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Autore: PrincessintheNorth    07/05/2019    1 recensioni
Nuova edizione della mia precedente fanfic "Family", migliorata ed ampliata!
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"- Cosa c’è?
Deglutì nervosamente. – Ho … ho bisogno di un favore. Cioè, in realtà non proprio, ma …
-O sai cosa dire o me ne vado.
- Devi tornare a Ilirea."
Se vi ho incuriositi passate a leggere!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MURTAGH
 
 
Mi sarebbe piaciuto veramente che Morzan fosse il primo dei miei problemi.
Peccato che non lo era, e non lo era nemmeno Katie che, poveretta, stava male dalla sera precedente. Almeno si era riappacificata con Derek, l’ennesimo togli-e-metti-la-corona-a-caso che di solito facevano quei due. Certo, lui aveva ragione a preoccuparsi (a rischio non c’era solo la vita di Katie, ma anche l’economia e la sicurezza di casa), ma poteva anche usare un tono più gentile, più che altro perché Belle si era spaventata a morte nel sentirlo parlare così, e sebbene avessimo tentato di farla andare in braccio a lui per tutta la mattina, non c’era stato verso: la nanetta sembrava aver sviluppato un’ossessione verso il naso di Morzan e adorava stargli in braccio e mangiarselo.
In altre condizioni, non gli avrei permesso di avvicinarsi a meno di venti miglia a lei, figurarsi tenerla in braccio … eppure le cose erano diverse. Era venuta fuori la verità sulla mia cicatrice, tanto per cominciare. Era venuto fuori che non era né pazzo né malvagio. Aveva salvato Katie e l’aveva rimessa in piedi. Fino a quel momento, l’unica cosa sbagliata che avesse fatto era fare casino con Derek, Miranda e mia madre proprio durante l’ora della nanna di Belle.
Non c’era stato un momento in cui si fosse comportato sgarbatamente verso qualcuno: persino quando Derek aveva attaccato Katie la sua risposta non aveva avuto alcunchè di villano. Era stata terrificante, certo, ma senza una mezza parolaccia. Quella era uscita dopo.
Ovviamente tutto questo non aveva un sereno impatto su di me, perché da giorni continuavano a sfidarsi a duello i miei ricordi, che rappresentavano un Morzan violento, ubriacone e manesco, e ciò che vedevo: Morzan che faceva gli sbroffini sulla pancia di Belle e che non si lamentava neanche quando lei tentava in tutti i modi di cavargli gli occhi o di strappargli il naso a furia di morsetti sdentati. Per tutti gli dei, era stato l’unico a trovare il modo di far passare a Belle le coliche delle nove e mezza, e senza magia. Un miracolo.
Mi sarebbe piaciuto che fosse il mio stupido duello mentale il mio principale problema.
Peccato che ad esserlo era Eragon, e se nel duello mentale Morzan cattivo – Morzan buono non c’era ancora un vincitore, erano almeno due giorni che sognavo il miglior modo di sfilettare quell’idiota.
Inizialmente avevo creduto ad una mia traveggola o ad un mio eccesso di gelosia, ma ben presto mi ero reso conto che non mi stavo sognando niente: Eragon guardava Katie in una maniera inequivocabile, e a me non stava assolutamente bene.
Quel fatto era stato confermato da un altro: quella mattina mi era sembrato strano, allarmato e alterato, mentre metteva a soqquadro tutta la casa asserendo di aver perso un importantissimo documento. Dopo qualche minuto mamma gli aveva lanciato un’occhiata e l’aveva portato fuori, nel giardino di Katie, sul retro della casa.
Mi era bastato rendermi invisibile e mettermi dietro un albero per avere l’ennesima conferma dei miei sospetti.
“Scommetto che il documento che cerchi è questo” aveva ringhiato la mamma, mostrandogli un ritratto a carboncino. I tratti della ragazza raffigurata non erano precisi, ma non mi ci era voluto molto per riconoscervi quelli di Katie. “Scordatelo. Fosse stata un’altra donna avresti avuto il mio benestare, ma lei non è la donna adatta a te. Non solo perché è la moglie di tuo fratello e la madre di sua figlia, ma perché ti spezzerebbe il cuore senza pensarci due volte. Confido che questo finirà prima di subito nel primo camino” aveva concluso rendendogli il ritratto.
Ovviamente lui non l’aveva presa proprio benissimo, perché prima aveva iniziato a negare qualunque cosa, salvo poi arrendersi all’evidenza dei fatti e insistere sul fatto che non era necessario che Katherine venisse a sapere dei suoi sentimenti, sui quali poi non era poi così sicuro.
Peccato che quell’idiota non sapeva mentire neanche a sé stesso: una ragazza sveglia come Katie non ci avrebbe messo niente a coglierlo in fallo.
Era il caso di metterlo a tacere definitivamente.
- Ce la fai a stare da sola cinque minuti o muori? – chiesi a Katie, che mi guardò in tralice.
- Sono sopravvissuta sedici anni senza di te, stronzo. – sbuffò.
- Tu sì che sai come scaldare i cuori.
- Certo, bruciandoli.
- Ottimo.
Uscii e andai rapidamente nella camera di Eragon: sapevo che era andato a caccia, ma sapevo anche che stava tornando.
Non dovetti nemmeno cercarlo, il ritratto: era lì, in bella mostra sulla scrivania.
Lo presi e me lo misi rapidamente in tasca, per poi scendere, ma preferii fermarmi sulle scale.
Eragon era già in casa, ma stava subendo un interrogatorio con i fiocchi da parte di mamma e Morzan.
Di nuovo, mi sconvolse il fatto che fosse più moderato e incline alla comprensione lui di lei.
- Tu adesso mi devi spiegare nel dettaglio cosa diavolo stai combinando, hai capito?! – ringhiò infuriata. – Perché fidati, mi servono delle buone ragioni per non darti in pasto a Derek e Miranda.  
- Mamma …
- Vedi di parlare, ragazzino. – sibilò. – Ora mi devi spiegare immediatamente.
- È che … io volevo solo aiutare … - si lagnò.
- E l’hai fatto, e non potremo mai sdebitarci. – fece Morzan. – Ma ora devi dirci cos’hai fatto. Perché Katherine non può andare a Winterhaal?
- Che mi sto perdendo? – sussurrò una voce al mio fianco, facendomi sobbalzare.
Katherine era lì, appena dietro di me, e squadrava la situazione che si stava palesando di fronte ai nostri occhi con il suo migliore sguardo inquisitorio e irritato.
- Non ne ho idea .. – commentai.
- Cosa sta succedendo? – esclamò a quel punto, così che la sentissero tutti.
Eragon trasalì, fissandola terrorizzato.
Morzan scosse lentamente la testa, con un’espressione del genere “adesso lo ammazza”.
Mamma invece si alzò, ancora più alterata.
- Ecco! Dillo alla diretta interessata, cosa sta succedendo! – sbraitò contro Eragon.
- Mi mancano dei pezzi. – fece Katie.
- Tuo padre vuole farti tornare a Winterhaal con BabyBelle. – riassunse Morzan. – Ma Eragon ha detto che non lo puoi assolutamente fare.
- E perché non potrei andare a casa mia, sentiamo? – sbuffò Katherine, incrociando le braccia.
Pessimo segno.
Di Katie, come di Derek, non dovevi aver paura quando urlavano, ma quando ti guardavano come un drago guarda una pecorella e soprattutto quando si mettevano a braccia conserte. Significava che non erano per niente inclini al dialogo o alla comprensione, e che la cosa più sensata da fare era prendere e scappare a gambe levate prima che ti bruciassero vivo.
Avrei percorso gli ultimi gradini per darle man forte, ma mi bastò l’occhiata eloquente di mamma per fermarmi. Era la stessa occhiata che Miranda lanciava ad Alec quando questi rimproverava Katie, l’occhiata “non ho bisogno di avvocati e non hai alcun diritto di rimproverare tua sorella”.
Per come la vedevo io, se Eragon aveva commesso qualcosa di anche solo minimamente sbagliato verso Katie non l’avrei rimproverato, l’avrei direttamente ammazzato, ma preferii aspettare.
Ci volle un po’ perché la verità venisse fuori: Eragon tentò in ogni modo di mentire anche a lei, ma quando si ritrovò con la spada di Katherine alla gola (anche se lei venne subito disarmata da Morzan) la verità venne fuori.
- È che … io non sapevo più che fare … dovevo rendermi inattaccabile … - mormorò. – Dovevo spaventare Nasuada il più possibile, così che non li mettesse a morte. Ha cercato di farmi desistere dall’usare il diritto alla primogenitura minacciando la vita di Belle … ma sono riuscito ad ottenere più tempo per loro solamente quando gli ho detto che tu sapevi già tutto della loro situazione e avevi già chiesto di poterli difendere.
Per un po’, Katie non disse niente ed io preferii tacere per evitare una strage, anche se l’unica cosa che mi diceva l’istinto era di scendere quegli ultimi gradini, sfoderare la spada e mirare alla testa vuota di quello stupido ragazzino.
- Quanto dista Ilirea? – domandò dopo un po’ Katherine, la voce gelida e affilata come una lama chirurgica.
- Cosa … - fece mamma, stranita.
- Quanto dista Ilirea da qui, a dorso di drago?! – ripetè irritata.
- Poche ore. – rispose Morzan insospettito. – Otto al massimo.
- Benissimo. Allora sarà il caso che vada a risolvere questa faccenda.
- Tu non ti muovi da qui. – intervenni. – O al massimo vengo con te, là da sola non ci vai.
- In due saremmo troppo lenti e priveremmo Belle di sicurezza. – rispose. – Posso gestirla.
- Non ti rendi conto che è pericoloso?
- Anche Winterhaal è pericolosa.
- Non come Ilirea.
- Devo solo andare a palazzo, Murtagh … e poi non vedo altre soluzioni. – sospirò.
 Quello che ha fatto Eragon non ha scuse, ma è comprensibile, continuò. Fosse stato per salvare i miei genitori mi sarei aggrappata a qualunque cosa anch’io.
 Poteva evitare di metterti in mezzo.
 Sono tua moglie, sarei stata in mezzo comunque. Ha fatto quel che poteva per proteggere loro e anche Belle. Adesso vado a risolvere questo problema … sai, l’estradizione non concessa, il loro processo e, ovviamente, l’attacco alle mie navi. Conto di tornare entro domani.
 Sì, come dovevi tornare entro due giorni l’altro giorno?
 Spero proprio di no, ma dubito che Nasuada o qualcun altro oseranno farmi del male. Soprattutto con Antares nei dintorni.
  Non mi convince comunque lasciarti andare là da sola.
  Non sarà per molto … ho già sistemato l’incantesimo che mi impedisce di essere divinata, tu puoi vedermi.
 Non mi sta bene comunque … ma è l’unica soluzione. Senti, portati dietro Sìgurd, per sicurezza. Va bene?
 Andata, sorrise leggermente.
Poi si voltò verso Eragon.
- Non mi piace che tu abbia promesso cose in mio nome senza dirmelo, ma capisco perché l’hai fatto. Andrò a Ilirea con Sìgurd e sistemeremo la faccenda. Poi vedremo il da farsi.
- Katie, non … - intervenne Derek, ma lei lo interruppe subito.
- Sarà una toccata e fuga, papà. – rispose. – Non mi ci vorrà più di un giorno.
Le ci volle un po’ per convincere Derek e il resto dei presenti, ma alla fine ce la fece, ovviamente dietro il compromesso che, se non fosse tornata entro un giorno, saremmo andati a prenderla e non sarebbe più uscita dalle sue stanze per un anno.
Sperai solo, mentre si alzava in volo allontanandosi da me, che sapesse in che genere di posto si stava cacciando.



 
   
 
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