Assemble, one last time

 



Fuori dai sei camerini c’è silenzio, un silenzio pieno di significato.

La quiete non viene interrotta nemmeno quando due delle porte chiuse si aprono rivelando nel corridoio un uomo e una donna.

I due si incontrano al centro e si salutano con un abbraccio.

Appoggiati alle porte chiuse altre due persone li osservano sorridendo.

Natasha Romanoff da un lato, i capelli rossi che si appoggiano morbidi sulle spalle e il corpo fasciato da giacca e pantaloni di pelle, rigorosamente neri, e Clint Barton dalla parte opposta, sulle spalle la faretra piena e l’arco.

Una terza porta si apre, rivelando un uomo dai capelli ricci, che subito raggiunge i due, sorridendo. Abbraccia i compagni senza dire niente, le parole apparentemente non servono.

Appoggiate al muro due figure, un gigante verde che appoggia una mano sulla spalla del secondo uomo, Bruce Banner, con una camicia viola e gli occhiali. Sorridono entrambi, una scintilla di orgoglio negli occhi dello scienziato.

Non passa molto tempo prima che la quarta porta si apra, dalla quale esce un uomo alto, dal fisico possente e dagli occhi azzurri. Raggiunge subito l’uomo dai capelli ricci e sorride felice regalandogli un abbraccio sincero.

Alla porta del suo camerino è appoggiato un uomo, in realtà un dio. Thor. I capelli biondi arrivano alle spalle, gli occhi chiari sono luminosi. In mano ha un martello e sorride raggiante in direzione di chi è uscito da quella stanza.

I quattro si sorridono a vicenda e parlano con gli occhi, per non rovinare quel silenzio che sembra essersi radicato in tutti.

Allo stesso tempo i quattro eroi si ritrovano vicini al gigante di giada. Il dio saluta il gigante con una poderosa pacca sul braccio, mentre l’arciere, lo scienziato e la donna si sorridono a vicenda.

Ad un tratto alzano tutti e otto gli occhi sulle due porte ancora chiuse, aspettando i compagni mancanti.

Gli ultimi due uomini escono insieme dai rispettivi camerini. Si guardano negli occhi per un istante, poi si ritrovano abbracciati, senza dire una parola.

Ad osservarli, oltre agli otto già presenti, due uomini.

Il primo, Steve Rogers, con lo scudo sulle spalle e il casco slacciato, porta il braccio a circondare le spalle dell’amico. Tony Stark, l’armatura a coprire tutto il corpo, ad eccetto del volto, sorride a quel contatto e ricambia l’abbraccio.

I due sciolgono la stretta con calma e raggiungono i compagni.

Altri baci e abbracci, sia tra i sei eroi che tra i sei attori che li interpretano.

Gli attori si ritrovano a guardarsi negli occhi, come spesso è successo negli ultimi undici anni.

Si guardano indietro, come se potessero realmente vedere le proprie controparti sullo schermo e sorridono a quei compagni che hanno fatto parte della loro vita e lo saranno sempre.

I sei eroi ricambiano lo sguardo e alzano le mani in segno di saluto.

Steve si ritrova al centro, affiancato da Tony, e annuisce sicuro.

“Avengers, uniti. Un’ultima volta” esclama sicuro.

Insieme, verso la fine di una grande avventura.
 
 
 





Angolo autrice
 
Well, salve. Non so bene cosa sia, ma mi sono ritrovata a scriverla. Non so neppure se questa sia la sezione giusta o se debba metterla nella sezione degli attori. In ogni caso è qui, penso sia la causa delle foto della premiere di Endgame (l’ultima con gli original six) e del fatto che io sia stata sveglia a vederla (oltre al fatto che nel ricordare quei sei mi verranno in mente subito gli Avengers). Grazie da subito a chi passerà a leggere questa “cosa” e a chi vorrà darmi un parere
 
Giulia