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Autore: Shakuma92    23/07/2009    2 recensioni
Erlen VI. Un pianeta in cui l'uomo affronta le forze del Caos.
Niente poteri incredibili, niente fanatismo, niente Imperatore.
Qui ci sono solo soldati e...demoni.
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“ Arrivano” disse una voce da un punto imprecisato dell’accampamento immerso nel buio.
Imitando tutti i suoi commilitoni, la Guardia Imperiale Kant si rizzò in piedi e si appoggiò il manico del fucile sulla spalla.
Senza dire una parola e a capo chino si mischiò alla fiumana di guardie vestite in tute verdi e marroni che uscivano dalle postazioni difensive. All’uscita, il comandante del loro reggimento, un uomo brizzolato e dall’aria severa, salutava ogni soldato con un austero cenno del capo che veniva ricambiato da un rigido saluto militare e uno sguardo di intesa, colmo di rispetto.
Kant pensò che fosse davvero ironico raggiungere un tale livello di intesa con il proprio comandante nel giorno in cui, molto probabilmente, l’intero reggimento sarebbe stato spazzato via, ma rispose allo stesso modo, quando il colonnello lo salutò.
In fondo era bello potersi godere quella stima, anche se per poco.
Un rombo di cingoli e di zampe meccaniche che pestavano il suolo riempì l’aria notturna, mentre i Leman Russ e i Sentinel affiancavano la lunga colonna di soldati.
Kant ammirò tristemente lo splendore minaccioso che, nonostante tutto, incutevano quelle macchine. Ben poca cosa in confronto alla follia a cui andavano incontro.
Neppure il tuonare poderoso del a dir poco enorme carro Baneblade che avanzava rumorosamente alla fine della colonna riuscì ad impressionarlo, ormai Kant aveva perso ogni interesse per le macchine da guerra.
A dire il vero, aveva perso interesse per tutto quello che aveva a che fare con l'uomo.
In quel momento, mentre camminava verso la propria morte, solo tre cose esistevano per lui:
La foto sgualcita che conservava nel taschino della divisa, unico ricordo della sua famiglia, il suo fucile, l’unica cosa che gli era rimasta e il suo cuore, arido come una pietra e carico di rabbia e odio, che, aveva giurato, avrebbe portato molte vite con sé nel suo viaggio all’inferno.
Ma nonostante la sua rabbia, che sapeva condivisa da la maggior parte dei suoi commilitoni, Kant non riuscì a non sentirsi calmo e lucido nel silenzio innaturale che aleggiava sempre prima di una grande battaglia. E cosi, aspettando con trepidazione il momento in cui avrebbe messo da parte la ragione per lasciare campo libero alla rabbia e al piombo, cominciò a ripercorrere con la memoria gli eventi che lo avevano portato a quel momento.

ANGOLO AUTORE
Beh, non ho molto da dire, leggete e, se volete, recensite
Shakuma92

  
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