Anime & Manga > Georgie
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Autore: Francyzago77    20/04/2019    6 recensioni
Tornata in Australia, con il figlio avuto da Abel, Georgie cerca di ricominciare la sua vita serenamente con l'aiuto di Arthur. Ma il passato ritorna e metterà scompiglio nel suo tormentato cuore.
La maggior parte dei personaggi qui trattati non mi appartengono, sono proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IV
Notte d’attesa
 
 
-Preparo qualcosa e poi andremo a dormire – disse Georgie avviandosi verso la cucina.
-No – rispose il padre – non ho fame. Vado a buttarmi sul letto. E poi domattina dobbiamo parlare.
E salì le scale per andare in camera.
- Arthur, mio padre è molto strano stasera – bisbigliò Georgie – cosa gli è preso?
-Sarà dispiaciuto per Emma e Dick – rispose lui – per fortuna avevo lasciato in casa della carne con della verdura! Domani dovremmo scusarci con loro per non averli ricevuti come si deve.
-Ma Arthur io sarei andata anche ora ad accoglierli ma papà è stato irremovibile!
-E’ meglio così cara, saranno stanchi anche loro.
Georgie si mise a preparare una minestra calda ed Arthur affettò il pane. Mangiarono poi lei andò in camera a finire di cucire.
Intanto alla fattoria Buttman Maria si era addormentata nella stanza che era stata di Georgie e Abel in cucina, guardava alla finestra. Mille ricordi riaffioravano nella sua mente. Non riusciva ad aspettare l’indomani mattina, doveva correre subito da Georgie e dichiararle la verità. Uscì, prese un cavallo dalla stalla e partì verso la vecchia casa dello zio Kevin, conosceva la strada, in poco tempo sarebbe arrivato.
Giunto a destinazione lasciò il cavallo poco distante, scavalcò il recinto ed entrò come un ladro nella notte nel cortile. Aveva timore di bussare, il conte non aveva ancora parlato a Georgie, lo avrebbe fatto il giorno successivo. Si avvicinò alle finestre per vedere di scorgere qualcosa ma era buio in casa. Vide una piccola luce proveniente da una stanza al pianterreno, si accostò e dal vetro vide un bimbo in un
 
lettino che dormiva beato con accanto una piccola lucina per dargli sicurezza se si fosse destato nella notte.
Quello era suo figlio, le lacrime scesero spontanee, si alzò di scatto come per rompere il vetro, entrare nella stanza ed abbracciarlo con tutta la forza che aveva in corpo, ma la porta si aprì. Era Arthur che con in mano una lampada ad olio era entrato a controllare che il bimbo dormisse e gli rimboccò la coperta facendogli una carezza. Abel rimase pietrificato dietro la finestra, pianse in silenzio e se ne tornò al cavallo mestosamente. Era notte, una notte lunga e con poche stelle ma la luna illuminava il sentiero ed anche il suo cuore.
Quello era suo figlio ma era stato suo fratello a fargli da padre e lui si sentiva impotente. Era andata così, lui non voleva sconvolgere le loro vite ma solo far presente che era ritornato, che c’era sempre stato.
“Dovunque io sia, il posto in cui ritornerò sarà accanto a te”.
Cavalcò senza una meta per un po’ poi tornò alla fattoria. Pensò a Georgie, a suo figlio e ad Arthur, suo fratello era vivo ed era lì in Australia. Era sopravvissuto alle gelide acque del Tamigi, quindi, e come lui era scampato alla morte. Le loro strade si incrociavano di nuovo e ripartivano da quella terra che li aveva visti nascere. Era felice. Erano di nuovo insieme, tutti e tre, come un tempo anche se le vicissitudini passate li avevano certamente cambiati.
Tornò in casa e trovò Maria in piedi.
-Mi sono svegliata nel cuore della notte, mi sono alzata e non ti ho visto- disse lei.
-Avevo bisogno di uscire, ho preso un cavallo ed ho galoppato un po’ – rispose il giovane – è stata una giornata piena di emozioni.
-Arthur è vivo – sussurrò Maria – stentavo a crederlo  al porto  quando quel ragazzo ci è venuto a prendere.
-Lo sentivo che dovevo condurti con me in Australia Maria – disse Abel stringendola a sé – e non ho sbagliato.
 
 
 
-Torno a dormire – disse lei - è ancora notte e vorrei riposare di nuovo.
Abel rimase sveglio a riflettere. La notte era ancora lunga e quando si attende i minuti scorrono lenti come le ore, e le ore appaiono lente come le giornate ed una notte può essere come un’eternità.
 
 
 
 
 
   
 
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