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Autore: cin75    15/04/2019    4 recensioni
No so che dire.....Ho visto la 14x18, ho sentito questa canzone. La storia si è scritta da sola.
Quindi....
WARNING!!!!!!!
SPOILER STAGIONE 14 EPISODIO 18
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo che tutti i pupazzi
vengono riposti nelle loro scatole a sorpresa…
.
si può sentire la felicità
che barcolla per la strada…..

 

E il vento sussurra Mary”

 

Le parole di Dean sono violente e dolorose più della lama di Lucifero che mi uccise davanti ai suoi occhi. E’ terrorizzato. È furioso.

Giuro che se le ha fatto qualcosa….se lei è….allora tu per me sei morto!

Non posso biasimarlo. Chi potrebbe?

Eppure cerco di giustificarmi.

E’ che ero convinto, davvero convinto che questa cosa di Jack avrei potuta risolverla da solo.

Che avrei potuto alleggerire lui e Sam , almeno di questo peso. Ma sono stato uno stupido e lo avrei dovuto capire subito che qualcosa ormai si era rotto nel ragazzo quando gli ho visto polverizzare quel serpente. L’assenza , dentro di lui, del bene e del male, di una qualche tipo di coscienza, doveva mettermi in allerta. E mi sento così in colpa e così umano in questo momento che nemmeno mi rendo conto che la mia voce si incrina mentre cerco di spiegarmi, di scusarmi, di parlare semplicemente.

E ora, sebbene, dopo quelle parole, Dean mi abbia comunque dato un compito, ordinandomi di ritrovare Mary in Paradiso, siamo qui, davanti a questa pira, a questo fuoco, perché nonostante tutto, perfino Dean ha ceduto alla pace che la madre meritava. L’idea, l’immagine di loro madre finalmente felice accanto all’amore della sua vita, “completa” come mi ha seraficamente detto Dumah, sembra aver convinto Dean a non oltrepassare di nuovo quella linea che separa la vita e la morte e che stabilisce quell’ordine naturale che più volte, per loro, è stato violato.

 

Dean, colui che spero sia ancora mio amico, è silenzioso e cupo mentre osserva le fiamme e il loro fumo portare via la madre.

E fa male vederlo così.

Voglio avvicinarmi, scusarmi, consolarlo, farmi prendere perfino a pugni se la cosa servisse a farlo sfogare. A rimettere a posto le cose. A farlo stare meglio.

Ma Sam, più remissivo nel suo dolore, nella sofferenza che sta provando, mi ferma. Mi poggia una mano sul petto come a sbarrarmi la strada verso il mio intento e solo con gli occhi, con un semplice sguardo, mi suggerisce di lasciarlo stare. Di lasciare a Dean quello spazio che gli serve per elaborare il dolore. Di lasciargli il tempo di rendersi conto che per la seconda volta in vita sua ha dovuto dire addio a sua madre.

Non c’è rabbia o rancore nel suo gesto, ma solo protezione nei confronti del fratello maggiore.

Esattamente come fece Dean quando era Sam quello sconvolto dalla morte di Jack: “Se ha bisogno di spazio, gli daremo lo spazio di cui ha bisogno!

Anche questo è un modo che i due fratelli usano per proteggersi.

Guardo Sam e Dio!! come vorrei aiutare anche lui. I suoi occhi sono così tristi, il suo sguardo è così affranto quando in quel fuoco mette a riposare una foto di Mary. La ripone tra le fiamme come se avesse rimesso a posto qualcosa che finalmente ha trovato un suo giusto posto.

 

Sul mio viso la loro stessa triste amarezza.

Nelle mie orecchie il suono della voce di Mary che, alludendo alla mia presenza accanto ai figli, mi conforta: “Castiel, loro non sono mai stati soli!

Riporto gli occhi su quella pira e dentro di me sussurro il suo nome. Mary.

**********

Un fuoco spazza via con noncuranza
i pezzi rotti della vita di ieri
da qualche parte una regina sta piangendo
da qualche parte un re è senza moglie

E il vento piange Mary

 

Credo davvero che se non mi fossi messo tra Dean e Cas, mio fratello lo avrebbe preso a pugni. Ma non era quello il momento per andare fuori di testa. Mamma era sparita, Jack anche. E tutto ciò che avevamo, era il corpo orrendamente bruciato di Nick .

Poi qualcosa credo si sia spezzata, no!, so che si è spezzata dentro di me, quando Rowena mi chiama e mi conferma ciò che da incubo diventa realtà: “Non so cosa sia successo o dove lei sia, ma posso dirvi con certezza che Mary Winchester non è più su questa Terra!

Sento le gambe tremare, vedo Dean soffocare uno strazio e una rabbia che in un essere umano meno forte di lui, sarebbero stati letali. Perfino Castiel ...perfino lui, l’angelo del Signore, che per definizione dovrebbe portare conforto, sembra essere sopraffatto dal dolore.

La mano in cui stringo il telefono mi scivola lungo il fianco, il peso delle mie spalle diventa insopportabile, e quando, dopo che solo una minima parte della rabbia di Dean esplode in mille pezzi insieme a quella sedia che lancia contro la trave, mi ridesto, azzardo un: “Cosa possiamo fare adesso?!

Quello che mi risponde Dean, dentro di me, mi terrorizza: “Quello che abbiamo sempre fatto ogni volta che uno di noi viene portato via. Lottiamo. La riporteremo indietro!” e così dicendo ordina a Cas di andare in Paradiso e cercare la mamma.

E’ la sua unica certezza in questo momento. La mamma non può essere che lì.

 

Poi, tutti gli eventi si susseguono veloci. Le chiamate con Rowena, lei che sparisce letteralmente rapita da Jack che pare abbia la stessa nostra missione; il confronto con Dean per cercare di fargli capire che non solo Cas ha colpa in quello che è successo. Ma tutti. Anche io ho la mia parte di colpa, perché ho sempre pensato che Jack fosse “salvabile” nonostante i suoi iniziali avvertimenti. Ho trascurato Jack, quando occupavo tutto il mio tempo per cercarlo quando era in balia di Micheal. Sono fuggito quando lo stesso arcangelo uccise tutti nel bunker e odiavo quel posto e ho “abbandonato” Jack alle sole cure di Castiel.

E poi, Dean, colpito o forse più ragionevole, dopo avermi sentito dire quelle cose, mi si fa vicino e io respiro un po’ meglio, quando anche lui ammette la sua colpa nell’aver sottovalutato le parole e i velati avvertimenti di Donatello: “Tenetelo d’occhio. Se sembra che stia bene, forse è così. Ma Dean...devi capire che Jack è probabilmente l’essere soprannaturale più potente dell’Universo. Quindi chi può dire che cosa ci sia davvero nella sua testa!?

Così, ci rimettiamo in viaggio , diretti di nuovo verso la vecchia baita dove il corpo di Nick continua a marcire.

Ci avviciniamo al rifugio e l’Impala si ferma, improvvisamente.

Dean è il primo a capire di chi sia la colpa. “Jack!!” e corre fuori dall’auto.

Lo seguo e l’odore di una potente magia è quasi tangibile nell’aria. Corriamo sul retro della casa e loro sono lì. Jack accanto al corpo della mamma. La mamma inerme, immobile, per terra.

Per un attimo restiamo immobile a fissarci nella mente quell’immagine... per un attimo speriamo che lei si muova...per un attimo il cuore è più forte della mente e del raziocinio.

Per un attimo…

Poi….

Non ha funzionato!” dice con una dolorosa incredulità Jack, guardandoci.

Poco dopo di lui non v’è più traccia.

 

Il respiro mi si ferma, mentre vedo Dean correre verso la mamma, le si inginocchia accanto, le solleva delicatamente la testa, l’accarezza e poi se la stringe al petto. La chiama.

Come un bambino che chiama sua madre dopo un brutto sogno.

Ma questo non è un brutto sogno, Dean non è un bambino spaventato e la mamma non aprirà gli occhi. Mai più.

Cedo anche io. Mi accoccolo accanto a mio fratello, che quasi si dondola avanti e indietro stringendola a lui. Il suo corpo sussulta, anche se i suoi occhi si costringono a non piangere.

Gli metto una mano sulla schiena, per dare conforto, per avere conforto e lui lo fa, mi guarda e in quello sguardo vedo il mio stesso dolore e allora mi lascio andare e soffro con lui.

 

E ora, davanti a questa pira, non posso che dire addio. Dirle addio e tenere ben stretto dentro me, quel tempo che mi è stato concesso di viverle accanto. Faccio qualche passo verso di lei, quello che resta di lei, protetto dalle fiamme e lascio che una sua foto viva con lei per sempre.

Torno indietro, piano, in silenzio e quando vedo che Castiel vuole essere di un qualche conforto a Dean, lo fermo.

Non ora, non è il momento.

Non glielo dico, mi basta guardarlo e l’angelo capisce e ritorna sui suoi passi.

So che Dean non lo vuole davvero morto, so che un giorno , anche se con i suoi modi e suoi tempi, perdonerà Castiel, perdonerà me e forse anche sé stesso per essersi sentito prima mentore, poi amico e poi addirittura padre di un qualcuno troppo “grande” da essere considerato un semplice essere “particolare”.

Ora, provo tutto e non provo niente.

Nelle mie orecchie il suono della voce della mamma: “Tu sei un uomo buono. Sì, lo sei. E questa è solo una delle ragioni che mi rende orgogliosa di te!
 

Riporto gli occhi su quella pira e nella mia mente piango il nome di mia madre. Mary.

*********

Le luci del semaforo diventeranno blu domani
e faranno risplendere il loro nulla sul mio letto
l'isolotto cola a picco
perché la vita che vivevano è morta

E il vento grida Mary”

 

L’idea ….la sola idea che qualcosa possa essere accaduta alla mamma , mi manda nel panico e il fatto che tutto possa essere successo perché Castiel ha voluto fare di testa sua, invece, mi fa infuriare di una rabbia che forse, solo ai tempi del Marchio ho provato e così quella frase mi fugge via dalla bocca come aria: “Se lui le ha fatto….se lei è….allora tu per me sei morto!

Castiel resta senza parole, ferito e cerca una qualche giustificazione ma in quel momento non me ne frega un cazzo. Voglio solo sapere che cosa è successo a mia madre e quando Rowena chiama Sam e conferma la mia paura più grande, mi sento come se l’intero universo mi sia crollato addosso e ho bisogno di allontanarmi, di appoggiarmi a qualcosa. Stringo forte il legno di questa sedia, le mie nocche sbiancano, le mani mi fanno male e quando tutto sembra non farmi più male , scarico la mia frustrazione e la sedia contro la parete ne subisce le conseguenze.

Sam mi guarda. Io non guardo lui.

Ma so che cerca una risposta. So che vuole io sia ancora una volta il fratello maggiore e allora agisco come tale. “….la riporteremo indietro!” e poi senza ammettere o accettare una qualsiasi replica dico a Castiel di andarla a trovare in Paradiso, perché quello è l’unico posto in cui può essere mia madre. Non potrei accettare altro.

E che Dio protegga questo mondo e quell’altro se così non fosse!!!!

 

Mi rimetto in viaggio con Sam, e quando butto giù la porta dell’appartamento di Rowena capisco subito quello è successo. Lei non c’è e manca il Libro dei Dannati. Jack vuole fare esattamente la nostra stessa cosa.

Sono ancora furioso, sono sconvolto e mi sento terrorizzato di non riuscire a riportarla da me e così lascio sfogare la mia rabbia e incolpo ancora Cas. Per averci mentito. Per non averci detto quello che sapeva su Jack, ma poi ...poi Sam mi ferma e in un modo che solo lui riesce a fare, mi riporta alla ragione. Non giustifica Castiel, ma non giustifica nemmeno sé stesso. “Ho sbagliato anche io con Jack. L’ho sottovalutato, ho sottovalutato la sua potenza, cosa su cui tu per primo mi avevi messo in guardia. L’ho abbandonato per cercare te, per fuggire da quello che Micheal aveva fatto nel bunker.” e mentre mi dice queste cose, vedo la sua confusione, il suo senso di colpa, il suo dolore.

Non posso lasciarglielo fare. Non posso sottrarmi a quella che è anche una mia colpa. Mi siedo davanti a lui e confesso: “Anche Donatello mi ha messo in guardia ma io non ho voluto vedere quello che forse già potevo vedere! Non ho ascoltato.

 

Ci rimettiamo in viaggio e la telefonata fatta da una Rowena sconvolta e affannata ci costringere a raggiungere di nuovo quella vecchia baita e lì il mio incubo diventa realtà.

La mamma è a terra. Esanime.

Jack al suo fianco , si volta verso di noi e ansima un amareggiato: “Non ha funzionato!

Niente altro. Al suo posto , poi, solo il vuoto.

Sam respira a fatica. Io corro verso di lei. La prendo tra le braccia, la chiamo e chiamo ancora, prego fortemente che apra gli occhi, che mi ascolti, che in qualche modo l’incantesimo debba fare ancora effetto. Ma niente accade. Lei rimane immobile e io non riesco a fare altro che cullarla appena, fin quando la mano di Sam, sulla mia schiena, prova a darmi conforto. O forse a volerne.

Lo guardo. Ha il mio stesso dolore in viso. La mia stessa disperazione nel cuore.

 

E dopo essere rimasti non so per quanto tempo stretti in quell’ultimo abbraccio, ora, siamo qui. Sono qui. Davanti all’ennesima pira funebre.

Davanti all’ennesimo fuoco che porta via un pezzo della mia vita.

Non riesco a dire niente. Non riesco nemmeno a guardare chi mi sta accanto.

Vorrei confortare Sam, quando vedo che lascia una foto tra le fiamme incessanti, ma come accadde davanti alla pira di papà, anche adesso, mi sento come se una forza immane mi tenesse bloccato al mio posto.

Non posso avvicinarmi a lui, non posso abbracciarlo, non posso dirgli “Non siamo soli, abbiamo ancora l’un l’altro. Domani ricominceremo.”

Non posso farlo. Non ne ho la forza. Non adesso.

Adesso vorrei solo non sentire più niente. Vorrei solo non avere una voglia disperata di gridare tutto questo dolore che mi sta bruciando dentro come queste fiamme stanno bruciando quel legno e chi vi sta riposando sopra.

 

Ora, nelle mie orecchie la voce di mia madre: “Ho solo bisogno che tu sappia che sono grata di ogni giorno che ho passato con te e Sam!

Riporto gli occhi su quella pira e nella mia mente grido il nome di mia madre. Mary.


********

Il vento ricorda
i nomi che ha soffiato in passato?…...

La sua età avanzata e la sua saggezza
sussurra 
"No, questo sarà l'ultimo"


 

 

 

 



N.d.A.: la mia unica giustificazione a questa shot è….la puntata appena vista, le sensazioni provate e questa canzone https://www.youtube.com/watch?v=qYAcB_Ph7DM

Jimmy Hendrix, rock classico, Supernatural, una chitarra da sogno, una voce struggente...come resistere dopo la 14x18?

PS.: che dite? Quello di Mary sarà davvero l’ultimo nome portato via dal vento???

 

   
 
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