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Autore: Devil_san    14/04/2019    1 recensioni
Desmond non muore e viene scambiato per un Istari.
…e si ritrova coinvolto in una guerra.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Gimli, Legolas
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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II 





 
 
«Così… questi sarebbero i Morti.» commentò Desmond esasperatamente imperturbabile mentre picchiettava le forme nebbiose che si formavano si suoi piedi con la punta del suo bastone con lieve curiosità.
«La vuoi smettere?» domandò Gimli turbato da lui e il luogo in generale.
«Perché? Non sto mica punzecchiando te.»
«Perché se continui potrebbero attaccarci prima che possiamo parlare con loro!»
Uh, non aveva tutti i torti.
«Giusto,» rispose Desmond stuzzicando impertinentemente la scheletrica mano emersa dalla nebbia che gli sfiorava gli alti stivali: «non ci avevo pensato.»
Dando un ultima occhiata struggente alla nebbia e picchiettandola un ultima volta, sospirò mogio mogio.
Certo, con il suo Dono poteva vederli facilmente in tutta la loro spettrale putrefatta gloria ma oltre al fatto che non era ancora sicuro se questa fosse la realtà, un sogno, un allucinazione, che fosse seriamente morto o un qualche incubo indotto – dall’alto della sua bontà – da Giunone, se ‘sti fantasmi lo avessero ferito e non si fosse risvegliato o desincronizzato come succedeva quando era nell’Animus (sempre che non fosse in un Animus o simili), allora avrebbe voluto dire che questo era reale. …forse.
E comunque era più appagante infastidirli mentre guardava il mondo con occhi normali.
C’era più gusto.
Sospirò abbacchiato.
Peccato.
«Ok, la smetto.» disse quando Gimli continuava a guardarlo allarmato, e solo perché aveva dissolto una nebbiosa mano scheletrica quando si era appoggiato il bastone contro la spalla. Bah, non è come se quello lo avesse fatto apposta.
…Ok, forse un po’.
«Non guardate giù.» disse all’improvviso Aragorn; e ovviamente tutti guardarono giù.
Con lieve interesse Desmond picchiettò i teschi sotto i loro piedi con la punta del bastone. Incuriosito li colpi un po’ di più. Era la prima volta che vedeva dal vivo un teschio e non attraverso gli occhi di un antenato. Erano più robusti di quanto si aspettasse.
Un impaurito e saltellante Gimli lo superò correndo, spezzando teschi sotto i suoi stivali.
Desmond alzò gli occhi e sì, forse era meglio che riprendesse a muoversi anche lui.
Con passo flemmatico si avviò dietro i tre, accelerando il passo per raggiungerli, spaccando incurantemente le ossa battendo il suo Bastone per la via sotterranea.
Aveva un che di infausto.
I quattro entrarono infine in una grande sala in rovina, una grande porta maestosa a sovrastare l’entrata del sentiero mentre una voce tenebrosa domandava: «Chi entra nei miei domini?»
Una pallida figura incoronata apparì davanti alla porta, e Desmond alzò un sopracciglio alla sceneggiata. Ignorando la conversazione tra Aragorn e il Re dei Morti – non poteva essere nessun’altro – si voltò verso il burrone e vide, con risate agghiaccianti come sottofondo, evanescenti costruzioni emergere insieme a silenziosi e spettrali fantasmi.
«Impressionante.» commentò tra sé e sé Desmond.
Doveva ammetterlo, questo vecchietto e le sue truppe potevano dare del filo da torcere anche ai Precursori in fatto di teatralità. Che entrata.
E mentre il Re cantilenava astiosamente l’incisione sulla porta, Desmond girandosi sui suoi piedi indietreggiava verso i suoi compagni mentre l’Esercito dei Morti li accerchiava. Osservandoli diffidente, impugnò il suo Bastone con entrambe le mani, e quando sentì il Re sentenziare: «Ora devi morire.» sollevò il suo Bastone, pronto a colpire.
Quando furono a tiro non esitò a mollare a quello più vicino una bastonata in testa. Sdong!
Legolas e Gimli, si girarono verso di lui, sbigottiti. Aragorn invece distratto dal Re che lo aveva attaccato, non notò l’impresa compiuta da Desmond.
L’Assassino guardò il viso stupito del fantasma, guardò il suo Bastone, guardò di nuovo il fantasma e per buona misura gli diede un'altra bastonata in testa. Sdong!
«Davvero?» chiese Legolas, sconcertato che il nuovo venuto era riuscito a colpirne uno quando la sua freccia era passata innocuamente nella testa del Re dei Fantasmi.
«Cosa?» chiese Desmond difensivo, stringendo il Bastone contro di sé, e guardando i due diffidente: «Dovevo essere sicuro che non fosse un colpo di fortuna!»
Intanto Aragorn aveva con successo minacciato il Re in sottomissione e rivolgendosi alla schiera di morti chiese: «Combattete per noi. E riconquistate il vostro onore. …Cosa rispondete?» chiese, spada in mano mentre camminava tra le file dei morti. Desmond ascoltò solo con un orecchio Aragorn mentre cercava di accattivarsi i fantasmi con la sua promessa, Bastone stretto in mano pronto a usarlo se le cose fossero precipitate.
I morti indietreggiavano da lui quando si muoveva, impauriti dalla sua capacità di poterli colpire.
«Combattete per me! E io riterrò rispettato il vostro giuramento! Cosa rispondete?» domandò ancora Aragorn, una nota di disperazione nella voce.
Ma il Re solo rise, e gli Spergiuri si ritirarono nelle profondità della Montagna, e a nulla servirono le parole di Arargorn. E i morti sparirono alla vista, l’ultimo appello di Aragorn: «Cosa rispondete!?» riecheggiando vuote su orecchie sorde e pietra muta.
Desmond ignorò la sfida che Gimli lanciò ai morti, più preoccupato con la loro improvvisa sparizione.
Aveva un brutto presentimento.
‘Sto tipo di sparizioni improvvise non sono mai un buon segno.
E infatti ben presto la montagna prese a tremare, e polvere e roccia e teschi iniziarono a crollare, la monumentale porta spezzarsi su se stessa, e centinaia di migliaia di migliaia di crani iniziarono a franare da ogni fessura e crepaccio nelle pareti, travolgendoli e rischiando di seppellirli vivi.
«Via!» urlò Aragorn, e gli altri tre non persero tempo a seguirlo, mentre faticavano a scavalcare gli innumerevoli teschi che rotolavano giù, mentre tentavano di raggiungere il varco più lontano e ancora in piedi e non ancora nascosto dalle ossa dei morti. Più di una volta rischiarono di cadere e scivolare, e più tempo passava più rischiavano di venire sepolti vivi.
Desmond imprecò animosamente quando un cranio lo colpì in testa, e stizzito sbatté il Bastone a terra attivandolo e spazzando in dorati archi frattali la cascata di crani per un attimo, dando ai quattro la possibilità di accelerare la fuga.
«Scappate!» gridò Aragorn nel tentativo di spronarli, e sotto una cascata di teschi attraversarono il varco.
Fu con sollievo varcare quella soglia nascosta sul fianco della parete, e anche se i teschi continuavano a inseguirli, accumulandosi all’ingresso appena superato insieme alla roccia che precipitava da sopra le loro teste, almeno ora avevano lo spazio per correre senza rischiare di inciampare su un dannato cranio.
Avvolti da una nuvola di polvere vennero fuori dal cuore della montagna, e sbuffando e tossendo, si allontanarono dall’uscita.
«Dannazione a loro.» brontolò sottovoce Desmond mentre si scrollava di dosso la polvere e sabbia e fu solo quando notò i suoi compagni che in abbietto silenzio osservavano delle navi risalire il fiume mentre i villaggi costruiti sulle sue sponde bruciavano che finalmente si convinse che questo non era un sogno.
No, questa era la triste realtà. E lui c’era dentro.
«Dannazione.» imprecò affiancandosi a un Aragorn in ginocchio, disperato dalla vista.
E poi Desmond non sa cosa lo fece voltare, forse solo un presentimento, o un senso del pericolo che aveva ereditato dai suoi antenati o il vedere Aragorn voltarsi all’improvviso verso la montagna, ma come un apparizione il Re della Schiera Ombra emerse dal fianco del monte e fermandosi a un passo da Aragorn dichiarò: «Combatteremo.»

 













Note dell’Autrice:
E sì. Ho deciso di continuarla. (Finalmente…)
Dopo aver liberato la testa da varie altre storie che la riempivano finalmente avevo lo spazio per continuare.
Sì, lo so, ho glissato molto su Aragorn e il Re dei Morti e il loro confronto, e ho dovuto rivisionare il film per non scrivere fesserie e perché me lo ricordavo malissimo, ma anche se quella è una delle scene che preferisco del Il ritorno del Re, questa storia è su quel povero bastardo di Desmond che – per un motivo che non spiegherò se non più avanti se lo scriverò, forse, probabile, ci sono anche altre storie che attendono e da molto più tempo e un po’ di incoraggiamento non fa mai male – per sfiga si trova nella Terra di Mezzo in tali tempi funesti.
…no, non è vero, è lì perché Il Ritorno Del Re è il mio preferito della trilogia, in particolare tutta la parte battaglie e guerra, e gli altri due film li ho visti, li ho guardati, ma non mi entusiasmano come questo. Ricordi di infanzia. Quindi, quando mi deciderò a scriverlo, Desmond e compagnia si dirigeranno verso la battaglia di Minas Tirith a fare i fighi della situazione con il loro esercito di non-morti.
…e pensare che per poco questa storia rischiava di essere ambientata durante lo Hobbit. Per quanto non mi dispiaccia la trilogia e tutta la parte con Smaug, temo che non avrebbe reso allo stesso modo. E poi ce da dire che la storia si è sviluppata senza davvero pensiero cosciente quindi c’è stato davvero input da parte mia. Quando avevo finito la prima parte, oramai era già ambientata durante la Guerra dell’Anello.
E sì, ok. Stavo crepando dal ridere quando Desmond ha bastonato lo Spettro, ma diamine, fin da quando mi avete dato la voglia di continuare la storia, questa scena non mi usciva dalla testa.
E se vi state chiedendo come mai Desmond sia un po’ così incurante in questo capitolo è per via del fatto della sospensione della realtà. Il pover uomo, dopo essere morto – o quasi – non è ancora convinto di non essere morto e quindi inconsciamente pensa che sia una specie di contorta allucinazione. E poi da quel che mi ricordo, Desmond è sempre stato propenso a non dare di matto, non importa la situazione, è sempre stato molto zen su tutto.
Comunque, sì, finalmente in questo capitolo la realtà del suo essere vivo è affondata.
Nel prossimo sarà un po’ più arzillo. …o quello dopo.



 
  
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