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Autore: Napee    05/05/2019    0 recensioni
He Tian pare non sentirti, continua ad agitarsi imperterrito chiamandoti. Allora ti avvicini a lui di più e gli afferri le mani saldamente, carezzandogli il dorso con piccoli movimenti concentrici del pollice.
Non sai perché, ma da quando ne hai memoria, quel semplice gesto lo ha sempre calmato. Che fosse incazzato, spaventato o nervoso, quei lenti movimenti delle tue dita gli hanno sempre cambiato l’umore.
He Tian apre gli occhi pigramente. Il petto che si alza e si abbassa senza sosta per via del fiato corto e i capelli attaccati alla faccia e al collo per il sudore.
“Guan Shan…” Ti chiama ancora, con la voce ancora arrochita dal sonno e quegli occhioni neri torbidi che ti stanno chiedendo di non abbandonarlo proprio adesso.
Allora allunghi una mano verso il suo viso e lo carezzi dolcemente come mille altre volte hai fatto.
“Hai avuto un brutto sogno.”
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: He Tian, Mo Guan Shan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A little more'
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Gemiti incontrollati, impauriti, lamenti bisbigliati a mezze labbra giungono al tuo orecchio ovattati.
Li senti lontani, nell’incoscienza del sonno che ancora avvolge la tua mente, ma abbastanza distinti da capire che qualcosa non va.
Un movimento lesto fa oscillare il materasso sotto di te più volte, mentre quella voce continua a mugolare sconnessi borbottii fra cui compare più volte il tuo nome.
Inizi a svegliarti, allora, pigramente e lentamente. Dopotutto sei davvero esausto e dopo una giornata di lavoro estenuante, anelavi proprio una bella nottata di sonno.
Invece ti ritrovi a mugolare qualcosa di incomprensibile mentre pian piano Morfeo ti priva della sua magia.
“S-Shan…” ci metti un secondo a riconoscere in quel lamento la voce di He Tian e d’improvviso tutta quella stanchezza scivola via dal tuo corpo.
Schizzi seduto sul vostro letto come una molla e ti volti verso di lui allarmato.
Sta ancora dormendo, ma il suo sonno è agitato. Scalcia con le gambe, di tanto in tanto fa scatti incontrollati con le braccia ed il suo corpo è completamente coperto di sudore.
Lo guardi per qualche secondo sentendo una stretta al cuore e domandandoti quanto non sai ancora di quel passato che non ti ha mai voluto raccontare.
“Ehi, He Tian…” lo chiami piano, cercando di svegliarlo dolcemente, mentre dentro di te si agita il demone della preoccupazione più nera.
He Tian pare non sentirti, continua ad agitarsi imperterrito chiamandoti. Allora ti avvicini a lui di più e gli afferri le mani saldamente, carezzandogli il dorso con piccoli movimenti concentrici del pollice.
Non sai perché, ma da quando ne hai memoria, quel semplice gesto lo ha sempre calmato. Che fosse incazzato, spaventato o nervoso, quei lenti movimenti delle tue dita gli hanno sempre cambiato l’umore.
He Tian apre gli occhi pigramente. Il petto che si alza e si abbassa senza sosta per via del fiato corto e i capelli attaccati alla faccia e al collo per il sudore.
“Guan Shan…” Ti chiama ancora, con la voce ancora arrochita dal sonno e quegli occhioni neri torbidi che ti stanno chiedendo di non abbandonarlo proprio adesso.
Allora allunghi una mano verso il suo viso e lo carezzi dolcemente come mille altre volte hai fatto.
“Hai avuto un brutto sogno.”
“Già… mi dispiace di averti svegliato.” Risponde He Tian volgendo lo sguardo altrove, verso la parete opposta, dove svetta il quadro dietro al quale si cela la sua pistola. Ma tu non dovresti sapere che c’è quell’arma in casa vostra.
Non te ne ha mai parlato e pare che debba restare un segreto soltanto fra He Tian e quel suo passato oscuro.
Con la mano sulla sua guancia lo costringi a voltarsi nuovamente verso di te e punti i tuoi occhi nei suoi.
“Stai bene?” Non sai perché, ma sentivi il bisogno di farlo smettere. Perché anche quell’unico cordone con il suo passato ti fa impazzire, perché lo senti irrimediabilmente lontano quando guarda quella parete, perché sai che se è quel passato che lo distrugge pian piano notte dopo notte.
“Sì… ora sì.” Annuisce per enfatizzare la sua risposta e a te non resta che credergli, nonostante i suoi occhi gridino ancora il terrore che lo ha attanagliato nell’incoscienza.
“Ti preparo qualcosa, vuoi?” Chiedi cambiando discorso, mentre ti alzi dal vostro e incurante del freddo di quell’inverno appena giunto che ti pizzica la pelle nuda del corpo.
“Aspettami, ti aiuto.” È la sua risposta, prima che un rumore sordo di passi inizia a seguirti per tutta la casa fino alla cucina.
“Una cioccolata calda va bene?”
“Benissimo”
E mentre traffichi con il cacao ed il latte, due braccia forti ti abbracciano da dietro, stringendoti forte finché la tua schiena non aderisce perfettamente con tutto il suo addome.
Taci. 
Due gocce fredde ti bagnano la base del collo e scendono giù per tutta la schiena.
Sta piangendo.
Resti in silenzio e smetti di trafficare con quello che stavi facendo.
Sai che He Tian ha bisogno di te in quel momento e quindi resti lì, fermo immobile, mentre cerca consolazione in te, nel calore del tuo corpo, nel tuo profumo, senza osare mostrarti a pieno quel momento di debolezza.
Ma a te va bene e accetti la sua scelta con serenità. Perché finché sarà in te che cercherà conforto da quel passato oscuro, va bene.

  
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