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Autore: Khailea    14/04/2019    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Diana 
Nadeshiko 
Vladimir 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno






Vladimir-Diana:

Ormai erano arrivati davanti alla casa in prossimità del bosco, e durante tutto il tragitto Vladimir era rimasto in silenzio mentre Nadeshiko continuava a parlare con Ayame e Cirno.
Era perso nei suoi pensieri e teneva lo sguardo basso, fisso su un qualcosa di distante.
In poco tempo tutti loro iniziarono a passare per la foresta, fino a quando la casa non fu proprio davanti a loro.
Fu in quel momento però che Vladimir mise a terra l'azzurra, prendendo il proprio telefono digitando alcuni tasti.
Con grande sorpresa di tutte dall'edificio si sentirono delle esplosioni, e come se fossero state preparate all'istante delle borse vennero buttate fuori dall'edificio.
-Ma che?!-
Nadeshiko si avvicinò seria, voltandosi subito verso il ragazzo mentre le altre due rimasero in silenzio.
-Nadeshiko, ormai è chiaro per entrambi che questo non porterà da nessuna parte. Andrò via da Rookbow, e da te. C'erano delle stanze in casa di cui tu non eri a conoscenza, ma che ho appena distrutto. La puoi tenere tu, non dovrai pagare nulla visto i lavori che sono stati fatti.-
Nadeshiko rimase in silenzio fissandolo, mentre l'atmosfera si faceva sempre più tesa. Dai loro sguardi era evidente stavano male, ma nessuno dei due fece nulla.
-E' questo che vuoi?-
Chiese infine l'azzurra inaspettatamente seria, senza però dir nulla per fargli cambiare idea.
-E' così che deve essere, è diventato evidente sotto molti punti di vista. E' stato però tutto molto formativo...addio, Nadeshiko.-
Senza mostrargli il volto il ragazzo si spostò verso le valige, raccogliendole da terra e portandole via.
Purtroppo la vita non è tutta rose e fiori, certe volte si costruiscono degli splendidi castelli in cui immaginiamo una vita piena di felicità, in cui tutto questo fa parte qualcuno in particolare. Spesso però capita che le cose non vadano come si spera, che la scintilla svanisca nel tempo e che le persone cambino.
Fa male, ma non per questo non deve accadere.
Sono esperienze che prima o poi capitano a tutti, ma da cui ci si può anche risollevare.
Solo perché i castelli sono stati distrutti non vuol dire non si possa rifarli, ma ci vuole tempo per sentirsi pronti.
In questi casi non è nemmeno il discorso che non si è la persona giusta per qualcuno. Lo si è stati per un po' ma poi le cose sono cambiate, e la difficoltà sta nel trovare quella persona per cui ciò non cambia.
In un modo o nell'altro tutti sono destinati a qualcuno, magari si ha già incontrato quella persona, magari si è passati l'uno accanto all'altra senza accorgersene, magari serve ancora del tempo perché non si è pronti.
E' sempre meglio esser sinceri per non ingannare l'altro, e non è giusto colpevolizzare qualcuno solo perché non ama più.
Ogni passo porterà più vicino a qualcosa che meritiamo, e sia Nadeshiko che Vladimir a modo loro lo sapevano...forse per questo non hanno voluto aggiungere nulla.
Solo quando fu lontano, ormai su un mezzo che l'avrebbe portato lontano da lì, il ragazzo accese il telefono scrivendo sul gruppo della classe.
"Tra me e Nadeshiko è finita. Non ho quindi più motivo per stare a Rookbow, e partitò per un altro stato sia per accrescere la mia cultura che forza. L'ho scritto solo per avvertirmi e per evitare possiate infastidire lei, visto non sono cose che vi riguardano. Addio."
Naturalmente tutti quanti videro il messaggio, ma non poterono dir nulla visto il ragazzo era già andato via anche da quel gruppo cancellando il proprio numero. Qualcuno però aveva avuto una reazione tempestiva, e questa era Diana.
"Se lui ha intenzione di andarsene in un posto per allenarsi mi spiace, ma devo andare anche io. Sono venuta qui per diventare più forte, e non posso accettare che mi batta. Vi ho voluto bene ragazzi, ma è la strada che voglio scegliere."
E così, anche Diana abbandonò il gruppo, preparandosi per una lunga discussione con il padre a proposito di quel cambio di piano. Alla fine però l'avrebbe capita.
Per lei non c'era nulla di più importante che dimostrare il proprio valore, e non sarebbe stata in grado di rinunciare a ciò.






Nadeshiko- Ayame-Cirno:


Silenziosamente Nadeshiko aveva aperto la porta della propria casa, così uguale a tutti i giorni ma ora con un qualcosa di diverso.
Era solo sua infondo, ma in verità andava bene così, e nel profondo lo sapeva forse da più del previsto.
Cirno e Ayame erano ancora sull'uscio, indecise su cosa fare. Pefino Ayame aveva la capacità di capire ci voleva del tatto, per questo parlò con calma.
-Vuoi che andiamo via?-
-No, entrate pure. Mi dispiace molto per la scena di prima.-
La risposta fu sincera e detta con un piccolo sorriso non troppo forzato, e per non darle contro entrambe fecero come aveva detto.
-Caspita, è proprio bella spaziosa.-
Commentò Cirno cercando di tenere un tono allegro.
-Già, al piano di sopra la mia stanza ha tanti peluche che piacciono a me, soprattutto di gatti.-
-Chissà perché non mi sorprende.-
-Hahah.-
Alla battuta di Ayame Nadeshiko riuscì a ridere, ma ebbe comunque bisogno di sedersi. In fin dei conti al termine di una relazione si stava sempre almeno un po' male, anche se i modi per dimostrarlo erano diversi ed i tempi cambiavano in base alla persona.
-Sicuramente ti puoi trattare bene qui. Oh, hai anche una piscina?-
Chiese ancora l'altra notandone una parte da una finestra.
-Sì, ma oggi non mi va molto di fare una nuotata. Magari quando faremo un pigiama party con le altre però ne avremo l'occasione.-
Ancora l'azzurra non aveva rinunciato a quella prospettiva, e guardò le altre sedersi accanto a lei.
-Mi piace la piscina, ma le piste di pattinaggio su ghiaccio sono anche meglio.-
Osservò Cirno grattandosi il naso.
-Una piscina può diventarlo d'inverno.-
-Oh è vero, quindi sono sempre utili in fin dei conti.-
-Questa magari potrebbe essere anche una buona scusa per venire qui.-
Disse Ayame facendo sorridere Nadeshiko.
-Siii! Così vi vedrò più spesso!-
Presa dall'impeto dell'allegria Nadeshiko provò ad afferrare sia Ayame che Cirno. La prima riuscì ad evitare la presa ma la seconda finì tra le sue grinfie e venne schiacciata contro gli abbondanti seni dell'amica.
-N-non res...piro così!-
Protestò la ragazza cercando di staccarsi, ma era tutto inutile e provocò una certa ilarità da parte della "sopravvissuta".
-Se ci fosse Yume so già che direbbe qualcosa del tipo "a molti piacerebbe finire così".-
-Ahahah è vero, è proprio da lei.-
Ridacchiò Nadeshiko felice d'aver vicino delle amiche in un momento che altrimenti sarebbe stato più difficile del previsto. In verità si sentiva un po' in colpa ad aver lasciato che Vladimir andasse via così, visto la casa era anche sua. Era certa però il ragazzo non avrebbe sentito ragioni, purtroppo, ed ormai era già andato.
Sperava solamente potesse essere felice.
Nel frattempo Cirno stava ancora cercando di liberarsi, mentre la sua faccia iniziava a diventare rossa come un pomodoro visto aveva dovuto perfino mettere una mano sul seno destro dell'altra per allontanare almeno di un poco il suo viso.
-Un salvagente sarebbe utile!-
-Ma che esagerata! Sì sono molto grandi ma non ti ci puoi perdere anche se sei piccolina!-
Protestò Nadeshiko facendo esplodere dalle risate Ayame. Cirno invece si indispettì, come capitava ogni volta che qualcuno le dava della piccola.
-Piccolina? Piccolina?! Abbiamo la stessa età! E non sono piccola!-
-Ma se sei adorabile ahaha.-
-Nadeshiko ha ragione, un'adorabile piccolina.-
-Bastaaa!-
Spingendosi in avanti Cirno riuscì a far cadere Nadeshiko sopra ad Ayame, schiacciando così anche lei, tuttavia le amiche ancora non avevano smesso di ridere e così l'azzurra optò per un attacco con un cusino lì vicino.
-Hahaha basta Cirno, pietà ahahah.-
Disse Ayame senza più poter contenere le risate. Anche se non era il pomeriggio che aveva sperato di passare assieme a Lighneers le cose stavano andando meglio del previsto.
I suoi sforzi per far amicizia stavano dando i loro frutti ed i risultati si stavano già vedendo con praticamente tutti, anche i più rigidi.
-Mai! La pagherete cara per avermi chiamato piccola!-
Anche se parlava così pure Cirno aveva iniziato a ridere di gusto, e quando anche le altre due afferrarono dei cuscini iniziando una piccola battaglia non smise di farlo.
Era passato un po' dall'ultima volta che era stata così con qualcuno, ma poteva dire di starsi già abituando a quel piccolo gruppo di matti.





Daimonas-Lacie- Jack:


Stava ormai arrivando sera mentre Daimonas aveva aspettato il messaggio di Lacie per poter andare a casa sua, fino a quel momento era rimasto nella stanza del dormitorio con Jack lasciando libera la propria coda, ben sapendo che tanto non sarebbe entrato nessuno.
L'altro nel frattempo era rimasto fermo per quasi tutto il tempo osservandolo, aveva notato che il colorito dell'amico era impallidito, e che era rimasto quasi sempre sdraiato, come se fosse affaticato.
-Forse non dovresti andare.-
Disse ad un certo punto fissandolo.
-Cosa? Perché non dovrei?-
"A malapena ti reggi in piedi."
Il commento di Mostro non venne accettato dalla mente del ragazzo, che aspettò ancora una risposta.
-Perché sembra che a malapena ti reggi in piedi.-
"L'avevo detto io."
Abbassando lo sguardo il castano non disse nulla, almeno non subito. Era da quel pomeriggio che aveva le energie a secco, e sapeva bene perché, ma non se la sentiva proprio di fare qualsiasi richiesta a Jack.
Questo però fortunatamente era dotato di un buon intuito, e già aveva sospettato qualcosa. Per questo motivo si alzò raggiungendolo.
-Hai fame, non è vero?-
-Non ho detto niente...-
-Il tuo corpo parla da solo. Guarda che puoi mangiare quando vuoi. Sono una mensa sempre aperta per te.-
Disse ridacchiando il bruno mettendogli una mano sulla spalla.
-Però non è giusto...-
-Stai scherzando? Tra un po' te lo chiedo io di mangiare e tu dici che non è giusto?-
-Io non faccio nulla per te.-
Sentenziò Daimonas fissandolo. A poco sarebbe servito dirgli che non gli importava, che lo faceva con piacere, che essergli d'aiuto lo faceva star bene, quindi doveva adottare un'altra strategia, per quanto semplice fosse.
-Allora portami con te.-
-Eh? Dove?-
-Da Lacie. Voglio farmi quattro risate con la tua coda, ed in cambio ti lascio mangiare.-
Rispose Jack accarezzandogli la punta soffice, ritraendo subito la mano imbarazzato rendendosi conto del gesto, ma Daimonas sorrise trovando veramente gentile che, pur d'aiutarlo, pensasse a quelle trovate.
-E va bene...grazie Jack.-
-Non c'è di che.-
Daimonas dandogli un ultimo sorriso alla fine si convinse, e dopo aver soppesato da quale parte migliore potesse "mangiare" decise che il collo era il punto più adatto, così stando attento a qualsiasi gesto di Jack, in caso fosse stato contrario alla vicinanza,  avvicinò la bocca verso il collo, mordendo con uno scatto secco per far uscire il sangue.
-Spero alla fine non verrò a scoprire brilli come una palla da discoteca.-
Daimonas non sentì quasi nemmeno la battuta del ragazzo, mentre si nutriva faceva molta attenzione a non esagerare per non rubargli tutto il sangue, ma il sapore era così buono che faceva fatica a staccarsi.
Fortunatamente non essendo a secco di mesi riuscì a trattenersi molto più della prima volta, lasciando a Jack una buona quantità di sangue.
-Meglio?-
Chiese il bruno mettendogli una mano sulla spalla mentre l'altro annuì.
-Sì, grazie.-
-Non c'è di che. Forza allora, Lacie ti ha mandato l'indirizzo no?-
-Sì, possiamo andare.-
Non dovevano portarsi niente ed erano già pronti, visto che si erano cambiati i vestiti già prima.
Entrambi indossavano dei jeans normali, ma Daimonas portava una semplice maglia azzurra mentre Jack una felpa nera, nessuno dei due però sentiva il minimo freddo, chi per un motivo chi per un altro, quindi arrivarono senza alcuna preoccupazione se non quella di nascondere la coda di Daimonas per tutto il tragitto.
Non fu difficile riconoscere la casa dell'amica, soprattutto perché si poteva vedere quest'ultima aspettarli proprio davanti alla finestra impaziente. Non fecero nemmeno in tempo a raggiungere la porta che la ragazza l'aveva già aperta, ed aveva in braccio un tenero micetto.
-Ciao ragazzi nya! Entrate pure vi aspettavo nya!-
Subito i due superarono la porta di casa, trovando la dimora piuttosto carina ed in linea con Lacie, anche se era stranamente tutto in ordine.
Probabilmente grazie ad Astral.
-Tuo fratello non c'è?-
Chiese Jack guardandosi attorno.
-No nya. Penso sia con Helena nya.-
-Grazie Lacie per l'aiuto con la coda comunque.-
-Non preoccuparti Daimonas nya. Noi codati dobbiamo aiutarci a vicenda nya.-
Disse la ragazza usando la propria coda per alzare la maglia dell'amico liberando la sua di coda, che però scattò subito senza controllo.
-Nyahaha.-
-E' un po' un problema tenerla ferma...-
-Imparerai nya, andiamo sediamoci nel salotto nya.-
Seguendola tutti e tre andarono a sedersi sul divano, mentre Lacie incrociando le gambe iniziò ad immedesimarsi in una "professoressa delle code".
-Bene nya, a che livello sei Daimonas?-
-Basso, non riesco a farle fare nulla.-
-Non preoccuparti è normale nya. Anche io ho dovuto abituarmi alla coda all'inizio nya. Per iniziare devi concentrarti sull'arto in sé, come se fosse un braccio normale. Devi sentirlo nya.-
In realtà non era certo di capire cosa intendesse, ma tanto valeva tentare.
Daimonas si concentrò al massimo per percepire la coda, e si vedeva forse un po' troppo.
-No no nya. Non così tanto, deve essere naturale nya. Rilassati, inspira e senti nya.-
Mentre parlava la ragazza continuava a muovere la propria per dargli qualche dimostrazione, e così il ragazzo continuava a concentrarsi per imparare a controllarla.
-Se anche Jack avesse la coda saremo il terzetto delle code ballerine nyahah.-
Disse Lacie divertita quando la coda di Daimonas scattò un paio di volte.
-Ne avrei una, ma non credo andrebbe bene.-
Fortunatamente nessuno dei due capì la battuta di Jack e le lezioni ripresero.
-Una volta che l'hai percepita devi semplicemente mantenerla ferma, se tieni troppa concentrazione però scatterà nya. E' come quando ti sforzi di tener fermo un braccio, ad un certo punto non ce la farai più. Il punto è sempre percepirla nya.-
-Va bene.-
Anche il piccolo gatto di Lacie si era messo assieme a loro a "giocare", ma era decisamente più calmo rispetto alla padrona.
Era passata ormai una buona oretta da quando i due ragazzi erano arrivati, ma ad un certo punto si riuscirono a vedere alcuni risultati.
Infatti, anche se per poco, Daimonas aveva iniziato a mantenere ben ferma la coda sotto suo comando.
-Bravo, stai imparando nya!-
-E' vero, te la stai iniziando  a cavare.-
-Grazie ragazzi, ma mi sembra d'aver fatto ancora troppo poco con i rischi che corro...-
Disse Daimonas sorridendo debolmente, comunque almeno in parte soddisfatto del traguardo che poteva iniziare a sperar di vedere.
-Non forzare le cose nya. Giorno per giorno migliorerai nya.-
-Già.-
Sicuramente ci sarebbe voluto ben più di un giorno per imparare a controllare correttamente la coda, ma almeno Daimonas sapeva di aver qualcuno ad aiutarlo anche in questa nuova piccola difficoltà.





Yume-Hope-Grace:



Poco prima dell'ora di cena Hope e Grace avevano deciso di andare a fare una passeggiata fuori, per prendere un po' d'aria fresca e godersi la piacevole serata in arrivo. La bruna aveva raccontato, naturalmente, all'amica di ciò che era accaduto nel pomeriggio, e subito Grace aveva detto l'avrebbe fatta pagare a chiunque avesse provato a farle del male.
Magari non lo dimostrava spesso, ma aveva un cuore d'oro e per gli amici era disposta a fare qualunque cosa.
Si erano andate poi a trovare un buon ristorantino a poco prezzo, godendosi una serata fuori tra amiche, sulla via del ritorno però dall'altra parte della strada notarono una faccia nota.
Si trattava di Yume, vestita con un abito scollato color nero e con dei lunghi stivali che le arrivavano a metà cosce. Camminava sempre con il suo fare sbarazzino tenendo tra le mani un bicchiere di vino, forse era appena uscita da un locale. Teneva comunque sempre con sé la sua fidata spada.
Non era questo comunque il dettaglio di maggior rilevanza, a qualche metro di distanza dalla ragazza infatti c'era un ragazzo forse di poco più grande che continuava a seguirla tenendo un cappuccio calato sulla testa.
-Grace...-
Anche se non la conoscevano da molto Hope fu subito preoccupata per la viola, ma a prescindere lo sarebbe stata per qualsiasi ragazza seguita da uno sconosciuto.
Grace si limitò ad annuire invece, attraversando la strada fino a raggiungere quel tipo, dandogli una spinta.
-Ehi, che vuoi da quella ragazza? La stai seguendo ti abbiamo visto.-
Disse subito la rossa con fare aggressivo attirando l'attenzione di molte altre persone, inclusa Yume.
-Oh, Grace, Hope, non mi aspettavo di incontrarvi. Come state?-
Chiese subito lei molto allegra.
-Noi stiamo bene, e tu invece?-
Alla domanda di Hope Yume rispose subito dopo aver bevuto un altro sorso di vino, mantenendo comunque sempre la sua allegria.
-Bene direi, stavo andando in giro.-
-Stai più attenta allora, non hai sentito che questo tipo ti stava seguendo?-
Ribatté Grace assottigliando gli occhi, dubitando l'altra fosse tanto ingenua.
-Oh lui? L'ho notato da quando sono uscita di casa.-
-Cosa?! E perché non hai chiamato la polizia?-
La domanda di Hope era legittima, purtroppo al mondo esistono molte persone orribili e bisogna prestare molta attenzione in certe circostanze, senza temere di chiedere aiuto.
-Perché se anche avesse voltuo costringermi a fare qualcosa glielo avrei tagliato. Piccolo come è poi sarebbe inutile dargli corda.-
Alla risposta di Yume l'uomo si vide fortemente sconsolato, ma non per questo meno colpevole, e proprio per ciò qualcuno aveva già chiamato la polizia. Grace vedendoli arrivare quindi lasciò a loro il ragazzo, tornando da Yume ed Hope.
-Non pensi mai di esagerare?-
-Perché mai Grace? Io cerco solo il mio piacere.-
-Però così rischi di attirare brutte attenzioni. E rischieresti anche di avere una brutta reputazione.-
Disse Hope che certo era più pacata dell'amica.
-Di questo non mi importa. Se la gente vuole chiamarmi zoccola o simili che faccia pure. Io amo, ed amo fare sesso. Non costringo nessuno a farlo con me anzi, e nessuno ha il diritto di farmi smettere fino a quando sono felice. Per quanto riguarda qualsiasi tipo di rischio sono sempre ben attenta, ma mi fa piacere sapere che vi importa di me.-
Sorridendo Yume si avvicinò ad entrambe dando loro un bacino sulla guancia, facendo scattare Grace che subito se la sfregò.
-Giochi col fuoco.-
-Qualcosa mi dice però che se mi accadesse qualcosa tu mi aiuteresti ahaha.-
La rossa dovette limitare a ringhiare senza rispondere, perché alla fine era vero. Chi era tanto inumano da non aiutare qualcuno in certe difficoltà?
-Lo sapevo hahaha.-
-Yume, non stuzzicare troppo Grace per favore...-
-E se stuzzicassi te Hope?-
Chiese l'azzurra sfregando una guancia contro quella dell'amica, che però s'allontanò subito non volendo mancare di rispetto al proprio rapporto con Alexander.
-Dacci un taglio Yume.-
Ringhiò ancora Grace scocciata, ma non spaventò in alcun modo la viola.
-Siete proprio carine voi due. Dovremmo uscire prima o poi, anzi, perché non ora?-
-Magari un'altra volta, adesso noi due dobbiamo tornare a casa.-
Fortunatamente Hope rispose prima che Grace potesse dire qualcosa, altrimenti sarebbe potuta andare anche peggio.
Certo però non mentiva, non era tipa da sbattere la porta in faccia a qualcuno solo perché non apprezzava alcune sue caratteristiche.
-Beh, allora ci conto alla prossima. Chissà che tutte assieme non riusciremo a fare una bella festa presto o tardi. Buona serata ragazze.-
Così dicendo Yume salutò le due iniziando ad allontanarsi, per nulla scossa da quello che era appena successo come le altre due.
Di persone che volevano farle del male, e che avevano anche provate, ce n'erano eccome, ma era sempre riuscita a cavarsela senza brutte conseguenze.
Lei e solo lei era padrona del suo corpo, e poteva decidere cosa farsene.






Milton-Johanna-Samantha-Ryujin-Zell:



Dopo aver trascorso un buon pomeriggio finendo finalmente il libro che aveva tenuto per tanto con sé Zell sentiva il suo umore nuovamente pieno. 
Era stato anche piacevole per una volta rilassarsi senza aver piantagrane attorno, e siccome non passava così tanto tempo al dormitorio nell'ultimo periodo apprezzava ancor di più il momento.
Guardando l'ora si rese conto ormai si stava facendo sera inoltrata, ma si sentiva comunque carico di energie.
-Mh, sicuramente non ci sarà nessuno fuori...magari potrei approfittare dello spazio in giardino.-
Alzandosi dal proprio letto il biondo prese una corda elastica per andare a fare quattro salti. Magari per alcuni era un allenamento un po' femminile, ma non tenevano da conto quanto poteva sfiancare le gambe ed anche della resistenza nel continuare.
Lo fece di sera non per non esser visto, ma solo perché l'occasione era arrivata a quell'ora.
Uscendo dalla porta chiudendola quanto più piano possibile andò a sistemarsi in un punto non molto lontano da lì, iniziando a saltare ad un ritmo serrato.
Nel mentre il ragazzo si allenava altri erano nelle proprie stanze a rilassarsi ed a chiacchierare, tra queste ad esempio c'erano Milton, Johanna e Sammy.
La bambina dopo aver studiato tutto il pomeriggio aveva chiesto all'amica se potevano chiamare Johanna per stare un po' assieme, e questa aveva subito accettato portando un fornellino elettrico nella loro stanza per mangiare tutte assieme della pasta precotta.
-Che buona, dovremmo comprarla anche noi!-
Disse allegra la piccola guardando la sua compagna di stanza.
-E' vero, era veramente buona, l'hai presa qui vicino Johanna?-
-Sì nel supermercato all'angolo. Non costa nemmeno molto.-
Rispose la bionda sorridendo.
-Allora la prossima volta faremo con tutti un grande banchetto!-
-Ahaha.-
Alla frase di Sammy entrambe avevano iniziato a ridere, sottovalutando però la portata della sua idea. Infatti la bambina pià velocemente del previsto si era alzata raggiungendo la porta, e solo in quel momento le altre due sbiancando s'alzarono di scatto.
-Sammy aspetta!-
La ragazzina uscendo era subito andata a bussare alle porte di chi sapeva viveva lì vicino dei suoi amici, come ad esempio Yume, ma questa non sembrava essere in camera.
Andò così dal dormitorio dei ragazzi alla stanza di Daimonas e Jack, ma anche loro non c'erano. Quzando invece arrivò da Ryujin non passò molto tempo prima che il ragazzo aprisse.
Era vestito con dei semplici pantaloni marroni ed una maglia grigia, dalla sua stanza si sentiva un particolare odore di incenso, ed a quanto pare vedendo dei libri a terra si poteva intuire fosse impegnato nello studio.
Ma naturalmente per una signorina non era mai occupato.
-Oh, buonasera Sammy, qualcosa non va?-
-Io e le altre pensavamo di fare un banchetto con la pasta, vuoi unirti a noi?-
Sorridendo il ragazzo le accarezzò la testa, intenerito dalla sua premura.
-Mi piacerebbe.-
-Sammy!-
Il discorso venne interrotto da Johanna e Milton, che finalmente raggiunsero l'amica.
-Non devi allontanarti così all'improvviso, non sai chi può esserci fuori.-
Disse Milton rimproverandola.
-Scusami, però Ryujin ha detto che verrà.-
Rispose la piccola sorridendo indicando il ragazzo che prese poi parola.
-State già mangiando?-
-Abbiamo finito in realtà, l'idea di mangiare tutti assieme è solo venuta dopo...-
Spiegò Johanna asciugandosi la fronte per la corsa.
-Capisco, in ogni caso sarò ben lieto di mangiare con voi.-
Mentre parlavano Sammy si era nuovamente distratta, notando che vicino a loro c'era Zell impegnato nel saltare la corda, così senza dir nulla iniziò nuovamente a correre.
-Sammy!-
Stavolta Johanna ebbe uno scatto più rapido nel correrle dietro, e venne seguita sia da Milton che da Ryujin, quest'ultimo infatti non se la sentiva di chiudere la porta lasciandole sole di notte. 
Avrebbe avuto quella colpa per tutta la sera altrimenti.
-Ehi Zell!-
Mentre il biondo era ancora impegnato nel suo allenamento avvertì con chiarezza la voce della bambina, ma non si fermò nemmeno quando la guardò.
-Ciao Sammy.-
Non ci volle molto nemmeno per notare gli altri, ma ancora il ragazzo era in perfetto movimento.
-Che succede? Come mai siete tutti fuori?-
-Volevamo organizzare una cena tutti assieme.-
Disse allegra Sammy guardandolo, meravigliandosi poi per le sue capacità con la corda.
-Ooooh, come sei bravo, posso provare anche io?-
-Va bene.-
Ormai era andato avanti per almeno un centinaio di salti, una pausa la poteva anche fare, e così porse la corda alla bambina che ridacchiando provò a fare la stessa cosa, con tuttavia risultati molto scarsi perfino al primo salto.
-Eri ancora ad allenarti?-
Chiese Milton colpita dalla sua dedizione all'attività fisica.
-Mi aiuta a rilassarmi muovermi.-
-Se sei così capace anche nello studio allora non avrai problemi a scuola.-
Disse Ryujin sorridendogli.
-Eeeeh tocchi un tasto dolente.-
Rispose il biondo ridacchiando scoraggiato, lo studio non era assolutamente il suo forte purtroppo. Se almeno avessero fatto cose più interessanti la musica sarebbe cambiata.
-Almeno sei bravo nello sport, io nemmeno in quello.-
Sospirò Johanna, visibilmente stanca anche solo per quella corsa.
-Sono sicuro però hai tantissime altre doti meravigliose.-
Disse Ryujin sorridendole gentilmente, facendola arrossire per il complimento. Faceva sempre piacere infondo, anche da parte di amici.
-Uffa, è difficile. Come fai ad essere così bravo Zell?-
Disse improvvisamente Sammy restituendogli la corda.
-Tantissima pratica, ma tutti possono farcela con un po' di impegno.-
Rispose lui sorridendole.
-Adesso però torniamo in stanza, fa anche freddo qua fuori e noi siamo praticamente in pigiama.-
Obbiettò Milton, con una certa ragione dalla sua parte, che però fece ridere l'amica.
-Ahaha, e va bene. Scusatemi ancora ragazzi.-
-Tranquilla, è stata un'interruzione dallo studio piacevole.-
Disse Ryujin gentilmente mentre tutti loro tornavano alle proprie camere, preparandosi per riposare.






Lighneers- Khal- Alexander:


Il pesante odore di una gran quantità di fumo ed alcol, il suono di gente che urlava divertita e compiaciuta ed infine il sangue che andava a tingere gli angoli di un ring su cui qualcuno stava lottando.
Ormai Lighneers stava entrando sempre di più nel mondo delle lotte nei bar, e stava imparando quali di questi potessero veramente aiutarlo in ciò e quali evitare.
Naturalmente il meglio sarebbe venuto con l'esperienza, ma con la sua giovane età e la sua forza era già in grado di mettere a terra un gran numero di persone, incluso il tizio dai capelli biondi con cui aveva lottato, e che ormai stava venendo trascinato via con il naso completamente rotto.
Era poco più della mezzanotte, ma il verde era pieno di energie, e stava sul ring del bar a petto nudo vestito solo con dei jeans.
Sulla schiena mostrava con orgoglio il suo tatuaggio.
Al suono della campana che sentenziò la sua vittoria alzò entrambe le mani, mostrando i medi a tutti, invogliandoli in seguito a lottare contro di lui, anche se per il momento il ragazzo scese dal ring dando spazio ad altri, andando a bere dell'acqua fresca al bancone.
Già solo con quella lotta aveva guadagnato ben cento jewel, e poco prima tramite una scommessa era riuscito perfino a trovare un piccolo materasso.
Serata buona insomma, e non era nemmeno finita.
Si sarebbe concesso ancora qualche minuto prima di riprendere a lottare, lasciando sbollire così un po' il pubblico o attirare altri idioti.
Qualcuno però l'aveva già seguito da molto tempo, anzi, per la precisione due persone.
Dopo il pomeriggio Alexander era tornato al loro grattacielo, sperando di potersi riposare dopo un pomeriggio che in qualche modo l'aveva leggermente stressato, ma come aveva messo piede nella sua stanza il fratello si trovava proprio lì ad aspettarlo.
Senza tanti convenevoli Khal gli aveva detto che sarebbero usciti quella sera, e che quindi non doveva avere altri impegni.
Alexander naturalmente non aveva obbiettato, e senza chiedere nulla si era limitato ad aspettare di dover andare chissà dove, per fare chissà cosa.
Durante l'attesa però era riuscito a rintracciare tramite internet le due ragazze che avevano tentato di far del male ad Hope, ed aveva stampato le loro fotografie.
Internet aveva molte facce, si potevano trovare brave persone, amici o qualcosa di più, e magari tanti hobby divertenti, ma se non si faceva attenzione si potevano trovare anche persone molto brutte.
Tutto dipendeva dal suo utilizzo, non è la tecnologia infondo a far del male ma il suo cattivo uso.
Ed Alexander certamente non aveva buone intenzioni. Non intendeva permettere che qualcuno potesse anche solo provare a ferire la persona che più contava nella sua vita, quindi doveva proteggerla ad ogni costo.
Aveva seguito quindi Khal fino ad arrivare in quel sudicio locale, restando in silenzio mentre entrambi prendevano qualcosa da bere.
Solo dopo qualche minuto finalmente il biondo parlò, quasi sussurrando.
-Khal...avrei bisogno del tuo aiuto...-
-Dimmi pure.-
Rispose il fratello senza guardarlo, prendendo il primo sorso di rum, mentre Alexander gli mostrava le due fotografie.
A quel punto Khal sorrise divertito, sfregando i capelli del fratello minore quasi con affetto.
-Tranquillo, il tuo fratellone si occuperà di tutto quanto.-
Non gli serviva chiedere cosa voleva, o perché, infondo Alexander faceva tutto ciò che gli diceva. Oltretutto non lo disturbava nemmeno gli chiedesse aiuto per eliminare degli insetti. Era suo fratello maggiore, era sua responsabilità prendersi cura del fratellino più debole, come aveva sempre fatto infondo.
Era poi facile entrare nella sua testa, sicuramente quelle due avevano fatto qualcosa ad Hope, ma non importava, non sarebbero andate avanti a lungo.
In ogni caso non era per passare del tempo assieme che erano andati lì, infatti Khal stava tenendo d'occhio Lighneers.
Dopo la mattinata a scuola, in cui il verde aveva provato a dimostrarsi superiore, il bianco aveva pensato meritasse una piccola lezione, seppur molto modesta.
Il suo obbiettivo infatti era fargli del male, inizialmente, ma allo stesso tempo apparire più debole del previsto, in modo da non sembrare una chiara minaccia.
Tramite alcuni informatori l'aveva trovato in quel bar, e visto pareva molto interessato alle lotte decise di prendere la palla al balzo.
Alexander serviva solamente come scusa alla sua presenza, e come Lighneers tornò verso il ring anche lui si avvicinò lasciando solo il minore.
Lighneers nel frattempo aveva ripreso ad irritare il pubblico, muovendo le mani come a voler provocare tutti.
-Andiamo, nessuno che voglia farsi massacrare? Ho già vinto ancor prima di iniziare!-
Salito sul ring afferrò le corde ai lati pompando i muscoli delle braccia come ad apparir ancor più minaccioso, e solo quando avvertì qualcuno salire si voltò, vedendo con una certa sorpresa Khal.
Anche l'altro si mostrò, falsamente, molto sorpreso, ma subito alzò entrambe le mani.
-No, contro di te non combatto.-
Così dicendo il bianco si voltò, sorridendo appena per l'esca lanciata, mentre Lighneers rifletté per qualche istante.
-Resta qui. Sei salito, ora lotti.-
Era un'occasione ottima anche per fargli vedere di non alzare troppo la testa, come gli aveva già detto, e chissà anche per vedere la sua forza.
-No amico. Sto cercando di aver buoni rapporti con tutti voi.-
Ribatté Khal già sul primo gradino del ring.
-Avremo un problema allora se ti dimostri senza palle. Non mi importa perché tu sia qui, ci ho visto la tua ragazza più spesso del dovuto e non ho detto nulla, ma le scommesse sono puntate ed papà vuole dei jewel. Forza vieni.-
Facendo un passo avanti il verde puntò i suoi occhi seri contro l'altro, che sospirò quasi sconsolato.
-Sarà un amichevole però, ok? Io non ho nulla contro di te.-
-Come ti pare, non sarò io a farmi male in caso.-
Ribatté Lighneers facendo spallucce, quando finalmente Khal salì sul ring, e furono pronti a lottare.
Partirono entrambi con un pugno, colpendosi le nocche come se fossero davanti allo specchio, ma nessuno dei due indietreggiò di fronte al colpo e nemmeno al secondo, al terzo ed al quarto che ebbero lo stesso esito, almeno fino a quando Lighneers con una testata non colpì Khal al volto. L'altro riuscì ad evitare di farsi colpire al naso spostando il volto, ricevendo la testata solo alla guancia, ed in seguito tirò una ginocchiata a Lighneers.
La prima riuscì a colpire il ragazzo, ma la seconda non ebbe un esito migliore, infatti il verde gli afferrò il ginocchio con entrambe le mani cercando di farlo sbilanciare alzandogli la gamba, ma Khal portandogli le mani al collo lo trascinò a terra con sé.
Magari dall'esterno non avevano alcun risentimento, ma all'interno Khal provava un profondo disgusto per il ragazzo, ed il solo fatto avesse incontrato il suo giocattolino anche solo per caso lo infastidiva.
Lighneers era un altro discorso, visto ultimamente tutti gli davano sui nervi. Khal non era altro che uno come tutti gli altri senza più alcun fattore d'interesse, ed infatti ne stava perdendo sempre di più ora che il tempo passava.
L'unica cosa che contava era vincere, perché magari all'altro i soldi non servivano, ma a lui sì. Ed a priori non voleva perdere.
Da terra Khal strisciando si allontanò rialzandosi, mentre Lighneers rotolando arrivò proprio sotto di lui e dandosi forza con entrambe le gambe scattò dal basso verso l'alto colpendogli il mento.
Visto era riuscito a sbilanciarlo Lighneers decise di provocarlo a modo suo, per vedere di tirargli fuori un po' di grinta.
Come prima cosa gli schiaffeggiò entrambe le guance un paio di volte a ritmo di musica, iniziando poi a cantare.
-Osteria numero cinque, c'è chi perde e c'è chi vince!-
Ogni parola era scandita a voce alta e ad essa corrispondeva un pugno, che variava dal viso allo stomaco.
-Ma chi perde caso strano, se lo trova dentro l'ano!-
Questa volta solo nella prima metà della canzone lo colpì al viso, poi passò a dei calci sul sedere.
-Dammela a me biondina, dammela a me mora!-
Nel momento in cui Khal sentì mora spalancò entrambi gli occhi corrugando le sopracciglia, quasi furioso, e schivando un colpo di Lighneers lo colpì al viso con abbastanza forza da farlo cadere a terra.
-Scusa, ma quell'ultima parte non mi è piaciuta.-
Ghignando Lighneers si portò una mano al labbro, vedendo che stava uscendo del sangue. 
Alzandosi era già pronto a continuare, ma il suono della campanella segnante lo scadere del tempo decretò la fine della lotta.
-Merda.-
Un pareggio, avrebbero dovuto dividere i soldi. A Khal questo certamente non importava, e si avvicinò all'altro con un leggero sorriso porgendogli la mano.
-Bella lotta.-
Con non curanza Lighneers gli strinse la mano, scendendo poi dal ring per prendere la parte dei soldi, notando così anche Alexander.
-Poteva andare meglio.-






Ailea-Seraph:


Ormai erano quasi le dieci, Seraph aveva ricevuto un messaggio da Ailea con su scritto che verso quell'ora sarebbe venuta a prenderla, e così si era cambiata per prepararsi.
Indossava delle pantacalze nere ed una gonna blu che le arrivava poco sopra il ginocchio, ed una maglia azzurra nascosta sotto una felpa verde muschio.
Cinque minuti prima era scesa lungo la scalinata sacra del tempio, prendendosi la calma necessaria ad ogni gradino dando così il giusto rispetto alla struttura in sé, ed una volta giù aveva potuto vedere con facilità Ailea, vestita con dei pantaloni neri ed una felpa con cappuccio, sistemato sul capo, dello stesso colore.
La ragazza la stava aspettando seduta sulla moto fumando una sigaretta, e come la vide picchiettò sul sedile facendole segno di salire, porgendole un casco per lei mentre si mise il suo.
-Dove andiamo?-
Chiese Seraph facendo come le aveva detto. Non aveva problemi con i mezzi, anche se sperava di non fare incidenti per la guida dell'altra.
La moto forse non era tra le preferite solo perché in due necessitava uno stretto contatto, come infondo avevano in quel momento.
-Un posticino tranquillo, non ho voglia di bere stasera.-
Rispose la ragazza facendo partire subito la moto al massimo della velocità. Come la prima volta che v'era salita non la smetteva di sorridere, anche se aveva dovuto buttare la Marlboro a terra.
Passarono per varie strade trafficate ed Ailea si divertì a correre tra le macchine cambiando corsia ogni tre per due. Seraph di suo manteneva la calma, tenendo però la cintura davanti a sé per non rischiare di perderla.
-Vedo che hai già fatto molta pratica con questa.-
Commentò poi urlandole nell'orecchio.
-E' meravigliosa. Una vera bellezza!-
-Spero per il tuo ragazzo non la distruggereai in una settimana.-
-Nah, durerà per tutta la vita.-
Ridacchiò la bruna scuotendo il capo, cambiando poi zona spostandosi indei vicoli più stretti.
Si stavano spostando in una zona sud più isolata e povera rispetto al resto della città, ma ancora non così malandata come alcuni punti.
Erano anche particolarmente vicino al bosco, ed Ailea si fermò in prossimità di una collina che era stata costruita utilizzando come concime e terriccio i vari rifiuti, sopra ai quali era poi cresciuta dell'erba fresca senza il bisogno che si inquinasse qualcosa.
-Perché siamo qui?-
Chiese Seraph guardandosi attorno, non che avesse paura, ma non c'era veramente nulla di interessante o simile.
-Pensavo che almeno qui non potevamo avere scocciatori...-
Rispose Ailea iniziando a salire sulla piccola collina con lei sistemandosi in cima, mettendosi a sedere.
-Ultimamente...mi sei sembrata strana.-
Disse infine la bruna posando i suoi occhi dalle pupille rosse sull'altra, che subito capì. Non ne poteva essere sorpresa infondo...già nel pomeriggio l'aveva sospettato, e deciso in linea generale come comportarsi.
-Già...so che l'hai notato.-
-Non solo io, ma sono dettagli.-
Non era facile iniziare quella conversazione, ed infatti Ailea stessa era in difficoltà, mentre Seraph sembrava decisamente più tranquilla.
-Avrai un tuo pensiero sul perché, no?-
Chiese infatti la bionda posando la spada accanto a sé.
-Sì...ma mi sembra quasi strano. Insomma, non ti ho mai vista in simpatia per certe cose.-
Disse la bruna ridacchiando per spezzare la tensione, mentre Seraph fu decisamente più schietta.
-Non sopporto la presenza di Helena.-
Quella frase tolse ormai tutti i dubbi dell'altra, che si accese un'altra sigaretta.
-Nel gruppo o nella vita di Astral?-
Questa volta Seraph non rispose subito, stringendo i pugni mentre si formava un nodo allo stomaco.
-Lui è un idiota.-
-Ma mi sembrava vi foste avvicinati. Non è un cattivo ragazzo.-
-Mi sono sbagliata.-
La risposta secca di Seraph  provocò un lungo sospiro da parte dell'altra, che produsse qualche nuvoletta di fumo.
-So che non lo pensi veramente. Sappiamo entrambe che Astral è un bravo ragazzo, magari iperprotettivo, ma simpatico. Il punto però è che in questo momento magari è a far il simpatico con quella e non con te.-
Magari era stata troppo schietta, ma Ailea sapeva che era giusto così, pur mantenendo un certo tatto.
-Si è lasciato incantare da quel seno ed il modo di fare facile, tu come lo chiami uno così?-
-Non si è lasciato incantare, semplicemente sta vedendo come possono andare le cose. Poi a te cosa importa?-
La domanda non era certo fatta a caso, ma era ben mirata a sentire ciò che già lei sapeva.
-Mi importa...-
-Perché?-
-Perché...pensavo lui potesse essere diverso.-
-Seraph, se pensi una cosa la devi dire chiara e tonda. Ti piace Astral?-
Stavolta non poteva scappare, e non poteva nemmeno mentire ad Ailea visto l'amicizia che le legava, anche se non era facile.
Non solo per l'imbarazzo, ma per la sensazione che le opprimeva il cuore sapendo di non poter aver ciò che voleva nell'immediato.
-Sì. Sì contenta?-
Pur riuscendo a dirlo era rimasta sulla difensiva, ed Ailea le diede qualche secondo per "riprendersi".
-No, perché so che non stai bene. Sai che ti voglio bene e ti sono vicina, però Seraph, in questo genere di cose non puoi comportarti come tuo solito.-
-Dovrei fare la facile come Helena?-
Chiese ironica la bionda corrugando la fronte.
-No, ma almeno lei ha reso chiaro che prova qualcosa per lui. Tu l'hai trattato male da quanto lei  è arrivata, ed anche prima non era gran che. Se ti piace qualcuno, o anche solo se ti sta simpatico, non puoi pretendere questo legga la tua mente e sappia cosa provi. E non puoi nemmeno sperare che trattandolo male rimanga. Le persone meritano d'esser felici, non d'esser trattate come delle pezze.-
A quella frase Seraph si mise una mano sul viso, riflettendo su quella situazione.
-Tanto ormai è inutile...-
-Che ne sai? Non mi pare lui sia ancora così preso, e non venirmi a dire non vuoi che lei stia male. Sono sicura che se potessi buttarla in un vulcano lo faresti.-
Disse Ailea ridacchiando cercando di smuoverla, ma non servì a molto.
-Non è facile. Sai meglio degli altri come è il mio carattere.-
-Lo so. So che sei dura e aggressiva, ma anche buona e gentile certe volte, quasi dolce.-
-Ma smettila.-
Per tutta risposta Seraph le diede un pugno sulla gamba facendola ridere, apprezzando però stesse cercando di starle vicino.
-Il punto è che la gente può cambiare. Siamo giovani, ma vale per ogni età, se lo si vuole veramente. Cazzate come "eh è il mio segno zodiacale", "eh è il mio carattere", sono solo segno d'immaturità, perché si può migliorare impegnandosi, a prescindere dalle stupidaggini che si sono fatte in passato. Tu puoi dimostrargli che ci tieni, però devi anche trattarlo come merita.-
Aveva ragione, e lo sapeva bene. Quanto sarebbe stato difficile però?
Tanto, avrebbe dovuto mordersi la lingua chissà quante volte per riuscire a non esser scortese, ma simili sentimenti la mandavano in confusione, e non c'era assolutamente nulla di facile in ciò.
-Non penso d'avere il diritto di dirgli nulla però.-
Affermò comunque Seraph fissando il suolo.
-Questa è la paura del rifiuto che parla.-
-Tu hai Khal, non sai come ci si sente.-
-Sì che lo so. Prima che scoprissi cosa provava per me sentivo di non meritarlo, di non aver nulla da potergli dare, ma sai cosa? Mi sbagliavo, come ti stai sbagliando tu in questo momento. Non è troppo tardi per sperare in qualcosa, ed anche se non andasse almeno saresti stata sincera con i tuoi sentimenti. Non parli sempre dell'onore? Che onore c'è nel nascondersi.-
-Quello riguarda le lotte.-
-Non scherzare, riguarda la vita. Io non posso parlare d'onore, sono feccia, ma tu sei sempre stata meglio di me in queste cose.-
Era difficile stavolta per Ailea, con il suo orgoglio, ammettere con l'amica ciò che sentiva, ma doveva farlo, dandole così una dimostrazione di quel tipo di coraggio.
-Non saprei...-
Borbottando Seraph si grattò la testa alzando l'occhio al cielo, cercando di far chiarezza nel proprio cuore.
Ailea questo lo capiva, e per questo anche lei alzò gli occhi sulla luna.
Potevano credersi tutti chissà chi, ma erano solo degli adolescenti e dovevano passare gli stessi problemi di tutti.
In qualche modo però la bruna trovava che in certi casi la musica potesse aiutare, e per questo volle esprimere il suo ultimo pensiero con essa, cantando.
-Well, you only need the light when it's burning low, only miss the sun when it starts to snow, only know you love her when you let her go, only know you've been high when you're feeling low, only hate the road when you're missing home, only know you love her when you let her go.
And you let her go.
Staring at the bottom of your glass, hoping one day you'll make a dream last, but dreams come slow, and they go so fast.
You see her when you close your eyes, maybe one day, you'll understand why.
Everything you touch surely dies, but you only need the light when it's burning low.
Only miss the sun when it starts to snow, only know you love her when you let her go, only know you've been high when you're feeling low, only hate the road when you're missing home, only know you love her when you let her go.
Staring at the ceiling in the dark.
Same old empty feeling in your heart.
'Cause love comes slow, and it goes so fast.
Well, you see her when you fall asleep, but never to touch and never to keep.
'Cause you loved her too much, and you dived too deep.
Well, you only need the light when it's burning low, only miss the sun when it starts to snow, only know you love her when you let her go, only know you've been high when you're feeling low, only hate the road when you're missing home, only know you love her when you let her go.
And you let her go.
Oh, oh, mm, oh, and you let her go.
Oh, oh, uh, uh.
Well, you let her go.
'Cause you only need the light when it's burning low, only miss the sun when it starts to snow, only know you love her when you let her go, only know you've been high when you're feeling low, only hate the road when you're missing home, only know you love her when you let her go.
'Cause you only need the light when it's burning low, only miss the sun when it starts to snow, only know you love her when you let her go, only know you've been high when you're feeling low, only hate the road when you're missing home, only know you love her when you let her go.
And you let her go.-
Seraph era rimasta in silenzio per tutto il tempo, socchiudendo gli occhi lasciando che ogni pensiero scorresse via, fino a quando la voce dell'amica non s'era spenta, e così sorridendo, aveva fatto tornare la propria.
-Sei una buona feccia.-

(https://www.youtube.com/watch?v=0_4_Q6aIbs8&list=PLglaJrr5rjDFsPTmZhjFL-FAb5DBZOAHc&index=5) 







Astral :


Dopo aver ricevuto il messaggio da Helena Astral era tornato a casa giusto il tempo per cambiarsi, indossando dei pantaloni marroni ed una camicia bianca dal collo largo. Naturalmente sul capo teneva sempre il solito cappello, e non intendeva separarsi dalla maschera né dalle pistole, in ogni caso escludendo questi dettagli era piuttosto elegante.
Sapeva comunque che ogni cosa gli stava bene, quindi non ci aveva messo troppo tempo a decidere cosa mettere, e sempre con rapidità era arrivato al luogo dell'appuntamento.
La fiera si trovava verso la parte nord della città in prossimità con il bosco, e si potevano vedere anche da lontano alcune delle luci e delle attrazioni.
Il tutto era stato sistemato dietro ad un muro di legno alto poco più di un metro e mezzo, con alcune entrate controllate per evitar entrasse qualcuno per far danni.
Dall'altra parte c'erano un gran numero di bancarelle, alcune delle quali vendevano cibo e dolciumi mentre altre erano semplici giochi ed attrazioni.
Erano presenti alcune giostre molto grandi, come ad esempio una formata da un tronco gigantesco lungo il quale saliva, lentamente, una piattaforma che poi scendeva a tutta velocità verso il basso, oppure una ruota panoramica piena di luci ed anche delle piccole montagne russe.
Non sembrava male, ma per il momento il ragazzo stava aspettando davanti ad una delle entrate, fino a quando Helena non arrivò.
Era vestita in maniera molto graziosa, con una gonna azzurra ed una canottiera viola dalla larga scollatura, seminascosta però sotto una giacchettina di pelle blu scuro.
Si era messa alle labbra del rossetto ed aveva messo in risalto anche i propri occhi con del nero alle ciglia.
Come lo vide subito gli corse incontro, abbracciandolo, ed Astral non sapendo bene cosa fare si limitò a star fermo senza però ricambiarla.
-Sono felice che tu sia riuscito a venire Astral.-
-Già, sono felice anche io...credo. Allora, cosa facciamo?-
Chiese lui iniziando ad incamminarsi mentre lei gli prese il braccio stringendolo vicino al petto.
-Per ora anche solo una passeggiata per guardarci attorno andrà benissimo.-
Dopo tutte le volte in cui Lacie in occasioni simili correva in ogni dove ormai il ragazzo si era abituato a quel ritmo, quindi era dura pensare di poter veramente rilassarsi, ma annuì gentilmente.
-Allora, come è andata la vostra lezione oggi?-
Chiese la bionda allegra.
-Strana, abbiamo sparato tutto il giorno a dei robot del professore.-
-Oh capisco. Effettivamente ho visto la tua amica Seraph indaffarata con quelle cose. Mi ha anche colpito, ma credo per sbaglio...-
Astral fu sorpreso che Seraph avesse potuto sbagliare un colpo, perfino con le pistole che non usava spesso. Era di cattivo umore da giorni, era possibile che si fosse sfogata su Helena?
Ma no, era impossibile, poteva essere irrascibile ma sapeva era una brava persona.
Oltretutto non aveva motivo per farlo, non è che fosse invidiosa di lei o simili...
-Sembrava anche un po' arrabbiata.-
Continuò intanto l'altra, come a volerlo convincere, ma ancora lui non disse nulla. In realtà non sapeva bene cosa rispondere, se avesse detto qualcosa contro Seraph non si sarebbe sentito a suo agio, ma non voleva nemmeno far sembrare stesse esclusivamente dalla sua parte. Per questo alla fine decise di cambiare completamente argomento.
-Ehi, c'è dello zucchero filato là, ne vuoi un po'?-
Disse indicando una piccola bancarella in legno dal tettuccio blu.
-Sì, mi piacerebbe. Tu ne vuoi uno?-
-No, ma pagherò io.-
Infondo aveva delle ottime maniere con le ragazze, pur non avendone ancora frequentata una propriamente fino a quel momento. Helena non sembrò opporre resistenza, ma lo ringraziò con un bacio sulla guancia, anche se coperta dalla maschera.
Una volta arrivato il loro turno il proprietario della bancarella, un uomo dai capelli e gli occhi neri, sorrise ad entrambi preparando una grande forma di zucchero filato a forma di...cuore.
-Ecco a voi, per la bella coppia.-
-Ah...grazie...-
Astral non ebbe la forza di far notare non erano una coppia, perché non voleva ferire Helena, ed oltretutto erano davanti a tutti, sperò però che lei non avesse sentito bene per evitare si facesse strane idee.
-Grazie ancora Astral, sei sicuro però di non volerne nemmeno un po?-
-Tranquilla sono apposto. E' tutto tuo.-
Sempre più allegra la ragazza iniziò a mangiare con una certa grazia, prendendo piccoli bocconi. Ad un certo punto però, quando ripresero a camminare, gli prese improvvisamente la mano stringendogliela.
Gli appuntamenti servivano per vedere se provavi qualcosa per qualcuno no?
Quindi anche provare quelle piccole cose andava bene, senza spingersi troppo oltre naturalmente.
Era bello almeno stare con qualcuno di tranquillo e che sapevi ti apprezzava.
C'erano molte altre persone e la zona era piuttosto tranquilla, anche città come Rookbow potevano regalare quei momenti infondo.
Ad un certo punto Helena si fermò proprio davanti a delle macchine a scontro, ed Astral intuì subito cosa le passava per la testa.
-Vuoi fare un giro?-
-Ti disturba?-
Chiese lei quasi preoccupata.
-Ma no perché?-
-Ecco...non voglio sembrare infantile.-
-Non lo sei affatto. Ci si diverte apposta qui, dai andiamo.-
Questa volta fu lui a tenere la presa più stretta sulla mano della ragazza, portandola a prendere due biglietti per poter giocare.
Si poteva salire in due sulle macchine e così scelsero una macchinina blu scuro, che partì non appena vennero attivate tutte quante.
Al volante c'era Helena, sempre perché Astral volendo si divertisse preferiva cedergli il proprio posto, e la ragazza si rivelò molto competitiva visto aumentava sempre la velocità andando a sbattere con le varie persone.
Si vedeva però dal suo sorriso e dalle risate che si stava divertendo tantissimo, quindi ne valeva la pena.
Anche lui infondo si stava divertendo, infatti la incoraggiava ad andar più veloce, anche se doveva tener ben stretto il cappello per non perdere.
Continuarono a giocare per almeno una quindicina di minuti, fino a quando le macchine non si fermarono e non si avvicinò uno dei gestori della giostra con una macchina fotografica, che scattò una foto di entrambi, e come questa uscì dalla bocchetta subito gliela porse.
-Per voi ragazzi, non costa nulla.-
-Grazie mille!-
Fu Helena a prendere la foto mentre Astral scendeva. Anche se sapeva d'esser venuto benissimo non gli importava gran che della foto, quindi non la guardò molto limitandosi ad aiutare la ragazza a scendere.
Continuarono così la loro piccola passeggiata, almeno fino a quando la ragazza non si fermò davanti alla bellissima ruota panoramica.
-Ehi, ti andrebbe di salire?-
-Mh? Oh certo. Non sembra male.-
Da lassù poi certamente la vista non sarebbe stata niente male, ed il biglietto costava anche poco. Ci volle però un po' perché finalmente toccasse a loro, ma almeno come ricompensa ottennero il potersi sedere sui comodissimi cuscini delle panchine della ruota.
Queste erano scoperte ed avevano solo una sbarra alla quale reggersi, per questo potevano salire solo due persone per volta.
Vista l'ora si potevano vedere un gran numero di stelle, ed avevano anche fatto partire una musica per alcune persone che, ancora a terra, avevano iniziato a ballare per passare il tempo.
Dopo un breve lasso di tempo in silenzio Helena appoggiò la testa sulla spalla di Astral.
-Sai...sto molto bene con te.-
Il ragazzo si irrigidì improvvisamente, completamente incapace di trovare una buona risposta, sforzandosi però per non deluderla.
A ben vederla da quella prospettiva, con le guance leggermente arrossate ed una spallina della canottiera scesa lungo la spalla...era veramente carina.
-Ne sono felice.-
-E tu?-
-Io?-
-Ti diverti quando siamo assieme?-
Chiese lei in una leggera risata vedendolo magari impacciato.
-A-ah...direi di sì...sei molto gentile, ed anche simpatica.-
-Certe volte ho paura di dire qualcosa di sbagliato, soprattutto di fronte a te...-
-Non devi farti di questi problemi. Se qualcuno deve aver da ridire per come sei, obbligandoti a star attenta anche a quel che dici, vuol dire che è proprio un idiota.-
Ribatté il ragazzo non volendo assolutamente lei facesse questo. Mentre stava parlando però l'aveva vista arrossire ancora di più.
-Il fatto è che...Astral...tu mi piaci veramente tanto.-
Non era certo all'oscuro di questo, dal primo momento lei aveva reso chiaro che lo voleva conoscere perché provava qualcosa, però certo fece un qualche effetto nel ragazzo.
Era soprattutto agitato per la novità della situazione, ma anche in parte felice perché era bello che qualcuno tenesse a lui non come fratello o amico.
Lentamente però Helena aveva iniziato ad avvicinarsi a lui, portandogli le mani dietro la testa e facendo passare le dita verso i legacci che tenevano la maschera sul suo viso, mentre le labbra erano a quasi pochi centimetri da essa. Per puro caso poi la ruota si era fermata proprio in quel momento, come a voler dare ad entrambi un po' di tempo per loro.
Poteva essere ingenuo certe volte, ma non su questo.
Era chiaro che lei volesse un bacio.
Un bacio...
Mentre ci pensava improvvisamente come fosse un flash davanti ai suoi occhi comparve l'immagine della notte in cui, salvando Seraph dall'annegare sull'isola in cui erano stati, le aveva fatto la respirazione bocca a bocca.
Ricordava ancora come le sue labbra fossero morbide, di come lo stomaco gli si era stretto mentre faceva attenzione a non far nulla di sbagliato per aiutarla, ma anche di come l'aveva trovata bella senza la maschera...
Proprio in quel preciso istante la maschera si era slacciata, ma prima che potesse rivelare il suo viso il ragazzo scattò allontanandosi, portando una mano sul viso per non farla cadere.
Helena lo guardò in silenzio, mentre si iniziava a leggere una certa tensione sul suo volto.
-S-scusa. Io...non sono ancora pronto.-
Disse subito lui sistemandosi la maschera, sentendosi ancor più a disagio, soprattutto per il fatto la ruota non si fosse ancora mossa per ripartire.
-Non preoccuparti, anzi scusami...sono stata troppo frettolosa...non dovevo dar per scontato tu provassi lo stesso.-
Vedendola così, con il volto basso mentre si allacciava la giacchettina, Astral si morse il labbro colpevole.
-Non ho detto che non provo nulla per te. Ma non sono ancora pronto per questo genere di cose.-
Non solo non si sentiva pronto, ma sentiva anche che sarebbe stato un gigantesco errore.
Ma perché?
Forse la risposta la sapeva già, ma non voleva ammetterlo.
Ogni dannatissima volta pensava a Seraph quando non doveva, gli importava delle sue reazioni ed in base a come queste erano il suo umore cambiava.
Però non era giusto, non stava frequentando lei ma Helena, una ragazza splendida per la quale effettivamente aveva una certa simpatia e per cui stava coltivando anche dell'affetto, ed era naturale viste le sue attenzioni.
Però ancora non riusciva a lasciarsi andare...
La ragazza almeno sembrò risollevarsi per la frase del ragazzo, sorridendogli nuovamente.
-Vorrà dire allora che mi impegnerò ancora di più.-
Fosse stato così facile ci sarebbe già riuscita da subito...ma il cuore non è un giocattolo, non si può decidere a priori cosa provare, nemmeno se questo è razionale o meno.
Però Astral non voleva smettere di provare a veder se effettivamente poteva esserci qualcosa tra di loro, si sentiva confuso questo sì, ma non indifferente.
Magari ad un certo punto sarebbe riuscito a lasciar andare tutte le incertezze, o almeno era questo su cui contava nella sua confusione...
   
 
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