Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: T612    26/04/2019    8 recensioni
SPOILER "AVENGERS-ENDGAME"
Se avete visto il film intuite da soli dal titolo di chi e di cosa parlerò, consideratevi avvisati.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Stark's'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tony sa che dovrebbe dormire, che deve ricaricare le batterie in vista di ciò che dovranno affrontare il giorno dopo, ma l’unica cosa che riesce a fare è fissare ad occhi sgranati il soffitto della propria stanza.
Gli avevano ridato il suo vecchio alloggio, ma quella è la prima notte che trascorre all’interno di quelle quattro mura, rigirandosi senza sosta tra le lenzuola di quel materasso troppo grande per una persona sola… c’era un buon motivo se nelle ultime settimane si era sempre addormentato nei posti più improbabili.
Quel letto, estremamente vuoto e freddo, gli faceva sentire la mancanza di mura più calde, dei baci di Pepper, dell’abbraccio di Morgan...
Non può fare a meno di pensare a ciò che rischia di perdere, di compiere quel salto nel vuoto e non tornare mai più, o peggio, di tornare nel suo tempo e non trovare nessuno ad attenderlo… riducendo il tutto ad un letto enorme, vuoto e freddo.
È terrorizzato, un tipo di paura sorda e atavica che gli attanaglia le viscere stroncandogli il respiro, mentre una vocina nella sua testa gli suggerisce che qualcosa, qualsiasi cosa, andrà inevitabilmente per il verso sbagliato… e che forse registrare un messaggio d’addio non è poi una così brutta idea, una semplice precauzione se le cose dovessero finire seriamente nel peggiore dei casi.
Tony si alza dal materasso recuperando il casco dell’armatura, posandolo sulla cassettiera, ritrovandosi a trascinare una sedia al centro della stanza, sforzandosi di non far trasparire la sua agitazione fingendo che vada tutto per il meglio… quan-… se Morgan vedrà la registrazione non vuole che si ricordi di lui come l’uomo che sapeva di camminare incontro alla morte consapevole di perderla, ma vuole lasciarle il ricordo dell’uomo invincibile con una soluzione sempre pronta nella cassetta degli attrezzi.
Si ripete che è solo una precauzione, che le cose non devono per forza finire nel peggiore degli scenari ipotizzati, che tornerà sicuramente indietro e cancellerà la registrazione come se non fosse mai esistita.
Tenta di convincersi che il suo è un gesto del tutto superfluo, ma… ma la possibilità di non fare ritorno esiste e lo deve a chi resta, lo deve a Pepper… lo deve a Morgan.
“FRIDAY, avvia la registrazione…”

 

***


Dicono che avere un figlio cambi radicalmente la tua prospettiva sul mondo… Tony non voleva crederci, ma da quando Pepper gli aveva detto di essere incinta aveva dovuto rivedere molte delle proprie convinzioni.
Aveva realizzato di aspettare un figlio solamente dopo il quarto mese di gravidanza, quando era stato ufficialmente visibile ed inequivocabile che la pancia di Pepper si fosse gonfiata... e non per le quantità industriali di gelato che ingurgitava per placare le voglie.
Il giorno in cui aveva accidentalmente sentito suo figlio scalciare, era stato il giorno in cui aveva ufficialmente dichiarato guerra alle prese della corrente… realizzando di aver progettato una casa con troppe trappole mortali per un neonato.
Nei mesi restanti si era accanito contro le prese elettriche, per poi passare agli spigoli, alle scale, alle ante dei mobili, ai cavi del telefono e del computer, concludendo l’opera programmando FRIDAY in modalità “protocollo bebè” e mettendo sotto chiave il proprio laboratorio.
Ad un mese dal parto, quando la casa era più che collaudata ed a prova di poppante, erano iniziate le paranoie scoprendosi terrorizzato nel non riuscire ad essere un genitore decente per suo figlio, portando all’esasperazione Pepper che si era ridotta a ripetergli minimo tre volte al giorno che solo perché lui aveva avuto un pessimo esempio da seguire, non voleva dire in automatico che non sarebbe stato in grado di essere un padre perfetto, che poteva basarsi sugli errori di Howard per non inscenare il medesimo disastro, affermando che per entrambi era questione di adattamento ed improvvisazione.
Pepper glielo aveva ripetuto così tante volte che quando era entrata in travaglio, maledicendo a gran voce il giorno in cui aveva avuto la brillante idea di metterla incinta, Tony si era imposto di non cedere al panico lasciandosi scivolare addosso gli insulti e le condanne, caricandola in macchina e portandola all’ospedale… scoprendosi timoroso nel prendere in braccio sua figlia, farfugliando sconnesso all’ostetrica che sapeva come tenere in mano un saldatore ma non un bambino.
Morgan era un fagotto caldo, leggero come l’aria e fragile come il vetro… ma quello scricciolo dagli occhi curiosi quanto i suoi aveva proteso le sue manine minuscole afferrandogli d’istinto il pollice e Tony non aveva potuto fare a meno di chiedersi se era davvero possibile che anche lui una volta aveva avuto delle mani così piccole.
Aveva sollevato lo sguardo annacquato su Pepper sorridendole euforico, aggrappandosi a quel suo piccolo miracolo personale come se ne andasse della sua stessa vita, trovando finalmente il suo posto nel mondo.

 

Dicono che avere un figlio cambi radicalmente la tua prospettiva sul mondo… e Tony, che si sta distruggendo le ginocchia a forza di ruzzolare sul pavimento gattonando dietro a Morgan, non può fare a meno di chiedersi se il suo di padre può aver mai pensato di fare una cosa del genere.
Tony sa di sembrare ridicolo nel sapersi sdraiato sul tappeto con un sorriso da ebete dipinto sul volto, mentre il suo mostriciattolo di nemmeno un anno gli sta seduta sulla pancia, tirandogli i capelli ed usando le sue gambe come scivolo, sbuffando divertito assecondando zio Happy e zio Rhodey quando affermano che lui si merita un cataclisma ambulante di figlia come pegno per tutte le furbate che ha combinato in vita.
Tony non può fare a meno di sorprendersi della genuina curiosità di Morgan, che da quando ha imparato a camminare lo segue dappertutto come un'ombra, ascoltandolo ammirata sia quando le racconta storie della buonanotte pazzesche, sia quando parla a vanvera e a ruota libera di qualunque cosa gli passi per la mente.
Si scopre a ridere ogni volta che Morgan storce il naso decisa quando Pepper tenta di costringerla a mangiare le verdure, sfidando la sorte portandola di nascosto da Burger King ordinandole un cheesburger ogni volta che ne ha l’occasione, sentendosi impotente di fronte al suo broncio adorabile, cedendo ogni volta attirando le ire di Pepper ed accettando rassegnato le notti insonni che si procura da solo quando la lascia bere troppa Coca-Cola, aspettando che finisca di smaltire l’effetto della caffeina collassando con lei sul lettino distruggendosi la schiena, subendo le pedate che gli rifila nel sonno.
Sbuffa esasperato incapace di arrabbiarsi sul serio, ogni volta che Morgan sfida temeraria il divieto di intrufolarsi nel suo laboratorio per giocare con le chiavi inglesi, quando si alza nel cuore nella notte cercandolo per farsi preparare uno spuntino di mezzanotte, oppure quando scoppia a piangere spaventata intrufolandosi sotto le coperte tra lui e Pepper ogni volta che le saette e i tuoni squarciano il cielo, tranquillizzandola con un bacio sulla fronte raccontandogli la storia di un semidio un po’ tonto, bellicoso ed armato di ascia e martello.
Tony si ritrova a capire a tratti suo padre quando Morgan inizia a tormentarlo giorno e notte raggiungendo la famigerata soglia del periodo dei perché, sollevando gli occhi al cielo ogni volta che sua figlia gli si attacca ad una gamba pretendendo dei chiarimenti sul mondo a lei sconosciuto sotto lo sguardo divertito di Pepper, che se ne lavava ogni volta le mani definendola la degna figlia di suo padre lasciando a lui l’onere di rispondere. Sorride, sospira e si ritrova ad inventare spiegazioni divertenti e fantasiose sul perché il cielo è blu, sul segreto che si nasconde dietro all’avversione della sua mamma nei confronti delle fragole, mentendo sulla motivazione che sta dietro al frisbee di metallo conficcato nel muro del garage e negando una spiegazione completa sul perchè sopra la mensola della cucina c’è una foto di suo padre insieme ad un ragazzo che lei non conosce.
Tony improvvisa e fa del suo meglio per proteggerla dal mondo spaventoso in cui vivono, grato di ogni singolo giorno in cui il sole sorge e Morgan gli illumina la giornata con il suo sorriso, nonostante lui si svegli ancora di tanto in tanto colto in flagrante dai residui di incubi non voluti… temendo il peggio quando vede Steve e compagni scendere dall’auto, piombando a tradimento nella sua vita offrendogli una speranza pericolosa in cui credere.
Gli viene chiesto di rischiare il tutto per tutto per una teoria basata su una scienza inesatta e un vecchio film, ma lui ha avuto una seconda chance per rifarsi una vita e le manine di Morgan aggrappate al suo collo gli ricordano che la posta in gioco è decisamente troppo alta… forse sarà un egoista, ma la risposta è un secco e definitivo no.

 

Dicono che avere un figlio cambi radicalmente la tua prospettiva sul mondo… e Tony ritorna alle vecchie abitudini dimenticate, mentendo a se stesso dicendosi di iniziare un nuovo progetto a tempo perso, armandosi di caffè e passando la notte in bianco arrovellandosi il cervello alla ricerca di una soluzione a quella flebile speranza di poter riavvolgere il nastro e tornare indietro.
Quando le equazioni teorizzate funzionano sul serio, gli viene naturale come respirare mettersi le mani tra i capelli ed imprecare, perchè esiste davvero la possibilità concreta di rimettere a posto le cose… ma non ha il tempo di curarsene, perchè Morgan gli tende una imboscata alle spalle e tocca a lui l’onere di riportarla a letto, ringraziando mentalmente che anche la piccola ha sviluppato un sano terrore nel vedere la madre arrabbiata ed apprende istantaneamente che certe parole non vanno dette.
Scappa dalla seconda favola della buonanotte con un bacio sulla fronte, avvertendo l’urgenza disperata di comunicarle una proporzione quantitativa di quanto la ami, nascondendo un sorriso nel sentirsi ribattere dal suo piccolo angelo, fierissima di saper contare addirittura fino a tre, che lo ama tremila.
Quando scende in salotto da Pepper tenta di scherzare comunicandole che Morgan l’ha comprato definitivamente battendo la concorrenza offrendo un tremila all’asta… per poi cedere e chiederle se vale davvero la pena di rischiare il tutto per tutto per una teoria a dir poco agghiacciante, anche se sanno entrambi che lui conosce già la risposta.
Tony è consapevole che in tutto il mondo c’è un numero raccapricciante di padri senza figli, come c’è un numero altrettanto esorbitante di figli senza padri… e lui, che conosce la soluzione, non è davvero così egoista da negare la possibilità di riavvolgere il nastro e fingere che lo schiocco di dita non si sia mai verificato.

 

Dicono che avere un figlio cambi radicalmente la tua prospettiva sul mondo… e Tony, ritrovandosi davanti Howard, non può fare a meno di nascondere goffamente la voce rauca e le gambe tremanti, resistendo con tutte le sue forze all’impulso di proferire quel “ti voglio bene” che era andato perso in una fredda mattina di dicembre nel 1991.
Conosceva i rischi, sapeva che era una possibilità, ma incontrare suo padre e leggere nei suoi occhi la sua medesima confusione nel sapere di aspettare un figlio e nel non avere la più pallida idea di come comportarsi, lo fa ricredere su molte cose che aveva sempre dato per scontate.
Howard aveva sempre tentato di fare del suo meglio, accettando la consapevolezza tardiva che suo padre gli voleva bene ed aveva sempre tentato di comunicarglielo nel suo tipico modo di fare estremamente caotico e complesso.
Tony vorrebbe ringraziarlo per avergli inconsapevolmente salvato la vita, vorrebbe chiedergli se quella compiuta è stata davvero la scelta più giusta, se è fiero del suo operato e del suo retaggio, vorrebbe dirgli che è diventato nonno di una bellissima bambina di quattro anni… ma soprattutto vorrebbe rivelargli che Steve è sepolto nell’Artico, che Bucky è un arma in mano ai sovietici e vorrebbe scongiurarlo di non andare al Pentagono il 16 dicembre 1991.
Tony vorrebbe un sacco di cose, ma sa di non poterlo fare.
Si limita ad abbracciarlo d’impulso, cercando di comunicare silenziosamente tutto quel non detto che imperversa dentro di lui come un mare in tempesta, ritrovandosi a ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto… per il Paese. E per quel figlio che non sa ancora di avere.

 

Dicono che avere un figlio cambi radicalmente la tua prospettiva sul mondo… e Tony, con il cuore sanguinante e le lacrime agli occhi, sa che con quel schiocco di dita Morgan vivrà in un mondo più sicuro, un mondo in pace dove non esistono più gli incubi terrificanti che gli hanno fatto perdere il sonno per troppi anni.
Non capisce di preciso cosa sia successo... qualcuno piange, qualcuno ride, qualcuno si abbraccia come se il mondo abbia finalmente ricominciato a girare per il verso giusto.
Vede Peter, che piange lacrime amare terribilmente consapevole di ciò che sta per accadere, dicendogli che hanno vinto con una convinzione tale che vuole negare la realtà dei fatti… ma il ragazzo è vivo ed è quello l’importante.
Vede Pepper, che tenta inutilmente di mostrarsi forte, ma Tony glielo legge negli occhi che stanno pensando entrambi alla stessa cosa…. che Morgan non ha più il suo papà e che quella è la tragedia più grande del mondo, nonostante Pepper gli dica che andrà tutto bene e che se la caveranno, che può chiudere gli occhi e riposare.
Tony, nel suo ultimo respiro sul mondo, si ritrova a sorridere... perchè Morgan lo ama tremila ed è quella l’unica cosa davvero importante.


***
 

Tony può tentare di illudersi che la registrazione sia solamente una precauzione inutile, ma in cuor suo sa benissimo che non è così… se quelle sono davvero le sue ultime parole da lasciare ai posteri, c’è solo una cosa di vitale importanza che resta da dire.
Le ultime parole di Tony Stark su questa terra saranno per sua figlia, per il suo piccolo miracolo personale, per quel cataclisma ambulante che gli ha stravolto la vita in meglio.
“...Ti amo tremila”.




 

Commento dalla regia:
Credo sia abbastanza inutile tentare di spiegare cosa sia stato “Endgame” per me, se siete arrivati qui in fondo credo sappiate e comprendiate cosa provi nel vedere dieci anni di alti e bassi, gioie e sofferenze, amore e tante, tante soddisfazioni culminare in tre ore di piacevolissima devastazione emotiva.

Le parole qui sopra sono ricolme delle mie lacrime: il 1970, quel finale e diecimila altre piccole cose sono stati i miei sogni serbati nel cassetto per anni che sono finalmente diventati realtà… EXCELSIOR!
_T612 <3

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: T612