Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: Jo The Strange    24/04/2019    5 recensioni
[BrianxChrissie]
Chrissie rimase interdetta nel vedere il ragazzo riccio salutarla con un cenno e proseguire per la sua strada: lei si era presa la briga di fare la prima mossa, attraversare tutto il campus per incontrarlo e lui la ripagava così?
“Certo che sei proprio un tipo bizzarro, Brian May” pensò Chrissie, prima di fare dietrofront e ritornare sui suoi passi "Ma adoro le persone bizzarre"
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 17: Doing Alright



26 Novembre 1971


Quella mattina, nonostante il notevole sforzo fisico della notte precedente, Chrissie si svegliò molto presto. Sbadigliò sonoramente e si stiracchiò per bene, per poi posare il suo sguardo sulla figura al suo fianco. Brian giaceva esausto sul lato sinistro del letto, profondamente addormentato, con la bocca leggermente socchiusa e un’espressione beata sul viso.

Alla vista di quella tenera immagine, Chrissie accennò un sorriso. Si avvicinò alla guancia del ragazzo e gli stampò un bacio impercettibile su di essa, senza svegliarlo, per poi sgusciare via dal letto e infilarsi in bagno, bramando una lunga doccia bollente.

Rimase sotto lo scroscio dell’acqua calda per quelle che le parvero ore, godendosi il tepore del bagno surriscaldato e della doccia. Adorava restare ferma immobile, ad occhi chiusi, sotto l’acqua corrente. Era un ottimo momento per riflettere.

In quell’occasione, Chrissie ripensò all’incontro di Brian con il professor Lovell, il giorno prima, e alla reticenza del suo ragazzo di parlarne. C’era sicuramente qualcosa di brutto sotto, ne era certa. Ogni volta che Brian riceveva una bella notizia, lei era sempre la prima a cui decideva di comunicarla, sia che fosse qualcosa inerente al corso di studi, sia che si trattasse della band. Il fatto che il ricciolo non ne volesse parlare, non le lasciava presagire nulla di buono.

“Forse la sua tesi è stata bocciata”

“Magari il professor Lovell gli ha detto di non voler più seguire il suo scritto”

Chrissie rimase immobile, sotto il getto bollente della doccia, ipotizzando simili teorie per una buona mezz’ora, fino a quando si rese conto che l’acqua stava iniziando a raffreddarsi. Ancora con mille dubbi in testa, ma grande determinazione nello scoprire cosa gli stava nascondendo quel geniaccio del suo ragazzo, la brunetta uscì dalla doccia, si asciugò rapidamente i capelli e si diresse in cucina, per preparare la colazione.

Mise sul fornello il bollitore per il tè e infilò un paio di fette nel tostapane, andando poi alla ricerca di alcuni vasetti di marmellata con cui condirle. Stava ancora frugando nella credenza, quando lo strascinio di un paio di pantofole la avvisò che il ricciolo si era finalmente svegliato.

-Buongiorno, raggio di sole – trillò Chrissie.

Brian sbadigliò, allontanò una seggiola dal tavolo e si lasciò cadere sopra: -Avrei dormito un altro paio d’ore se quell’aggeggio infernale non mi avesse trapanato i timpani. Comunque, buongiorno a te –

La brunetta rise sotto i baffi, riconoscendo che utilizzare l’asciugacapelli di prima mattina non era stata una mossa molto gentile. Alzando le mani in segno di resa, si avvicinò a Brian e gli stampò un bacio sulla guancia, circondando il suo collo con le braccia: -Come posso farmi perdonare? –

-Non nel modo in cui hai in mente – asserì il ricciolo, notando un pizzico di malizia nella voce della sua ragazza -Questa notte mi hai distrutto. Dannazione, sono esausto –

Chrissie finse una smorfia di delusione, passando una mano fra riccioli scuri di Brian: -Vorrà dire che mi limiterò a prepararti la colazione. D’altronde, hai bisogno di recuperare le forze –

Il ragazzo incrociò le braccia al petto con aria compiaciuta: -Questa è un’ottima idea –

Pochi minuti più tardi, la brunetta appoggiò sul tavolo un paio di tazze di tè, un piatto colmo di pane tostato e tre vasetti di marmellata.

-Sto seriamente valutando l’idea di trasferirmi qui da te se questo significa svegliarsi al mattino con tutto questo bendidio – disse Brian, stupito. Si avventò immediatamente sulle fette tostate, quando, senza preavviso, la sua ragazza gli schiaffeggiò la mano.

-Ah, ah, ah – disse Chrissie, scuotendo la testa – Potrai averle quando mi racconterai per filo e per segno ciò che ti ha detto ieri il professor Lovell per mandarti in paranoia –

Sentendo nominare il suo relatore di tesi nonché docente di fisica, Brian si rabbuiò: -Il tè si raffredda. Passami quel pane, cortesemente –

Chrissie piantò i suoi occhi di ghiaccio in quelli del ricciolo, fissandolo con l’aria più truce di cui fosse capace. Brian capì immediatamente che ci teneva davvero a sapere cosa fosse successo e che avrebbe fatto meglio a vuotare subito il sacco, onde evitare litigate future.

-E va bene – sbuffò il giovane, arrendendosi -Mi ha fatto una proposta di lavoro, ok? –

Chrissie sollevò un sopracciglio, non riuscendo a capire cosa ci potesse essere di sbagliato in tutto ciò.

-Il professor Lovell mi ha invitato a lavorare con lui nel suo laboratorio di ricerca a Jodrell Bank, nel Cheshire, una volta preso il dottorato. Ha detto che, oltre al lavoro, potrei avere anche una casa per noi due e un’auto nuova, oltre ad uno stipendio più che decente –

Chrissie incrociò le braccia al petto, aspettando che Brian proseguisse: -Ma? Mi sembra troppo bello per essere vero, ci sarà sicuramente qualche falla –

Il ricciolo sospirò, passandosi una mano sugli occhi con aria stanca: -Il professor Lovell ha detto che questo lavoro mi occuperà la testa al 100%, perciò, qualunque hobby impegnativo deve essere abbandonato. Si riferiva alla musica, alla carriera con i ragazzi –

Chrissie aprì la bocca per parlare, ma non riuscì ad emettere alcun suono. Sentì un respiro mozzarsi in gola e non osò immaginare come si potesse sentire
Brian in quel momento. Quella non era una proposta di lavoro, era un fottuto ricatto.

-Ora capisci perché non volevo parlarne? – domandò lui, retoricamente -E’ complicato –

La brunetta provò ad immaginare il suo ragazzo con indosso un lungo camice bianco, rinchiuso giorno e notte all’interno di un laboratorio pieno di scienziati folli che discutevano riguardo a tutte quelle cose complicate di cui lui parlava nella sua tesi di dottorato. Non fu difficile visualizzare quell’immagine, anzi.
Probabilmente, Brian sarebbe anche stato a suo agio in un ambiente del genere.

Provò ad immaginare il ricciolo senza la sua Red Special, senza Roger, Freddie e John al suo fianco che suonavano, senza il suo raccoglitore ad anelli in cui collezionava tutte le sue canzoni.

Non ci riuscì.

-Ti prego, dimmi cosa ne pensi – biascicò Brian, riportandola immediatamente alla realtà -Non credo di essere mai stato più indeciso in vita mia –

Chrissie lo fissò con aria confusa, spingendo verso di lui il tanto agognato piatto colmo di pane tostato: -Credo che qualunque strada deciderai di intraprendere avrai dei rimpianti. Sei affezionato a questi due mondi allo stesso modo –

Brian osservò le fette di pane con aria disgustata. All’improvviso, tirando in ballo quell’argomento, il suo stomaco si era completamente chiuso: -Da una parte ho un lavoro sicuro, con uno stipendio abbastanza profumato da garantirci una vita più che dignitosa. Dall’altra una marea di incertezze, scarsa disponibilità
economica e la possibilità, tutt’altro che remota, di non riuscire mai a sfondare. Eppure, sebbene sembri abbastanza ovvia come scelta, non riesco ancora a decidermi –

Chrissie si avvicinò al ragazzo, facendogli cenno di lasciarle spazio per sedersi sulle sue gambe. Gli accarezzò il viso con il dorso di una mano, accennando un sorriso: -So bene quanto tu ti senta in difficoltà, è una scelta che non augurerei a nessuno. Ma, se me lo permetti, vorrei darti il mio parere personale –

Brian annuì, appoggiando la fronte contro quella della ragazza: -Sai quanto sia importante, per me, il tuo parere –

-Scegli la cosa che ti fa emozionare di più, quella per la quale senti il cuore esploderti in petto. Scegli ciò che ti rende felice –





9 Dicembre 1971

Nelle due settimane seguenti a quella mattina, Brian e Chrissie non avevano più parlato della proposta di lavoro del professor Lovell. Avevano cercato di evitare il più possibile l’argomento anche con i loro amici, sviando la conversazione ogni volta che si finiva a parlare di università e della tesi del ragazzo.

Il ricciolo era ancora sommerso da una marea di dubbi: abbandonare per sempre il suo sogno di diventare un musicista gli stringeva il cuore, come l’idea di ridurre la sua passione ad un paio di strimpellate di chitarra dopo cena, senza alcuna pretesa. D’altro canto, la possibilità di avere, finalmente, una vita più che dignitosa, una casa tutta per sé e prospettive solide e rosee per il suo futuro, lo tentava da morire.

-Bri, sei pronto? Roger ci sta aspettando! – le parole di Chrissie risvegliarono il ragazzo da una sorta di trance. Scosse la testa, cercando di ritornare alla realtà, accorgendosi solo in quel momento di non essersi ancora messo le scarpe.

La brunetta comparve sulla porta della camera, già pronta, con la fodera della chitarra acustica sulla spalla. Vedendo Brian imbambolato, inarcò un sopracciglio: -Ma che fai? Non sei ancora pronto? –

-Scusami – farfugliò il ricciolo, infilandosi gli zoccoli -Ero sovrappensiero –

Chrissie appoggiò la chitarra al bordo del letto e si accomodò di fianco al suo ragazzo: -Ancora per il lavoro del professor Lovell? –

Brian annuì, sospirando con aria desolata: -Ho pensato che quello di oggi potrebbe essere il mio ultimo concerto con i ragazzi… Devo dare una risposta al professore entro la fine dell’anno e quella di oggi sarà la nostra ultima data per questo 1971-

Sentendo quelle parole, l’umore della ragazza precipitò a terra. Aveva il brutto presentimento che il suo compagno stesse protendendo sempre di più verso l’opzione della carriera scientifica. Certo, sarebbe stata molto felice per lui, dal momento che era più che sicura che con il suo cervello e le giuste conoscenze
– come il professor Lovell, appunto – Brian sarebbe riuscito ad arrivare molto in alto, magari a lavorare addirittura per la NASA. Tuttavia, vederlo abbandonare il mondo della musica, probabilmente la avrebbe rattristata parecchio, visti tutti gli sforzi che gli aveva visto fare per migliorarsi sempre di più, per ottenere uno straccio di contratto discografico e qualche data in giro per l’Inghilterra con i ragazzi.

-Sai che non deve per forza essere l’ultimo, vero? – sussurrò Chrissie, stringendogli una mano.

Brian gliela strinse di rimando, accennando un sorriso del tutto privo di gioia: -Non credo che continuare a suonare in posticini come lo stabilimento balneare di Epsom nel Surrey sia la carriera che avevo in mente. Di certo, un’occupazione del genere non mi permetterà mai di farti vivere come vorrei –

Chrissie gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarla negli occhi: -A me non importa un bel niente di vivere in una casa nuova casa lussuosa, di avere una bella macchina etc. se tu non sei felice. L’unica cosa che desidero è vederti alzare al mattino con il sorriso sulle labbra, pienamente soddisfatto della tua scelta, che sia andare in laboratorio con il professor Lovell o in sala prove per suonare con i ragazzi. Non prendere questa decisione in base a quanto ti porterà a guadagnare economicamente, fallo in base a ciò che ti rende più felice –

Brian sorrise, allungò il collo e baciò la sua ragazza appassionatamente: -Come farei senza di te? –

Chrissie sogghignò, afferrando nuovamente la chitarra acustica del ragazzo e caricandosela in spalla: -Brancoleresti nel buio. Ora ci conviene andare, siamo parecchio in ritardo –


     


-Mi spiegate chi ha avuto quest’idea del cazzo? – domandò Roger piccato, entrando nello stabilimento balneare -Come si fa a suonare decentemente in un posto del genere?! –

Non appena misero piede nel Leisure Rainbow Centre di Epsom, nel Surrey, i ragazzi capirono che qualcosa non quadrava. I dirigenti dei De Lane Lea Studios gli avevano accennato che avrebbero dovuto suonare in una sorta di piscina pubblica, tuttavia, i ragazzi avevano presupposto che si trattasse di uno spazio all’aperto.

-C’è un’acustica orrenda, non si sentirà nulla – aggiunse John, sbuffando.

Freddie batté le mani, portando l’attenzione su di sé: -Oh, smettetela di lamentarvi, tesori. Faremo un figurone, come sempre. Ne sono più che sicuro! – Il suo perenne buonumore era davvero invidiabile -Ora iniziamo a preparare tutto, voglio che sia tutto perfetto –

Chrissie diede un bacio a Brian e lo lasciò andare a preparare il palco insieme ai suoi amici. Notò tristemente che il ragazzo aveva ancora un’espressione funerea dipinta sul volto e pregò che nessuno dei presenti ci prestasse troppa attenzione.

-Ho paura che l’esibizione di oggi sarà un completo disastro – disse Veronica, comparendo al suo fianco -Non è stata una mossa intelligente farli suonare qui –

“Non in un momento così delicato per Brian. Si sentirà una merda dopo questo concerto”

-Spero che almeno si divertano – biascicò Chrissie. Nemmeno lei era convinta delle sue parole.

La fidanzata di John si voltò verso la brunetta, aggrottando le sopracciglia: -Ti senti bene? Hai una faccia sconvolta… -

Con la sua empatia, Veronica era in grado di captare anche il più piccolo dei problemi. Chrissie accennò un sorriso, mentendo spudoratamente. Non voleva che il dilemma di Brian diventasse di dominio pubblico: -Sono solo un po’ dispiaciuta per i ragazzi. Sicuramente non si aspettavano un palco del genere –

-Sei sicura che si tratti solo di questo? – rincarò Veronica.

Chrissie annuì, sfoggiando il suo miglior sorriso: -È tutto a posto, Vero. Seriamente, non c’è niente di cui preoccuparsi –

La brunetta scorse in lontananza Mary e Sheryl che si sbracciavano per attirare la loro attenzione, invitandole a raggiungerle sugli spalti: - Guarda un po’ là.
Quelle due sembrano andare d’accordo, oggi –

Veronica sollevò le sopracciglia, del tutto stupita. Di solito, Sheryl e Mary erano come cane e gatto, invece quel pomeriggio, per la prima volta, sembravano quasi in sintonia: -Ci conviene approfittare di questa sepoltura dell’ascia di guerra. Non so quando ci ricapiterà una cosa del genere –

Dopo aver attraversato tutto lo stabilimento, Chrissie e Veronica riuscirono a raggiungere le amiche sugli spalti, prendendo posto in attesa dell’inizio dell’esibizione.

Prima dei Queen, entrarono in scena Arthur Browne i suoi Kingdom Come ma gli avventori della piscina non parvero emozionarsi più di tanto. Anzi, addirittura un signore anziano domandò loro di abbassare il volume.

Quando i ragazzi entrarono in scena, subirono lo stesso trattamento dei loro “colleghi” dei De Lane Lea Studios. La gente non li ascoltava per niente oppure si lamentava continuamente per l’acustica e per il volume troppo alto. Era un pubblico maledettamente ingrato.

-Che siamo venuti a fare qui se la gente non ha voglia di ascoltare musica rock mentre si fa il bagno? – domandò Sheryl piccata, all’ennesimo fischio.

-Per una volta ti do ragione… E’ completamente inutile - biascicò Mary, arrabbiata.

I ragazzi avevano cercato di ingraziarsi i presenti eseguendo delle cover, senza ottenere alcun risultato. L’acustica era semplicemente orrenda e faticavano a sentirsi persino tra di loro, a pochi metri di distanza gli uni dagli altri. Avevano tutti un’espressione delusa e arrabbiata sul viso, persino Freddie, il quale,
solitamente, era un dispensatore di buonumore.

-Per concludere – disse il cantante, producendo un’eco orribile -Vorremmo proporvi un nostro brano originale. S’intitola “Doing Alright” –

I bagnanti non prestarono alcun tipo d’attenzione alle sue parole, continuando tranquillamente a farsi i fatti propri, mentre le ragazze applaudirono, cercando di tirare un po’ su il loro morale.

-Hanno fatto bene a scegliere quella canzone, come inedito – disse Mary, continuando a battere le mani -Tra tutti i loro singoli, è quello meno rumoroso –

Le altre tre annuirono, godendosi l’ultima esibizione dei ragazzi.

“Yesterday my life was in ruin
Now today I know what I'm doing
Gotta feeling I should be doing all right
Doing all right”


Chrissie era estremamente preoccupata. Era abbastanza sicura che, dopo quel concerto osceno, Brian avrebbe deciso di accantonare per sempre la sua carriera di musicista per dedicarsi a quella scientifica. Questa cosa le dava un gran dispiacere: adorava seguire il suo ragazzo in tour, sentirlo suonare nei piccoli pub di Londra e nei college, adorava sentirlo strimpellare la sua chitarra per tutta la sera, cercando di inventarsi una nuova canzone e, soprattutto, adorava veder spuntare un sorriso genuino sul suo viso ogni singola volta che prendeva in mano il suo strumento.

“Where will I be this time tomorrow
Jump in joy or sinking in sorrow
Anyway I should be doing all right
Doing all right”


Dopo le prime strofe, le ragazze iniziarono a notare un netto cambiamento sui volti dei loro compagni. Gli sguardi afflitti per la pessima acustica e per il menefreghismo del pubblico lasciarono presto spazio a quattro sorrisi smaglianti. Accadeva sempre così quando iniziavano a suonare i loro pezzi personali.
Certo, probabilmente le cover stuzzicavano maggiormente gli spettatori e li invitavano a cantare testi che già conoscevano, ma suonare i propri inediti li gratificava il doppio, era completamente un altro paio di maniche.

“Should be waiting for the sun
Looking round to find the words to say
Should be waiting for the skies to clear
There a time in all the world
Should be waiting for the sun
And anyway I've got hide away”


Quando attaccarono con la strumentale, i volti dei ragazzi si illuminarono, se possibile, ancora di più. Chrissie lanciò un’occhiata al ricciolo mentre eseguiva l’assolo di chitarra e vederlo così soddisfatto e concentrato le sciolse il cuore. Era quello il vero Brian: lui, con i suoi capelli disordinati e lo sguardo perso fra le corde della sua Red Special.

“Yesterday my life was in ruin
Now today God knows what I'm doing
Anyway I should be doing all right
Doing all right”


Quando la canzone terminò, i pochi applausi che rimbombarono nello stabilimento balneare furono quelli delle ragazze e di qualche avventore. Chrissie osservò compiaciuta la soddisfazione trasudante dai visi dei ragazzi, soprattutto su quello di Brian che pareva essere al settimo cielo.

Quell’espressione beata fu sufficiente per farle intendere che quello al Leisure Rainbow Centre di Epsom non sarebbe stato il suo ultimo concerto. Anzi, sarebbe stato il primo di una lunga, lunghissima serie.


Spazio Autrice:

Buonasera a tutti, carissimi lettori!
Come state, tutto bene? Io sono appena tornata dal cinema, dopo la visione di Avengers: Endgame. Credo di aver bisogno di un paio di settimane per realizzare cosa stracavolo è successo il quel film. Ho pianto quasi quanto con Bo Rhap e la cosa è abbastanza grave.
Tralasciando le mie personali cagate, passiamo al capitolo effettivo. Cosa ne pensate?
Finalmente Brian ha raccontato a Chrissie della proposta ricevuta dal professor Lovell, ma ha preferito non mettere i suoi amici al corrente di nulla. Credo che lo abbia fatto per evitare alcune scenate: un carattere forte come quello di Roger, probabilmente avrebbe reagito molto male ad una notizia del genere. Secondo voi avrebbe dovuto parlarne anche con loro? Sono curiosa di sentire le vostre opinioni!
Info di servizio: il concerto ad Epsom si è tenuto realmente il 9 Dicembre del 1971 ed è stato realmente un disastro a causa della pessima acustica. 
La canzone scelta per questo capitolo è stata una dei primi brani dei Queen, precedentemente suonata dagli Smile, appunto "Doing Alright". Ho pensato che questa canzone, non solo fosse probabilmente nella scaletta di quel concerto, visto che proveniva da un repertorio precedente, ma che fosse anche in linea con le emozioni di Brian in quel momento. 
Prima che mi dilunghi troppo, vorrei dedicare questo capitolo a due persone speciali, ovvero Soul_Dolmayan e Kim WinterNight, che ho avuto il piacere di conoscere di persona e con cui ho trascorso una meravigliosa Pasquetta (insieme anche alla mia spammatrice di foto, Carmaux_95). Adoro quando Efp si trasforma magicamente in una sorta di sito d'incontri!
Ringrazio moltissimo anche le mie recensiste del cuore Cathy Black e Killerqueen95, insieme alla new entry crazy lion. Siete davvero speciali!
Non mi resta altro da fare se non augurarvi una buona settimana e darvi appuntamento a mercoledì prossimo.
Un bacio,
              Jenny

LINK PLAYLIST SPOTIFY:  
https://open.spotify.com/user/21ekfspbopztn5dsisbmousna/playlist/5GFxDwTiDkQmFO9kNAJt1E?si=795lKYScStW4pFVvobtxvw
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: Jo The Strange