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Autore: BabyCaty    01/05/2019    0 recensioni
Un mondo di elfi, sirene, giganti, e guerrieri umani. Il compimento di un destino atteso ormai da secoli.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ai tempi della guerra fra il Bene e il Male, quest'ultima, aveva un potere su tutti i regni del mondo Aclatide. Il padrone del potere così malvagio era Crached, il signore Oscuro.

I popoli di questo mondo si erano uniti, tra cui: gli elfi, gli gnomi, i nani, le sirene, il mondo dei maghi e delle streghe, e pare anche impossibile che ci fossero anche i giganti.

La guerra durò quasi un secolo, ma è terminata tre secoli fa grazie all'intervento di una creatura, di cui ancora nessuno conosce la provenienza, né la razza a cui appartiene...”

 

 

Il ragazzo alzo lo sguardo dal libro, e guardando sua madre disse:

  • È una storia molto avvincente, chi l'ha scritta?

  • È questo proprio il bello, nessuno lo sa, ma tutti sanno che cosa racconta.

  • E cosa racconta?

  • Ma non è forse ovvio? In questo libro è raccontata l'ultima battaglia, di questo mondo. Il nostro mondo in quei tempi ebbe gravi perdite e tanti danni, in tutti i territori.

  • Un giorno spero di poter diventare, come l'eroe di questa guerra.

  • Ma... Arold! Lo sai perfettamente che non è possibile, dovresti essere un elfo guerriero e non un semplice elfo di terra.

  • Scusa mamma, ma qual'è la differenza, tra gli elfi di terra, guerrieri e quelli del cielo.

  • Ma come, non te l'ho spiegato. Comunque, gli elfi di terra vivono, beh... a terra, ma il colore della pelle varia da luogo di insediamento. Un colore bruno, per quelli che vivono sulle colline o in montagna. Prendono il verde se sono nelle foreste, il color sabbia se vivono nei deserti. Mentre blu se vivono hanno le ali e possono toccare le nuvole.

  • Wow, sarebbe veramente bello.

Arold si alzo e si diresse verso la sua stanze al piano superiore per continuare la sua lettura in solitudine, ma anche per riflettere.

All'ora di pranzo finalmente uscì.

Mentre mangiava era molto silenzioso e sua mamma gli chiese:

  • Che cose c'è tesoro mio? Non hai forse fame.

  • In effetti no madre, col vostro permesso mi ritiro.

Così dicendo uscì lasciandosi alle spalle lo sguardo sbigottito.

Forse non avrei dovuto essere così sgarbato. Arold uscì di casa, avviandosi verso il bosco, proprio dietro casa sua, per la strda incontrò alcuni suoi “amici”:

  • Cos'è quel muso triste? Hai forse bisogno della mamma?

  • No... i..io ...n ...non lo so pe...pe... perché sono qu...i. Qua... quas...quasi..qua... quas...quasi..qua... quas...quasi...m... me...ne...va...vado.

  • Non così in fretta. Rimani ancora un po' a tenerci compagnia.

E così dicendo i suoi amici sghignazzarono. Cominciarono ad avvicinarsi, ma una voce li interruppe:

  • Non siete stufi di prendervela con chi è più debole di voi.

A parlare era stata una ragazza ma che non sembrava un elfo aveva grandi occhi nocciola da cerbiatto, e capelli raccolti in una crocchia alla base della nuca. La sua carnagione assomigliava molto a quella di un elfo della sabbia.

   
 
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