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Autore: moira78    23/07/2009    2 recensioni
Nella notte, nel silenzio, Ryo incontra la sua Kaori...
Genere: Triste, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN SILENZIO

 

Ho riscoperto questa vecchia canzone dei Pooh quasi per caso, e mi sembrava quasi di sentirci i sentimenti di Ryo Saeba dopo la morte di Kaori. Il problema era di non farlo diventare smielato, e non so se sono riuscita nel mio intento.

Ma ho immaginato che, a un certo punto della notte, anche lo sweeper numero uno del Giappone abbassi le difese e soffra per la perdita di una donna. Così ho cercato di creare un equilibrio tra realtà e sentimento, e mi pareva che fosse così instabile (l’equilibrio) che non potevo neanche permettermi di fare i loro nomi, se non quando lui la chiama.

Spero di essere riuscita nell’intento, scrivendola di getto e apportando poche correzioni alla prima stesura. La cosa importante è leggerla mentre ascoltate la canzone che, tra l’altro, secondo me, è bellissima: http://www.youtube.com/watch?v=N4nRe-TKKSY

Considerate che la storia si colloca all’inizio di Angel Heart ma io ho pensato a Ryo e Kaori come alla coppia di City Hunter, quindi con il loro passato, non con quello alternativo di AH. Per capirci, la Kaori di questa fic non è mai stata un’infermiera… Ora basta cianciare, buona lettura!

 

La notte lo avvolge col suo manto nero e lui gli si abbandona completamente come all’abbraccio di una donna. Il buio è caldo e confortante, lui respira piano per non interrompere quel silenzio così prezioso.

È sdraiato sul letto, a occhi chiusi, le membra si rilassano sempre di più e la tensione della giornata scivola via dal suo corpo come acqua.

Comincia ad ascoltare il battito del proprio cuore, cullato dal suo rallentare impercettibile. È l’unico suono che sente ed è sempre più leggero, sempre più lontano, finché finalmente arriva alla soglia che lo separa dal sonno.

 

E dal silenzio totale che aspettava.

 

Non ci sono rumori a disturbarlo ora, solo l’amara consapevolezza di ciò che sarà il giorno dopo, e quello dopo ancora…

…e pian piano sprofonda in quell’inconscio, quello che lo aiuta a vivere di giorno e a mostrarsi sempre uguale ai suoi amici e a se stesso.

Quello che gli serve per ricaricarsi.

Quello in cui ritrova lei.

 

Nel silenzio la sua presenza si espande nel buio e lo avvolge confortante.

 

Un sorriso gli sfiora le labbra, ora sente addirittura il suo profumo inebriante, vede la sua pelle lattea e che non ha mai sfiorato più di tanto, si perde nel suo sguardo dolcemente familiare e così pieno d’amore.

In gola sente un pizzicore che si annoda dolorosamente per la nostalgia sempre più forte che gli evoca quell’immagine, finché il respiro quasi gli si mozza per l’intensità di quel sentimento.

Sa che se provasse, ora, non potrebbe parlare.

Come gli è sempre accaduto.

 

Così le parla con la mente.

 

È così che parlano sempre, quasi tutte le notti ormai.

“Ciao Kaori.”

Ora anche lei sorride e lui tenta di inghiottire per sciogliere quel nodo che ha in gola e che rischia di soffocarlo ogni istante di più. Apre la bocca e tenta, ma lei si porta un sito alle labbra, sempre sorridendo.

 

Lo sa, non deve rompere il silenzio, o lei scomparirebbe.

“È per questo che la sola emozione di vederti mi impedisce di parlare?” Le chiede con la mente. Lei annuisce e continua a fissarlo in silenzio.

“Mi manchi tanto.” Le dice, sempre con la mente.

“Io sono sempre qui con te.” E la sente, anche se mentale, la voce dolce della sua ex socia, della sua amica, della sua donna. Ora il nodo che ha in gola pulsa come una ferita aperta e prova un dolore quasi fisico, ma sorride di nuovo per non farla preoccupare.

“Lo so.” Risponde semplicemente, poi “È colpa mia”, aggiunge e vede il sorriso di lei sfiorire leggermente, poi scuote la testa.

“Sai che non è così.”
”Invece sì!” Ribatte con rabbia. “Io ti ho lasciata vivere accanto a me, io ti ho chiesto di essere la mia famiglia!”
La donna chiude gli occhi e si porta una mano al cuore. “Lui ha deciso per me, non tu.”

“Kaori…” Sta svanendo, vede i contorni del suo corpo tremolare come la fiamma di una candela, così allunga la mano in un vano tentativo di afferrarla. Il desiderio di lei è come lava bruciante nelle vene, gli serra il cuore in una morsa e gli annebbia i sensi e la vista.

Ancora un minuto, pensa, mi manchi così tanto… Dio solo sa quanto mi manchi…

Poi, mentre svanisce gli parla di nuovo, un’ultima volta.

“Se dovessi morire di nuovo solo per vivere con te lo farei, e lo rifarei…ancora e ancora.”

L’uomo abbassa la mano, inghiotte di nuovo a vuoto.

“Portami con te.” Le dice d’istinto.

L’espressione della donna ora è di dolore e lui capisce di averla ferita. Di nuovo, come tante volte quando era ancora in vita.

Attraverso il suo corpo ora vede il muro spoglio della sua stanza, ma lei riesce ancora a comunicare, anche se a stento.

“Sai che non devi dirlo. Per me, per lei.

Nostra figlia, pensa l’uomo, ma in quel momento non gli importa di altri che di lei. Vuole andare con lei, abbandonarsi tra le sue braccia e stringerla forte a sé, non lasciarla più andare via.

Per l’eternità.

Scuote la testa, tentando invano di darsi dell’egoista. Ma non riesce a provare sensi di colpa, solo una profonda pena e il dolore acuto di una perdita insopportabile.

D’improvviso il nodo che ha in gola si stringe più forte, e per un secondo o due smette di respirare. Poi, di getto, grida il nome di lei, protendendosi, cercando di toccarla, sapendo che scomparirà comunque, rompendo l’incantesimo creato dai loro silenzi…

 

…e quello che aveva in gola scompare.

 

Un’unica goccia cade sul lenzuolo candido, e l’uomo la guarda stranito: può tanto dolore stare in una singola lacrima? Si domanda.

Realizza che i flebili rumori della notte sono tornati, assieme a quelli del suo respiro affannato e del battito impazzito del suo cuore. E con loro anche la realtà.

“Potrò mai imparare a vivere senza di te?” Chiede alla stanza vuota.

E inaspettatamente la sente, la voce di lei, nonostante ora si trovi fuori dal silenzio e dentro al mondo, nonostante il suo grido di poco prima, nonostante la morte che li separa e li unisce al contempo.

“Non vivrai senza di me, perché io esisterò per sempre dentro di te.” Gli dice dolcemente.

L’uomo si guarda intorno freneticamente, poi capisce che non la vedrà di nuovo.

 

Neanche nel silenzio della notte.

 

Non ha più bisogno di vederla, tuttavia, perché ora sente la sua presenza in ogni cellula del proprio corpo, in ogni battito del cuore, in ogni respiro, in ogni… rumore.

E sorride, beandosi della sensazione di averla vicina.

Per sempre, anche oltre la morte…

E il silenzio.

 

   
 
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