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Autore: Noa    09/04/2019    0 recensioni
Storia che parla di una Eos differente, dove Lucis, Tenebrae, Accordo e l'impero del Niflheim non sono i soli giocatori sulla scacchiera. Uno sguardo a come si è arrivati all'intricata situazione di Ardyn con gli Dei che lo hanno reso il demone che è diventato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si incontrarono al porto privato del Palazzo Ministeriale di Altissia. Un incontro quieto, certamente teso, ma rispettoso, guardandosi gelidamente dalle loro opposte prospettive.
-Immaginavo ci saremmo reincontrate, Nie-tennō-sama - formale lady Lunafreya nell'uso della lingua antica. Aveva con sè il tridente e vestiva di bianco come suo solito.
Contrapposta anche cromaticamente il signore di Archadia vestiva in nero, con un abito simile ad una divisa militare.
-Siamo sul confine, Oracolo- disse Aznable scrutandola, -quando lascerai la capitale di Accordo perderai la mia protezione, i danni del "dono" torneranno a farsi sentire, anche la tua mente sarà nuovamente vulnerabile, anche se questo non ha davvero cambiato le tue prospettive- calma la voce, pacata. Sguardo profondo, come un abisso di tenebre, scrutante verso la luminosa figura.
-Non ho chiesto nessuna protezione, signore di Archadia. Non necessito protezione dai miei Dei-
Si fissarono per un lungo secondo.
- Dubitare è dunque troppo doloroso? Ti sei domandata perchè avessi tanta pace dopo l'evocazione?- un lieve accenno di sarcasmo.
-Non potete scalfire la mia fede come avete fatto con Noctis- ribatté lei sferzante, stringendo la presa sul tridente, dovette distogliere lo sguardo un secondo. Quegli occhi rossastri violacei, la turbavano, ed intimamente ne odiava la similarità con quelli del principe. Ferita dalla parole dell'arcade, dalle insinuazioni che celeva nel suo dire. -Mi avete privato della voce dei Sei, ma questo non cambia nulla, il loro volere non è arrestabile-
-Ti sei mai chiesta da dove giunge l'Hoshi no yamai? La vostra piaga delle stelle? Hai mai questionato il "grande male" che sei votata a dissipare al prezzo della tua vita?- sferzante la voce, la sfidata a capire, non sono ad accettare.
-Una malattia oscura, proveniente dal passato, retaggio Guerra degli Dei. Essi ci donano la luce che ci permette di combatterla-
-Falso principessa e so che lo senti quando il magico dono che usi per salvare la popolazione di Eos ti contanima l'animo ed avvelena il corpo. Non è una malattia, per questo non si può curare-
Lunafreya sembrò irrigidirsi, ma ostentò fermezza.
-Il Plasmodium è reale-
-Molto reale, ma non biologico. È fatto di magia antica, imitia una malattia, ma è una maledizione Divina-
C'era angoscia sul volto angelico dell'Oracolo, sentiva di disprezzare il Nie, in un modo alieno al suo essere eppure vivido. Le sue parole la ferivano, ma era vero, c'era silenzio ora nella sua mente, nessun sussurro mistico, nessuna voce a guidarla. Era affliggente quel silenzio, sola con il suo sapere frammentario.Tacque.
-Solheim all'apice della sua potenza aveva le nozioni e la capacità tecniologiche per combattere i dogmi degli Dei. Trovarono le tracce dell'inizio dei tempi di Eos e dei Sei, tracce che si erano tanto impegnati a nascondere, ma che indelebili restavano incise nell'anima dei quattro elementi, un monito che non potevano semplicemente far sparire, perchè inciso nel tempo da coloro che avevano ingannato- fece una pausa, il Nie scrutò la ragazza, era l'ultima occasione per un dialogo. Una volta andata via avrebbe perso ogni presa.
-Ignobili le azioni di Solheim contro gli Dei, loro protettori. Hanno salvato loro Eos dall'ira di Ifrit, non l'antico impero-
-L'ira di Ifrit è un racconto di inganni, ma la versione che la sua rabbia era verso gli uomini belligeranti sicuramente ha avuto più presa della noiosa verità. Come potevano non essere belligeranti gli uomini io mi chiedo, con Bahamut signore della guerra come loro dio più temuto- insinuante il tono, mefistofelico.
-Il Draconiano ha sconfitto l'Ardente per il bene degli uomini! Li ha protetti da un nemico con cui non potevano competere, anche se loro erano pronti a rigettare gli insegnamenti divini- si rianimò agguerrita la Principessa, con quella determinazione cieca, mossa dalla fede, non dalla conoscenza e dalla consapevolezza.
L'arcade stava davvero sfidando le possibilità di questa ultima conversazione.
-Se sono così saggi e potenti i tuoi Sei, perchè una semplice meteora proveniente dal cielo può sconquassarli con un male incurabile?-
-Il Titano ha fermato la Meteora-
-Ma non la Piaga e nessuno dei Sei è intervenuto-
Silenzio tra loro, teso. Le argomentazioni erano fastidiosamente precise, domande pungenti, negli angoli bui di un nozionismo dogmatico, che non poggiava davvero su fatti.
-La rabbia dell'Ifrit e la sua furia non hanno piegato Solheim, non ne hanno spezzato la determinazione a resistergli, mentre la mistica piaga ha messo l'impero degli umini in ginocchio e li ha riportati tra le braccia delle divinità. Non volevo più risposte alla fine, volevano solo essere protetti, volevano pregare e non comprendere-
-È blasfemo il vostro parlare, Imperatore del Cielo-
-La verità è una spada dalla lama affilata purtroppo. Divinità o meno a brandirla-
-Sfidi leggi più grandi te, come i tuoi predecessori- troncò le formalità anche l'Oracolo, stizzita e turbata, - Voi Nie siete nati dal racore degli Esuli che non hanno accettato il loro destino di fermare le tenebre oltre la nebbia- accorata nel professare la certezza nella sua fede. Tuttavia il silenzio nei suoi pensieri non smetteva di fare male, e tutta la sua sicurezza sembrava tremare sotto gli occhi inquisitori dell'arcade.
-C'è Archadia oltre la nebbia, non le sole tenebre. C'è un popolo che vive e combatte una guerra che gli è stata imposta dalla cupidigia e dalla gelosia. E si vi è il chaos delle Lande Perdute, quelle terre di morte che anche i Sei dovevano contenere, ma sono semplicemente fuggiti su Eos chiudendo il passaggio con l'inganno-
-Tu menti, come chi prima di te ha tentato di insnuare il dubbio valicando il confine proibito-
Era difficile avere a che fare con la cieca ubbidienza della Portavoce dei Sei. Trattenne la risposta di getto che le era salita in gola, distolse lo sguardo e trasse un profondo respiro. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere Gabranth con sè in questo momento.
-Se mento perchè non chiedere conferma?-Propose infine, tentando per altre vie.
-Non offenderò gli Dei per un gioco di dialettica-
-Gli Dei sono equivoci anche con i suoi eletti, principessa, o devo ricordarti di come il Leviatano ha reagito al Re Prescelto?-
-Noctis avrebbe infine prevalso, dando prova di sè. Tu l'hai privato di questa possibilità-
-Sarebbe morto- ribatté impietoso il Nie, un'occhiata critica all'eterea fanciulla, -ma tu, pronta al sacrificio, saresti intervenuta usando l'eredità dei Re di Lucis. Ti sarebbe costata la vita, ma è il giusto prezzo da pagare, da quel che mi dici- sarcasmo nella voce, non riuscì a trattenersi.
-Non lo sapremo mai a questo punto. Mi hai salvato per avere questo momento? Questo abboccamento sul confine?-
-Non ho salvato te-
-Onesta almeno su qualcosa- lieve, appenna accennata, pungente ironia. La principessa di Tenebrae guardava l'arcade e vedeva Noctis urlare il suo nome in preda alla disperazione, lo vedeva senza quella luce di pace che l'abbracciava ogni volta che era con lui, o pensavo a lui. Lo vedeva come senza filtri, senza l'amore tragico e travolgente che aveva sempre provato, senza avere consapevolezza di un'origine, fin da bambina.
Tacque.
-Hanno dato un significato preciso alla tua vita, non ho dubbi abbiamo un piano per la tua morte- confessò senza imbarazzo l'arcade, nessuna falsa dichiarazione di altruismo.
-Provo pena per i Nie, vivete nella paranoia, nel senso di tradimento ed inganno inculcatovi da una preghiera di risentimento dei Tutelari che hanno perduto la grazia- si impose di ribattere Lunafreya, per scacciare le immagini senza filtro. Senza la voce di Gentiana a cullarla.
-Chi è la blasfema ora?-
-Salvarmi per fare uno sfregio ai Sei, è scioccamente meschino-
-L'equazione è cambiata, nessuno sfregio. È una partita a scacchi-
-Chiedete troppo, non potete giocare con gli Dei in questo modo- tornò ad usare approcci formali. Non era consona alla maleducazione e qualcosa nella donna dagli occhi rosa e lavanda la forzava al rispetto, ora che non vi erano voci.
-Eppure eccomi qui-
-Ardito è il vostro azzardo, non v'è paura in voi, ma è la morte il prezzo per cotanta stolta audacia. Se non per mia mano, essa giungerà tramite il Re Prescelto, per volere dei Sei-
-Possibile-
-Ci proverete comunque- malinconico per un secondo, il tono dell'Oracolo. La risolutezza del Nie era diversa dalla sua, differente ostinazione.
-Sono una donna testarda-
Lady Lunafreya sospirò, inspirando poi profondamente, l'aria marina di Altissia, gli occhi si spostarono sull'imbarcazione designata a riportarla entro i confini di Lucis.
-Siamo al congedo Nie-tennō-sama, signore degli Esuli. Il mio destino non è cambiato, nè la mia determinazione a portalo a compimento-
-Così sembra- ammise l'arcade dopo un lungo silenzio, ricambiando lo sguardo dell'Oracolo, - solo un'ultima domanda dunque: sei pronta ad uccidere Noctis per obbedienza agli Dei?-
Lo disse con tono incurante quasi, come se le annunciasse un temporale dalle previsioni meteo eccentriche. Fu come se l'avesse schiaffeggiata con un guanto rostrato. La ragazza non riuscì a rispondere, strinse solo il tridente.
-Hai ancora con te l'anello, lui non te l'ha chiesto. Difficile vero? Non vuole il potere solo perchè gli hanno detto che deve possederlo, si pone troppe domande questo principe- beffardo il tono, mosse due passi verso l'eterea figura, -non gli hai detto che deve morire per il suo destino. Parli del Grande Male, parli di purificare la vostra amata stella e ripristinare la luce, ma non gli hai detto come deve farlo. È sempre più facile parlare di sommi doveri e celesti destini, ma c'è un momento in cui la verità va semplicemente detta a voce alta e non sembra troppo nobile a quel punto- l'occhiata che le scoccò fu di sufficienza e disgusto, -non gli hai detto che deve suicidarsi-
Nessun tono mistico o solenne, le parole graffianti come unghie su una lavagna di ardesia.
Lunafreya dovette chinare lo sguardo, con umiliazione. Non c'era Gentiana, carezzevole e premurosa, a rinfrancarla, era sola davanti a questo mostro dagli occhi bizzarri e la lingua tagliente.
-Ne va del destino del mondo-
-Ma davvero?- sarcasmo più tagliente, più impietoso, davanti a tanta ottusità, - il mondo finirà se lui non accetta di morire come programmato?-
-L'oscurità si prenderà tutto-
-Un bel racconto, ma non c'è solo oscurità, come non c'è solo luce, l'una e l'altro sono due facce di una stessa medaglia. I Sei giocano con l'illusione e la paura delle tenebre, ma non esistono le tenebre se non vi è luce a controbilanciarle. Solo il nulla, e mi spiace Principessa, bene e male sono banalità cui noi non giochiamo ad Archadia- veemente il tono, le si parò davanti – verrà il momento in cui dovrai dire la verità al tuo prezioso Re Prescelto e non ci sarà Shiva a sussurrarti la frase più indicata- sibilò quest'ultima parte, sguardo trapassante.
Senza accorgersene l'Oracolo era arretrato di un passo. Tremava, con contegno rigoroso, ma tremava, le dita faticavano a mantere ferma la presa sul tridente.
-Dillo a Gentiana. Dille che non vedo l'ora di incontrarla e sentire la sua versione della storia- un sorriso tutt'altro che benevolo.
Luanfreya voleva ribattere, ma era titubante, frenata dal sospetto. Sconvolta e sconquassata come mai si era trovata ad essere. Sempre forte delle sue certezze divine, ora fremeva nel dubbio. Aveva paura del Nie, paura delle sue parole ed insinuazioni, paura che fosse verità quella che pronunciava con tanta irriverenza.
I loro sguardi si incrociarono un'ultima volta. Il silenzio fu più assordante delle parole. Un istante dopo il Nie era scomparso ed un irritato Cid Sophiar annunciava la fine del preparativi del vascello che avrebbe condotto a Lucis l'Oracolo.

...

-Non lo so, credo abbia detto Dario del drago?- confuso Prompto, tono scettico, non ricodava per nulla le parole dell'Oracolo, troppo in stress nel mettere gli eventi in successione.
-No era qualcosa come Damio?- Intervenne Gladio spazientito, - che per questa pagliacciata con il Nie ha abbandonato il suo regno-
-Si giusto si- riprese il biondo, -che per volere dei Guardiani, cinque Reggenti vengono strappati per l'ossessione di un solo signore- rievocò parte delle parole della donna.
-Daimyo?- intervenne in aiuto Ignis, sequestrato dai due, -Lady Lunafreya ha detto Daimyo del Drago, parlando di Gabranth?-
I due annuirono all'unisono. Specs sembrò adombrarsi.
-Ha senso-
-Cosa?-
-Il Nie è accompagnato in Eos da cinque Tuoni, fin dalla sua prima venuta, così scriveva Re Egill quantomeno. Cinque cavalieri, uno per ogni Clan esistente in Archadia, questi cavalieri sono di fatto i Daimyo dei rispettivi principati che compongono l'Impero- spiegò infine scrutando gli altri due.
-Aspetta quindi i tuoi nuovi compagni di viaggio sono in realtà sovrani di quattro dei cinque regni di Archadia?-
-Una reale rottura di scatole, non porteremo mai a ragionare cinque altezze reali oltre al loro dannato Sovrano- sbuffo irritato lo scudo del Re. Ignis gli scoccò un'occhiata truce.
-Chievo venia Iggy, è anche il tuo imperatore ora, non si dice imperatrice?-
-No, il Nie è considerato termine neutro e quindi si dice imperatore, che in lingua antica non ha femminile o maschile associato- sospirò Specs, -non penso che mi abbiate sequestrato per parlare di Etichetta, quindi?-
-Scusa divagavo- riprese in mano il discorso Gladio, -Gabranth sostiene di voler tenere in vita Noct, a differenza dell'Oracolo, che non ha smentito la cosa quando abbiamo chiesto. La cosa però non mi torna, se sono tutti Principi Reggenti, perchè dovrebbero voler tenere vivo il motivo per cui sono qui invece che dall'altra parte? Archadia ha guerre interne ? O casini- vago, non certo di avere una reale presa sui fatti dall'altra parte della nebbia.
-È impossibile vero?- irruppe ancora Prompto con l'ansia che si tagliava a fette, -non esiste che Lady Lunafreya possa voler nuocere a Noct- aveva disperatamente bisogno di una conferma.
Specs sospirò cupi, ma non aveva affrancazione da fornir loro.
-Lo state domandando ad un Arcade, ve ne rendete conto?- Dovette dirglielo, occhi verdi che spaziavano da l'uno all'altro.
-Per Shiva, Iggy! È un'emergenza, non puoi fare questo gioco, stiamo per lasciare Altissia! Con l'Oracolo- proruppe Gladio.
-Il mio passare sotto il vessillo del Nie non è stato un gioco, sono nel Clan del Leone ora e voi siete cavalieri di Lucis-
-E quindi non ti frega più di Noct?- borbottò incredulo il cavaliere più giovane.
-Non essere ridicolo, Prompto. Quindi non sono la persona a cui due Lucii vogliono fare domande sull'onestà della Portavoce dei Sei-
-E a chi dovremmo chiedere di grazia? Sei l'unico che ha letto quel dannato libro-
-Dovreste chiedere all'unico cavaliere di Lucis che conosce entrambi i nostri mondi-
La risposta gelò entrambi.
-Gabranth?-
-Mentirebbe, dovevi sentirlo con Lady Lunafreya la trattava come una terrorista- scosse con convinzione il capo il biondo, era inaccettabile per lui, l'Oracolo era la sua luce divina, non era contestabile.
-E se dicesse la verità?-
Si scambiarono tutti uno sguardo molto intenso.
-D'accordo Iggy, ho capito il punto- ruppe il silenzio teso Gladio, -non hai il divieto di usare quel tuo bel telefono, quindi restiamo in contattato. Ho bisogno di conferme, se Noct rischia qualcosa dobbiamo saperlo, a prescindere da quale sia il lato da cui proviene la minaccia-
-Wow, ragazzi!- mani in alto teatralmente, -stiamo dicendo che potremmo metterci contro sua altezza Floret?-
-Se prova ad ammazzare Noct, si, non sono ancora sposati non abbiamo ingerenze di ruolo ancora- disse spazientito lo scudo del Re.
-Posso certamente tenere i contatti, ma questo non cambia i fatti che avete bisogno di risposte che io non posso darvi-
Gladio imprecò a fior di labbra, mentre Prompto inspirò ansioso.
-Dicci almeno se Re Egill dice qualcosa in merito o da un qualche riferimento, per noi, per noi da questa parte della Nebbia-
Ignis scosse il capo, distogliendo un secondo lo sguardo.
-Ovviamente non ho ancora letto ed analizzato tutto, ma ricordate che sua maestà parla da un punto di vista diverso dal nostro, il Re Prescelto non s'è mai presentato nella storia di Lucis dopo Somnus-
-Quindi l'Oracolo di oggi e la sua missione, per così dire, potrebbe essere radicalmente diversa da quella di tutti i suoi predecessori-
-Corretto, Gladio-
-Stupendo- un mezzo ringhio, -comunque non credo possibile che Lady Lunafreya possa voler nuocere direttamente o indirettamente a Noctis, sarebbe ridicolo, è quasi morta per portargli l'anello-
Prompto annuì con vigore.
-Però sua altezza non ha smentito il Drago?-
-No- ammise riottosamente Gladio.
-Bè insomma, circa, ha detto che l'Esule voleva solo minare la nostra fiducia-
-Non è una negazione, è uno sviare-
-Per i Sei, vuoi fare analisi logica ora?-
-Perchè no, a quanto pare le cose non sono bianche o nere- il tono di Ignis era severo, critico.
-Dannazione Iggy sei da cinque minuti con gli Arcadi e già non ti sopporto quanto loro!- sbottò lo scudo del Re, facendo un passo minaccioso verso l'amico.Sguardo rancoroso, anche se era conscio dei motivi, si sentiva ancora tradito dalla sua accettazione blanda di cambio bandiera.
Fu un attimo, un fruscio del vento ed l'elsa fasciata di una katana trattenne il braccio di Gladio. Larsa era tra lui ed Ignis.
-I Tutelari mi assistanto, non state cercando di infrangere un voto sacro cinque minuti dopo averlo preso, vero nobili cavalieri di Lucis?- flessuosa e perfida la sua voce melodica. I lunghi capelli neri sciolti, gli occhi argento irriverenti nel criticarli in silenzio. Il suo viso d'angelo era in eterna contraddizione con le sue sferzanti parole.
-Hey!- ringhiò lo Scudo del Re spintonando via l'elsa porta a frenarlo. L'arcade la scansò prima che potesse toccarla, riportando la spada verso il basso, tenuta nella mano sinistra.
-Ignis-dono?- voluta l'etichetta di Archadia.
-Solo uno scambio di opinioni- disse posato Specs, -direi che torno con voi-
-Ossequi signori, il porto vi attente. Date sollievo al Primo Segretario, merita di poter respirare di nuovo a pieni polmoni- un modo perfido ed elegantemente indiretto per ricordare loro di andarsene.
I due non salutarono, si limitarono a guardare l'amico in allontanata con il Principe di Dalmasca.

-Non pensavo di necessitare un custode- ruppe il ghiaccio i neo-cavaliere di Archadia quando furono a distanza sufficiente. Il tono rispettoso restava comunque freddo.
-È così che mi vedi? Un custode?- sogghignò l'altro sornione. Larsa era un uomo difficile da cui cercare di estrapolare informazioni indirette, troppo avvezzo all'intricata politica dei Clan.
-Siete apparso scenicamente al momento giusto- sempre formale, ma non troppo formalizzato.
-Il Campione di Smeraldo vuole accertarsi che il tuo essere diventato un Leone di Vodacce non ti sia passato di mente-
-Non credo sia possibile dimenticarlo-
La gru sorrise ambiguo.
-È la verità?- chiese senza mettere soggetto, impedendo che il silenzio teso tornasse vivo tra loro, -l'Oracolo non desidera Noctis in vita quanto il drago?-
-Tu cosa pensi?-
-State sviando-
-Non davvero, sto provando a metterti in prospettiva- disse l'altro beffardo, -una cosa vere l'hai detta: non è tutto bianco o nero- ammiccò.
-Non credo lei possa voler mettere in pericolo il principe, ma non credo che questo renda sicuro il tutto-
-Risposta interessante. Quindi, qual è il vero problema?-
La flemma analitica di Specs vacillava, uno strano nervosismo ad affliggerlo.
-Non sapere-
Larsa rise, era echeggiante il suo ridere, non davvero derisorio per altro. Sembrava genuinamente divertito.
-Hai appena detto una verità ben più grande di quella che immagini. L'oracolo è un burattino, amorevole ed onesto, ma si muove in base a come i fili che la imbrigliano decidono di flettersi. Dunque dov'è il pericolo in questo?- gli scoccò un'occhiata intensa.
Ignis ricambiò cupamente lo sguardo.
-Lei non è consapevole di guidarlo al pericolo-
-Sicuramente inquadra bene la sua facciata di innocenza questa spiegazione, ma la trovi funzionale?-bloccò il passo Larsa, con quelle sue movenze flessuose ed eleganti. -Andiamo cavaliere, eri quello intelligente- sfotté perfido, -non vuoi davvero passare per lo stesso livello di comprensione dei tuoi due ex compagni d'armi-
-La sua fede- mormorò Ignis a fior di labbra ricambiando lo sguardo dell'altro, -lei sa, ma crede sia sempliemente la scelta dovuta, per i Sei...- lo disse a fior di labbra, turbato.
Di colpo si guardò indietro, la gru ad un passo da lui, con un'espressione eloquente in viso. Era combattuto.
-Non posso tornare indietro-
-È stato uno scambio equivalente. Non puoi infrangere le regole solo quando fa comodo, hai dato il suggerimento migliore, direi che non potevi sperare in nulla di meglio- gli fece cenno di proseguire.
-Gladio non...-
-Se vuole pensare con i muscoli non può essere un tuo problema. Il Principe Incoronato doveva scegliere meglio il suo scudo-
-Noctis non ha avuto scelta su nulla!- sibilò Ignis severo, frustrato.
L'arcade rise.
-Oh giusto, parliamo del Re Prescelto- alzò teatralmente le spalle, -touché, dimenticavo che avevamo a che fare con più serie di burattini-
Un lampo attraversò gli occhi del giovane, ma non sbottò. Analitico, trovava più utile le informazioni ottenute dalla rabbia che gli scatenevano.
-Direi che da qui posso proseguire da solo- si congedò gelidamente Ignis, riprendendo il passo e sperando vivamente di non venir seguito.
Così fu. Larsa si limitò a guardarlo svicolare alla prima svolta dei quartieri ministeriali, con un sorrisetto divertito in viso.
-Sbaglio o non dovevamo strapazzarlo?- chiese la voce soniona di Nae. Probabilmente non era appena giunta.
-Abbiamo solo avuto una chiacchierata da pari-
-Pari- ripetè lei con disgusto, -è così che ti senti? Un suo pari?-
-Il Nie vuole che sia così. Pertanto così sarà-
-Giusto- sospirò calcando volutamente sul gesto, -e tu sei così ubbidiente, un vero soldatino. Mi ricordi Toturi in questo momento-
-Che onore, per siffatto paragone- sfotté l'altro imperterrito.
-Ha rinunciato a Gabranth, Larsa. Vuoi continuare questo gioco?- tagliò corto la fenice, non amante dei giochi di dialettica.
-È il Nie, può fare ciò che desidera-
-Vuoi davvero insistere con questa linea?- sibilò irritata, -vuoi fidarti dello Scorpione-
-Togashi ricordi?-
-Ma ti prego- esasperata la donna, gli si parò davanti, -tu sai chi è Togashi Yokuni?-
-Come tutti, Shiba- sorrise mellifluo, -fammi capire sei gelosa? Volevi diventare tu cavaliere di Lucis? Hai dimenticato il piccolo prezzo da pagare per lo scambio?-
Lei fece una smorfia torva.
-Credi che dopo averla quasi lasciata morire ad Insomnia abbia creato un legame così speciale tra voi che scambiare te con il ragazzino stratega sarebbe stato equivalente? O speravami che cedesse me?- beffardo il tono mentre la scrutava attento.
-Forse non sono io quella gelosa- insinuò in ribattuta lei, scostandosi, -ho seriamente temuto che cedesse Toturi, a dire la verità, ma per fortuna serviva un legame fraterno e nessuno di noi a parte Gabranth corrispondeva. Il mio punto è un altro: non doveva cedere ai trucchi di Egill, ci sono modi e maniere per aggirarli, quello stolto non sa fare patti come un Arcade, il Nie dovrebbe saperlo bene-
-Hai mai pensato che il signore del cielo non vuole incrinature con la sua controparte, per evitare problemi con l'Architrave?-
-Il Principino ha già fatto tre contratti il terzo proprio grazie a lei, ci sono già incrinature grandi come voragini-
Lo sguardo di Larsa si assottigliò.
-Che cosa vuoi Immortale Shiba? Che cosa mi stai chiedendo esattamente?-
-Il daimyo del Leone- di nuovo, stesso sguardo che gli aveva rivolto dopo la scoperta dell'identità del loro signore.
-Lo hai già detto- inspirò profondamente, -Akodo è il Campione di Smeraldo, non puoi cambiare questo fatto-
-Non possiamo perdere Yokuni e Toturi nella stessa guerra, nella stessa epoca!- la voce tagliente come la sua spada.
-Fai insinuazioni che a Kadessa ti potrebbero costare la testa, ne sei consapevole?-
-Fortuna che non siamo in Archadia in questo momento- ribatté lei insolente.
-Non ho dimenticato la tua... confessione a cuore aperto- volutamente inserì una pausa nelle sue parole, -che cosa ti aspetti da me?-
-E se fossi tu il Campione di Smeraldo?- propose con uno sguardo suadente, carico di sottointesi, di nuovo di fronte a lui.
Larsa tacque, uno sguardo severo negli occhi ora non più sornioni.Poi dissimulò lo stupore con il suo solito fare altezzoso.
-Follie, la tua mente dimentica le regole più basilari della nostra tradizione-
-Le cose cambiano-
-Non queste!-
-Akodo non rinuncerà mai, come sua grazia non cambierà idea-
-Avresti mai detto che eravamo in guerra insieme al leggendario Togashi Yokuni?-
Tensione.
-Non è la stessa cosa-
-Mai è una convezione di intenti, non una legge scritta nella pietra-

  
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