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Autore: nattini1    23/04/2019    6 recensioni
Ambientata all'inizio della tredicesima stagione. Anche se ha l'aspetto di un giovane adulto, Jack è al mondo da poco tempo e ancora non è a conoscenza di tante cose, quindi interpreta a modo suo quello che succede tra Dean e Cas. Questa storia è stata ispirata da un prompt del gruppo But you're always there – Castiel [https://www.facebook.com/groups/butyourealwayscastiel/].
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

 

Dean e Sam aprirono la porta del bunker; cacciare vampiri per loro avrebbe dovuto essere semplice routine, ma erano sfiniti; Dean si chiese, con una punta di terrore, se stesse invecchiando. Cas e Jack li accolsero con un sorriso; l'angelo stava cercando di insegnare al nephilim a controllare i suoi poteri con discreto successo: quel giorno erano riusciti a non far saltare l'impianto elettrico. Dean e Sam erano coperti di sangue, quindi dissero che sarebbero andati a farsi una doccia. Dopo un quarto d'ora, Sam tornò strofinandosi energicamente i capelli e con lo stomaco che brontolava.

Cas si alzò e disse che sarebbe andato a vedere come stava Dean.

Dopo un ulteriore quarto d’ora, Sam aveva cominciato a preparare la cena (un piatto di maccheroni al formaggio che aveva imparato a fare dal fratello), ma, visto che gli altri due non erano ancora tornati, Jack cominciò a preoccuparsi: “Sam, credi che sia successo qualcosa?”.

Le labbra di Sam si incresparono nel vano tentativo di trattenere un sorriso; avrebbe voluto rispondere: “Sono abbastanza certo che stia ancora succedendo qualcosa!”, ma optò per un: “Non preoccuparti, credo che non possano annegare sotto la doccia!”.

“Ma solo Dean sta facendo la doccia, Sam, perché dovrebbe poter annegare anche Cas?” rispose perplesso Jack.

Anche se aveva l'aspetto di un giovane adulto, Jack non era che un bambino e nessuno aveva ancora avuto il coraggio di spiegargli i dettagli e la meccanica del rapporto tra Dean e Cas (Cas probabilmente non avrebbe esitato a farlo con dovizia di particolari, vista la sua mancanza di filtri, ma non aveva pensato che fosse necessario), quindi Sam mascherò la risata che stava salendo solleticandogli la gola con con un colpo di tosse e cercò di cambiare argomento per distrarre Jack: “Jack, potesti andare a prendere i tovaglioli puliti nella lavanderia?”.

Il nephilim servizievole si alzò e fece per eseguire il compito, ma a metà strada si ricordò che Cas si era preoccupato di come stesse Dean ed era andato a controllarlo. Se voleva imparare a comportarsi bene, doveva imitare suo padre, così andò a vedere se fosse successo qualcosa.

Si fermò davanti alla porta della camera di Dean. Stava per bussare, quando sentì la voce del cacciatore: “Cas, non ce la posso fare di nuovo, sono davvero a pezzi… Se vuoi puoi metterti vicino a me e possiamo restare qui un po’ prima di cena… perché ti stai togliendo la camicia?”.

La voce di Cas rispose: “Sto più comodo così!”.

Povero Dean, pensò Jack, la vita che faceva lo stressava davvero molto, per fortuna che Cas, da amico leale, si prendeva cura di lui; in effetti, i vestiti potevano essere irritanti sulla pelle, ma le convenzioni sociali prevedevano di indossarli e non gli era mai sembrato che a Cas dessero così fastidio di solito.

Dean parlò ancora vagamente irritato: “Non fare l'innocente: ogni volta che mi dici questa frase poi mi ritrovo con il tuo...”. Per una ragione a Jack inspiegabile, la fine della frase sembrò essere soffocata in qualche modo. Che Cas avesse messo una mano sulla bocca di Dean per non fargli sprecare energie inutili arrabbiandosi?

Dopo poco sentì Cas ridere e le molle del letto cigolare.

“Dai, Cas, non ce la posso fare!” protestò Dean, la voce che arrivava più ovattata.

“Puoi anche stare girato così, con la testa sotto il cuscino!” assicurò compunto Cas.

Altre risate. Poi una pausa di silenzio in cui Jack stava considerando se bussare o meno. E Dean parlò ancora: “Cas, toglimi le mani di dosso!… Cas!”.

“Hai detto le mani, non sono le mani” rispose Cas.

Ancora risate.

Jack decise che, se Dean e Cas scherzavano insieme, tutto era a posto, non c'era bisogno di un suo intervento e che era ora di portare a termine il compito affidatogli da Sam: recuperò i tovaglioli e tornò in cucina. Dopo un po’ li raggiunsero anche Dean e Cas che, stranamente, aveva la cravatta annodata in modo quasi perfetto.

Dopo il pranzo, che fu molto allegro (Dean e Cas erano di ottimo umore), Dean disse che doveva andare nel garage dove teneva Baby e varie attrezzature per sistemare una cosa. Sam e Jack, sempre ansioso di imparare cose nuove, lo raggiunsero. Il cacciatore aveva in mano una placca di metallo di una decina di centimetri con alcuni fori che stava saldando a un tubo dello stesso materiale che aveva a un capo una copertura di gomma.

“Cos’è?” chiese Jack curioso.

“Una cosa che devo saldare” spiegò Dean evasivo.

“Sembra una gamba del letto...” osservò Jack avvicinandosi “Come hai fatto a rompere la saldatura? Forse quando hai rifatto il letto lo hai trascinato lontano dal muro forzando la gamba?”.

Sam si mise una mano sulla bocca e provò a concentrare tutta la sua attenzione su una crepa del pavimento.

“Questo bunker risale a vari decenni fa, è normale che certe strutture non reggano più bene!” spiegò piccato Dean lanciando un'occhiataccia di traverso al fratello.

“Credo che tu abbia ragione, forse il peso tuo e di Cas è stato troppo” concordò serenamente Jack.

La faccia di Dean divenne color porpora e Sam non riuscì a trattenere le risate.

Jack guardò prima uno e poi l’altro aggrottando incerto le sopracciglia: “Ho detto qualcosa che non va?”.

“No Jack, ma adesso io andrò a sistemare questa cosa, mentre Sam ti spiegherà la storia dell’ape e del fiore!” rispose Dean allontanandosi in fretta.

Sam smise istantaneamente di ridere e pregò che qualche altro cacciatore lo chiamasse istantaneamente per una caccia urgente: avrebbe preferito mille volte affrontare dozzine di mostri che il timido e speranzoso sorriso di Jack.

 

 

NdA

Ciao a tutti! Avevo scritto questa fic molti mesi fa, ma non l’avevo ancora postata pensando di ampliarla; alla fine mi è sembrato che potesse andare bene così. È ispirata a un fatto reale capitato “a una mia amica” e a suo marito: si è aperta la saldatura di una delle gambe del letto, lascio il come alla vostra immaginazione (di sicuro ne sapete più di Jack!). La cosa tragicomica è che “la mia amica” ha chiesto al padre di aggiustarlo e lui, quando ha visto il danno, ha cominciato a dire: "Ma come cavolo è successo? È sicuramente colpa dei bambini che saltano sul letto!".

Spero di avervi strappato una risata con questa piccola cosa! Se avete tempo, ogni recensione è gradita!

   
 
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