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Autore: LorasWeasley    13/04/2019    1 recensioni
AU [Spamano|FrUK|PruCan| Accenni Gerita]
"-Va bene, sei ufficialmente il nostro nuovo coinquilino, finché non ci tiri brutti scherzi.
Antonio non poté fare a meno di sorridere –Ho 25 anni, direi che sono abbastanza grande per gli scherzi.
...
-Quindi sei uno spagnolo che sta andando ad abitare con un tedesco, un inglese e un italiano, sembra l’inizio di una barzelletta."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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8.Gilbert

Erano le tre e mezza del pomeriggio quando Gilbert decise di muoversi da casa.
Andò a piedi perché aveva piovuto per due ore abbondanti e la strada sarebbe stata bagnata  e piena di fango, non voleva di certo sporcare la sua moto che adorava quasi quanto se stesso.
Si mosse per quell’ora perché aveva smesso di piovere e gli era sembrato il momento più opportuno.
Inoltre che importava se fosse arrivato con due ore e mezza di anticipo? Nessuno avrebbe rifiutato la sua magnifica presenza, o almeno era quello che credeva.
Rimase dietro la porta, questa volta quella giusta, a suonare per ben cinque minuti abbondanti.
Solo perché era diventato davvero insistente e non aveva nessuna intenzione di andarsene la porta gli fu aperta da un visibilmente scocciato Arthur che aveva addosso solo i boxer, messi al contrario data la fretta, e i capelli scompigliati.
Gilbert non ci mise molto a comprendere che l’avesse disturbato, ma fece finta di nulla e annunciò –Cerco i miei amici.
-Ludwig è all’università. Antonio è fuori con Romano. Francis è impegnato.
Gilbert alzò un sopracciglio divertito –è un succhiotto quello che hai sul collo?
Arthur si limitò a chiudergli la porta in faccia.
-Potevano pure invitarmi- borbottò il tedesco risentito –Nessuno rifiuta mai una cosa a tre. Che maleducati.
Non sapeva che fare, di sicuro non avrebbe aspettato per due ore seduto nelle scale fredde e in marmo che i suoi amici sbrigassero i loro sporchi comodi, così quasi come in un flash rivide nella sua mente il volto dolce e imbarazzato del ragazzo che viveva solo un piano più sotto.
Quando si ritrovò davanti la sua porta tentennò leggermente prima di bussare, e non gli era mai capitata una cosa del genere.
Quando Matthew gli aprì la porta i suoi occhi si fecero molto più grandi di quanto già le lenti degli occhiali non glieli facessero, aveva delle calze ai piedi, un sotto di tuta sformato e una felpa quasi il doppio di lui con sopra stampata in rosso la foglia del Canada.
-Ciao Matt.
-C… Ciao- balbettò questo non aspettandosi una visita del genere –Tuo fratello vive sempre al piano di sopra- gli ricordò.
-Lo so, ma mio fratello è all’università, il mio migliore amico fuori non so dove e l’altro mio migliore amico si è chiuso in casa con il coinquilino di mio fratello a scopare, e non mi hanno neanche invitato!
A sentire quelle parole il canadese divenne completamente rosso e per poco non svenne.
Fu Gilbert a continuare a parlare –Posso stare qui per un po'? O sei impegnato?
-Oh… Si, certo…- si mise di lato e lo fece passare.
Questa volta Gilbert fece più attenzione a tutto ciò che lo circondava lungo il corridoio e poi nel soggiorno, era uguale a com’era l’ultima volta che era entrato li –sembra un covo di nerd qui dentro- commentò sincero fissando la quantità di cose elettroniche.
-Bè si…- perché la voce di quel ragazzo era sempre così bassa? –Lo è davvero.
Gilbert si accomodò sul divano senza che nessuno gli avesse detto nulla e Matthew si sentì in dovere di offrigli qualcosa –Cosa ti porto?- era imbarazzato –Non sono abituato ad avere ospiti.
-Una birra.
Matthew sparì velocemente e tornò con una bottiglia di vetro e un bicchiere con del succo dentro.
Si tenne il bicchiere per sé e porse la birra al suo ospite.
Gilbert lesse curioso la marca: Labatt's Blue –Non avevo mai sentito questa marca.
-Oh, è Canadese, ho solo questa, mi spiace.
-Andrà bene. Sono tedesco, amo qualsiasi tipo di birra.
Matthew gli sorrise, un piccolo sorriso sincero che riservava solo a poche persone, non quei soliti sorrisi di circostanza che aveva con tutti.
-Ti va di giocare?- chiese poi dopo diversi minuti di silenzio indicando lo schermo enorme della televisione che avevano di fronte.
Lo sguardo di Gilbert si illuminò, un sorrisetto divertito gli spuntò in volto –Se non ti lamenterai quando ti straccerò, ovvio.
-Se ne sei convinto…- quel sussurro fu anche più basso di tutti gli altri, poi il canadese si alzò e accese tutto quello che gli serviva, infine si risedette al suo posto porgendo un joystick rosso al suo ospite.
Aveva messo il gioco di cui aveva il poster in corridoio e che aveva attratto Gilbert da subito, scelse la modalità due giocatori, premette il tasto “start” e non ci fu più bisogno di parlare.
-COME DIAVOLO HAI FATTO!?
Matthew l’aveva battuto per la terza volta consecutiva, Gilbert non capiva, era come se usasse delle mossa extra o che comunque lui non aveva mai visto, come se in un certo senso barasse.
Il canadese si morse le labbra e fece un piccolo sorriso –Comunque sei veramente bravo a giocare- gli disse.
-Mi stai prendendo per il culo?
Matthew si spaventò per quel tono e Gilbert lo capì dal suo impercettibile cambio nella voce e dal sorriso che spariva, si fece più piccolo contro il divano e borbottò –No, sono serio…
Gilbert sospirò e cercò di calmarsi, in fondo non ce l’aveva davvero con lui, era solo questione di orgoglio. E lui aveva un forte orgoglio.
-Resta il fatto che continui a battermi senza neanche impegnarti troppo.
Matthew rise piano –Potrei avere un po' barato.
-Lo immaginavo- Gilbert posò il joystick sul tavolino di fronte e gli si avvicinò –Dimmi come fai.
-Uhm, non posso…
-Oh si che puoi- Gilbert gli afferrò i fianchi con le mani, poi sorrise quasi sadico, infine iniziò a fargli il solletico.
Matthew lanciò un urletto non del tutto virile e cercò di toglierselo di dosso, ma sembrava che le mani del tedesco fossero ovunque.
-Ti prego, smettila!- rideva e scalciava.
Ma Gilbert era irremovibile e gli bastarono pochi minuti per vincere.
-Va bene, va bene- biascicò infine Matthew senza fiato e con le lacrime agli occhi –Hai vinto.
Gilbert sorrise soddisfatto e tornò a sedersi composto, poi lo fissò in attesa.
-Sappi che mi imbarazza un sacco questa cosa- Matthew si coprì il viso con entrambe le mani, la sua voce arrivava attutita –L’ho creato io.
Gilbert strabuzzò gli occhi –Eh? Hai creato un modo per barare?
-No…- Matthew aprì leggermente le dita per vedere attraverso gli spiragli, anche con una buona parte del volto coperto si vedeva quanto fosse rosso in volto.
-Ho creato io il gioco.
-Davvero?- gli occhi di Gilbert erano pieni di meraviglia –Ma sei fantastico.
E fu un semplice complimento detto di getto e con il cuore che lasciò quasi senza fiato Matthew.
-Quindi è questo che fai per vivere?- Gilbert si alzò e si guardò con molto più interesse intorno.
-Faccio il programmatore di giochi, si… Tu?
Gilbert ampliò il suo sorriso e alzò le braccia come se dovesse presentare qualcosa di fantastico, ovvero se stesso.
-Hai proprio di fronte a te un attore.
-Reciti nei film? Conosci attori davvero famosi?- Era cosi eccitato Matthew di quella novità che il suo tono di voce divenne quasi uguale a quello delle persone normali, quasi.
Gilbert gli diede le spalle per non far vedere il suo rossore –Non ho bisogno di fare amicizia con quei palloni gonfiati. Per ora ho fatto qualche comparsa in alcune serie tv e delle pubblicità, ma puoi star certo che arriverò in alto. Molto in alto.
Aveva fatto quella conversazione un milione di volte ormai e con un sacco di persone diverse. Lui era soddisfatto di quello che faceva e non gli importava nulla del pensiero degli altri.
Per questo, nonostante ogni volta dopo quella sua affermazione la gente non faceva altro che ridere o sfotterlo per quelle parole, lui continuava a rispondere nello stesso modo, perché era quello che voleva fare e non avrebbe permesso a nessuno di abbatterlo.
Ma Matthew fu il primo che non rise o lo prese in giro per quello che aveva detto.
Matthew fu il primo a rispondergli serio –Sono certo che ci riuscirai. Non posso dire di conoscerti, ma sembri avere un bel caratterino, potresti conquistare qualsiasi cosa.
Gilbert si girò a fissarlo, non era sicuro di aver sentito quelle esatte parole.
Matthew sostenne il suo sguardo semplicemente per fargli capire che era serio, che non l’aveva detto tanto per dire, ma che ci credeva sul serio.
Dovette distogliere lo sguardo quando Gilbert rispose con –Qualsiasi cosa, eh? Quindi dici che potrei conquistare anche te?
Il biondo nascose di nuovo il viso tra le mani portandosi anche le ginocchia al petto e si chiuse totalmente in se stesso borbottando frasi scomposte sull’essere imbarazzanti e dire frasi che non si dovevano assolutamente dire.
Gilbert rise divertito e intenerito da quella scena, gli poggiò una mano tra i capelli scompigliandoli –Matt?
Come risposta ricevette un nuovo mugolio soffocato e disperato.
-Ehy dai non volevo metterti così in imbarazzo, potresti evitare di avere una combustione umana spontanea?
Silenzio, poi Matthew rispose con quella che forse doveva essere una battuta –Non ne sono sicuro.
Il cellulare di Gilbert iniziò a suonare avvertendolo di una chiamata, controllando lo schermo notò che era Francis, lanciando una veloce occhiata all’orario mentre accettava la chiamata notò che erano le 18.02.
-Ti sei divertito abbastanza?- rispose con questa domanda Gilbert, anche se in realtà avrebbe voluto avere una voce molto più risentita.
-Totalmente, sono felice che tu non abbia insistito alla porta.
-Però che bastardo che sei, potevi anche invitarmi- Matthew aveva alzato lo sguardo curioso e stava seguendo quella conversazione ascoltando ovviamente solo le rispose dal suo lato.
-Era una cosa esclusiva, Gil.
-Mah, per questa volta te la faccio passare.
Matthew storse leggermente la bocca, molto probabilmente il ragazzo aveva comunque capito il punto della situazione.
Francis rise poi domandò –Comunque dove sei? Io e Antonio ti stiamo aspettando.
Potete scendere, vi sto aspettando davanti al portone.
-Arriviamo.
Chiusero la chiamata e Gilbert recuperò la sua giacca.
-Io devo andare, ti ringrazio per avermi ospitato questo pomeriggio.
-Nessun problema- Matthew era tornato ai sussurri, lo accompagnò fino alla porta e lo fece uscire.
-Grazie a te per avermi tenuto compagnia, quando vuoi puoi…- si morse le labbra e non finì la frase, troppo imbarazzato per dirlo sul serio.
Gilbert gli scompigliò i capelli, poi più lentamente scese con la mano sulla sua guancia annuendo –Quando avrò tempo tornerò, infondo sarebbe degno di una persona fantastica come me battere il programmatore di giochi al suo stesso gioco, non credi?
Matthew non riuscì a rispondere, troppo concentrato sul calore della mano nella sua guancia e sul pollice che gli accarezzava lo zigomo rosso.
Quando si sentì una porta al piano di sopra aprirsi e le voci di Antonio e Francis invadere il condominio Matthew sussultò e farfugliando un saluto gli chiuse la porta in faccia.
Aveva forse paura delle altre persone? O aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere?
  
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