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Autore: T00RU    18/04/2019    1 recensioni
[Stray Kids]
Uno stop in bagno, uno in cucina e un paio di occhiali di nuovo al proprio posto sul naso di Seungmin, il ragazzo entrò in camera con un pacchetto di cracker che immediatamente gli cadde dalle mani non appena si accorse di non essere più esattamente solo.
«Hyunjin?» sussurrò a denti stretti, aggrottando le sopracciglia e avvicinandosi al balcone dal quale sbucava la testa del ragazzo, che evidentemente stava faticando a salire. Aprì la porta e mise piede fuori, nell’aria fredda di novembre, si sporse in giù per vedere il proprio ragazzo che cercava in tutti i modi di arrampicarsi e scavalcare la ringhiera. «Un aiutino?».

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[seungmin x hyunjin centric]
[2.638 words]
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Seungmin voleva solo addormentarsi: il mattino seguente si sarebbe dovuto svegliare presto per prendere l’autobus in tempo, avrebbe dovuto ripassare le formule di fisica durante il tragitto fino a scuola; e invece, stava steso a pancia in sù sul proprio letto, a fissare il soffitto nella speranza di riuscire a dormire almeno quattro ore.
Niente da fare.
Afferrò il telefono appoggiato sul comodino e si premurò di abbassare la luminosità, almeno tanto da non rimanere cieco per i primi cinque minuti.
 
Messaggio a: HHJ
Non riesco a dormire :(
 
Conoscendo Hyunjin, già se lo immaginava bello che addormentato con il volto premuto contro al cuscino, la bocca semiaperta dalla quale uscivano piccoli sbuffi e talvolta colava un po’ di saliva (sì, che schifo), il telefono ancora nella mano destra ma dimenticato da ore.
Quell’immagine mentale lo fece sorridere leggermente, sbuffando una risatina tra sé e sé.
Guardò la schermata del telefono: nessuna notifica. C’era da aspettarselo, erano pur sempre le due di notte; Hyunjin, poi, considerando le prove di ballo giornaliere, era già tanto se a volte restava sveglio fino alle dieci e un quarto.
Seungmin sospirò per l’ennesima volta e si mise seduto, accendendo l’abat-jour appoggiata sul comodino di fianco al proprio letto su cui aveva appoggiato gli schemi di fisica; sconsolato, prese quei fogli che tanto avrebbe voluto bruciare e iniziò a passare lo sguardo sulle numerose formule che si trovava sotto agli occhi, una dopo l’altra, la sua concentrazione ormai esaurita.
Voleva solo dormire.
E invece eccolo lì, alle due e un quarto del mattino, a cercare di memorizzare formule che non gli sarebbero mai servite nella vita e che, a causa della condizione mentale attuale, si mescolavano tra di loro creando ancora più confusione in quel suo piccolo cervello che provava forse fin troppa avversione nei confronti delle materie scientifiche.
Ma come biasimarlo?
Gli occhi avevano iniziato a bruciargli, sia per la stanchezza che per lo sforzo di riuscire a vedere con la luce fioca che proveniva dalla lampada; forse era anche l’aver lasciato gli occhiali da vista sul ripiano della cucina, ma non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Decise quindi di fare una piccola tappa in bagno prima di andare in cucina a prendersi i tanto agognati occhiali, un po’ per rinfrescarsi gli occhi, un po’ per passare del tempo in un altro luogo che non fosse la sua camera da letto, che oramai stava iniziando ad odiare.
 
Uno stop in bagno, uno in cucina e un paio di occhiali di nuovo al proprio posto sul naso di Seungmin, il ragazzo entrò in camera con un pacchetto di crackers che immediatamente gli cadde dalle mani non appena si accorse di non essere più esattamente solo.
«Hyunjin?» sussurrò a denti stretti, aggrottando le sopracciglia e avvicinandosi al balcone dal quale sbucava la testa del ragazzo, che evidentemente stava faticando a salire. Aprì la porta e mise piede fuori, nell’aria fredda di novembre, si sporse in giù per vedere il proprio ragazzo che cercava in tutti i modi di arrampicarsi e scavalcare la ringhiera. «Un aiutino?».
Con tutta la propria forza, Seungmin riuscì ad aiutare Hyunjin a scavalcare la ringhiera del balcone, e quest’ultimo gli cadde addosso rovinosamente e con un grido di sorpresa che il più basso fu veloce a strozzare sul nascere con una mano ben piantata sulla bocca dell’altro.
«Ma sei pazzo?» Seungmin era ancora disteso sul pavimento del balcone, si teneva quasi seduto con l’aiuto di un solo gomito -che già iniziava a fargli male-, Hyunjin ancora sdraiato su di lui.
Seungmin liberò finalmente la bocca di Hyunjin ed appoggiò la mano nuovamente libera sul pavimento, scuotendo la testa con incredulità.
«Sorpresa» sussurrò Hyunjin, senza fiato, e così dicendo prese alla sprovvista Seungmin per la seconda volta quella nottata, sporgendosi in avanti e baciandolo; una mano era sulla guancia del ragazzo -che aveva ricambiato il bacio talmente velocemente da essere quasi imbarazzante-: era una posizione più che scomoda, ad entrambi faceva male anche solo cercare di tenersi su.
E infatti; «Ah, Hyunjin, ahia- aspetta, mi fanno male i polsi» Seungmin si allontanò dalle labbra di Hyunjin abbastanza da riuscire a parlare, ma con ogni parola le loro labbra ancora si toccavano.
L’altro quindi si mise seduto in ginocchio e con entrambe le mani afferrò i polsi doloranti di Seungmin, premurandosi bene di lasciare piccoli baci delicati sulla sua pelle; tutto sotto lo sguardo del ragazzo, che più lo guardava più sentiva il proprio cuore riempirsi di affetto.
Hyunjin quindi distolse l’attenzione dai suoi polsi e senza però lasciarli andare lo avvicinò a sé, lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra, per poi alzarsi. «Forza, troviamo un modo per farti dormire».
«Abbassa la voce» gli intimò l’altro, alzandosi in piedi e pulendosi i pantaloni del pigiama alla bell'e meglio -il pavimento del suo balcone non era esattamente il luogo più pulito della casa-; poi rientrò in camera e si chiuse le porte alle spalle. «Stanno dormendo tutti».
«Anche Chunhwa?» ridacchiò Hyunjin, sedendosi sul letto del proprio ragazzo senza fare troppi complimenti; si tolse le scarpe e le appoggiò vicino al comodino, poi incrociò le gambe e si appoggiò comodamente al muro a cui era appoggiato da un lato il letto del ragazzo. Seungmin tirò le tende e riprese il pacchetto di cracker che era stato dimenticato sul pavimento. «Sarà in giro con Jihoon ad imbrattare qualche muro» ricambiò la risata, andando a sedersi accanto a Hyunjin. «Sei venuto a piedi?».
Il ragazzo sbuffò con fare di scherno; «Ti pare? Ho lasciato la moto sotto al tuo balcone».
Seungmin spalancò gli occhi, per poi dargli uno schiaffo ben assestato sul braccio; Hyunjin fece per gridare, ma si morse la lingua. «Che cazzo vuoi?» sussurrò a denti stretti.
«Ma sei scemo, a venire in moto? A malapena riesci a tenere gli occhi aperti dal sonno, e poi quell’aggeggio fa un casino infernale» protestò Seungmin, aggrottando le sopracciglia.
Lo sguardo di Hyunjin si addolcì; «Non potevo mica lasciarti solo, no?» e poi sorrise di fronte al viso arrossato di Seungmin, che ancora s’imbarazzava per le più piccole cose.
«Vabbè, comunque» mugugnò, sporgendo involontariamente il labbro inferiore in avanti; poi appoggiò la testa sul braccio dell’altro, lasciandosi scivolare verso il basso fino ad arrivare con la testa sulle sue ginocchia. «Che casino».
Hyunjin portò come per istinto una mano alla sua testa, accarezzandogli i capelli e passandoci le dita in mezzo, come a calmarlo pian piano. «L’hai presa una camomilla?».
«Le ho provate tutte» sospirò Seungmin sconsolato, girandosi leggermente a pancia in su per riuscire a guardare il viso di Hyunjin anche dalla propria postazione sulle sue ginocchia; il ragazzo lo guardò di rimando, sorridendogli debolmente.
«Non credi sia l’ansia?».
Seungmin soffiò una risatina. «Con tutti gli ansiolitici che prendo l’ultima cosa che posso avere è l’ansia per la verifica di fisica; stavo ripassando per passare il tempo» disse, indicando i fogli che aveva appoggiato sul cuscino. Hyunjin prese i fogli con la mano libera e passò uno sguardo veloce sulle formule scritte, poi fece una smorfia e li riappoggiò al loro posto.
Seungmin si lasciò scappare una risata; «Brutto, eh?».
«Mai quanto te» e prima che Seungmin potesse protestare, si sporse in avanti e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra, sorridendo davanti all’espressione offesa e ferita del ragazzo; Seungmin fu veloce a mettere il broncio, aggrottando le sopracciglia. «Mi fa male il collo, spostati» disse, secco, mettendosi seduto sotto allo sguardo divertito di Hyunjin, che si spostò contro alla testiera del letto, buttando il cuscino  nella direzione generale della sedia della scrivania.
Seungmin gli lanciò un’occhiataccia nel vedere il cuscino cadere a terra con un tonfo, ma non si alzò a riprenderlo; si limitò a stare seduto sul letto, con le braccia incrociate al petto.
Hyunjin sorrise, roteando gli occhi. «Seungmin?».
Ma l’altro non rispose.
«Seungminnie?» si sporse in avanti, il suo viso a pochi centimetri dalla guancia di Seungmin; il suo respiro gli toccava la pelle e sapeva che gli dava estremamente fastidio, ma il ragazzo non si mosse, nonostante il sorriso che minacciava di spuntargli sul viso.
Hyunjin allora, con un gesto fulmineo portò una mano ai fianchi di Seungmin; la reazione fu immediata: il ragazzo si buttò di schiena sul letto, gli occhi chiusi e uno sforzo immenso per mantenere le risatine ad un volume basso per non farsi sentire dai propri genitori, che stavano dormendo beatamente al piano di sopra. Muoveva le mani in modo caotico, al fine di allontanare Hyunjin che nel frattempo era riuscito a salire a cavalcioni su di lui e a bloccare i suoi movimenti, le ginocchia ai lati dei suoi fianchi; Seungmin però continuava a dimenarsi, le mani di Hyunjin che andavano a cercare i punti che più gli provocavano fastidio.
Con il suo continuo agitarsi, improvvisamente Hyunjin si trovò una manata in pieno viso, dritta sul naso; si mise seduto sulle ginocchia di Seungmin, portando entrambe le mani al naso e guardando in alto, gli occhi lucidi dal dolore.
Seungmin scoppiò a ridere, tanto da non emettere più alcun suono.
«Oddio, scusami» riuscì a dire sottovoce -ancora ridacchiando-, spingendo Hyunjin sul letto e mettendosi seduto. «Fammi vedere se ti esce del sangue».
Hyunjin allontanò le mani dall’area colpita, rivelando un naso rosso ma fortunatamente non sanguinante. Seungmin scosse la testa, dandogli un bacio sulla punta del naso. «Sei a posto».
«E tu un pericolo per te stesso e quelli che ti stanno attorno» Hyunjin scosse la testa, tornando ad appoggiarsi con la schiena alla testiera del letto; Seungmin gli si avvicinò gattonando. «È quello che ti meriti per aver giocato con i miei sentimenti».
«Come se non sapessi di essere l’ottava meraviglia del mondo, ai miei occhi», e così dicendo prese tra le mani il viso di Seungmin, che era davanti a lui, in ginocchio e seduto sui talloni; lo stava guardando con quei suoi occhioni curiosi e nascosti dietro alle lenti degli occhiali, le sue guance erano schiacciate dai palmi di Hyunjin e aveva le labbra sporte in avanti, in un tentativo di nascondere un sorriso nel sentire ciò che Hyunjin gli aveva intimato poco prima.
Sarebbe stato un crimine se Hyunjin non l’avesse baciato immediatamente.
Prima gli lasciò un bacio sulle labbra, poi uno sul naso, uno sul mento, facendolo ridacchiare, imbarazzato; poi tornò sulle sue labbra, che baciò lentamente, come a voler stare lì per sempre.
Quando si allontanò, pronto ad offrire delle proposte per passare il tempo, Seungmin si fiondò sulle sue labbra per la prima volta quella serata, baciandolo con foga e spingendolo ulteriormente con la schiena contro alla testiera del letto, fino a quasi fargli male; non l’aveva mai visto così bisognoso di contatto in un anno e mezzo, tanto che lo teneva ancorato al proprio posto con entrambe le mani sulle sue spalle, non più seduto tranquillamente ma sporto in avanti verso di lui.
Hyunjin gli portò una mano tra i capelli, spostandogli involontariamente gli occhiali, e mentre il respiro di Seungmin diventava sempre più caldo sul suo viso, i loro movimenti furono interrotti da un lieve bussare alla porta del balcone.
Seungmin si allontanò dalle labbra del ragazzo di malavoglia, mugugnando nel tragitto dal letto al balcone; quando spostò la tenda, Hyunjin ebbe l’istinto di sprofondare nel letto di Seungmin fino a non farsi più vedere. Il ragazzo aprì una delle porte e Chunhwa entrò nella stanza passandosi una mano tra i lunghi capelli rossi, meno accesi di quelli di Seungmin, che erano appena stati tinti da poco; si infilò una bomboletta spray nella borsa a tracolla, per poi fermarsi al centro della stanza nel notare la presenza di Hyunjin sul letto del fratello. Lanciò un’occhiata ai capelli scompigliati di Hyunjin, poi a quelli di Seungmin e si sporse in avanti per sistemargli gli occhiali.
«Però, Minnie, non ti facevo il tipo» ridacchiò, stringendogli una guancia con un affetto palesemente finto; poi si girò verso Hyunjin. «Domani faresti meglio a pulire il sedile della moto, l’ho usata per salire».
Mentre usciva dalla stanza, Seungmin afferrò per un braccio la sorella. «Comunque, noi non-».
Chunhwa si liberò facilmente dalla sua stretta e roteò gli occhi, leggermente infastidita. «Non sei mio fratello mica per nulla, coglione» e così dicendo gli diede un colpetto sulla fronte, per poi uscire dalla stanza.
Nella camera cadde il silenzio; Hyunjin si passò una mano tra i capelli, e Seungmin si sedette sul letto, teso. «Credo sarebbe meglio se-» iniziò, per poi essere interrotto.
«No, infatti».
Hyunjin tossicchiò. «Ti va di giocare a Uno?».
Seungmin soffocò una risata. «Prendo le carte».
 
Un’ora dopo Seungmin aveva vinto cinque volte, contro le due di Hyunjin, che era talmente stanco da non riuscire nemmeno a tenere gli occhi aperti; Seungmin si sentiva in colpa, a tenerlo sveglio fino ad ore indicibili del mattino. Per questo motivo, quando il ragazzo si addormentò con le carte in mano, si premurò di sfilargliele delicatamente dalle mani e sistemò un po’ la stanza, raccogliendo il cuscino che era andato a finire sul pavimento e facendo appoggiare Hyunjin su uno pulito, appena preso dall’armadio. Il ragazzo ci aveva anche provato a far addormentare Seungmin: nei pochi momenti di lucidità tra uno stato di dormiveglia e l’altro, se l’era tenuto stretto al petto, dondolandosi leggermente come ad indurgli sonnolenza; niente da fare, quello che si riaddormentava era sempre lui e Seungmin restava più che sveglio, a guardare come Hyunjin dormiva con la bocca semiaperta -proprio come se l’era immaginato qualche ora prima- e gli respirava dritto sulla faccia.
Sicuramente non il migliore degli spettacoli.
Per questo attorno alle quattro e mezza si liberò con cautela dalla stretta di Hyunjin, che beato si rigirò dall’altra parte, con la faccia rivolta verso al muro; mugugnò qualcosa nel sonno, ma Seungmin non riuscì bene a decifrare cos’avesse detto. Optò invece per sedersi alla scrivania e rileggere quei maledetti schemi un’ultima volta -per sicurezza-, per poi prepararsi qualche bigliettino che sapeva non avrebbe mai usato, troppo incapace per riuscire a copiare senza essere scoperto.
Era un bravo ragazzo, lui.
 
Aveva sentito i propri genitori chiudersi la porta di casa alle spalle, pronti per andare a lavorare, e la vide come l’occasione adatta per iniziare a prepararsi per la giornata, con i suoi bei dieci minuti di sonno sparsi nel giro di otto ore.
Quando rientrò in camera Hyunjin aveva appena iniziato a svegliarsi, lentamente, con gli occhi socchiusi. Si stiracchiò, e nel vedere Seungmin si lasciò sfuggire un sorriso ancora pienamente assonnato. «Che ore sono?».
«Le sei e quaranta» gli si avvicinò, lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra. «Io devo andare a scuola, rimettiti a dormire».
«No, no, ora mi alzo» Hyunjin si tenne su con i gomiti per qualche secondo, per poi sprofondare nuovamente con la testa nel cuscino. «Ora che ci penso, mi sa che resto ancora un po’».
«Mi basta che te ne vada entro le tre del pomeriggio e sono a posto» ridacchiò Seungmin, nel vederlo già per metà perso nuovamente nel mondo dei sogni. «Esci dal balcone, mi raccomando fai attenzione».
Hyunjin tese una mano in avanti, ad afferrare il braccio di Seungmin. «Buona fortuna».
Quest’ultimo si limitò a lasciargli un altro bacio sulle labbra, per poi uscire dalla stanza.
 
Quella sera, Seungmin si stava riempiendo la ciotola di ramen; Chunhwa non aveva detto niente -ormai avevano i loro patti-, Hyunjin si era premurato bene di andarsene verso le nove e mezza, lasciando tutto in ordine proprio come avrebbe fatto Seungmin.
Per la prima volta in vita sua non aveva seguito le regole per filo e per segno, e non era nemmeno andata tanto male.
«Allora, Seungminnie» iniziò la madre versandosi un bicchiere d’acqua, per poi sorridergli come se la sapesse lunga; «Come mai Hyunjin ha dormito da noi, stanotte?».
Come non detto.
 

Miss Marina? Miss Marina? 
Oh my fucking god she fucking dead.
Da cinque (5) giorni ho iniziato ad ultimare Seungmin e già mi spacco la schiena per lui, che dire. 
Sinceramente questa os l'ho scritta un po' a caso, era da tanto che non scrivevo qualcosa e ho pensato; quale migliore occasione per iniziare a scrivere, se non l'immenso amore che ho iniziato a provare per Seungmin?
Quindi eccoci qua.
Non mi aspetto molto da questa ff scritta così di getto, nonostante mi sia divertita molto a scriverla. 
Comunque, spero vi sia piaciuta, e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate; anche le critiche sono sempre ben accette!
Alla prossima -sarà tra una settimana? Tra un anno? Lo scopriremo solo vivendo-, e scusate per eventuali errori!
mar.
 
   
 
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