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Autore: mikafreak95    17/04/2019    0 recensioni
Il mondo dei morti riunisce chi è separato. Hector lo scoprirà quando un viso noto ricomparirà alla sua porta.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Rivera, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'Arresto E Il Processo di Ernesto De La Cruz

Terra dei Morti.
Quattro mesi dopo il Dìa de Muertos, Ernesto de la Cruz era stato tirato fuori dalla campana ed era stato subito scortato in carcere, la sua villa e i suoi beni erano stati sequestrati e il suo nome cancellato dal memoriale a lui dedicato. Ora era sdraiato nella sua cella, a rimuginare sul suo passato, cercando di inghiottire la rabbia che rischiava di prevalere. Improvvisamente, i suoi pensieri vennero interrotti da una guardia.
“Senor de la Cruz, ha una visita!”
“Non voglio vedere nessuno. Mandalo via.”
“Non credo che lei sia più nella posizione di potermi dare degli ordini. Perciò chiuda la bocca e mi segua.”
Così la rabbia di Ernesto non faceva che aumentare; non voleva assolutamente parlare con nessuno, ma a quanto pare non aveva scelta. Quando arrivò nella sala delle visite, vide l’ultima persona che avrebbe mai voluto vedere.
“Maestro Emilio, è un piacere vederla. Sapevo che prima o poi sarebbe venuto.", disse con un sorriso falso.
“Non fare l’attore Ernesto, con me non funziona.”, replicò Emilio con stizza. Ernesto poteva vedere benissimo la rabbia che serpeggiava negli suoi occhi verdi e voleva approfittare di ciò.
“È vero. È sempre stata una persona troppo intelligente per me, per questo ho deciso di sbarazzarmi di lei. È stato facile, la sua ingenua collega mi ha dato le istruzioni per ottenere il veleno per topi. Peccato che ci sia andata di mezzo anche la povera suor Celeste.”
“Solo perché non ti ho dato l’attenzione che volevi? Tu sei veramente loco Ernesto. Un loco peligroso.”
“Lo sa benissimo per quale motivo l’ho fatto. A proposito: come sta suo figlio?”, buttò fuori quella domanda con perfidia sperando che fosse accaduto ciò che desiderava da tempo. 
“Mi dispiace deluderti Ernesto, ma Hector sta bene ed è con la sua famiglia. Non potrai mai più fargli del male. E per quanto mi riguarda, puoi anche bruciare all’inferno. Non avrai mai il mio perdono.”. E se ne andò non senza prima aver dato un ceffone a quella faccia tosta di de la Cruz che, incurante del dolore, continuava a ridacchiare,
“Ci vedremo in tribunale caro maestro...”

Tre mesi dopo:
Finalmente era arrivato il giorno del tanto atteso processo a Ernesto de la Cruz. Mai il tribunale era stato così pieno di giornalisti, paparazzi, fotografi e anche semplici curiosi; in fondo si trattava di un ex celebrità. C’era il giudice Ivano Salinas, uno dei più incorruttibili e con vero senso di giustizia. Ormai si era entrati nel vivo del processo, erano state esaminate le telecamere accese durante la notte del Dìa de Muertos ed ora al banco dei testimoni sedeva Imelda.
“Señora Rivera, è al corrente che la villa e i beni sequestrati al señor de la Cruz andranno alla vostra famiglia come risarcimento per l’assassinio di suo marito e il tentato omicidio di suo nipote?” ad interrogarla era la signora Jessica Cortez, avvocato di Ernesto de la Cruz e, stando ai pettegolezzi, anche sua amante.
“Sì, ne sono al corrente ma non mi interessa. La mia famiglia non ha bisogno delle cose di un uomo che ha le mani sporche di sangue. Abbiamo deciso di donarle agli emarginati della Terra dei Quasi Dimenticati. Loro ne hanno veramente bisogno.”
“Ma che gesto nobile da parte sua! Non sarà che lo sta facendo perché ha la coscienza sporca? In fondo è lei che ha causato la morte finale del suo uomo.”. Se l’obiettivo era di mettere in difficoltà Imelda, ci era riuscita trovando il suo punto sensibile.
“Obiezione, vostro onore.” Disse l’avvocato della famiglia Rivera.
“Riformulo la domanda: sicura che non lo sta facendo perché si sente in colpa?”
“Obiezione respinta. Risponda alla domanda, señora Rivera.”
“È vero. La morte finale è stata colpa mia. Ma ciò non giustifica ciò che il señor de la Cruz ha fatto alla mia famiglia. Quindi no, non ho sensi di colpa. Voglio solo giustizia.”. Disse ritrovando il coraggio e la determinazione.
“Bene, non ho altre domande.”
“Tutto bene, mi amor?” chiese Hector una volta che Imelda era tornata al suo posto.
“Adesso si. ¡Gracias!” lo rassicurò con un bacio.
Dopo pochi minuti era stato chiamato Emilio Lopez Garcia al banco dei testimoni a causa della visita di tre mesi prima. 
“Señor Lopez Garcia: ci risulta dalle telecamere della centrale che lei è andato a trovare il señor de la Cruz per parlare, ma che poi abbia perso il controllo dandogli uno schiaffo. Scommetto che  se non fossimo tutti morti, non si sarebbe limitato a quello. Avrebbe fatto giustizia per suo figlio.”. Tutti rimasero senza parole.
“Ebbene si signori. Hector Rivera è suo figlio adottivo, questi documenti lo provano.” Li tirò fuori pensando di poter cantare vittoria. Anche Ernesto sghignazzava.
“Obiezione, vostro onore. Cerca di screditare il testimone.”
“Accolta. Avvocato Cortez se non ha altre domande, finiamola qui.”
“Vostro onore, se mi permette vorrei rispondere all’avvocato Cortez. Si è vero, ho perso il controllo. Il señor de la Cruz mi ha ucciso, ha ucciso suor Celeste ma soprattutto ha ucciso mio figlio. Non potrò mai perdonarlo ma io non mi abbasserò mai al suo livello. Non sono un assassino.”.Disse con fiero orgoglio, lasciando poi il banco dei testimoni e andando ad abbracciare Hector.                                                           
Dopo un po’ la giuria si ritirò per deliberare. Ci mise solo cinque minuti ad emettere il verdetto.                                    
“La giuria ha raggiunto il verdetto?"                                                                                                                          
“Sì, vostro onore. Per l’omicidio di Hector Rivera giudichiamo l’imputato colpevole. Per il tentato omicidio di Miguel Rivera giudichiamo l’imputato colpevole.”
Tutti applaudirono fragorosamente e molti addirittura andarono ad abbracciare Hector Rivera offrendogli il loro sostegno. Finalmente l’intera famiglia avrebbe potuto vivere in pace e senza problemi.


  
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