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Autore: Art_must_be_Beautiful    03/05/2019    0 recensioni
A viso ( s ) coperto si è appena concluso questo sarà il seguito e vedrà le vicende avvenute dopo la fuga di Raphael e Leo: I due leader assieme sono alla ricerca dei piccoli di Leo ma alcuni piccini saranno difficilissimi da recuperare e forse impossibili perché i luoghi in cui si trovano e le situazioni in cui sono immischiati potrebbero causare guerre interne rivolte e perfino far infuriare divinità. Nel frattempo il fratello minore di Leo si trova da solo a palazzo ad affrontare il Rito riuscirà il povero piccino a sopravvivere o la prima volta gli sarà fatale? Riprendo a scrivere per cause "superiori"
Leo scopre due gemelli rinchiusi in un tempio di un clan particolarmente guerrafondaio sono figli suoi o del suo fratellino? Lui non li ha mai visti e quindi può solo fidarsi di quello che gli dice il cuore e Raphael? Raphael sarà tanto disponibile nell'accettare cuccioli non suoi o questa ricerca minerà il rapporto che ha instaurato con Leonardo?! Scopriamolo assieme con questa nuova storia...
A presto quindi il primo cap lo scriverò appena avrò tempo e leverò l'avviso presto molto presto ciaooo
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Mpreg, Non-con, PWP
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- Questa storia fa parte della serie 'Amare a viso ( s )coperto '
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Il secondo leader meditò per sei giorni e sei notti, sotto il 'piangente' salice; occhi serrati, respiro quieto, animo in tormento 'cullato' dall'ansia pazzo di dolore ed incognite, il cuore, il cuore 'inesistente' nel petto.

Vivo ma mero 'sopravvissuto'

Ah quella sera maledetta lui aveva perduto così 'tanto' e già così 'poco' lui aveva, in verità lui non possedeva nulla a parte la sua vita, poteva chiamarsi vita se ingollava ossigeno permettendo ai suoi polmoni, e a quell' organo decentrato 'movimento'? In quel senso era vita, lui era vivente 'senziente' forse…

Sì senziente vivente e morto dentro
Putrefatto per intero

Dove era quel gioiello chiamato speranza? Glielo avevano sottratto così crudelmente, estirpato via!

Magari quel gioiello non gli era mai partenuto, lo vedeva chiaro, lucente negli occhi degli altri; in quelli di ( nome) era tizzone ardente, focolare 'profumato' 
per l'anziano sacerdote, brillio di ciottoli in riva al fiume per servi e persone comuni, non in quelli di Keoto, suo figlio possedeva il gioiello nella sua forma più grezza e 'impura' il 'fuoco' era 'neonato', deforme, 'nero' sporcato da un agglomero altrettanto informe, quel 'cancro' era lui, la sua presenza ammazzava la speranza di Keoto…

Eppure lui gli voleva 'bene'

In un modo distorto e malato lui gli voleva bene!

Voleva stringerlo tra le braccia, fino a prendersi il suo 'respiro' e il 'gioiello' nero e il suo 'tutto'!

fagocitarlo in sé, divorarlo assimilandolo di nuovo e di nuovo e di nuovo, ciclicamente con costanza, sempre. 

Suo era suo, non del mondo, suo!

La prima 'cosa' sua che gli era stata concessa tenere 'vicino'

L'unica!

Tianlong percepì un dolore acuto nella cassa toracica, le sue membra vennero 'mangiate' da quella 'malattia' che appestava l'anima del fratello

"Xianlong! Aiuto! Mi sento morire!"

Gli artigli a scavarsi nel petto per sradicare 'quell'orrore' e fiori di sangue che sbocciavano dalla ferita autoinflitta, le nubi si tinsero di rosa ma, non al tramonto, calò un'aria pestilenziale dal cielo, toccò terra e non ebbe pietà per nulla: raccolti, bestiame e persone perirono tutti al di sotto di quella cappa 'rosata' come i sogni più 'belli'.

Un futuro roseo ti arride, meglio dire… Uccide.

Dunque in questo futuro un 'futuro' cessa, cessa di esistere.

O semplicemente non si chiama futuro.

Il dragone celeste sopravvisse al 'morbo malvagio' sterminando una città intera.

Contro il 'flagello' qualcosa andava fatto onde evitare ulteriori stragi; la connessione che lo vedeva unito con Leonardo Hamato andava interrotta, come suggeriva il suo compagno Xian, o ripristinata, come sperava Tian.

"Amore mio, mia metà, mia completezza non posso certo stare muto quando il germoglio che prediligi ti sta inesorabilmente 'spegnendo', devi potarlo! Devi potarlo per il tuo bene, per il bene tuo soltanto" ne cercò gli occhi offuscati di lacrime "Lo poterei io stesso ma, il germoglio è tuo solo tuo, su di esso non ho alcun diritto… dunque lascia che io ti consigli una rapida ed, indolore, potatura del 'male' in questione" sussurrò cauto ad un suo orecchio di 'perla' al che Tianlong gli si rivoltò contro, colmo d'ira e del 'male' di suo fratello, il dragone nero attese che il corpo del compagno impattasse col proprio, lo cinse strettamente ed in quel esatto istante la 'luna' oscurò il 'sole' ogni 'cosa' si fece 'buio' ed 'oblio'.

Leonardo scattò in piedi: "Fratello! Fratello ti sento dove sei?!" barcollò vistosamente e nessuno venne a sorreggerlo; cadde, la ghiaia di cui era composto il vialetto gli si infilò sottopelle, palmi, gomiti e ginocchia 'contenevano' il resto.

Piccole stille di dolore che in quel istante non furono minimamente registrate, (nome) comandò al corpo spossato di alzarsi e dirigersi alle proprie stanze, lì si disfò dalle vesti 'sporche' ed indossò una nube di fumo, il suo abito più bello e pregiato; c'erano voluti più di 100 giorni per tessere le maniche, toccavano il terreno perfino quando il giovane leader si ergeva, altero sugli zoccoli più alti in suo possesso, un dono dei sudditi che vedendolo arrancare durante le uscite della famiglia reale si erano prodigati a farglieli giungere a palazzo: Erano unici, alti più di due spanne la pelle di bestia che li completava tinta di rosso, cinte di filo d'oro alle caviglie, costringevano i suoi piedi ad un angolo alquanto innaturale dannoso per la sua schiena ma, poco importava, le dita erano già state spezzate ripetutamente dagli anziani del suo vecchio clan ed i talloni meticolosamente 'livellati'.

Aveva piedi piccoli il secondo Leader minuziosamente piccoli, per nulla adatti alla corsa o all'equilibrio e quel 'lento lavorio' era cominciato dopo la sua rinuncia alle 'armi' ricordava due anziani che lo trattenevano ed un terzo occupato col martelletto 'd'argento pieno' se chiudeva gli occhi percepiva ancora il 'ticchettio dell'orologio' lo straccio zuppo di saliva e sangue e le lacrime scendere sulle guance ritmicamente beffarde mentre toccavano terra Tack Tack Tack tre volte tre Tack Tack Tack tre volte tre per giorni settimane mesi Tack Tack Tack…

Oh
Che piedi piccoli che aveva
Erano proprio graziosi 
i 'suoi' piedi.

Lui era un'oggettino tanto grazioso, tutto minuto e giustamente fragile, un vaso Ming da poggiare sul tavolo di mogano accanto al bonsai di un ciliegio giapponese in casa del ricco mercante di seta….

Ma quel 'vaso' bianco e blu si era spezzato, il fodero delle katana riccamente lavorato ben stretto alla vita, una tanto e kunai incastrati nelle 'grigie' maniche, trucco pesante ad orlargli gli occhi burrascosi, labbra vermiglie di 'furia', lasciò le nobili stanze pronto per la 'guerra'.

Sellò il Rosso non degnando il Blu di un solo sguardo e lo accompagnò fuori dalle stalle passando nel giardino interno, quello segreto costruito apposta per meditare e cercare 'pace'.
La quiete tuttavia non lo attendeva; Keoto il suo 'bene male' si trovava lì, un loto in attesa di quiete alla penombra delle fronde di un modesto acero.

"Madre a cosa devo l'interruzione della mia calma così faticosamente guadagnata?" "A nulla Keoto, prosegui pure nella tua meditazione ed ignora la mia esistenza, come ti viene sempre facile fare…" la stilettata era stata diretta con superficialità dal secondo leader, ottenne di fatti l'effetto contrario, il figlio aprì gli occhi attenti notandolo mentre affiancato al muro conduceva Aka verso le porte "Ma non mi dire madre ora che siete di nuovo gravido volete abbandonare mio padre e fuggire lontano da vero codardo quale sie…" terminò la frase col volto rivolto di lato, reggendosi la guancia offesa, gli occhi sgranati ed increduli…

"Come osi puttana!" pestò i piedi preso dall'isteria "Come osi!" ululava furioso e fu gelato sul posto "Io sono tua madre piccolo insolente ed ancor prima di esserlo ero il leader, un guerriero che per un insolenza simile avrebbe preteso la tua testa su un palo, ho tollerato anche fin troppo questo tuo comportamento ed é finalmente giunto il mio limite" Keoto Hamato indietreggiò lasciando passare un leader la cui aura imponeva solo reverenza, venne 'schiacciato' prostrato al suolo da quel guerriero che era Leonardo Hamato

E lo 'guardò'

Per la prima volta in vita sua, con timore e rispetto, lo guardò come un figlio 'ammira' la madre mentre lo rimprovera per i vetri rotti o i brutti voti, osservò con attenzione le labbra muoversi, come non farlo?!

Erano così vermiglie ,furibonde e deluse, il volto contorto dalla 'rabbia' un leggero rossore sulle gote…

Erano bollenti quelle guance si domandò, volendo toccarle, sfiorarle delicatamente poiché quella 'furia' era bella oltre ogni misura.

E la vide
e la 'riconobbe' era…

"Mamma?"

   
 
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