Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |      
Autore: Harry Fine    21/04/2019    3 recensioni
Buona Pasqua a tutti voi.
Allora, in questa storia parlerò di un personaggio di mia creazione a cui mi sono molto affezionato e che fa parte della Storia Night of the Hunt della mia cara amica Mokkasi.
E, ovviamente col suo permesso, narrerò la storia che lo ha portato ad essere un cacciatore e ciò che lo ha avvicinato al Signore dell'incubo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La prima cosa che Lapis ricordava tra tutte erano calde braccia protettive, che cercavano di difenderlo scosse dalla paura.

La seconda erano urla rabbiose di un uomo. “Come può essere definito “ un figlio"!?” dicevano con disprezzo e accusa.

La terza era tristezza ed impotenza negli occhi di sua madre e di sua nonna.

La quarta era terrore. Terrore per quell'uomo. Qualcuno che avrebbe dovuto proteggerlo, gli faceva invece scendere brividi lungo la schiena e accapponare la pelle.

Si era sempre chiesto cosa ci fosse di sbagliato nella persona che vedeva nello specchio. A lui piacevano la sua pelle bianca, le ciglia lunghe, ma soprattutto i lunghissimi cappelli, blu come il suo nome.

Però, più lui cresceva, più si faceva forte la consapevolezza. Lui non era sufficiente. Non andava bene. Il suo corpo era troppo sottile ed efebico, i tratti troppo delicati, i colori troppo alieni. Faceva paura.

Così ripeteva sempre quell'uomo. Neanche lo chiamava “figlio". Era solo un fallimento e come tale stava solo e in silenzio, ammirando gli altri e le loro vite da lontano con desiderio ardente, in particolare un ragazzo dal sorriso contagioso e bianco.

Lui era fortunato. Aveva bellissimi capelli biondi, soffici, corti, occhi luminosi e verdi come erba, un corpo alto, muscoloso, un volto piacente e mascolino, che via via diventava più spigoloso ed attraente. Aveva tutto. Tanti amici lo avevano a cuore, suo padre lo amava davvero, una casa meravigliosa.

Sentiva che un'invidia velenosa per lui riempire il suo cuore e si scoprì ad odiare quel bel sorriso e il ragazzo che lo possedeva. Anche lui voleva che qualcuno dicesse “ti amo" e che lo tenesse stretto a se.

Conservava gelosamente questa speranza. Che magari un giorno avrebbe avuto pace e che magari una persona lo volesse accanto, ma anche questa visione venne brutalmente spezzata.

La lama aveva tagliato il suo corpo per incidere una ragnatela su di lui, il cui sangue rosso aveva imbrattato la pelle e i bei capelli blu. Le urla continuavano, vedeva da terra sua madre e sua nonna cercare di mettersi in mezzo.

E lui guardava, sentendo il suo viso venire imbrattato ancora dal rosso. Non gli era mai piaciuto quel colore. Così come non gli piaceva vederlo su le sue care. E ormai i suoi occhi erano asciutti, anche davanti alle loro ferite, però vuoti. La sua vita gli era stata portata via.

Il suo cuore ancora batteva, ma non si sentiva più vivo, mentre quel mostro lo era fin troppo. Quello sguardo era troppo luminoso, insopportabile, mentre si accaniva sui corpi della sua famiglia. Non doveva finire così.

Vicino a lui la lama maledetta giaceva brillante. E dopo averla presa, altro rosso lo aveva imbrattato, ma per una volta lo aveva adorato. Aveva riso tanto quando aveva visto quel corpo ai suoi piedi e la sua paura nelle pupille.

Un raro sorriso nacque sulle labbra subito dopo.

Quel mostro aveva ucciso il suo spirito e i suoi sogni, insieme alla sua famiglia, sporcato il suo viso e il suo corpo di perenni ricordi di dolore. Però ancora teneva stretto a se quel desiderio. Non avrebbe avuto pace senza averlo soddisfatto almeno una volta.

Ormai era solo e neanche si sentiva più una creatura vivente, le sue sensazioni erano ovattate e senza colore ormai, ma avrebbe tenuto stretto quel voto. E anche per lui l’amore sarebbe arrivato.

E quando qualcuno lo aveva trovato, mentre in lontananza la sua città veniva distrutta da una orrida piaga sanguinosa, aveva visto qualcosa di stupefacente.

Due occhi verdi che lo guardavano senza ribrezzo o derisione e un sorriso ferino come non ne aveva mai visti. Lui chiamava “meraviglioso" il suo corpo martoriato, lo aveva persino definito “un povero e bellissimo fiore blu".

Parlare con lui poi aveva qualcosa di magico. Sembrava provenire da un mondo in cui i mostri esistevano, ma avevano quello che si meritavano.

E più lo ascoltava, più ne restava affascinato. Anche se era uno sconosciuto, lo stava facendo riemergere dall'apatia, gli offriva una via d’uscita da essa.

Lui offriva calore, una via nuova, lo sentiva da quella mano che accarezzava i lunghissimi cappelli blu e in qualche modo faceva accelerare i suoi battiti.

E quello stesso calore lo aveva poi avvolto per la prima volta. Il suo corpo era grande, sapeva di incensi, lo faceva sentire protetto.

I suoi occhi brillavano di intelligente follia, così vivi, in qualche modo tentatori e rassicuranti mentre gli parlava del suo mondo.

Raccontava di dolce libertà, mentre lo stringeva, un regalo che gli stava offrendo in cambio di poco. Bastava solo prendere la mano calda che lo carezzava e lasciare indietro tutto il resto. E lui voleva seguirlo.

Anche se quel “si" lo avesse ucciso, aveva già dato il suo addio alla vita tanto tempo prima e avrebbe accolto la pace di quel mondo di sogni che quell'affascinante straniero gli stava offrendo.

 

Aveva poi accettato con gioia il suo destino. Anche se avrebbe dovuto portare in eterno nelle vene la piaga che aveva distrutto la sua città e combattere senza tregua, era felice. Si, felice.

In una città fatta di sogni aveva trovato amici e una famiglia. La sua vita di prima sembrava solo un ricordo sbiadito ormai.

Colui che lo aveva trovato e portato via era fiero di lui. Aveva cancellato del tutto gli orribili segni dal suo corpo, facendolo diventare qualcosa di più di un essere umano.

Ora lo chiamava “il suo orgoglio", facendolo arrossire, mentre scivolavano insieme tra le ombre notturne.

E ormai Lapis sorrideva davvero per lui. Aveva finalmente tenuto fede al suo voto.

L'affascinante straniero gli aveva dato l'amore e la pace che voleva, coi baci e le carezze che si erano più volte scambiati, e per questo avrebbe dato via il suo cuore solo per lui.

Strinse nuovamente le sue dita. A lui e solo lui avrebbe dato tutto ciò che aveva. Fino alla fine.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Harry Fine