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Autore: Nao Yoshikawa    04/05/2019    5 recensioni
[SPOILER ENDGAME]
Sequel di "Non basteranno le lacrime"
Il ti amo mai detto, il bacio mai dato. Quel primo, dannato bacio che avevi conservato per lui, come tutto te stesso.
E non potrai mai. Non potrai mai perché un muro di morte si erge fra voi.
«Lascia perdere. Non voglio parlare di questo. Perché dovrei? Tu non sei reale. Non sei reale… o sì?»
Domandi ciò con tono speranzoso. Dentro di te speri, in fondo, che tutto ciò che stai vivendo sia vero e non un semplice sogno, un riflesso dei tuoi desideri più profondi.
Tony sorride.
«Dipende da quello che decidi di credere», risponde. Fai una smorfia e non capisci.
Un sogno non è reale. Ma Tony lo è, lui esiste ancora. E non ti sembra così assurdo o insensato che in qualche modo la sua anima stia cercando un contatto con la tua.
Ti fai ancora più vicino, lo scruti, imbronciato, non vuoi lasciarti andare e vuoi allo stesso tempo gettarti a capofitto. Riconosci il suo profumo, lo hai imparato a memoria.
Così come a memoria avevi imparato il suono del suo respiro.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non basteranno i sogni


[- Alice: Oh Cappellaio... temo che io e te non ci rivedremo.
- Cappellaio: Mia cara Alice... nei giardini della memoria, nel palazzo dei sogni: ecco dove io e te ci rivedremo.
- Alice: Ma un sogno non può essere realtà!
- Cappellaio: Chi decide cosa è e cosa non è?]
Non sai di dove ti trovi.  Un posto che non hai mai visto, ma in cui ti senti comunque a tuo agio.
Alzi gli occhi e vedi il cielo colorarsi di arancio e rosa. Forse il sole sta per tramontare? O sta per sorgere?
Non sapresti dirlo con certezza, in verità hai perso un po’ la cognizione de tempo.
Ma non ti importa. Non ti importa di nulla, non hai alcuna fretta, lì.
Tutto tace, tutto è immobile. E l’aria che respiri è così calda e profumata che per la prima volta dopo mesi avverti una sensazione di benessere.
Sei certo di percepire qualcosa, in quella stessa aria.
La sensazione che non hai mai dimenticato.
La sua.
«Ragazzo. Peter.»
Rimani per qualche attimo immobile nel sentirti chiamare. Riconosci quella voce, ma hai paura di voltarti. Hai paura, perché sai che lui ormai non c’è più.
È andato, è morto, è volato via.
Come può la sua voce chiamarti ancora?
Come può il tuo cuore sussultare  ad un richiamo inesistente?
Eppure non riesci a resistere e alla fine ti volti.
Lo vedi, alle sue spalle i raggi del sole lo illuminano in maniera particolare. All’inizio non lo vedi in viso, ma poi ti rendi conto di una cosa: è lui. È proprio lui, non potresti non riconoscerlo. Tony è davanti a te, ti guarda con un misto di severità, tenerezza, apprensione.
Il cuore ti balza dal petto, inizi ad avvertire il bisogno di piangere, di dire qualcosa, qualsiasi cosa, invece te ne stai lì, incredulo, confuso.
Non c’era e adesso è qui. Non capisci il perché, ma travolto dalla foga, dall’emozione, ti fai vicino, ti fermi a pochi centimetri da lui.
«Signor Stark? Tony, sei… sei proprio tu?» domandi, tremando. E la tua voce non ti sembra neanche più tua.
«Tu cosa pensi? Ti sembro qualcun altro, forse?» domanda leggermente pungente. E tu sorridi, alzi gli occhi verso il cielo. Hai capito sin dal primo istante che quel luogo non si trova nella realtà, nel mondo che conosci. E tale consapevolezza ti fa provare una malinconia e una tristezza senza eguali.
«Capisco. Questo è un sogno. Deve essere un sogno. È la prima volta da quando tu…» fai per dirlo, ma le parole ti rimangono bloccate in gola.
Dirlo lo fa sembrare reale. E ancora ti ostini a non voler metterti il cuore in pace.
«Perché mi appari in sogno?» chiedi ad un tratto.
Tony è esattamente come lo ricordi. Anzi no, è anche più bello, la luce lo illumina come se fosse una sorta di angelo.
«Perché anche da morto devo essere certo che non ti cacci nei guai. Non riesci ad andare avanti, Peter.»
Un sorriso amaro ti dipinge le labbra. Come potresti andare avanti? Hai troppi rimpianti.
Il ti amo mai detto, il bacio mai dato. Quel primo, dannato bacio che avevi conservato per lui, come tutto te stesso.
E non potrai mai. Non potrai mai perché un muro di morte si erge fra voi.
«Lascia perdere. Non voglio parlare di questo. Perché dovrei? Tu non sei reale. Non sei reale… o sì?»
Domandi ciò con tono speranzoso. Dentro di te speri, in fondo, che tutto ciò che stai vivendo sia vero e non un semplice sogno, un riflesso dei tuoi desideri più profondi.
Tony sorride.
«Dipende da quello che decidi di credere», risponde. Fai una smorfia e non capisci.
Un sogno non è reale. Ma Tony lo è, lui esiste ancora. E non ti sembra così assurdo o insensato che in qualche modo la sua anima stia cercando un contatto con la tua.
Ti fai ancora più vicino, lo scruti, imbronciato, non vuoi lasciarti andare e vuoi allo stesso tempo gettarti a capofitto. Riconosci il suo profumo, lo hai imparato a memoria.
Così come a memoria avevi imparato il suono del suo respiro. È quello, deve essere quello. Corrughi la fronte e le lacrime iniziano a sgorgare, non puoi fermarle, ormai sei ad un punto di non ritorno.
«Tony, perché tu? Perché te ne sei andato? Avevo bisogno di te… ho ancora bisogno di te.»
Lo sai, adesso che hai iniziato a parlare, probabilmente non la finirai più. Che sia un sogno, la realtà, il frutto della tua immaginazione, a quel punto non importa più, vuoi solo esternare tutto, liberarti, sfiorare, anche se solo per un momento, la vera felicità.
Lui abbassa lo sguardo.
«Non avrei voluto lasciare nessuno di voi. Non avrei voluto lasciare te.»
E sorridi tra le lacrime.
«Oh, tu non sai. E non puoi saperlo perché l’ho sempre tenuto ben nascosto. Sei stato l’uomo migliore che io abbia mai conosciuto, ciò che volevo essere. Sei stato colui che ho amato in maniera esasperata. Colui che amo ancora. E io… io… avrei voluto dirtelo, lo avrei fatto se solo avessi saputo. Se avessi saputo, non mi sarei fatto frenare dalla paura. Perché sì, avevo paura! Non volevo perdere la stima che avevi di me. Sapevo che era sbagliato, ma cosa posso farci, io? Te ne sei andato e hai portato via con te una parte di me!»
Adesso ti senti stupido. Piangi, piangi e non riesci a fermarti, singhiozzi, bruciano gli occhi da morire. Ma senti un peso sparire.
Arrossisci e ti porti le mani sul viso.
«Perché l’ho detto? È inutile oramai, inutile, inutile.»
Rimani così e continui a piangere. Sei proprio uno stupido se pensi di poter dichiarare i tuoi sentimenti ad un’illusione, un fantasma.
I fantasmi non sentono niente.
Ma poi accade l’imprevisto che blocca le tue lacrime sulle ciglia. Si poggia la mano sul tuo viso, asciuga le guance con fare attento e lento.
Allora lo avverti, avverti il calore, sussulti, rabbrividisci, il cuore prende a battere velocemente e torni a sentirti vivo.
Non può essere illusione quel calore. È troppo vivido, troppo intenso.
Non capisci. Non capisci più cosa è reale o non lo è.
Sollevi lo sguardo e allora lo vedi. Tony ti guarda e hai l’impressione che i suoi occhi adesso siano lucidi.
«È davvero questo? È sempre stato questo? Perché io, fra tutti?» ti chiede.
Già, perché lui, che adesso non c’è più?
«È successo», rispondi. Hai il viso completamente bagnato, ma adesso stai sorridendo. «Non so più se sto parlando con un fantasma o con una semplice proiezione della mia mente. Ma va bene. Non ha alcuna importanza. Se per qualche attimo posso essere felice, mi va bene tutto. Ho conservato una cosa per te, Tony. L’ho conservata, perché dovevi essere il primo. Speravo di dartela, ma avevo paura. Ma ormai non ho più nulla da temere. Perciò io…»
Lasci la frase in sospeso e lo fai. Lo abbracci come mai hai fatto e lo baci, con desiderio, paura, disperazione. Lo senti rigido all’inizio, più sciolto dopo qualche attimo. Adesso ricambia anche lui l’abbraccio e ricambia il bacio sotto un cielo dai mille colori.
Non può essere irreale, ti dici. Perché è troppo vero quello che senti, ogni sensazione ed emozione è intensa, scuote il tuo animo dolorante.
È il tuo primo bacio e non sai neanche se è tutto un sogno o meno. Ma non ci pensi, è bello,  è bello sentire il respiro mozzarsi, non avvertire più la terra sotto i piedi.
Non senti neanche più il bisogno di respirare.
Il vento caldo ti scompiglia i capelli, ti porta a staccarti, ma non del tutto.
I tuoi occhi si specchiano in quelli di Tony e viceversa. Non sapresti dire cosa sta provando, forse sentite le stesse identiche cose.
«Ho aspettato troppo e questo è tutto ciò che posso fare. Mi odi?» chiedi.
«Non potrei mai. E lo sai.»
Sospiri e guardi verso l’alto. L’alba non ti è mai sembrata così lenta.
«Fin quanto durerà?» sussurri, quasi senza accorgertene.
È Tony a risponderti.
«Finché non sorge il sole.[1]»
Ora lo sai, hai la certezza che quel mondo è un qualcosa che esiste solo nella tua mente. Sta di fatto che ad un certo punto lo dimentichi, afferri Tony per mano e prendete a camminare sotto quel cielo e tra l’erba, osservando l’orizzonte.
Poi vi sedete e la tua testa si poggia sulla tua spalla. Tony guarda lontano.
«Era questo ciò che mi hai tenuto nascosto? Non avresti dovuto.»
«Invece sì. Dovevo, lo sai. Per tutta una serie di motivi, dovevo. Ma sono pentito di averlo fatto. Lo sai», ti sollevi e lo guardi. «Allora, ora dimmelo. Mi hai amato? O hai mai provato qualcosa per me, quando eri in vita?»
Lo vedi sorridere in un modo che ti fa dire: “Sì, è proprio lui”.
«Pensavo non avesse importanza, dal momento che non credi che io sia reale. Che non sia qui.»
«Perché? Non è così?»
Diventa serio, quasi malinconico.
«Io sono sempre con te, Peter.»
«Ma dove?»
Porta una mano sul tuo cuore.
«Qui.»
Tremi di nuovo, ma questa volta per qualcosa di diverso. Tutto inizia a sembrare lontano, i suoni ovattati, le immagine sfocate.
«Cosa… che succede?»
«Ti stai svegliando, Peter. Il sole è sorto.»
Sgrani gli occhi terrorizzato. Non vuoi andare. Vuoi dormire per sempre, se questo è l’unico modo che hai per stare vicino a lui.
«No. No. Non voglio andare. Tienimi con te. Solo un altro po’. Ti prego. È troppo poco, troppo poco.»
«Peter…»
«Non mi basta. Rimani con me. Non sparire.»
L’hai abbracciato, ti ci sei aggrappato con disperazione. Non vuoi svegliarti dall’idillio.
Lo senti sospirare.
«Ti ho amato molto più di quanto io stessi potessi capire.»
Lo ha detto. Lo ha detto davvero e non ci credi. Non ci avevi mai, mai sperato.
È sorto il sole e lo vedi dissolversi.
Allunghi una mano e mormori il suo nome.
«Tony.»
«Io sono sempre con te.»
È l’ultima cosa che ti dice, prima che tutto sparisca, prima che il sole lasci spazio al buio.
Ti svegli di soprassalto, nel tuo letto. Il sole è sorto da poco e il tuo viso è completamente bagnato di lacrime. Giusto un momento per riacquistare la lucidità e allora ti senti sprofondare nell’oblio. Sapevi che era tutto irreale, ma per un attimo l’hai scordato. Ti sfiori le labbra. Perché è così insistente la sua presenza?
Come può esserlo?
Era davvero tutto solo un sogno, nulla più di questo? Una parte di te rifiuta di crederci. Una parte di te vuole credere al fatto che in qualche modo vi rivedrete ancora, in un mondo che non è né sulla terra né il cielo, ma una via di mezzo.
Accadrà. Forse no. Non lo sai.
Ma i ricordi, le sensazioni, quelli li custodirai.
 
 
[1] – Qui mi autocito, essendo un concetto che ho già usato in un’altra mia storia, ovvero “Dama Bianca”.
 
NDA.
Ho iniziato questa storia con la citazione di “Alice attraverso lo specchio” per il semplice fatto che l’ho trovata molto adatta. Questo genere di sogno dal contesto onirico, dove non si sa se è tutto reale o meno, mi piacciono molto e ho pensato che fosse il modo perfetto per far incontrare Peter e Tony anche dopo la morte di quest’ultimo.
Ovviamente poi va a tutto ad interpretazione, pensare se sia stato reale o no, se si rincontreranno o meno. Dopo questa bella dose di angst, vado a piangere nel mio angolino.
   
 
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