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Autore: EleWar    21/04/2019    5 recensioni
Tutti ci siamo chiesti, almeno una volta, come sarebbero andate a finire le cose fra Ryo e Kaori, al ritorno dalla radura.
Io ho immaginato un finale dopo il finale, perché sognare non costa nulla e perché non si smette mai di amare questi due innamorati un po' matti.
E' la mia seconda ff e spero che avrete la pazienza di leggerla fino alla fine.
Buona lettura!!
Ps: non potevo aspettare la fine per ringraziare ancora una volta le mie "Virgilie" e cioè Naco e MaryFangirl. Mi sono ispirata a loro e quando leggeranno... sapranno ^_^
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Anche oggi sono qui a postare questo capitoletto...un filino più lungo degli altri. E ne approfitto per augurarvi una Splendida Pasqua Felice e Serena!
Grazie a tutte per i commenti vi lovvo <3


Cap. 5 La seconda notte
 
Ryo entrò in casa cercando di fare più piano possibile, ma una volta in salotto si stupì di trovare la tv, ancora accesa, davanti ad una Kaori profondamente addormenta.
Guardandola così abbandonata nel sonno, provò un’ondata di tenerezza che gli diede una sorta di capogiro e allo stesso tempo si spaventò dell’intensità di quel sentimento.
Si avvicinò silenziosamente e si prese tutto il tempo per osservarla.
Poi si sedette accanto a lei e la guardò con amore, e se Kaori avesse visto quello sguardo così intenso, non avrebbe avuto più dubbi sulla natura dei sentimenti di Ryo.
Ma lui, non aveva mai voluto mostrarsi a lei com’era realmente, raramente le aveva aperto il suo cuore.
Aveva passato tutti quegli anni a negarsi, e a negarle, il suo amore per lei e solo quando era sicuro che nessuno lo vedesse, si lasciava andare e l’amava con lo sguardo, solamente.
Eppure sarebbe bastato così poco, sarebbe stato così facile…
S’incantò a guardare quell’angelo sceso dal cielo, che aveva deciso di vivere lì, accanto a lui, senza chiedere mai nulla in cambio, e il turbamento si fece ancora più pressante perché, era un misto di senso di colpa e amore incondizionato.
Cercando di scacciare quei pensieri, che non gli avevano dato tregua tutta la sera, si decise a prenderla delicatamente fra le braccia e portarla a letto.
Sentendosi sollevare da quelle forti braccia, riconoscendo il vigore e l’inconfondibile odore del suo socio, quasi Kaori si svegliò e chiese:
“Ryo…?”
Ma lui dolcemente le rispose:
“SSSshhh…sì sono io. Non preoccuparti. Dormi ora”.
E lei richiuse gli occhi con un leggero sorriso sulle labbra.
Ah che visione celestiale! Ed era tutta per lui, ne era lui la causa, ci voleva così poco per rendere felice la sua Kaori!
Davvero lo amava così tanto?
Cosa aveva fatto lui per meritarsi tutto questo?
Quale tesoro gli aveva affidato il suo amico Maki morendo?
Perché poi quella benedetta ragazza, che avrebbe potuto avere ai suoi piedi tutti gli uomini che voleva, aveva scelto proprio lui?
Quale fortuna gli era capitata.
E perché lui non riusciva ancora ad assaporare completamente quella felicità che, stare insieme a lei, gli avrebbe portato?
Con questi pensieri dolorosi giunse fino alla camera e la depositò più dolcemente possibile sul letto, la coprì con le coperte, lei si rigirò su di un fianco rannicchiandosi, e mugugnò un “Ryo…”.
Lui prima di uscire le scostò dalla fronte un ciuffo di capelli e vi si chinò per baciarla teneramente.
Sarebbe voluto restare lì per sempre ma, non se ne sentiva degno, e poi ancora una volta, pensò che non fosse quello il momento.
 
Uscito dalla stanza, si diresse in bagno per farsi una doccia rilassante.
Aveva bisogno del getto rigenerante dell’acqua calda per schiarirsi le idee e soprattutto aveva bisogno di distendere i nervi, altrimenti avrebbe passato un’altra notte insonne.
Tutta quella giornata interminabile, tutti quei pensieri angosciosi, lo avevano stressato tantissimo e si sentiva tutti i muscoli contratti.
 
Uscì dal bagno con solo un asciugamano legato in vita, un altro per frizionarsi i capelli bagnati, e senza accendere la luce, si diresse in camera sua.
Quella doccia lo aveva rimesso al mondo, si sentiva bene, un senso di benessere lo pervadeva, e per questo non si accorse che il suo letto era già occupato.
C’era lì Kaori che dormiva profondamente, nella stessa posizione in cui l’aveva lasciata poco prima.
A questa constatazione, per poco non saltò su come morso da una tarantola!!
Non era possibile!
Aveva portato Kaori nella sua stanza, ne era certo!
Che storia era questa che, se la ritrovava lì, nel proprio letto?
Che stesse diventando matto??
Stava per correre a controllare, se il letto di Kaori fosse sfatto oppure no.
Nel primo caso, voleva dire che lei, di sua spontanea volontà, ne era uscita per intrufolarsi, come la sera prima, sotto le sue coperte.
Nel secondo caso, lui si era sbagliato ed inconsciamente l’aveva portata nel proprio letto perché…voleva averla vicino.
Stava per schizzare via, quando, improvvisamente, Kaori si voltò e nel sonno disse:
“Ryo…stai con me”
E gli si avvicinò.
Lui, già per metà dentro il letto, si sentì tirare giù verso il materasso, e non riuscì a resistere alla pressione di quelle dolci braccia.
Si lasciò andare, e si distese accanto a lei, ma per paura di svegliarla, non fece altri movimenti e rimase con una gamba di fuori, in posizione oltremodo scomoda.
Tanto era il terrore che lei si svegliasse, e lo trovasse mezzo nudo, che non si mosse.
Kaori complicò ulteriormente le cose perché, gli si strinse ancora di più, e come la notte prima, gli si accoccolò addosso non lasciandogli scampo.
 
Come la volta precedente, Ryo, iniziò a sudare freddo, per la vicinanza della sua amata.
La desiderava così tanto da starci male, ma anche stavolta, non voleva approfittare di lei, e di svegliarla non se ne parlava proprio.
Già quella stessa mattina lo aveva sprofondato con uno dei suoi soliti martelli…
“No, no, non ci siamo” pensò.
Questa volta, poi, non era nemmeno sicuro che fosse stata lei a venire nella sua stanza…
E se ce l’avesse portata proprio lui?
Per molto meno si era infuriata come una belva…lo aveva accusato di cose che non aveva assolutamente commesso, ed ora?
Come avrebbe fatto?
No no svegliarla non era il caso.
Ma anche stare lì, accanto a lei, e non fare niente, era una tortura.
Ah il suo profumo poi, era così buono, sapeva di innocenza, di primavera, di casa.
La sua Kaori profumava d’amore e, affondando il naso nei suoi capelli, se ne inebriò.
Il suo profumo lo mandava fuori orbita.
Lo sentiva ovunque in casa, in cucina, in salotto, nella stanza di lei manco a dirlo era fortissimo, nella sua biancheria era irresistibile – e quanta fatica rubargliela senza farsi accorgere!-.
Lo percepiva anche nella sua stanza, fra le sue cose, e se lo ritrovava addosso, anche dopo una missione, quando per l’ennesima volta, l’aveva protetta buttandola a terra e facendole scudo con il suo corpo.
Soprattutto, il suo profumo, gli era entrato talmente tanto dentro che, se lo sentiva anche sotto la pelle.
Non riusciva più a ricordare come fosse la sua vita prima che Kaori venisse ad abitare insieme a lui, quando non conosceva che l’odore della morte, del sangue e della polvere da sparo.
 
Tutte queste considerazioni, però, unite alla situazione di intimità del suo corpo nudo contro quello dell’amata Kaori, non fecero che risvegliare il suo amichetto, inevitabilmente.
Normalmente, cercava di tenerlo a freno il più possibile, di fronte a lei, affinché non capisse quanto in realtà lui la desiderasse, ma ultimamente era diventato sempre più difficile.
Anche il solo pensarla, soprapensiero, gli scatenava un’ondata di desiderio, vederla girare per casa, così inconsapevolmente sexy e seducente, era diventato uno vero e proprio supplizio per lui.
Per non parlare della sua voce.
A volte, certe parole, certe intonazioni, certi mugugni innocenti lo facevano impazzire.
Era come versare olio sul fuoco.
Quella voce gli entrava nelle orecchie, passava nel cuore e gli defluiva fin laggiù.
Ma lui, si era imposto di negarle anche l’evidenza, eppure anche questo, a ben guardare, sarebbe stato per lei un fatto di cui andare fiera, una soddisfazione, una manifestazione primordiale d’amore verso di lei.
E invece no! Silenzio!
 
Più della notte prima, questa situazione, lo turbava fino allo sfinimento.
Fra i pensieri contradditori che sfilavano nella sua testa, e il calore del corpo di Kaori, che riconosceva in ogni centimetro di pelle, stava perdendo la testa.
Sarebbe voluto scappare, sottrarsi a quell’abbraccio, ma, non solo al più piccolo movimento anche di assestamento, Kaori si stringeva di più a lui, ma alla fin fine non voleva liberarsi da quella dolce prigione.
Voleva con tutto il suo essere stare lì, in quel letto, con la donna che amava.
Anche se rassegnato si disse:
“Domani mi ucciderà”.
 
Anche stavolta, la presenza benefica di Kaori, il suo calore, il suo profumo, il suo dormire profondamente, alla fine ebbero la meglio sulla volontà di Ryo, di rimanere sveglio, per potersela svignare alla prima occasione.
Non voleva farsi trovare lì al momento del risveglio della sua partner ma, infine, crollò, e anche lui dormì beatamente come un bambino.
 
Ma all’alba…
Un’altra volta si udì quel grido, seguito dal boato.
E un’altra volta Mick sobbalzò sul letto chiedendosi:
“Ancora?? Quei due finiranno per uccidersi a vicenda”.
Si rigirò verso la sua Kazue pensando:
“Per fortuna noi non siamo come loro!”.
E prima di rimettersi a dormire si disse:
“Domani passerò a vedere se sono ancora vivi”.
   
 
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