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Autore: Manu_00    24/04/2019    6 recensioni
Il mondo è un luogo molto grande, e in un luogo molto grande sono presenti tanti, tantissimi individui, alcuni comuni, alcuni singolari, e alcuni estremamente particolari.
E poi ci sono io, che non saprei dire con certezza in quale di queste categorie inserirmi.
Se me lo avessero chiesto all'inizio di questa storia, avrei risposto senza esitare di appartenere alla prima, ma il tempo ti cambia, e anche se adesso dubito di potermi definire una persona particolare, di certo, quel che è successo, la mia storia, di “particolare” ne ha da vendere, o almeno così mi piace pensare.
Forse la risposta è che sono una persona comune a cui sono successe cose particolari, ma lascerò a voi che leggete il compito di giudicare, io, d'altro canto, mi limiterò a raccontare.
[Storia presente anche su Wattpad: https://www.wattpad.com/590152446-jiid-story-of-a-thief-prologo]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XXVI

 

Il mio aggressore non perse un secondo, sollevò la pesante asta con entrambe le mani, pronto ad aprirmi la testa come un cocomero.
Troppo scosso e agitato per pensare di utilizzare la mia semblance, sfilai Ghinion dal fodero e mi accinsi a parare il colpo, più con disperazione che con un'effettiva speranza di cavarmela.
Colpo che non arrivò mai.
Prima che la mia faccia venisse ridotta ad un frutto calpestato lo studente di Haven venne placcato da un altro, e cadde a terra come un sacco di patate.
Mi affrettai a recuperare Noatpe, dandomi mille volte dell'idiota da solo per non aver neanche cercato di diventare intangibile.
Dopo aver finito di mortificarmi da solo scattai in piedi, il mio assalitore stava venendo trattenuto a terra, continuando a dimenarsi come un pesce fuor d'acqua mentre due ragazzi lo trattenevano: un fauno con la coda da scimmia ed un tipo dai capelli blu.
<< Ehi calmati amico! Oum ma che prende a tutti quanti? >> lo svitato continuò a dimenarsi urlando, come se stesse venendo divorato da un grimm, per poi calmarsi da un momento all'altro e mettersi a fissare il vuoto con aria confusa e mettersi a balbettare.
<< Tutto bene? >> mi chiese il ragazzo scimmia, al che annuii, lui rispose con un cenno e tornò ad occuparsi dello studente, che pareva non sapere nemmeno come si chiamasse.
Arretrai, non volevo avere a che fare con quanto stava accadendo, qualsiasi cosa stesse accadendo.
<< Molto strano, non è vero? >>
Trattenni un secondo infarto, chi aveva parlato lo aveva fatto alle mie spalle.
Girai di centottanta gradi precisi, per trovarmi davanti a due occhi rossi e scuri come rubini.
<< Intendo... quello che sta accadendo di recente >>
Abbastanza alta, sugli uno e settanta (tacchi inclusi), doveva avere all'incirca la mia età, la pelle era scura, ed aveva i capelli color menta (tinti suppongo, mi rifiuto di credere che esista veramente qualcuno con dei capelli naturali simili) divisi da una frangia dritta.
Per quanto il suo aspetto fosse a dir poco gradevole e i vestiti che indossava non lasciassero troppo all'immaginazione (il busto era coperto giusto da un top color verde oliva assieme ad un altro abbigliamento che, perdonate la mia poca conoscenza, non saprei bene come definire, ma posso dirvi che le avvolgeva il collo fino a scenderle sotto il seno lasciando visibile tutto quando dal collo al top), devo ammettere che quella ragazza non mi faceva propriamente sentire a mio agio, emanava una forte aura di ambiguità, le sprizzava da tutti i pori, e non quel genere di ambiguità che un ragazzo sarebbe stato ben felice di riscontrare in un corpo femminile...
Capii che si attendeva una risposta, e onde evitare di apparire più strano di lei non tardai ad accontentarla.
<< Mi stai dicendo che non è la prima volta? >> lei annuì.
<< No, non è il primo studente a cui succede, specie della mia scuola, sembra che chi viene qui diventi improvvisamente aggressivo, non trovi? >>
Non aveva assunto alcuna espressione, parlava come se stesse recitando un copione e avrei giurato di non essere di certo il primo a cui rivolgeva queste stesse parole.
<< A dire la verità no, eccetto per questo specifico caso >> mi scagliò un'occhiataccia che mi fece subito pentire della risposta, ma non commentò << Ah davvero? Beh forse è meglio così, non sia mai che il nome di questa accademia... e delle altre venga messo in cattiva luce >>
Diamine, cosa stava insinuando? Quella conversazione non mi stava piacendo, e quella ragazza ancor meno, specie perché sembrava intendere di aver assistito a non pochi casi simili a quello di poco fa... e sopratutto che vi fossero molti casi simili a quello di poco fa.
<< Emerald! Intendi farci aspettare tutto il giorno? >>
La ragazza-menta si girò all'istante, come se stesse eseguendo un ordine lapidario, eppure la sua espressione sembrò diventare improvvisamente distesa.
<< No Cinder, arrivo subito! >> si incamminò, anzi no, corse in direzione di quella che doveva essere la sua compagna di squadra, che reputai essere decisamente più affascinante.
Pantaloni e stivali grigi, un sarashi avvolto attorno al petto (ah! Questo lo conoscevo!) sotto una giacca in pelle senza maniche.
La vidi di sfuggita, ma difficilmente mi sarei potuto dimenticare il suo aspetto, i capelli color pece che le ricadevano sulla spalla come una cascata, gli occhi ambrati e vivi come una fiamma, per non parlare ovviamente delle forme del suo corpo decisamente più generose di quelle della ragazza di prima.
Anche se... avrei giurato fosse un tantino più vecchia rispetto alla sua compagna di squadra e al ragazzo che le stava accanto (un altro compagno suppongo), che fosse una studentessa fuori corso?
Se Emerald sembrava una semplice ragazza, questa Cinder aveva il corpo e le movenze di un'adulta, e mentirei se non dicessi che rimasi lì ad osservarla allontanarsi dalla scena del delitto, mentre non degnai la ragazza-menta di un secondo sguardo...
<< Ehi? Sei vivo? >> chiese il ragazzo scimmia agitandomi la mano davanti al volto, al che smisi di osservare l'andatura ancheggiante della ragazza di Haven.
<< Purtroppo si >> scacciai la sua mano, e senza aggiungere altro mi allontanai dal parco, sentivo il bisogno impellente di rincasare nella mia stanza e accasciarmi sul letto, badare a Nick si era rivelato più stancante che non allenarsi con Caesar...


I giorni seguenti si susseguirono monotoni, il torneo era alle porte e il ballo era ancor più imminente, riuscii alla fine ad affittare un vestito decente, così da non passare per tirchio o per poveraccio (anche se tirchio lo ero per davvero e la mia condizione economica non poteva proprio definirsi questo granché), con gran struggimento dei miei risparmi.
Le mattine a Beacon erano tutte scandite dalla preparazione per la grande serata, mentre il pomeriggio, se non ero ad allenarmi da Caesar (la cui crudeltà nelle prove che mi propinava era direttamente proporzionale al numero di lividi che comparivano sul mio corpo) od a riprendermi dai suddetti allenamenti, passavo le giornate con il mio team.
La missione in campagna aveva in qualche modo rafforzato il nostro legame, si era creata un'atmosfera di cameratismo che prima non c'era, certo, Deryck rimaneva socievole come una statua ed io non condividevo di certo il sogno di “diventare un'eroe al servizio dei deboli” di Julia e Ilian, ma stavamo legando, eravamo complici, compagni ed amici.
Giada fu sollevata che io mi fossi trovato di che vestirmi per il grande giorno, e conoscendo la sua capacità organizzativa ero certo che non si sarebbe fatta mancare nulla per il ballo, mentre Max andava di tanto in tanto a fare pratica di nascosto, non era proprio un ballerino provetto, come buona parte della scuola d'altronde.
Julia e Ilian sarebbero andati assieme, non avevano trovato un accompagnatore, o sarebbe più corretto dire che non ci avevano nemmeno provato, dopotutto quella era un'occasione per stare tutti assieme, no?
Deryck sarebbe venuto al ballo da solo, motivò la sua decisione affermando che nel dormitorio il cibo non era questo granché... se non altro, in caso vi fossero stati dei disordini durante il ballo ci avrebbe pensato lui ad intervenire, il che non era cosa da poco.
Orion era indeciso, forse (ed aveva sottolineato il forse) sarebbe venuto anche lui per stare assieme a tutti noi, ma non prima di essersi assicurato di lasciare Mr Darby con provviste necessarie per alimentarsi ma non così eccessive da fargli avere un indigestione: il drago barbuto era stato messo a stecchetto da quando aveva lasciato la camera del team DIKJ.
Parlando del team DIKJ, la loro pressione sul sottoscritto era improvvisamente diminuita, forse dopo la faccenda di Mr Darby Drake doveva ancora riprendersi da quello che doveva essere un esaurimento nervoso, oppure il caposquadra aveva preso così seriamente la questione del ballo da volersi assicurare che i suoi sottoposti fossero presentabili per la serata, cosa che di certo avrebbe richiesto uno sforzo immane, specie, ne ero sicuro, per Kojo.
Riguardo il team MEAB, nessuna delle componenti sembrava volerne parlare od anche solo accennare ad esso, a quanto pare trovarsi un accompagnatore per il ballo non era di certo una loro priorità, e le capisco benissimo.
Tuttavia il silenzio stampa rimase tale fino al giorno del ballo, dove Marlee e Ashes si fecero notare in un modo che... ehm... lo scoprirete.
Fatto sta, che fu forse il periodo più tranquillo di tutta la mia permanenza, ero in buona compagnia, Drake e squadra sembrano essere stati risucchiati dalle pareti, e stavo addirittura migliorando come voti e rendimento, era forse questo di cui parlava Ozpin? Era questo ciò che avrei provato stando alla Beacon con degli amici?
Purtroppo vorrei tanto conoscere la risposta, ahimè niente dura per sempre, e questo periodo fu tanto gradevole quanto breve... schifosamente breve.


Nella stanza del team MEAB, le quattro neo-cacciatrici stavano gustando una leggera merenda a base di latte e biscotti, nessuna si stava sentendo male, stava trattenendo espressioni disgustate né fingeva di mangiare i biscotti per poi nasconderli sotto il tavolo, del resto non li aveva fatti Brienne.
Marlee aveva ricevuto la notizia del ballo molto in ritardo rispetto alla maggior parte degli studenti, ma non per questo si era scoraggiata.
Tutt'altro! Da vero capitano quale era, doveva adesso comunicarlo alle sue compagne, il che non era certo un'impresa, il vero problema era assicurarsi che ci andassero tutte.
E questa era sì un impresa.
Dopo una decina di minuti passati a spazzare via biscotti al cacao con una voracità che avrebbe fatto invidia alla Rose dall'altra parte del dormitorio, si decise a comunicare la notizia con finta disinvoltura.
<< Uh ragazze, sapete che fra due giorni c'è il ballo?! >> la prima risposta che ottenne fu un sospiro alquanto annoiato dalla gemella dai capelli scuri.
<< Già, che bello >> da brava caposquadra, Marlee passò sopra al suo irritante sarcasmo << Dai! Andiamoci tutte e quattro! È un'occasione importante! >>
<< Per me va bene >> rispose Ellen dopo aver mangiato giù l'ennesimo biscotto << Io forse verrò... ma vestita da maschio! >> urlò la gemella.
Marlee rimase per un momento basita.
Ma solo per un momento.
Tutto sommato, l'idea di vedere la compagna vestita da maschio non sembrava così male.
<< Sai? Non credo staresti così male in smoking, ma perché? >> << Non lo so, ma mi annoierei moltissimo ad andare lì e ballare come tutte, magari così faccio prendere un colpo a qualche oca! >>
Brienne e Ellen si scambiarono un'occhiata perplessa, Marlee invece sembrava molto interessata alla faccenda.
<< Ti auguro di trovare delle damigelle allora... ehi! Facciamo una scommessa! >>
<< Spara >> rispose la corvina << Mi vestirò da maschio anch'io! Chi riesce a ballare con più ragazze vince, e chi perde dovrà ubbidire ad ogni richiesta del vincitore per i tre giorni a seguire, d'accordo? >>
<< Mmh... ci sto! >>
Brienne avrebbe voluto sospirare esasperata, ma non aveva ancora visto tutto.
<< Uh uh! Io posso tenere i punti? Posso?! >> chiese Ellen quasi saltando sul tavolo << Certo che si! >>
<< Evviva! >>
Ok, adesso si che si sentiva esasperata, come al solito Marlee aveva appena trascinato l'intero team tranne lei in una delle sue pagliacciate!
<< Brienne! >> << Si? >> chiese il fauno, temendo di essere la prossima, e sì, era la prossima anche se la cosa non riguardava la scommessa, come stava invece pensando.
<< Tu verrai al ballo? >> ok, fin qui tutto normale.
<< No, preferisco rimanere a studiare >>
Quel “no” la colpì come una pugnalata al cuore, ma Marlee non si perse d'animo, sapeva che convincere Brienne sarebbe stata una sfida ben più ostica!
<< Dai vieni! Ci saremo tutte... e sono certa ci sarà anche Ion >>
<< … E quindi? >>
<< E quindi non rovinare i miei sogni su di voi! Andrete a quella festa e troverai il modo di ballare con lui o giuro che... che ti darò il tormento! Immagina di studiare con me ogni giorno che faccio... non importa, fatto sta che non puoi mancare! Fallo per il tuo principe! >>
Il fauno avrebbe voluto sbattere la testa sul piatto << Anche se dovessi rifiutarmi tu mi costringerai in qualche modo, non è vero? >>
<< Esatto! Poi ormai ti ho comprato il vestito perfetto per l'occasione... e non è rimborsabile >>
Sconfitta, Brienne non poté fare altro che emettere l'ennesimo sospiro << Ok hai vinto, verrò, ma non prometto altro >>
Ashes la consolò con una pacca sulla testa << Mi spiace, ma ormai è ossessionata >>
Tutte e tre le ragazze concordavano che quando la caposquadra si fissava su qualcosa era meglio accontentarla, o sarebbe diventata una piaga vivente.


Jack, Ivan e Kojo non potevano essere più nervosi di così.
Sebbene Drake fosse tutt'altro che interessato ai balli o alle feste in generale, aveva decretato sin da quando era venuto a conoscenza dell'evento che non solo la squadra avrebbe dovuto partecipare, ma che avrebbero dovuto apparire al meglio della loro forma.
E adesso, dopo averli ammoniti decine e decine di volte (spesso con l'ausilio di scariche elettriche), stava passando in rassegna ognuno dei suoi sottoposti, pronto a correggere (sempre con l'ausilio delle scariche elettriche) ogni eventuale imperfezione.
Al termine dell'ispezione Jack aveva subito almeno tre scosse prima di riuscire a soddisfare gli standard del caposquadra.
<< Se non ci avessi tagliato i capelli così bene potrei quasi pensare che vuoi sabotarci per il ballo >>
Capelli sì, strano a dirsi ma Jack, malgrado tutti i difetti che gli si poteva imputargli, aveva comunque un piccolo pregio che poteva tornare utile in un'occasione come quella: era un abile barbiere, mestiere appreso dalla nonna paterna.
Sebbene possa sembrare straordinario il solo fatto che Jack fosse in grado di apprendere qualcosa, Drake gli aveva concesso di occuparsi lui delle loro acconciature.
Anche Ivan aveva avuto a modo suo una qualche utilità.
<< Però Ivan, sono stupito >> esordì Drake guardando i loro smoking << Sapevo del mestiere di tuo padre, ma non pensavo che le dita a salsicciotto tipiche della tua famiglia nascondessero una tale abilità nel tessere, li ha fatti tutti tuo padre? >>
<< Si, tutte lui >> << Bene Ivan, e sai come potresti mostrare gratitudine a tuo padre? >>
Ivan cercò di simulare un'espressione interrogativa, anche se sapeva già cosa avrebbe sentito.
<< Non ingozzandoti come un maiale >> sospirò << Non lo farò, hai la mia parola, mangerò con moderazione! >>
<< Che palle, è una festa o un'esercitazione militare? >> Jack al contrario non era così acquiescente, e sin dall'inizio dei preparativi non aveva tardato a mostrare la propria contrarietà.
<< Sei libero di esprimere le tue lamentele >> rispose Drake.
<< Davvero?! Oh grande, cominciamo: non voglio questi vestiti da damerino, prudono da morire! Se volevi punirmi potevi darmi una scossa e finirla lì, e non riesco ad annodare questa cazzo di cravatta! >> urlò infine, lottando con la striscia di tessuto nero, anche se appariva certamente più vicino allo strapparla che non all'annodarla attorno al suo collo.
<< Faccio io >> rispose il caposquadra, con un gesto rapido strappò la cravatta dalle mani del suo sottoposto.
Poi la annodò attorno al suo collo, stringendo così forte da soffocarlo.
<< D-Drake cazzo! Mi stai uccidendo! >> sordo alle sue imprecazioni Drake procedette fino a quando la cravatta non fu ben allacciata, a quel punto mollò la presa permettendo a Jack di respirare.
<< La prossima volta vedi di allacciartela da solo, o potrei stringere più forte, altre lamentele? >>
Nessuna risposta.
<< Perfetto, così saremo pronti per il ballo... Kojo, non lo stai facendo veramente, vero? >>
Se Jack e Ivan in smoking erano una visione già strana di per se, Kojo appariva quasi surreale:
Era dritto, la gobba era scomparsa (merito di un Ivan improvvisatosi chiropratico) e la sua altezza andava oltre i due metri, aveva sostituito la solita lugubre maschera con una da festa, ugualmente bizzarra visto che il ballo non richiedeva alcun travestimento, ma se non altro meno inquietante.
Il vestito gli calzava a pennello, e osservandolo da lontano forse nessuno si sarebbe accorto del suo aspetto agghiacciante, si era curato più di Jack.
E sebbene Drake apprezzasse questo sforzo (non si aspettava di certo dei miracoli), non poteva concordare per un singolo dettaglio: Moriarty, che irrompeva, agghindato con un fiocchetto scuro, dalla tasca del suo padrone.
<< Puoi tenerlo, ma che rimanga in tasca >> Kojo acconsentì con un cenno, per poi completare il suo abbigliamento con una piccola aggiunta personale: un cappello a cilindro.
Jack non poté trattenersi dallo scoppiare a ridere, ed anche Ivan, che aveva sempre cercato di trattenersi, non poteva nascondere la propria ilarità davanti a quel buffo cappello.
<< Sia chiaro, ti permetto di portarlo soltanto perché riesce a distogliere l'attenzione da quella ridicola maschera, e ti lascio portare quella ridicola maschera perché altrimenti faresti scappare tutti i presenti, e Jack, smettila di ridire o Kojo potrebbe non essere il solo ad aver bisogno di una maschera >>
Il piromane si zittì all'istante, sebbene dentro di se avesse non pochi commenti poco lusinghieri riguardanti l'aspetto del suo collega.
<< Bene, direi che abbiamo detto tutto, ora potete cambiarvi, ma mi aspetto che per il giorno del ballo siate in grado di prepararvi in meno di dieci minuti, non intendo perdere tempo >> continuò il leader << E per favore, siate civili >>


Orion stava rincasando nel suo dormitorio molto più tardi rispetto al solito.
Nessun problema, avrebbe detto che si era dovuto trattenere con il professor Port per un lavoro extra, avrebbe dato da mangiare a Mr Darby e si sarebbe concesso un po' di sano riposo.
Purtroppo per lui, le sue speranze vennero deluse quando, aperta la porta, trovò la musica alzata a tutto volume, che oltre ad essere fastidiosamente irritante per le sue povere orecchie stonava terribilmente con il ballo lento che Max e Amber stavano sperimentando.
La ragazza camaleonte stava sopra ai piedi di Max, ed assieme cercavano disperatamente di non cadere o staccarsi l'uno dall'altra.
Poco più vicino Giada si stava portando avanti con la lezione del giorno dopo, aveva indossato i tappi per le orecchie pur di non impedire ai due di fare le loro prove, ma Orion fu meno indulgente.
Spense la radio e si chinò sulla teca, estrasse una scatoletta di mangime dal cassetto del comodino ed iniziò a sfamare l'animale a piccole dosi, poi procedette a cambiargli l'acqua.
<< Ti sei trattenuto di nuovo in classe? >> << Si, ultimamente ci devo andare spesso... vedo che vi stavate allenando >>
Max annuì << Si! Fra poco ci sarà il grande evento, tu vieni? >> << No... ho un impegno >>
<< Cosa?! Dai! È l'evento più importante dell'anno! >> Orion alzò un sopracciglio << Più dell'esame di ammissione? >> << Ehm si >> << Del primo giorno di scuola? >> << Certo! >> << Degli esami finali? >> << Si! Oum si! >> << Della prima missione? >> << … Insomma, è un giorno importante! >>
Amber sospirò e si lasciò cadere sul letto, lasciando i due alla loro discussione.
<< Non lo metto in dubbio, ma anche il mio impegno lo è, non preoccuparti, ci saranno altre occasioni >> terminò la frase con uno sbadiglio << Divertitevi anche per me >>
<< Va bene! Ma non sai che ti perdi >>
Sbadigliò a sua volta, seguito da Amber e poi da Giada, che abbandonò le cuffie << Uh... avete finito, bene, le mie orecchie ringraziano >> disse indicando la radio.
<< Ehi, dovevo creare atmosfera! >> << La prossima volta o ne trovi una a basso volume o ti eserciti in bagno! >>
La risata che ne seguì pose fine alla discussione.
Orion lasciò cadere l'ultima manciata di mangime, ammirando la velocità con cui il drago barbuto ripuliva la sua scodella.
Si alzò stirandosi la schiena << Ho seriamente bisogno di riposare... >>


Era sera, e come ogni altro giorno della settimana stavo rientrando dall'allenamento con Caesar, le braccia avevano meno tagli del solito e non avevo riportato alcuna contusione, stiramento o qualsiasi altro tipo di condizione debilitante.
Allora il ballo non era di certo il primo dei miei pensieri, malgrado questo capitolo sia così incentrato sugli eventi antecedenti ad esso.
No, avevo archiviato la questione dopo essere riuscito a procurarmi un vestito decente, e l'avrei rispolverata dopodomani, quando sarebbe arrivato il grande giorno.
Rientrai in stanza con il solo pensiero di farmi una doccia, cenare e addormentarmi come un pargoletto indifeso, ero certo che gli altri fossero fuori e si stessero già riposando.
Invece li trovai tutti dentro la camera, con Ilian intento ad aiutare Julia ad allacciare il vestito da ballo, e Deryck seduto sul letto a leggere.
<< Ion eccoti! Pronto per il grande giorno? >> << No, ma credo che riuscirò a prepararmi anche senza partire con due giorni d'anticipo >> Ilian rise, Julia sbuffò.
<< La mia famiglia ha sempre preso sul serio queste occasioni, occorre un'accurata preparazione! E ringraziate che non sia il Ren del team JNPR, sono passata vicino alla loro stanza questo pomeriggio, ho sentito molta musica, passi di ballo... e dei pianti >>
Potevo confermare, chiunque passasse accanto a quella stanza in quei giorni ne usciva profondamente turbato, e voci di corridoio affermavano che fosse proprio il “Ren” di quel team a forzare il resto della squadra ad esercitarsi, almeno è quanto trapelato durante una discussione fra lui e Jaune in sala mensa.
E potrei scommettere cento lien che il pianto fosse quello di Jaune.
Mi sedetti sul letto, mai, mai lasciare la stanza mentre Julia Vindr ti sta parlando.
Ormai dovevo sorbirmi tutto il discorso.
<< Il punto, è che sarà l'evento più importante del nostro anno! E non per i vestiti, l'annuario o altro... ma saremo noi quattro, al meglio della nostra forma, insieme! Ah... era questo il genere di ricordi che volevo creare >>
<< Mi stai diventando sentimentale, Julia? >> la risposta che Ilian ottenne fu una gomitata all'indirizzo delle costole.
<< Ahi! Che modi! >>
<< Abbiamo capito: giornata felice, ricordi, noi quattro, beh tre, conoscendo Deryck dubito sarebbe di gran compagnia >>
Deryck non alzò lo sguardo dal libro, né girò pagina, certe volte mi dava la sensazione di leggere soltanto per ignorarci.
È così amico? Vero?
No? Non me la dai a bere...
<< Ion, prendi questa cosa con più solennità! >> si liberò dal maldestro aiuto di Ilian e guardò verso di me << Sarà una grande giornata, e ci divertiremo... trovato una ragazza con cui andare? >> chiese, Ilian la guardò male << Tranquillo, non ti sto scaricando >> << Ci mancherebbe! Ho sopportato un corso di danza solo per farti contenta! >>
Risi << Si, non sarò da solo >> << Ah! E chi è la fortunata? >> concluse la frase con un sorriso sornione.
<< Giada, ma non fraintendere, aveva bisogno di un accompagnatore ed io di una scusa per ingozzarmi senza sembrare patetico >>
<< Un po' come me >> rispose Ilian prima di una seconda gomitata << E basta! >>
<< Non rimane che una sola persona rimasta senza accompagnatrice... >> volgemmo tutti lo sguardo verso Deryck, che abbassò il tomo degnandoci di uno sguardo.
<< A dire il vero sarò accompagnato >>
Ci guardammo negli occhi con fare perplesso, prima di scoppiare a ridere.
<< E dove l'hai trovata? >> << In classe >> rispose atono << E a dirla tutta non è l'unica richiesta che ho ricevuto >>
<< Deryck, siamo sicuri che leggere non ti abbia dato alla testa? >>
Fece spallucce, ed io avrei chiuso l'argomento lì, Julia invece scattò in alto e saltò sul suo letto << Davvero?! Chi? Esigo saperlo! >>
Approfittando di quel diversivo mi diressi verso il bagno, sospirai e chiusi la porta alle mie spalle.
Sorrisi fra me e me, mentre mi dilettavo nell'ascoltare quello che stava succedendo in camera, a quanto pare Deryck non intendeva vuotare il sacco e Julia non avrebbe mollato l'osso.
Poi, rabbrividendo per via del sudore gelato che stava ormai permeando le mie vesta, mi decisi a spogliarmi e mettermi nella cabina-doccia.
Era stata una giornata estenuante, un anno estenuante, eppure, malgrado lo spirito con cui ero entrato a scuola, la paura e gli allenamenti massacranti di Caesar, potevo dire in tutta sincerità, che non mi ero mai sentito così a casa come adesso.
Se davvero esistete dei, fate che questo non finisca mai... magari mandate Caesar in vacanza, chiedo solo questo!
Lo scorrere dell'acqua spazzò via il resto dei miei pensieri, come foglie al vento...
Cosa?
Se non sto nascondendo qualcosa?
Seriamente?
Vuoi veramente rovinare questo finale così commovente con le tue lagnanze?!
Santo Oum! Può capitare che non mi ricordi qualche dettaglio, è già tanto se siamo arrivati fino a qui! Che vuoi che ne sappia di chi diamine fosse il ragazzo scimmia.
Sei ingiusto Deryck, perché mi fai questo? Perché mi costringi a pronunciare delle parole simili? A compiere questo sforzo massacrante? Cosa ho fatto di così male?
E va bene! Vuoi vedermi soffrire?!
Ok! Come desideri! Sì, ricordo chi erano quei due ragazzi!
Si chiamavano Sun e Neptune.
Ed erano due cacciatori venuti in visita a Beacon per il festival.
Cacciatori di Vacuo.

   
 
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