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Autore: Aesingr    09/05/2019    1 recensioni
"Giovane drago... dove sei finito?"
Con questa domanda ci lascia Ignitus al termine dell'Alba del drago, dopo la sconfitta di Malefor e la scomparsa di Spyro e Cinerea.
Perché il loro nome non appare sul libro dei draghi?
Il loro è stato davvero un sacrificio?
Ma soprattutto... può Spyro amare davvero Cinerea?
______________________
Ali di rubino, corna d'argento, occhi di smeraldo, squame d'ossidiana.
No, non erano queste le sue origini. Lei era qualcos'altro, qualcosa di ben più oscuro. Un frammento d'anima che trovava la pace soltanto nella mera astrazione dell'ombra e della notte, nella tetra e gelida oscurità del vuoto.
Un crepitio, e il guscio si era infranto.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"E chi sarebbe questo Malefor?" domandò Irasu, con gli occhietti ridotti a due fessure. Tra lui e Cinerea non poteva correre buon sangue, entrambi l'avevano già appurato.
Probabilmente avrebbero finito per collaborare, o addirittura per aiutarsi a vicenda. Certamente doveva essere quella l'idea che balenava nella testa di Spyro, anche se quello non sembrava il piede giusto con cui muovere i primi passi in una nuova occulta realtà.
"Oh nessuno di speciale, solo il drago viola più potente che sia mai esistito. Sai... il maestro delle ombre, detentore di segreti magici da sempre inesplorati" rispose la dragonessa con enfasi. Fortunatamente conferì al tono di voce una sfumatura evidentemente ironica, altrimenti persino Spyro avrebbe potuto pensare che stesse elogiando il loro più terribile nemico.
"Questo Malefor è talmente famoso, che non ne ho mai sentito parlare" ribatté il tasso, con atteggiamento altrettanto sornione.
"Sta di fatto che esiste, o meglio è esistito, e noi lo abbiamo..."
"O esisterà!" si immise Spyro, con un guizzo di euforia. Cinerea si voltò a fissarlo confusa, e il tasso fece lo stesso.
Il drago ricambiò allo sguardo di entrambi con altrettanta indecisione, come se lui stesso non fosse del tutto convinto di quello che aveva detto.
"Cosa vuoi dire drago strano simile a Katlas, che provenite da un tempo non ancora esistito?"
Spyro non sapeva cosa dire. Non aveva parlato completamente per caso, ma non aveva neanche una valida spiegazione per giustificare le sue parole. Sentiva semplicemente che il loro inspiegabile viaggio non si era verificato solo a livello spaziale.
"Non so, so solo che Malefor è conosciuto attraverso il tempo e le generazioni, nessuno lo dimenticherà. Ha sconvolto in maniera troppo drastica il trascorrere della vita sul mondo perché il suo ricordo possa sfumare, arrivando vicino ad annientarla. Quindi la spiegazione possibile è soltanto una"
Cinerea alzò il collo e gonfiò i muscoli, lasciandosi andare ad un sospiro orgoglioso.
"Fantastico Spyro. Da quando in qua fai ragionamenti così complessi?"
Lui si limitò a socchiudere le palpebre. Per quanto amasse il lato pungente della sua compagna, non riuscì ad apprezzare in quel momento. La certezza che una nuova, ennesima battaglia li attendeva, non faceva che sprofondarlo sempre più nello sconforto.
Non aveva avuto neanche il tempo di sperare in giorni felici da trascorrere con Sparx, con Cinerea e con i guardiani. A malapena aveva avuto modo di metabolizzare la scomparsa di Ignitus.
Il vecchio drago saggio e brontolone, una guida luminosa in un mondo sprofondato nell'oscurità. Mondo che a quanto pareva stava volgendo loro le spalle, nel senso più letterale.
"La magia è complessa, strano drago simile a Katlas" riprese Irasu, facendo ondeggiare la coda da una parte all'altra. "Potrebbero essere successe molte, molte cose. Ma ne convengo, se l'a me sconosciuto Malefor è noto come dici, allora è probabile che veniate da una realtà futura"
Cinerea ridacchiò.
"Certo tasso che ne usi molte di parole. Sembra quasi tu lo faccia per irritare chi cerca di ascoltarti"
"Cinerea..." fece Spyro, inclinando il muso rassegnato. Non c'era modo di avere una conversazione pacifica con nei paraggi lei e qualcuno che le stava antipatico.
Questa volta però Irasu giocò la carta dello stoico, ignorandola completamente. Reazione a cui Cinerea rispose con un sorrisetto di sfida.
Il drago viola si portò un'ala sulla testa, grattandosi il collo con l'artiglio in cima ad essa con fare distratto.
"Se i miei sospetti si rivelassero fondati, avremmo a che fare con un drago viola ancor più antico di Malefor"
"Oh ma dai, sembra simpatico" disse Cinerea ridacchiando. "Piantine, alberelli... un maniaco dei fiori! La sua idea in fondo non è così male, il mondo diventerebbe molto più tranquillo"
Lo sguardo di Spyro la fece desistere dal continuare; al notare la sua espressione afflitta, capì che ad incupirlo non era lo spavento per la nuova battaglia che li avrebbe visti protagonisti di lì a poco, bensì la triste amarezza di dover combattere ancora.
Si era comportata da codarda quando venne la notte eterna, ma era cresciuta e qualcosa in lei era mutato. Si sentiva molto più simile a ciò che era un tempo. Percepiva il sangue ribollire come allora, quando Malefor dalla convessità le impartiva ordini attraverso quelle dannate scimmie.
Per quanto le avesse odiate, non aveva odiato altrettanto la battaglia. Non avrebbe mai detto allora che un giorno avrebbe camminato fianco a fianco con il suo primo obbiettivo, con il drago che aveva cercato di uccidere. Forse era l'euforia per aver vinto la battaglia contro Malefor, forse l'essersi liberata di tutto ciò che l'aveva attanagliata.
Forse aver incontrato Spyro...
Non era qualcosa in lei ad essere cambiato, era lei ad essersi trasformata. Assieme al suo aspetto, durante la sua prima battaglia di fronte al portale per la convessità, era avvenuta anche una potente mutazione spirituale che solo da poco aveva raggiunto la sua maturazione. A pensarci adesso, sentiva di essersi comportata da stupida principessa in pericolo per troppo tempo. Credeva di poter aiutare chi l'aveva salvata allontanandosi, invece non aveva fatto altro che mettere ancor di più in pericolo Spyro e i suoi compagni.
Non si era neanche accorta di aver chiuso gli occhi mentre le immagini e le voci del passato prendevano spazio nella sua mente. Quando li riaprì notò che il tasso si era messo a testa in giù e si reggeva sugli arti anteriori, come facesse l'equilibrista così tanto per sport.
Agitò le ali un paio di volte e intirizzì la coda, voltandosi verso il tempio alle loro spalle.
"Rimandiamo a dopo le nostre avversità" disse con decisione, piantandogli gli occhi addosso. "Dicci quello che sai su questi portali, per favore"
Stranamente la giovane dragonessa pareva aver intuito la gravità della situazione ed aveva assunto un tono di voce più accondiscendente.
"Quello che so?"  La risposta di Irasu non apparve altrettanto amichevole, ma perlomeno si era impegnato a rivolgerle ancora la parola. "Sono il primo ad esserne coinvolto, ne so più di quanto vorrei"
Cinerea sorrise.
"E allora perché non lo dici anche a noi?"
Il loro incendiario scambio di sguardi ghermiva il povero Spyro, che in ogni modo cercava di ignorare la sensazione di disagio per rimanere tranquillo. Con quei due che continuavano a scrutarsi in draghesco non sarebbero arrivati da nessuna parte.
Alla fine il tasso decise di cedere e con uno sbuffo si lasciò andare.
"Se avete fretta di raggiungere i caduti vi accontenterò"
"Non abbiamo paura di morire, tasso" lo redarguì la dragonessa.
"Quando ti troverai di fronte a Katlas cambierai idea, ingenua creatura"
Trascorsero un'altra manciata di secondi. Spyro ne approfittò per prepararsi al prossimo battibecco, allontanandosi di qualche passo ma rimanendo a portata d'orecchio.
Finalmente Irasu cominciò a raccontare. "I portali si stanno aprendo ovunque, senza alcun preavviso. Sono come dei varchi che si originano dal nulla, almeno così è in apparenza. Gli sgherri di Katlas si stanno dirigendo in ogni angolo del mondo, fin nei più remoti anfratti del sotterraneo più oscuro, per poggiare a terra dei minuscoli semi ricolmi di un grande potere magico con cui far germogliare i loro maledetti alberi. Dai portali poi emergono decine di bestie mostruose. Quanto mostruoso è il loro aspetto, così lo è il loro potere. Neri abomini in grado di far marcire tutto ciò che sfiorano, nutrendosi di essenza vegetale"
"Essenza vegetale?" fece eco Cinerea.
"Non mi stupisce che tu non capisca"  Il tasso continuò a parlare, senza darle il tempo di rispondere con l'ennesima frecciatina. "Ammetto sia molto difficile descrivere a parole il loro terrificante potere, dovreste vederlo con i vostri occhi. Anche se quando potrete assistervi sarà troppo tardi"
"Ancora con questa storia? Smettila di sottovalutarci, tasso"
Irasu cambiò espressione, assumendo un'aria quasi minacciosa. Roteò il coltello un paio di volte di fronte al muso e scrutò Cinerea con atteggiamento rude. Trasudava desiderio di sfida anche dal più piccolo pelo, i muscoli che guizzavano con frenesia.
Si mise in posizione di guardia, flettendo le zampe posteriori e inclinando il busto in avanti. La sua coda ondeggiava lentamente dietro il dorso, mentre il pugnale vibrava sulla sua mano destra.
"Ho affrontato i servi di Katlas, e ho perso un amico. Vediamo cosa sai fare tu, stupida creatura. Attaccami quando vuoi, cercherò di non farti male"
Cinerea spalancò gli occhi. Non credeva che sarebbe arrivato a tanto per una battuta di troppo, ma in qualche modo ammirava il suo temperamento infuocato. In un primo momento non seppe come reagire, poi snudò le zanne in un ghigno.
Aveva una gran voglia di fargli abbassare la cresta, ma ancor di più voleva essere messa a confronto con quel drago di nome Katlas che sembrava così temuto in quel mondo.
Avevano incontrato solo Irasu da quando erano giunti, e per quanto ne sapevano poteva essere l'unico ad aver paura dei suoi poteri. Magari non conoscevano qualcuno della portata di Malefor, magari non conoscevano lei e Spyro.
Senza farsi attendere balzò in avanti restando con le zampe a contatto con il terreno, scartando di lato all'ultimo istante per evitare la lama che il tasso le stava puntando contro e rispondere con una veloce sferzata di coda. Entrambi reagirono con estrema prontezza, schivando il rispettivo contrattacco con maestria.
Gli artigli di Cinerea cozzarono con il pugnale, producendo un tonfo secco e sordo; l'impatto venne seguito da molti altri, in rapida sequenza. Per un attimo Cinerea stessa rimase colpita dalla veemenza con cui si stavano affrontando, venendo per un istante abbagliata dallo scintillio della lama che il tasso le fece passare a pochi centimetri dal muso.
Indietreggiò rapidamente, spingendosi con le zampe anteriori e deviando il colpo con l'artiglio dell'ala destra. Rimase immobile a fissare l'avversario quanto bastava per carpirne le intenzioni, pronta a scattare in qualsiasi momento.
All'udirli combattere Spyro tornò indietro di corsa, con un'espressione sconcertata sul muso.
"Eih smettetela! Cosa state facendo!"
Venne del tutto ignorato. Cinerea si alzò in volo, e il tasso la seguì con lo sguardo.
Il primo pensiero di Spyro, per quanto fosse più interessato a farli smettere che al resto, si rivolse alle ali della compagna. Qualunque fossero le bravate di cui volevano rendersi protagonisti non sarebbe stato leale affrontare Irasu dall'alto. Non notò tracce di devastazione o corrosione attorno al tasso, quindi probabilmente Cinerea non aveva ancora fatto ricorso ai suoi poteri elementali, ma non sarebbe stato giusto volare per attaccare a distanza.
Tuttavia dovette ricredersi. Irasu corse esattamente sotto al punto in cui si trovava Cinerea, per poi saltare con insospettabile vigore ed aggrapparsi velocemente alla sua coda che ondeggiava nell'aria per mantenerla in equilibrio. Non le diede il tempo di librarsi troppo in alto, e le infilò gli artigli sui fianchi, tenendo ben saldo il pugnale in cima alla coda. Cinerea emise un grugnito, dibattendosi per scrollarselo di dosso.
Ci riuscì giusto un attimo prima che il tasso provasse ad affondare un taglio netto, assestandogli una zampata sul muso che lo destabilizzò e gli fece perdere la presa. Senza alcun preavviso però Irasu afferrò il manico del coltello con una zampa e, prima di cadere verso il basso, cominciò a ruotare la coda ad una velocità inaudita rimanendo per un paio di secondi sospeso in aria. Approfittò di quella breve finestra temporale per lanciare il coltello verso Cinerea, che colta alla sprovvista attinse d'istinto ai suoi poteri oscuri per tramutarsi in ombra e scivolare verso il basso nella sua forma eterea.
Quell'abilità era una delle più complesse tra quelle che conosceva, e consumava del resto molta energia. Non era abituata ad utilizzarla così rapidamente. Barcollò nel tornare tangibile, respirando profondamente per recuperare equilibrio.
"Wow" commentò Irasu, mentre atterrava sulle zampe posteriori con eleganza. "Anche il tuo Shien non è così male come credevo. Sei meno sprovveduta di quanto pensassi"
Cinerea gli dedicò poco più di un sorrisetto, ma dovette ammettere che come guerriero quel tasso se la cavava piuttosto bene. Nonostante l'adrenalina e il crescente desiderio di dar battaglia scelse di cessare le ostilità, sapeva che altrimenti avrebbe dovuto far uso del potere degli elementi e non le sembrava il caso di arrivare a tanto.
"Dovevi capirlo prima" asserì spavalda, mentre riprendeva fiato.
La risposta di Irasu l'avrebbe portata in sentieri di tenebre, da cui sentiva non si sarebbe mai potuta realmente allontanare.
"Non riesco a scavare nel tuo Shien. Il drago tuo amico è limpido, chiaro come le cristalline acque di un lago di montagna. Tu sei così distante, offuscata..."
Se non avesse avuto ben chiaro ciò di cui stava parlando, probabilmente la dragonessa avrebbe creduto che la stesse ancora deridendo.
In realtà sapeva che non era così. Lei stessa si sentiva diversa da Spyro, troppo diversa. Era stata così facile da manipolare, così labile nelle sue scelte e così incerta nel decidere. Per quanto facesse di tutto per non darlo a vedere, il terrore che aveva provato nei propri stessi confronti non se n'era mai andato.
I ghiacciai, la fucina, il cristallo. Fiamme violacee, un ruggito.
La mutazione che avvenne nel covo di Malefor, la sua rabbia, la sua smisurata potenza.
Di nuovo si era persa nella propria mente.  Fu un musetto viola, comparso a pochi centimetri dal suo, a farla tornare in sé.
"Cinerea?" chiese Spyro apprensivo. "Che succede?"
Restò a fissarlo per qualche interminabile istante. Possibile che non riuscisse ad accettarlo? Eppure Spyro era lì, da tempo ormai le aveva dimostrato di averla non solo perdonata, ma di aver sempre creduto ciecamente in lei.
Non riusciva ad accettare se stessa, neanche adesso che aveva dichiarato apertamente ciò che provava per lui. Certo l'amore era qualcosa di tremendamente complesso, troppo zirigoggolato per poter essere espresso con sole due parole, ma lei sapeva che non era stato solo un ultimo atto di follia prima di esplodere in un cielo di luce.
Spyro non aveva avuto il tempo di risponderle, perché entrambi si erano disintegrati come pugni di sabbia in una bufera. O almeno così avrebbero creduto, prima di ritrovarsi in quel mondo dimenticato dagli antichi.
Senza rispondere si voltò, dirigendosi fra la fitta boscaglia che pareva rivestire qualunque orizzonte in cui lo sguardo riusciva a perdersi. A sentirne parlare quel Katlas non la inquietava in alcun modo, le sembrava quasi una barzelletta. Non riusciva a spaventarsi di qualcuno che voleva far crescere degli alberi. Ora che cominciava a realizzare quell'insolita situazione, però, una strana sensazione di disagio cominciava a farsi strada in lei. Pensare di trovare solo vegetazione ovunque sarebbe giunta non appariva più così piacevole, non dopo ciò che aveva raccontato Irasu.
Qualunque cosa stesse accadendo da quelle parti, non era comunque abbastanza rilevante da riuscire a sommergere i suoi ricordi.
"Oh, la tua amica si è offesa per il nostro piccolo pareggio?" sghignazzò il tasso.
"No" rispose Spyro. "Sono... sono sicuro ci sia qualcos'altro"
Lasciando Irasu a destreggiarsi in inutili movenze con il suo pugnale, il giovane drago la seguì fin sotto i pini e gli abeti che la facevano da padroni in quelle lande in apparenza così immacolate ma allo stesso tempo così desolate.
"Cinerea" la chiamò, osservandola stendersi ai piedi di un grande tronco.
Qualcosa non andava, ma come lei aveva sempre detto era troppo ingenuo per capire. Di una cosa però era sicuro: i suoi occhi smeraldini apparivano velati, molto più opachi e lontani del solito.

***

Il drago nero era di fronte a lei. L'espressione di chi non temeva la morte, né cosa sarebbe accaduto se avesse continuato a vivere.
Cinerea torreggiava su di lui, con un misto di compassione e rammarico. Gli aveva fatto capire in ogni modo che doveva starle alla larga, e lui aveva cercato a qualunque costo di seguirla per scoprire dove viveva. Che fosse il suo aspetto o chi sa cos'altro ad averlo attratto fin lì ormai era troppo tardi.
"Perché hai voluto rischiare fino a questo punto? Guarda in che situazione ti sei cacciato"
Maledet si trovava all'interno di una buia cella sotterranea, sepolta in fondo ad uno dei rami del grande reticolo di gallerie su cui le scimmie avevano il pieno controllo. Considerando il loro fare assolutamente selvaggio e la loro crudeltà era un vero miracolo se il drago nero se l'era cavata con poco più di una ferita ed era ancora vivo.
"Adesso non posso farti uscire in alcun modo"
Maledet sollevò il muso e lo girò dalla parte opposta. Se ne stava disteso sulla gelida nuda terra, con espressione sognante e smarrita. L'ala sinistra era lacerata vicino all'attaccatura, mentre un altro taglio gli solcava la spalla destra.
Evitava il suo sguardo con convinzione, come a volerla far sentire in colpa per ciò che aveva fatto.
Quando le avevano ordinato di attaccare l'intruso, Cinerea non aveva potuto fare altrimenti. Se si fosse rifiutata, o addirittura avesse cercato di difenderlo, sarebbe andata molto peggio per entrambi. Avanzò di qualche passo, poggiando tre artigli di fronte al suo muso.
"Ti avevo avvertito, quindi è inutile tu tenga quel muso ostile. Tanto..."
Non volle concludere la frase. Per qualche motivo, un brivido le attraversò il dorso prima che potesse sputargli sul muso un -... tanto per te non c'è più speranza-.
Li aveva sentiti parlare dello strano colore delle squame di Maledet, corrotto quanto il suo. Li aveva sentiti parlare di insensibilità al dolore; li aveva sentiti parlare di molte altre cose, prima di scendere a portargli un po' di cibo che il drago aveva divorato fino all'ultimo frammento d'osso. Non gli fece capire che era andata a caccia per portargli qualcosa di più appetitoso di quello che le scimmie le avevano ordinato di consegnargli, ma data la loro ostinata stupidità, poté agire come meglio credeva.
Le sentì proferire una frase in particolare, a cui in quel preciso istante non riuscì a dare molto peso, e che non avrebbe stanziato nella sua memoria per molto.
"Il suo spirito sembra solido come una quercia, incrollabile. Non è spaventato da quello che potrebbe capitargli, è un drago nero"
"Si. Ma adesso pensiamo a Cinerea, è quasi giunto il momento. Nessun drago deve interessarci più del ritorno del grande maestro adesso"
E il misterioso drago nero fu dimenticato, in quella prigione fredda e buia.

***

"Cinerea"
Spyro le si era steso accanto. Irasu per qualche ragione aveva deciso di lasciarli soli. Forse si era reso conto che Cinerea era davvero in difficoltà, e non certo per il loro scontro di poc'anzi.
"Spyro, ascolta... io credo di..."
"Non ti ho mai vista così. Non dicevi che Katlas non ti incute timore?"
"Non è lui, o meglio... anzi si, credo sia lui"
Spyro si accigliò. Portò una zampa sotto al mento e allontanò leggermente il muso da quello di lei.
"Stai mentendo"
Cinerea ridacchiò.
"Non ci voleva un genio per capirlo, vero?"
"Direi di no, se ci sono arrivato io. Che succede?"
Lei restò in silenzio. Si voltò, rimanendo immobile a fissare il cielo che stava volgendo alla sera. Le stelle prendevano lentamente il posto dei raggi solari, mentre una delicata brezza abbracciava le loro squame. Il contorno delle chiome, tinte di rosa, stava sfumando in un morbido azzurro che presto sarebbe divenuto oscurità.
"Ricordi quello che ti ho detto?"
"Cosa?"
"Quello che ti ho detto prima di..."
Si interruppe, tornando a fissarlo negli occhi.
"Ah. Quello" fece Spyro, sorridendo. "Immagino mi dirai che ti aveva dato di volta il cervello, e che tanto stavamo per sparire quindi non avrebbe..."
"no!"
La secca risposta di Cinerea pietrificò le parole fra le fauci di Spyro. La dragonessa aveva drizzato il collo repentinamente, arrivando a sfiorare il naso del drago viola con il suo. "No Spyro, non mi pento di quello che ho detto"
Rimasero entrambi a fissarsi a lungo, così a lungo che il cielo sopra le loro teste fece in tempo ad ottenebrarsi per volgere alla notte. Le ombre calarono sui due, mentre il tasso se ne stava appollaiato su un ramo a qualche albero di distanza, assorto anch'egli nei propri pensieri. Non sembrava impicciarsi nelle loro questioni, anche se quei due lo incuriosivano.
"E allora? Cos'è che ti turba"
Cinerea non trovava le giuste parole. Anche se ne avesse trovate, sapeva quale sarebbe stata la risposta di Spyro. Ne era completamente certa.
"Tu davvero non ci arrivi? Com'è possibile che non ti renda conto di cos'ho fatto, di quello che sono stata?"
Spyro sgranò gli occhi, genuinamente scioccato.
"Ancora con questa storia? Cinerea... hai combattuto al mio fianco, al fianco di Sparx, al fianco dei guardiani, come puoi ancora pensare a quello che è accaduto prima? E poi perché adesso! Perché non vuoi capire?"
Già, perché adesso? Perché solo ora le tornavano in mente quel drago e quei giorni di solitudine?
In fondo non aveva udito altro che le parole di Irasu, anche lei trovava strano che fossero bastate per ridurla in quel modo.
"Penso di..."
"Ascolta" esordì Spyro, più risoluto di quanto non fosse mai stato. "Io so chi sei, conosco Cinerea. So che non eri in te, l'influsso di Malefor ti aveva resa ciò che eri. Non è mai stata colpa tua. Guarda me, forse era meglio se me ne fossi andato con quell'esplosione, non ho idea di come controllare i miei poteri qualora riemergano! Ho paura di me stesso, più di quanta non ne abbia per quello che ci aspetta d'ora in poi. E tu non puoi lasciare che io perda ancora il controllo, sei tu l'unica in grado di fermarmi"
"Spyro..."
"Sei tu ciò che mi ha permesso di arrivare fino a qui, e sono certo che sia per merito tuo se siamo ancora vivi. Pensa a quanta fiducia ti abbiamo dimostrato, a quante volte ci siamo protetti a vicenda, a quello che..."
"Spyro!"
Qualcosa di molto simile ad una lacrima stava per scivolare sulle squame del muso di Cinerea. Nessun pianto però venne mai.  
"Grazie"
Istanti di silenzio. Non riuscivano a distogliere lo sguardo l'uno dall'altra, non avevano motivo per farlo.
Spyro allungò un'ala verso la dragonessa e la trasse a sé, afferrando con una zampa la sua testa e portandola dolcemente sul proprio collo. Qualunque altra parola sarebbe stata superflua. Cinerea aveva molto altro da chiedere, altro da dimostrare, ma lui le aveva tolto ogni desiderio di ribellione. Non capiva come quel drago potesse avere la presunzione di conoscerla davvero, eppure sapeva che aveva ragione.
Spyro aveva scavato nella sua anima più di quanto non fosse riuscita a fare lei stessa.
Il drago le portò le zampe sulle spalle e la strinse a sé in un abbraccio che aveva ben più di un significato. Poteva essere affetto, poteva essere amore.
Poteva essere qualunque cosa. Stava di fatto che la faceva stare bene.
Le portò la coda attorno ai fianchi e la strinse a sé, avvicinando ulteriormente il muso e poggiandolo a sua volta sul collo di lei. Rimasero appoggiati a quel tronco fino all'alba, senza più riaprire gli occhi. Scivolarono nel sonno quasi non rendendosene conto.
Quella notte i sogni di Cinerea sarebbero potuti divenire incubi raccapriccianti, le più nere paure sarebbero anche potute riemergere; ma qualunque cosa fosse accaduto, adesso aveva qualcuno con cui condividere tutta se stessa.
_____________________________________

Eccoci! Finalmente riesco a pubblicare il terzo capitolo. D'ora in poi, avendo fortunatamente finito gli stramaledetti studi, ho un po' di tempo e soprattutto un sacco di voglia in più per scrivere. Quindi potrebbe uscire un capitolo a settimana o chi sa... anche qualcosina in più!
Non faccio pronostici sulla durata della storia, anche se non penso di tirarla troppo per le lunghe. Il tema draghi neri è qualcosa di originale dato che non è presente nei giochi, ma diverrà a breve la colonna portante del racconto.
Per questo capitolo un po' di pucciosità, dal prossimo si inizia a fare sul serio! Tranquilli che Cinerea non si è rammollita, come avrete capito sarà più protagonista lei di Spyro in questa fan fiction.
Ringrazio ancora tutti i lettori silenziosi, la mia recensora Chrissssss e quelli che mi mandano i commenti in privato che sono comunque ben accetti.

Un salutone dal vostro drago azzurro che puzza di pesce!
  
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