Uniti
dal destino
Capitolo
I
Liala
adorava la televisione e la musica
cantava tutto il giorno e la sua voce era candida come le gocce di
rugiada al
mattino in un prato fiorito d’orchidee bianche. I suoi
capelli biondi
ricordavano il sole caldo dell’estate, e i suoi occhi.
Gli
occhi di Liala parlavano
di lei…color nocciola, tristi e
pieni di speranza al tempo stesso.
Alta,
slanciata, al suo passare la
gente,come le acque del fiume Nilo con Mosè, si aprivano per
lasciar spazio a
lei quella ragazza di 19 anni piena di voglia di vivere e bellezza che
neanche
lei sapeva d’avere, per ora. Bella, bellissima.
Camminando
per la strada con i pensieri
persi tra le note musicali del suo lettore mp3, Liala sorseggia una
coca-cola.
Indossa
una mini gonna di jeans, una maglia
rosa,con un ampia scollatura sul seno, e un paio di sandaletti rosa,
anche le
unghie dei piedi sono laccate da smalto rasa; solo con questo simbolo,
il rosa,
lei esprime la sua femminilità.
Camminava
così tra le vie del centro di
Roma, immersa nei suoi pensieri,
così
s’incontra scontra con una ragazzo,
la bibita che sorseggiava poco prima si rovescia sulla maglia azzurra
di lui.
Lui
porta degli occhiali scuri, cosicché
lei vede solo il naso e il sorriso divertito di quel giovane un
po’ misterioso,
Liala diventa tutta rossa e lui sorridendo mostra tutto lo splendore
dei suoi
denti bianchissimi:”non preoccuparti stavo andando in
palestra mi cambierò”.
Lei
resta senza parole da quella
risposta allo stesso tempo secca e decisa quanto dolce e comprensiva.
Lei
nella sua ingenuità:” dai vieni
proviamo a pulirla, al massimo se non viene ti compro una maglia
nuova!” Poi
lui la guarda ed esclama:” allora facciamo così
che preferisco, ti fai offrire
un’altra coca-cola e così siamo pari!”
Entrambi si guardano e sorridono, e
camminando uno a fianco dell’altro senza però
sfiorarsi mai arrivano ad un bar
e si siedono, ordinando al cameriere due coca-cole…
Mentre
cerca di dormire Liala ripensa a
quel ragazzo, di cui non sa neanche il nome ma che ormai ha messo le
radici
nella sua mente, come un albero durante un uragano, che si impegna con
tutta la
forza che ha e con tutta la voglia che possiede di continuare a vivere
non si
lascia sradicare, si tiene ben saldo nella sua mente il viso di quel
ragazzo
che stando alle poche parole che si sono scambiati al bar prima di
salutarsi,
lavora e ha 20 anni; tutto qui, lei non sa nient’altro di lui.
Mentre
di lei, lui sa tante cose, che ha
19 anni, che studi frequenta, la vita che fa ora e che ha fatto fino
all’incontro con lui.
Come
fare per rivederlo?Come poterlo
rintracciare?Liala non sapeva il nome, il numero,nulla, sapeva solo che
aveva
una moto “cbr 1000 rr nera” questo era
l’unico punto di riferimento che lei
aveva per trovarlo.
“Cbr
1000 rr nera” Questa sigla
continuava a ronzargli nella testa giorno e notte, sempre.
Un
giorno decise allora di prendere
l’autobus e tornare a dove l’aveva
incontrato…stava andando in palestra…si
ripeteva…prima o poi dovrà
tornarci…non sarà oggi, sarà
domani…ma lo
incontrerò, e allora gli chiderò il suo nome.
Passarono
una, due, tre ore ma del
ragazzo nulla.
Tutti i
giorni per Liala passavano così
alla ricerca di quel sorriso che le aveva rapito il cuore e i sogni;
avvolte
gli sembrava di vederlo nella folla del centro di Roma, ma poi si
avvicinava ma
nulla.
Ad un
tratto nella folla riapparve quel
sorriso,Liala inizio una corsa frenetica verso quel volto per lei
ancora così
misterioso ma pieno di fascino e soprattutto ormai stampato a fuoco
nella sua
mente, cercando di evitare la gente nella sua folle corsa verso la sua
tanto
cercata meta cadde…restò qualche secondo fissando
i sampietrini di Roma, poi
come se una nuvola di bambagia la sollevasse, qualcuno con estrema
delicatezza
l’aiutò ad alzarsi,lei guardò quel
volto…
Era lui.
Era il
ragazzo dei suoi sogni, era lui
il ragazzo che aveva cercato per mesi…sentì il
cuore scoppiargli di gioia,
quasi fargli male.
Lui le
prese una mano l’aiutò ad
alzarsi.
Lei non
riusciva a distogliere lo
sguardo da lui.
Il
contatto tra le loro mani sembrò
senza fine.
Dopo
qualche istante in cui i due
ragazzi non pronunciavano parole, mentre sembrava che tutto intorno a
loro si
fosse fermato per poter rendere ancora più meraviglioso
quell ’incontro così
tanto cercato e sperato i due giovani si sorrisero.
Lui
parlò per primo:” Ti sei fatta
male?” Dopo un lungo silenzio lei rispose:” No
grazie nulla, si è solo rotto il
tacco!” Liala nella sua splendida pelle dorata
arrossì un poco poi quasi per
rompere quel silenzio esclamò:” Certo che devo
incontrarti sempre in situazioni
imbarazzanti!” “Forse è il
destino…” Quelle parole restarono sospese
nell’aria,
lui arrossì come se quella frase volesse che restasse un
pensiero solo suo ma
che forse proprio il destino voleva fosse pronunciata ad alta voce.
Per lei
invece quella frase appariva
come una luce di speranza dopo un tunnel lunghissimo, buio come una
notte
d’inverno senza stelle.
Forse,
si disse lei. Anche lui mi
cercava, anche lui ha aspettato tanto, forse anche lui sperava in
questo
incontro…
L’imbarazzo
pervase subito e nello
stesso istante i due ragazzi. S’incamminarono così
insieme, di nuovo verso quel
bar “Il Colosseo” , il buffo nome era forse
determinato dal fatto che dai
tavolini esterni si aveva una splendida visuale di
quell’imponente monumento
che sembra domini tutta la città, soprattutto al tramonto
quando la luce
gialla-arancio del sole che scende, filtra timida e al contempo
sfacciata tra
gli archi del solenne anfiteatro.
Seduti
di nuovo allo stesso tavolino a
tre mesi di distanza da quel loro primo incontro Liala non riusciva a
smettere
di fissare il volto di lui, di nuovo come tre mesi fa, misterioso a
causa di
quegli occhiali scuri tipici dei motociclisti.
Parlarono,
parlarono, mille parole mille
discorsi e poi Liala, con una domanda secca e decisa;” Sono
due volte che ci
incontriamo, ci fermiamo a questo bar e passiamo ore a
parlare…ma come ti
chiami?”
La
domanda restò sospesa nell’aria per
qualche istante, poi lui sorrise:”Federico”.
“
Bellissimo nome, mi ricorda i re e
gl’imperatori della storia, poi significa portatore di
pace” aggiunse lei tutta
d’un fiato, quasi per non permettere all’imbarazzo
d’infiltrarsi tra loro.
Parlarono
dei loro sogni, delle loro
speranze per il futuro poi si scambiarono i numeri di telefono e si
promisero
di rivedersi presto.
Liala
tornò a casa, di nuovo con quel
volto stampato nella mente e nel cuore, quel volto dorato con i capelli
nerissimi contrastati da occhi azzurri come il cielo
d’estate, ma stavolta quel
volto aveva un nome.
Federico.
Federico,
alto, muscoloso ma ancora misterioso
perché quegli occhiali li aveva tolti per troppo poco,
neanche stavolta lei
aveva potuto scavare negli occhi di Federico…gli occhi, a
cui Liala dava
un’importanza fondamentale, perché diceva che solo
fissando una persona negli
occhi si può capire cosa egli pensa e spera davvero.
Spera,
si sperare, lei già sperava di
rivederlo presto e nei suoi sogni s’intrufolò di
nuovo, anche quella notte,
come oramai da tre mesi.
L’alba
venne presto, e Liala guardò il
sole sorgere e con lui si riaccese la speranza di rivedere quel ragazzo
che
ormai aveva un nome, Federico.
Il
telefonino squillò e lei come una
furia corse a prenderlo, era un sms “Era il destino che ci ha
fatto incontrare
di nuovo, io ci ho sperato dalla prima volta che ti ho vista e spero
solo che
non sia stato un sogno”
Le dita
di lei scorrevano veloci sulla
tastiera del telefonino “Non è stato un sogno, e
se lo è stato sarà bellissimo
lo stesso, perché abbiamo fatto lo stesso
sogno…allora sarebbe una
premonizione…”
Passavano
tranquille e serene le giornate
per Liala e Federico, tra sorrisi e sguardi sognanti…
Una
sera di settembre mentre il sole
tramontava dietro al Colosseo i loro sguardi s’incrociarono,
ma no come
s’incrociavano sempre, era diverso
oltre
all’amore e alla speranza, in quegl’occhi quella
sera c’era la passione.
Federico
prese tra le sue mani il viso
di lei, l’imbarazzo era evidente nei suoi occhi, ma Liala lo
incoraggiò con un
cenno del capo, e i due si unirono in un bacio che sembrò
eterno, immenso,
pieno d’amore, di passione e speranze positive per il futuro.
Dopo
poco la moto di Federico li portava
verso casa di lui, lei seduta dietro si teneva stretta , e lui correva
verso un
luogo che li avrebbe uniti definitivamente ed uniti in
un’unica anima.
La casa
di Federico si trovava in Piazza
Vittorio Emanuele, appena entrata Liala si accorse subito che era una
casa
antica ma curata benissimo, i soffitti erano alti, anche le
porte…tutto aveva
un’atmosfera romantica che ricordava i vecchi film in
crinolina, i mobili erano
anch’essi antichi ma ben curati tutto era pulito e ordinato.
Tutto
in quella casa, dalla posizione
dei pregiatissimi mobili, all’atmosfera che vi regnava, alla
pulizia,
all’ordine e al profumo che avvolgeva appena
entrati…tutto dava l’idea di
ricchezza e soprattutto di donna.
Liala
avrebbe accettato tutto per
Federico, ma un’altra donna no, mai: “Ma abiti
solo?”lui non subito rispose
quasi sapesse che la domanda che lei aveva nel cuore non era quella, ma
bensì “
Qui c’è lo zampino di una donna , dimmi chi
è!!”.
“
Si abito solo i miei sono morti 2 anni
fa e mi hanno lascito questa casa e altre cose di valore, ma della casa
più che
altro si occupa Mimì, è lei che la tiene
così bella e ordinata” scoppiò in una
risata continuando “ da quando sono nato che la faccio
disperare io disordinatissimo
e capriccioso e lei che poverina mette sempre in ordine!”.
Liala
tranquillizzata da quella risposta
scoppiò anche lei in una risata.
S’incamminarono
verso la sala da pranzo,
passando per un ampio corridoio la sala,
era vastissima, con dei possenti mobili in noce e dei
quadri magnifici,
tutti rappresentanti paesaggi.
Federico
l’invitò ad accomodarsi
sul divano, che era
di morbida pelle
color crema.
“Vuoi
una coca-cola?”chiese lui, lei
timidamente annui.
Sorseggiarono
la bibita ghiacciata poi,
entrambi seduti uno accanto all’altro, si guardarono a lungo,
come se
volessero capire
dallo sguardo le
intenzioni dell’altro.
Si
avvicinarono contemporaneamente e si
lasciarono travolgere da un bacio pieno di passione ed amore.
Lui si
alzò le prese la mano e
l’accompagnò in camera, dove vi era un letto
matrimoniale in ferro battuto, un
armadio, una cassettiera e due comodini, tutto in noce e un grande
specchio con
una cornice d’orata.
Si
sdraiarono uno accanto all’altro, il
letto era morbido e aveva una coperta di seta celeste con dei cuscini
sparsi
sopra, anch’essi foderati della stessa seta.
Lui gli
accarezzò i capelli biondi,
Laila arrossì e capì subito che era giunto il
momento di dire a Federico una
cosa importante, molto importante in quel momento.
“Fede
scusa, ma io dovrei dirti una
cosa, prima.” “Dimmi amore.”rispose lui
con tono rassicurante.
Lei
riprese piano e timidamente:” Io…
non…io non ho mai…”
Lui non
la fece proseguire e gli stampò
un bacio sulle labbra, aveva capito.
La
guardò qualche istante, poi con
estrema tranquillità disse :”Se non te la senti
sono d’accordo con te, non
voglio che sia una forzatura, devi volerlo tu quanto lo voglio io e
soprattutto
devi sentirti pronta…perciò se non te la senti
stai tranquilla, io mi fermo
qui…io ti amo e fidati non cambierà nulla se no
te la senti.”
Liala
tutta raggomitolata su di lui
fecce un cenno acconsenziente con la testa, era un si, lei voleva e
sapeva di
sentirsi pronta al grande passo, ma più di tutto voleva
farlo con lui, voleva
incamminarsi nella via per diventare una donna con l’uomo che
amava.
Lui gli
scostò i capelli dal viso con
estrema delicatezza, la strinse a se più forte che poteva.
Gli
tolse piano la maglia,gli accarezzo
i seni, lei gli sfilò la maglietta e lui continuò
slacciandole i jeans,
delicatamente glie li sfilò.
Si
guardarono un istante, entrambi
coperti solo dalla biancheria intima, lui indossava boxer aderenti
neri, poi lo
sguardo di Liala si scostò da Federico a lei e si accorse
che era rimasta solo
con un reggiseno e un perizoma di pizzo bianco, il rossore le
divampò sul
volto.
Lui di
nuovo domandò: “Te la senti?” lei
accennò un si con la testa e lo baciò con tutta
la passione che aveva in corpo.
Fecero
l’amore con estrema passione ma
al tempo stesso lui era delicato e
attento
a non farle male
“Lei
è un fiore” pensava lui “ e come
tale va toccato con delicatezza e con estrema attenzione a non
sciuparlo”
Erano
diventati una cosa sola, uniti,
uno nell’anima dell’altro, due corpi, un unico
respiro, due cuori un unico
battito.
S’addormentarono
abbracciati uno accanto
all’altro respirando all’unisono per tutta la
notte…
Si
svegliarono il giorno dopo, era
l’alba, tra le lenzuola bianche scivolarono ancora una volta
uno dentro l’altro
piano senza far rumore si amarono di una passione travolgente come se
la sera
prima non era stata la loro prima volta, sembrava che la loro storia
durasse da
tutta la vita, si erano trovati finalmente…
Due
anime gemelle unite per l’eternità
La
felicità di Liala e Federico era
ormai completa, tutto sembrava perfetto, le due metà si
erano incontrate di
nuovo e riunite…per sempre..?..