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Autore: Dark Sider    09/04/2019    12 recensioni
"Ero all’università con Maddy, quando è cominciata: la fine di tutto, intendo. Questi abomini hanno sfondato porte e finestre, assalendo le persone con ferocia. Io e lei siamo riusciti a scappare, ma se cerco di ricordare come, non ci riesco. "
[Quarta classificata al contest "In Breve: il Contest delle Triadi" indetto da Ayumu7 sul forum di EFP]
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto finisce alle due

 

Sei mesi. Sono trascorsi sei mesi dall’inizio dell’incubo; non è come nei film di Romero: è molto peggio.

Queste cose, questi ghoul, sono spuntati all’improvviso, riversandosi fuori dai cimiteri ed invadendo ogni angolo di mondo.

Ero all’università con Maddy, quando è cominciata: la fine di tutto, intendo. Questi abomini hanno sfondato porte e finestre, assalendo le persone con ferocia. Io e lei siamo riusciti a scappare, ma se cerco di ricordare come, non ci riesco. Abbiamo anche provato a tornare alle nostre case, solo per scoprire che non avevamo più una famiglia.

Da allora fuggiamo, cercando di sopravvivere come possiamo. Quella in cui ci troviamo adesso è la trentaduesima casa che cambiamo, però qui c’è ancora l’elettricità, il che è una rara benedizione.

Entro in cucina e trovo Madison che sta versando del caffè da una moca, in due tazzine. «Era in dispensa. È scaduto da qualche mese, ma non credo che ci ucciderà» scherza. È bellissima come sempre, anche con i capelli unti e scompigliati ed i vestiti sporchi. Effettivamente, dovremmo farci una doccia, dato che questo dono di Dio ha anche l’acqua corrente.

Guardo l’orologio: sono le due del pomeriggio. Mi siedo al tavolo e sorrido, afferrando una tazzina. Quando le nostre vite erano ancora normali, andavamo ogni giorno a prendere un caffè prima dell’inizio delle lezioni, io, Madison e gli altri. Sempre allo stesso bar, alla stessa ora: quella di adesso.

Credo che lei si sforzi di mantenere vive certe abitudini per non impazzire.

«Ti fa male, quello?» domanda, indicandomi il livido sullo zigomo destro. Me lo ha fatto un uomo, ieri. Un uomo che ho ucciso per arrogarmi il diritto su del cibo in scatola. Scuoto la testa: in realtà un po’ mi fa male, ma non voglio farla preoccupare.

Lei si avvicina alla finestra e la tazzina le sfugge di mano, infrangendosi sul pavimento; al contempo, un ghoul colpisce con violenza il vetro, la testa da iena a cozzare sulla superficie. Madison urla e si accovaccia, mentre io estraggo la pistola da cui non mi separo mai e sparo. La finestra va in frantumi con un rumore assordante, mentre la testa del ghoul si fracassa. Alcune schegge di vetro finiscono addosso a Madison.

«Stai bene?» le chiedo, avvicinandomi. Lei mi guarda, annuendo lentamente. Non le ho mai palesato i miei sentimenti, però questo mi sembra un buon momento per farlo: mi sono rimasti solo tre proiettili, poi arrivederci.

Mi accosto e la bacio. Un bacio rubato, senza dire nulla e senza pretese. Dall’altra stanza, provengono dei colpi, come di qualcosa che sta battendo su una superficie, accompagnati da gorgogli rochi.

Maddy mi guarda, tra il sorpreso ed il terrorizzato, poi è lei a baciarmi. Il suono di vetri infranti ci raggiunge ed io sento le sue lacrime bagnarmi il viso. Non mi sta baciando per amore, piuttosto credo sia disperazione. Ma che importanza ha, ormai?

Ancora rumore di vetro frantumato e passi strascicati sul pavimento. Stringo la pistola.  

Almeno morirò col suo sapore sulle labbra.

  
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