Paris, Tour Eiffel.  

“Chat Noir?” sussurrò Ladybug a fior di labbra. Un brivido corse giù per la schiena di lui. Si trovavano uno di fronte all’altro, sulla cima della Tour Eiffel. 

Ladybug si avvicinò pericolosamente al suo viso. Lo sguardo carico di dolcezza e la voce tremante.  

“È possibile innamorarsi di due persone contemporaneamente?”

Lei lo guardava dritto negli occhi. Lui, dal suo canto, non riusciva a sostenere il suo sguardo, né credere alle sue orecchie. 

Era forse una dichiarazione quella che Ladybug gli aveva appena fatto? 

Alzò di nuovo gli occhi verso di lei. Era bellissima. In quel momento sembrava una bambina piccola in cerca di  coccole. 

Rimasero a fissarsi per un periodo di tempo impreciso. Potevano essere pochi secondo, come una manciata di minuti. 

A Ladybug batteva forte il cuore. Era travolta da sensazioni sorprendentemente nuove. 

Mai si era sentita così in presenza di Adrien. Quando lo vedeva, semplicemente andava in pallone. Non pensava ad altro se non al suo fantastico sorriso. 

Con Chat Noir, invece, era diverso. Con lui il cuore batteva in modo diverso, le sensazioni che provava erano diverse, le gambe le tremavano in modo diverso, tutto era diverso. Lei stessa era diversa. Con Chat Noir si sentiva veramente parte di un “noi”. Con Adrien non esisteva altro che la figura accecante di lui. Marinette amava Adrien con tutto il suo cuore, ma, purtroppo, Adrien non ricambiava i sentimenti di Marinette. Per Chat Noir, invece, esisteva lei, solo e soltanto lei. E poi, non era affatto difficile innamorarsi di Chat Noir. Chi non avrebbe amato un gattino tenero e premuroso come lui, che avrebbe dato la sua vita pur di metterla in salvo, che l’aveva aiutata nei momenti di bisogno, che sapeva essere spiritoso ed affettuoso, che aveva condiviso con Ladybug gioie e dolori, sofferenze e delusioni e che, soprattutto, l’amava con tutto il cuore? 

No, non era affatto difficile innamorarsi di Chat Noir. E Marinette se ne stava rendendo conto sempre più velocemente. 

“Chat Noir, credo di amarti” confermò Ladybug, la voce offuscata dall’emozione, il cuore che batteva all’impazzata, le gambe molli, gli occhi lucidi. 

Chat Noir rimase incredulo. Passarono dei secondi, forse minuti. Nessuno dei due aveva il coraggio di ribattere. Ognuno si perse negli occhi dell’altro. 

Forse non servivano parole. Ciononostante Chat Noir sentì il bisogno impellente di rompere quel silenzio insostenibile. Abbracciarla non era certo l’opzione migliore, baciarla men che meno. Magari prenderle la mano. Sì, prenderle delicatamente la mano, intrecciando le dita di lei tra le sue. Non era difficile, poteva farcela. 

Ladybug sussultò quando Chat Noir afferrò delicatamente la sua mano rivestita dal guanto del costume, stringendola dolcemente. Adrien sentì un irrefrenabile impulso di toglierle gli orecchini per poter toccare la sua pelle senza barriere. Ma si trattenne. 

Fece per parlare, nonostante non avesse la minima idea di cosa dire, ma venne bloccato dalle dolci labbra di Ladybug che si posarono sulle sue, regalandogli uno dei ricordi più belli che avesse avuto. 

Mai aveva dato (o ricevuto) un bacio da una ragazza, o, perlomeno, nessun bacio che ricordasse. Spesso immaginava come potessero essere i baci, ma mai si sarebbe aspettato una cosa del genere. Un bacio è... tutto ciò di più dolce ed intimo che si possa immaginare, soprattutto se a darlo è la persona che ami di più al mondo. Soprattutto se a darlo sono le morbide labbra di Ladybug. 

Dopo un tempo indefinibile, Ladybug e Chat Noir si separarono, entrambi rossi come pomodori, entrambi col cuore che minacciava di fuoriuscire dal petto, entrambi ubriachi d’amore. 

“Era forse un bacio, questo?” chiese Chat Noir, imperterrito. 

“Credo proprio di sì, gattino.” Rispose Ladybug. Al sentire il suo nomignolo, un ulteriore brivido percorse Chat Noir. 

Egli credeva che da un momento all’altro le sue gambe non gli avrebbero retto più. Rimase senza dire una parola, di nuovo. 

“Chat Noir, ti prego, di qualcosa, non sopporto questo silenzio” disse allora Ladybug. Vedendo che lui non dava segni di averla sentita, continuò: ”Non riesco a capire a cosa stai pensando, e questo mi manda in totale confusione. Ho bisogno di sentire la tua voce, in questo momento, di sentire che questo tutto non è un sogno. ” esclamò supplicante Ladybug. 

“È che io... non so cosa dire” rispose finalmente lui balbettando. 

“Cos’è, il cane ti ha forse mangiato la lingua?” cercò di sdrammatizzare la sua partner, strappandogli un timido sorriso. Rise anche lei, scrollandosi di dosso un po’ della tensione che aveva accumulato negli ultimi minuti. 

Uno stormo di uccelli passò sopra di loro. Il sole stava per tramontare. 

Lo sguardo di lui tornò subito serio. 

Era ora di farsi avanti, una volta per tutte. Troppe volte si era trattenuto, ma adesso era arrivato il momento di dire ciò che sapeva da tanto tempo, ormai. 

Prese un bel respiro. 

“Ti amo, Marinette.” 

Ladybug alzò gli occhi incredula... Ma cosa..? Come..?

Angolo autrice:

Salve a tutti, lettori. Da qualche giorno mi ronzava nella mente un’idea per una fan fiction su Miraculous, ed ora eccomi qui. Spero tanto che la mia piccola storia vi sia piaciuta. Purtroppo non ho molta esperienza nello scrivere storie di questo genere, ma devo ammettere di essere abbastanza soddisfatta del risultato finale (anche se l’idea di partenza era totalmente diversa xD). 

Comunque, mi auguro che leggendo le mie parole vi siate immedesimati almeno un po’ nella storia e nei personaggi, e, se così non è stato, tutte le critiche saranno bene accette. Spero ci vedremo presto ^^

Talitha_