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Autore: Recchan8    19/04/2019    4 recensioni
"Quando sei una studentessa universitaria sull'orlo di una crisi di nervi e rimasta quasi al verde, sei disposta a tutto pur di salvarti quello che viene volgarmente chiamato culo”.
Delia, studentessa universitaria, per motivi economici decide di prestare il suo appartamento all'home sharing. Un click su di un pulsante sbagliato segnerà l'inizio di una settimana che Delia e il suo ospite non potranno dimenticare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essermi sfogata nel parcheggio dell'aeroporto, liberandomi della maggior parte dei pensieri tragici e negativi, trovai la forza di mettere in moto la macchina e di lasciarmi alle spalle il ricordo della schiena di Yoongi che si mescolava in mezzo alla folla della gimcana. Guidai per le strade di Pisa con calma, alternando una lacrima a un sorriso. Continuavo a pensare all'ultima settimana trascorsa insieme a quel pacato coreano, chiedendomi come diamine avesse fatto a mandare in tilt me, una persona profondamente razionale e pragmatica.
Arrivai a casa con l'abitacolo della Panda invaso da umidi fazzoletti appallottolati; ero riuscita a finire un pacchetto intero di Tempo. Aprii il portone e salii le scale; ogni passo mi preannunciava crudelmente quel che mi attendeva dietro la porta dell'appartamento: il nulla. Yoongi non c'era più, eppure il suo fantasma vagava per casa sotto forma di lenzuola sfatte, tazze sporche, sedie spostate e porte socchiuse. Corsi in camera a mettere in carica il cellulare. Non appena si sarebbe riacceso avrei trasferito sul computer la cartella contenente le foto e i video di Yoongi. Fremevo durante l'attesa perché avevo una paura matta di perdere l'ultimo lascito del mio ospite.
Mentre aspettavo che il cellulare recuperasse un po' di energia, presi a fissare con insistenza il suo schermo nero, come se con solo la forza del mio sguardo potessi accelerare il processo di ricarica.
Devo fare qualcosa”, stabilii dopo qualche minuto.
Scattai in piedi, presi il portatile e mi spostai in cucina. Stare al capezzale del cellulare era un'agonia. Mi sedetti al tavolo e aprii subito il computer. Dovevo trovare un modo per ingannare l'attesa. Pensai di iniziare a sistemare casa, ma l'idea di cancellare le tracce fisiche di Yoongi mi faceva male. Non ero ancora pronta a dire addio al suo profumo.
Vuoi che la tua casa sia un macello per i prossimi mesi?”, mi domandò la mia parte razionale.
Magari non per mesi, ma per qualche giorno sì. L'assenza di Yoongi stava avendo un effetto disastroso su di me, inaspettato e... terrificante. Mi accasciai contro lo schienale della sedia e abbassai lo sguardo sulle mie ginocchia. Corrugai la fronte, chiedendomi per quale maledetto motivo il mio pulsante ammazza-emozioni non avesse funzionato. Cosa aveva Yoongi di diverso rispetto ad altri ragazzi? Come aveva fatto a stravolgere la mia vita in una sola settimana?
Perché ero certa che, insieme ai suoi vestiti e alla macchina fotografica dell'amico, nella sua valigia avesse infilato anche una parte di me?
Sospirai esasperata e chinai il capo sul tavolo, premendo la fronte contro la sua superficie. Strinsi le palpebre e intimai alle lacrime di non azzardarsi a tornare.
Non siete le benvenute”.
Rizzai la schiena e mi schiarii la voce, passandomi il dorso della mano destra sugli occhi e tirando su col naso. Cercai con gli occhi il pacchetto di sigarette, ma quando mi ricordai della tacita promessa che avevo fatto a Yoongi crollai nuovamente sul tavolo, battendo i pugni con mal velata sofferenza. Ero preda di una vera e propria crisi di astinenza, solo che la mia droga non era la nicotina: aveva un nome diverso.
Erano da poco passate le sette e trenta quando stabilii che il cellulare fosse rimasto in carica fin troppo per i miei gusti. Lo staccai dalla presa con eccitata decisione e corsi letteralmente in cucina portando con me anche il cavo bianco del caricatore. Tempo prima un mio compagno dell'università mi aveva detto che utilizzando il cavo al posto della connessione Bluetooth il tempo di trasferimento dei file dal cellulare al computer si riduceva drasticamente. Mi fiondai sulla sedia, collegai i due dispositivi e, col cuore martellante, attesi che si aprisse la finestra rappresentante il mio cellulare come un dispositivo di archiviazione. Cliccai sull'icona a forma di telefonino e navigai velocemente tra le cartelle fino a quella del mio Samsung.
Nel mio petto avvertivo uno strano peso, qualcosa di simile a una rete appesa a una sottile corda che racchiudeva una miriade di sassolini. Una mano bianca dagli anelli argentati impugnò una scimitarra e, con un gesto deciso e senza scrupoli, tagliò la debole corda che sosteneva la rete di sassi, i quali, attirati verso il basso dall'inesorabile forza di gravità, caddero sulle mie viscere come una pioggia di piombo.
Socchiusi le labbra e spalancai gli occhi, allontanandomi dal monitor del computer portatile con incredulità. La mia mano si allungò immediatamente verso il cellulare, sbloccando lo schermo e premendo con disperata forza l'icona della galleria.
-”Ci dev'essere un'errore di comunicazione”- sussurrai con le labbra incurvate in un sorriso nervoso.
La cartella con le immagini e i video miei e di Yoongi era svanita. Strinsi il cellulare con entrambe le mani e lo rivoltai come un calzino, navigando tra la memoria interna e quella esterna. Lacrime di nervoso dispiacere iniziarono a bruciarmi gli occhi, ma io ero troppo impegnata a cercare il mio tesoro perduto per rendermene conto.
Forse Yoongi ha qualche foto nel suo telefono!”, pensai a un tratto.
Il mio volto si illuminò di speranza e per qualche minuto riuscii a tranquillizzarmi. Certo, la perdita di tutte le nostre immagini mi indisponeva parecchio, ma non tutto era perduto: Yoongi aveva una macchina fotografica e ricordavo benissimo di aver scattato qualche selfie improvvisato proprio con quella.
Gli mando subito un messaggio e gli chiedo di inviarmele per mail appena può”.
Mi bastò notare l'assenza del numero di Yoongi dalla rubrica per collegare i fatti e capire cosa fosse successo. La possente zampa di un orso mi sferrò un colpo sullo stomaco. Mi artigliò il ventre, premendo con forza e godendo nel vedere gli spessi artigli trinciare le mie carni. Questo è quello che provai non appena scoprii che Yoongi, quel meraviglioso ragazzo con cui avevo trascorso la settimana più bella della mia vita, aveva cancellato le prove della sua esistenza dal mio cellulare.
Foto, video, messaggi, registro delle chiamate e numero in rubrica: tutto sparito.
Il sorriso scemò dalle mie labbra e si tramutò in una dolorosa smorfia di incomprensione. La mia mente era troppo sconvolta per cercare di pensare a una spiegazione plausibile al comportamento del mio ospite. Ero sotto shock, basita e spaesata. Mi alzai lentamente in piedi, col cervello andato completamente in tilt; ero talmente scossa da non riuscire a elaborare un pensiero di senso compiuto. Lasciai la cucina con passo incerto e mi fermai di fronte al divano-letto. Con gesti meccanici e automatici lo aprii e presi a sfarlo, togliendo con cura le lenzuola dal sottile materasso e la federa dal piccolo cuscino. Il lieve profumo che dalla biancheria si innalzò fino alle mie narici colpì il mio cervello alienato come un montante ben assestato. Le mie dita si irrigidirono e, in uno scatto di rabbia, appallottolai le lenzuola e le gettai a terra con disprezzo. Guardai dall'alto il misero cumulo di stoffa e mi morsi l'interno della guancia per impedirmi di scoppiare a piangere di fronte a delle stupide lenzuola.
Perché l'hai fatto?”.
Il più grande tradimento della storia dopo le Idi di Marzo: ecco cos'era per me il colpo basso di Yoongi. Lo avevo assistito per un'intera settimana, fatto sentire a casa, ascoltato, compreso e capito, considerato un amico e anche qualcosa di più; gli avevo permesso di avvicinarsi a me e io, a modo mio, gli avevo mostrato dei lati di me che solo le persone a me più care avevano avuto il privilegio di conoscere. Lui mi aveva assecondata, o meglio, raggirata: aveva finto di apprezzare la mia compagnia e mi aveva sfruttata per i suoi tornaconti personali. Chi non approfitterebbe di una guida turistica gratuita e di una povera cretina pronta a scarrozzarti ovunque? Si era mostrato gentile e premuroso; aveva messo su una recita per guadagnarsi i miei favori.
Come Arianna ero stata sedotta e abbandonata.
Bastò quel pensiero, quel paragone mitologico per spingermi a reagire e a dare finalmente ascolto alla mia parte razionale.
Trascorsi la successiva ora a cancellare le tracce di Yoongi dal mio appartamento. Buttai le lenzuola in un sacco di plastica e lo riservai per la lavanderia; pulii le tazze della colazione e la caffettiera, passai l'aspirapolvere sul pavimento, preparai i sacchi della spazzatura da buttare nei bidoni in Piazza Santa Caterina. Da novella Arianna mi ero trasformata in novella Cenerentola, ma i miei aiutanti, invece di chiamarsi Gas-Gas e Giac, si chiamavano Odio e Delusione.
Ricordandomi che quello stronzo di Yoongi non aveva messo a posto il phon, entrai in bagno col piede di guerra. Accesi la luce e i miei occhi bellicosi vennero catturati da un inatteso scintillio proveniente dal bordo del lavandino: due paia di orecchini ad anello erano stati abbandonati nel mio bagno, solitari nella loro esistenza di coppia. Li riconobbi subito perché fin dal primo giorno in cui li avevo visti addosso a Yoongi avevo pensato che gli donassero parecchio. La mia mano rabbiosa li afferrò e il mio piede infuriato premette con decisione il pedalino della pattumiera del bagno, ma il mio cuore gridò disperato.
Non loro!”.
No, non loro. Ero disposta a buttare tutto, ma non i suoi orecchini.
Abbassai la mano e, lentamente, come neve al sole, scivolai sul pavimento del bagno. Mi portai le ginocchia al petto e chinai il capo, mordendomi il labbro inferiore e coprendomi gli occhi con la mano libera. Nonostante i singulti sempre più forti, alzai il capo e volsi un ultimo sguardo agli orecchini.
-”Ti odio, Min Yoongi”- mormorai col viso rigato dalle lacrime mentre li infilavo nei lobi delle mie orecchie.












ANGOLO AUTRICE
WOW! Sono finalmente riuscita a scrivere e pubblicare il nuovo capitolo! :D Vi ho fatto aspettare tanto, lo so :( Con l'esame finalmente dato (e passato, eheheh) ho avuto il tempo di mettermi sotto e di concludere questo capitolo iniziato praticamente un mese fa :>
Delia è distrutta, come era logico immaginare: si è sentita tradita da Yoongi, sfruttata e usata. Non può neanche lontanamente immaginare quale sia il vero motivo dietro il gesto di Yoongi >:(
Non so ancora che forma avrà il prossimo capitolo (se sarà un Delia pov o uno Yoongi o, addirittura, uno misto), però conto di mettermi all'opera il prima possibile.
Spero di avervi fatto un bel regalo di Pasqua con questo capitolo <3
Buone vacanze a tutti e, come sempre, un enorme grazie per il vostro supporto! <3
Alla prossima! ^^

 

   
 
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