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Autore: GiselleTankian    20/04/2019    3 recensioni
E' il 20 Aprile 1999 quando due adolescenti, Eric Harris e Dylan Klebold, irrompono nella loro scuola armati di pistole uccidendo 12 studenti e un insegnante, ferendone altri 24 ma, in un modo o nell'altro, distruggendo la vita a migliaia di altre persone. Con questa piccola "poesia", voglio ricordare tutti coloro che persero la vita quella mattina d'Aprile.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Columbine Poem
Le poesie non sono il mio forte, anzi. Questa è la prima che io abbia mai scritto...ma non importa. Il mio scopo con questo piccolo componimento è solo quello di ricordare tutte le giovani vite che 20 anni fa oggi perdevano la vita in uno dei peggiori massacri della storia. Non vi abbiamo dimenticati. E mai lo faremo.


Se solo provassi, invece di immaginare, un solo attimo a ricordare.

Son tante le cose che posson far male,
ma hai mai visto,
tuo figlio,
morto al telegiornale?

Son tanti gli addii che posson far male,
ma hai mai lasciato tuo figlio a scuola,
per poi ritrovarlo,
col segno di una pistola?

Queste son cose che non immaginaresti mai,
ricevere una chiamata,
«Stanno sparando a Columbine»

Rachel non sarebbe dovuta essere altrove,
era normale, star lì seduta al sole,
ma mentre giacevano accanto nel cortile,
lei se n'è andata un giorno d'Aprile.

Richard l'aveva solo invitata a pranzare,
perché ora,
lui non poteva più camminare?

Vorrei tornare a quella mattina d'Aprile,
guardarti negli occhi,
«Metti via il fucile»

Al fianco di due amici,
percorreva le scale,
ma senza preavviso,
un incontro fatale.

Daniel, un giovane liceale,
steso a terra come un animale.
Mamma e papà, avvertiti,
con una diretta nazionale.

Non troverai un mantello su tutti gli eroi,
Dave correva liberando i corridoi.
Ma girato l'angolo,
immagini distorte,
sulla finestra un cartello:
«Uno sanguina a morte»

E mentre raggiungevano ridendo la libreria,
senza pietà colpivano ogni via.
Io la tua azione non l'avrò mai capita,
cos'è che ti ha distrutto totalmente la vita?

Che razza di scusa è mai questa?
Non sei giustificato: lo hai colpito alla testa.
Kyle aveva sempre sul volto il sorriso,
ma tu glielo hai tolto, così, all'improvviso.

Steve amava correre nel campo,
ma quella mattina a ciel sereno un lampo.
E da quello che era un momento di allegria,
ora si nascondeva sotto una scrivania.

Cassie, seduta tranquillamente a studiare,
ora non poteva far altro che pregare.
Ma a casa lei non sarebbe tornata più,
toc-toc, poi, uno sporco «peek-a-boo»

E sento nel cuore una fiamma,
nel sapere che Isaiah gridò:«mamma!»
Trascinato fuori senza pudore,
col solo scopo di infliggergli dolore.

E in quella stessa scena da film dell'orrore,
uno scenario ancor peggiore,
Matthew destinato,
a giacer lì per ore.

Mantenendo la calma a fatica,
lo scopo di Lauren era tranquillizzare un'amica.
Mise un braccio attorno a lei,
e sussurrò:«andrà tutto okay»

Nel suono assordante di quegli odiosi spari,
John teneva ad una sconosciuta le mani.
Senza controllare neanche chi fosse,
d'un tratto, dal sangue, eran diventate rosse.

Prossima fu,
la vita di Kelly,
che neanche sapeva chi fossero quelli.

Daniel nervoso, lanciò una sedia,
ma questo gli costò,
un ruolo nella tragedia.

Corey invece,
ferito da una Tec-9,
fu ufficialmente,
l'ultima vittima di Columbine.

Schiena sullo scaffale,
non dovrebbe far male,
visione brutale,
per Eric un colpo fatale.

Pistola al lato,
ma non avevi programmato,
che nel tuo stesso sangue, Dylan,
saresti affogato.

A volte vorrei essere altrove.
Vent'anni e ancora nulla si muove.
Perché alla fine, non servono prove,
è sempre l'Aprile del '99.

   
 
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