esattamente… economici, per così dire. Un movimento di denaro così improvviso avrebbe sicuramente sollevato i suoi sospetti, considerando anche il fatto che Dedede non ha mai partecipato all’evento dalla morte di mio padre >> sussurrò lievemente triste.
Il Dottore gli lanciò un’espressione empatica.
<< Ed è proprio per questo che non ho potuto chiedere il sostegno del re >> disse volgendo la propria attenzione nei confronti di Angel << E se si recasse alla festa dopo tutti questi anni di assenza, proprio lo stesso giorno in cui avverrà un infiltrazione… be', diciamo che Dreamland è già nel mirino dell’Impero da molto tempo, preferirei non aggiungere benzina al fuoco e dar loro le prove che servono per considerarlo un regno traditore. >>
<< Quindi è questo il tuo piano? >> domandò Accelerator << Andare alla festa e infiltrarti negli archivi? >>
<< Non esattamente >> rispose il Signore del Tempo << Vedete, ho scelto di convocare tutti voi, ad eccezione di Penny e James, in base ad alcune caratteristiche. Il mio volto è troppo conosciuto tra le file dell’Impero, e non posso travestirmi da invitato. Un nuovo pezzo grosso attirerebbe troppo l’attenzione, motivo per cui sarò costretto a nascondermi tra la servitù della casa. Royal, al contrario… >> disse indicando la figura di Fire << non avrebbe problemi a confondersi con la folla. >>
<< E perché mai? >> chiese James, scrutando il Vigilante con sospetto << È forse un nobile o qualcosa del genere? >>
<< Qualcosa del genere >> rispose freddamente il ragazzo, prima di lanciare al Dottore un’occhiataccia << E preferirei che restasse un segreto. >>
<< OH, suvvia Royal, questi sono i tuoi nuovi compagni di squadra >> commentò l’alieno, con un sorriso impertinente << Avere fiducia in loro e viceversa è fondamentale, se vogliamo che questo piano funzioni. >>
<< Non mi fido di nessuno >> sibilò l’adolescente, suscitando una piccola risata da parte di Accelerator.
<< Ma sentitelo, è entrato completamente nella parte >> sghignazzò l’albino, stiracchiandosi sulla sedia.
Fire fece un verso sprezzante e incrociò ambe le braccia davanti al petto. << Finché non avrò altre garanzie, voglio che la mia identità resti segreta. E poi, scusa, che cosa dovrei fare una volta infiltratomi alla festa? >>
<< Quello che sai fare meglio >> fu la risposta pronta del Dottore << Essere il Vigilante Mascherato. L’accesso alla magione ti permetterà di compiere un attacco diretto alla villa, cosa che attirerà tutta la sicurezza presente nell’area circostante. Accelerator e Thor, essendo i membri più potenti della Ribellione, si occuperanno di tenere a freno i potenziali rinforzi, mentre Emil e Kirby forniranno fuoco di copertura nel caso le cose si mettano male. >>
<< Non ho ancora acconsentito a far parte nella tua banda di fanatici >> borbottò Accelerator, anche se venne prontamente ignorato.
Angel si guardò attorno un paio di volte, prima di alzare la mano destra.
<< E io che dovrei fare? >> domandò incerto.
Il Dottore procedette ad indicarlo.
<< Tu dovrai aggregarti a me >> disse con tono di fatto << Uno dei motivi per cui ho deciso di includerti nel piano, nonostante tu sia relativamente nuovo, è grazie al tuo amico spettrale. >>
Sentendosi chiamato all’appello, Blue inclinò leggermente la testa.
L’alieno puntò in direzione del drago e continuò: << Come hai accennato in precedenza, la tua stessa esistenza costituisce un anomalia nel sistema creato dal Maestro, ed io sospetto in più di un modo. Io e lui abbiamo già avuto a che fare con creature del tuo tipo, ragion per cui non è da escludere il fatto che abbia inserito sistemi di sicurezza, all’interno degli archivi, che siano in grado di contrastare la tua specie. Tuttavia, unendo le tue abilità con le mie, sono sicuro che riusciremo ad accedere al nucleo del complesso in poco tempo e con relativa facilità. >>
<< Capisco >> rispose Angel, lanciando una rapida occhiata in direzione del compagno, che si limitò ad annuire.
Nel mentre, il Dottore battè ambe le mani una seconda volta, richiamando l’attenzione dei presenti.
<< Dunque... ora sapete tutto quello che c'è da sapere >> disse con voce ferma e risoluta, il volto adornato da un’espressione rigida ma compassionevole al tempo stesso, quasi come se stesse cercando di scusarsi con tutti loro per averli coinvolti.
<< La situazione è questa: il nostro nemico è l'Impero più grande che l'universo abbia mai conosciuto. Siamo solo noi contro un dio... e alcuni degli esseri più potenti di questa galassia. Non vi obbligherò a seguirvmi, ma se decideremo di fare tutto questo, insieme… di andare fino in fondo... be', in quel caso... salveremo non solo le persone che amiamo, ma l'intero creato così come lo conosciamo >> terminò con un sussurro.
Indicò le figure di Penny e James.
<< E saremmo più che felici di avervi in squadra, ragazzi. Non ho dubbi che Emil e Kirby avrebbero maggiori possibilità di successo con voi due al loro fianco >> disse con un sorriso, prima di allargare ambe le braccia << Dunque, quello che vi chiedo è... vi unirete a me in questa impresa apparentemente impossibile? >> chiese con tono colmo d’aspettativa, volgendo quella domanda fondamentale non solo alla coppia di atlesiani, ma ad ogni singola persona riunita in quella stanza.
Con sorpresa di molti, Fire fu il primo a rendere nota la sua opinione.
<< Ho dedicato tutta la mia vita a proteggere la mia città e a combattere gli alleati del Maestro… non mi tirerò certo indietro. Non ora che posso finalmente fare qualcosa per cambiare tutto questo alla radice >> dichiarò ad alta voce, alzandosi dalla sedia e togliendosi l’arco dalla schiena, per poi allungarlo in direzione del Dottore << Hai il mio arco. >>
<< E il mio martello >> aggiunse Thor, unendosi al giovane Vigilante << Ho perso la mia famiglia e il mio regno a causa del Maestro. Ho giurato che avrei vendicato la mia patria… che razza di principe sarei, se non combattessi per il bene di coloro che sono morti sotto il mio dominio? Lotterò al tuo fianco, Dottore. Per Asgard! Per i Nove Regni! >> esclamò, issando il mitico maglio in direzione del soffitto.
Kirby annuì in accordo. << Mi conosci da quando sono nato, Dottore >> disse con un sorriso quasi nostalgico << Farò qualunque cosa sia necessaria, per onorare la memoria di mio padre. >>
<< E puoi contare anche su di me >> continuò Emil, posando una mano sulla spalla dell’amico << Farò quello per cui sono stato addestrato, per cui sono stato cresciuto… per cui sono nato. Proteggere e tutelare gli innocenti >>
E, detto questo, il fauno volse lo sguardo in direzione di Accelerator, seguito rapidamente dal resto dei presenti. L’albino roteò gli occhi, apparentemente irritato dall’intera situazione.
 << Tch… finché le cose resteranno come sono ora, io e la mia famiglia non saremo mai al sicuro. Prenderò a calci in culo chiunque osi far loro del male >> sussurrò con tono freddo e pericoloso, mentre le sue pupille rosse dardeggiarono brevemente.
Il Dottore sorrise con orgoglio a mala pena celato, per poi lanciare un’ultima occhiata in direzione di James. L’atlesiano cominciò a guardarsi attorno con fare incerto, girando prima la testa in direzione di Penny, poi verso i volti speranzosi di Emil e Kirby.
<< Che diamine… guardate in che cazzo di situazione mi avete messo >> borbottò quasi a se stesso, le labbra arricciate in un piccolo sorriso.
Alzò lo sguardo, fissando dritto negli occhi azzurri del Dottore.
<< Per tutta la vita sono sempre stato alla ricerca di uno scopo. Qualcosa che mi motivasse… che mi spingesse a migliorare come guerriero e come persona. Pensavo di aver finalmente trovato la mia strada quando decisi di unirmi all’esercito, ma… >>
Abbassò la testa, gli occhi persi sulla superficie bucherellata del pavimento.
<< Quello che avete intenzione di fare qui… non cambierà solo Renmant. Cambierà l’intera galassia >> sussurrò.
Poi, il sorriso sul volto del ragazzo sembrò farsi più grande.
<< È qualcosa con cui posso lavorare. E poi… >> disse lanciando una breve occhiata in direzione di Emil e Kirby << non me la sento di abbandonare voi due idioti. >>
La coppia di ragazzi fece per controbattere, ma James li fermò con un rapido gesto della mano.
<< Detto questo, non mi unirò senza il tuo consenso >> continuò, volgendo la propria attenzione nei confronti di Penny.
In tutta risposta, l’androide dalle sembianze umane gli porse un sorriso gentile.
<< James…tu, Kirby ed Emil siete stati i miei primi veri amici. Ecco perché… vi seguirò fino ai confini dell’universo >> affermò come un dato di fatto, alzandosi in piedi e cimentandosi in un saluto militare.
 << Sono pronta al combattimento! A proposito, come si chiamerà la nostra squadra? >>
<< I Time Warriors! >> 
<< Ma che ca... >>
Il tempo parve fermarsi. Quelle parole, dalla cadenza visibilmente femminile… non erano state pronunciate da nessuno dei membri presenti nella stanza. Il neo-ribelli alzarono gli sguardi in direzione del soffitto, da cui avevano sentito provenire quell’esclamazione.
Potete immaginare la loro sorpresa, quando i loro occhi si posarono sulle figure di Ruby Rose, 
Weiss Schnee, Blake Belladonna e Yang Xiao Long, appollaiate sulle assi che costituivano la copertura della fabbrica.
Tre delle quattro ragazze lanciarono alla loro leader un’occhiataccia, e la mora ebbe la decenza di arrossire.
<< Che c’è? Mi sono emozionata! >>
  
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