Col cuore dalle tenebre stregato, compagno d'orizzonte nebuloso, dello splendore serale privato miro la luna con sguardo pietoso. Con crudeltą il lume vien negato all'animo stanco, sģ bisognoso d'un desiderio che tenni celato, cercando nel tedio vano riposo. La mia esistenza č lacerata dalla strenua lotta tr'ardor e resa: divien inquieta ciascuna giornata. Cerco nel cielo la mano protesa d'una guida dal dolor annoiata: rimane la supplica, disattesa.