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Autore: ElfaNike    10/05/2019    0 recensioni
"A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
Venite con me...
nel mio mondo incantato per sognar..."

Uno spin off della fan fiction "Rise of the Brave Tangled Drangons". E' inverno e i nostri grandi quattro trovano un modo interessante per passare il tempo. Situato in un momento random del capitolo "Inverno"
Mettere gli avvertimenti è un po' complicato, perchè in certi momenti sono ooc, in altri no, ogni tanto è AU, ogni tanto no...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Dovreste davvero controllare l'imposta della finestra.- commentò Jack.
Era sera, era passato qualche giorno dalla sua ultima visita, un tempo in cui i suoi tre amici avevano continuato a leggersi storie e a giocare, a carte, a dadi, a scacchi.
-Ti sei divertito, almeno, a far festa fra le nuvole?- gli chiese Merida.
-Una vera liberazione!- rispose candidamente lui -E sono andato fino ai confini del maltempo: pochi giorni e dovrebbe calmarsi tutto.-
-Finalmente!- esclamò allora Merida, lasciandosi andare sui cuscini davanti al caminetto acceso.
-Neppure io vedo l'ora che esca un po' di sole.- sospirò Rapunzel andando a sedersi davanti a lei, avvolta in una coperta spessa.
Hiccup era seduto al tavolo e aveva le mani impegnate ad aggiustare qualcosa, ma fece comunque loro segno: -Non aspettatemi: io ascolto. Cominciate pure!-
-Allora chi racconta?- chiese Rapunzel, poi prese fiato ma Merida l'interruppe:
-No! Tu no: hai già raccontato un sacco di roba l'ultima volta. Adesso voglio proprio ascoltare quello che dice di avere sempre qualche novità.- e si sporse con un sorrisetto maligno verso Jack.
-Oh, ma è una sfida, questa? Mi stai sfidando?-
-A parte la storia del burattino non ho più sentito niente di emozionante da parte tua. Non credere che ti lascerò riposare sugli allori!-
Jack incrociò le dita delle mani e le scrocchiò tendendo le braccia in avanti: -E va bene. Aspetta di sentire la più bella di tutte le storie!-
-Sì, sì...- Merida fece l'occhiolino a Rapunzel, che si nascose un sorrisetto con la mano, poi spostò la sua attenzione sullo spirito.

C'erano una volta tre sorelle talmente povere che avevano un abito solo, e se lo passavano per poter uscire. Una sera erano tutte e tre intente a rammendare e a parlare, quando un servo del re passò sotto la loro finestra e le sentì dire così:
-Se io potessi sposare il fornaio del re- sognava la prima -Preparerei il pane più buono di tutto il regno.-
-Se io potessi sposare il cuoco del re- aggiungeva la seconda -Cucinerei i piatti più deliziosi che si possano volere.-
-Se io potessi sposare il figlio del re- concludeva la terza -Gli partorirei due gemellini, un maschietto e una femminuccia, lui con la luna sulla fronte, lei con il sole.-
Quando il servo arrivò al castello, ovviamente raccontò quello che aveva sentito e in poco tempo la voce arrivò anche alle orecchie del re, che volle mettere le tre sorelle alla prova. Fu così che la prima sorella fu sposata al fornaio del re, la seconda al suo cuoco e la terza al figlio del re.
Subito le prime due sorelle mantennero le loro promesse, la prima sfornava un pane profumatissimo e croccante, mentre la seconda serviva pietanze delicate e dal gusto esotico.
Per la terza sorella fu necessario aspettare un po' di più, ma dopo nove mesi partorì due bei bambini, lui con la luna sulla fronte e lei con il sole.
Purtroppo, poco prima del parto il figlio del re dovette partire per una guerra e lasciò la sua sposa in custodia a sua madre Gothel. Ma la regina madre, che non amava per niente la nuora, fece mettere i due bambini in un cesto e li fece abbandonare nel fiume perché affogassero, e fece mettere al loro posto due maialini.
Quando il figlio del re tornò, la regina madre gli diede la terribile notizia: sua moglie non solo non aveva mantenuto la promessa, ma aveva dato anche alla luce due bestioline. Colmo di collera e orrore, il figlio del re fece murare la donna fino alle spalle fuori dalle porte del castello e diede ordine che le si sputasse addosso ogni volta che le si passasse davanti, poi volle che si arrostissero i due porcellini.

-Ma questo è orribile!- protestò Merida -Va bene che reagisse male per la scoperta, ma non poteva rinchiuderla nelle segrete e basta?!-
-Va bene, diciamo che almeno non le sputano addosso. Ti va meglio?-
-Lei deve stare fuori dal castello per un motivo?-
-Sì.-
-Oh.- Merida rifletté -Allora va bene.-

I due bambini non morirono, ma furono trovati da un contadino che li tenne con sé e li crebbe come dei figli, chiamandoli Jack e Rapunzel. Quando i due divennero dei bei giovani, il vecchio raccontò loro di come li aveva trovati nel fiume.
-Vi ringraziamo per tutto quello che avete fatto per noi.- gli disse allora Jack -Ma questo non è il nostro posto.- e partirono.
Trovarono un bell'angolino in un bosco di castagni dove costruirsi una capannuccia, e lì vissero insieme guadagnandosi il pane onestamente. La capannuccia divenne una casetta, e attorno alla casetta misero un bel giardino, pieno di rose, ortensie e lillà, che Rapunzel curava con amore tutti i giorni e che attirava api e farfalle e ogni tipo di uccellino.
Gothel, nononstante fossero passati anni, ancora si tormentava nell'insicurezza che i suoi nipoti fossero ancora vivi. Allora fece chiamare un mago nero al suo servizio, Pitch Black, e scoprì così che Jack e Rapunzel vivevano una pacifica vita nel boschetto di castagni.
-Va' e uccidili.- ordinò al mago.
Questi, il giorno dopo, si presentò vestito da vecchietto da Rapunzel, che era sola in casa e che lo accolse con tutte le cortesie.
-Che magnifico giardino... peccato vi manchi qualcosa...- commentò ad un certo punto lui.
-Che cosa, nonnino?-
-L'acqua che brilla.-
-E dove la si trova?-
-Vai per la strada che esce dal bosco, e troverai una fonte con un'acqua brillante anche di notte. Nel prendi un po', poi la metti in una vasca nel tuo giardino e questo sarà perfetto!-
Quando Jack tornò la sera Rapunzel gli raccontò tutta la storia. Il giorno dopo lui partì per andare a cercare questa famosa acqua che brilla. Ad un incrocio trovò un uomo dalla lunga barba bianca, vestito di rosso e con "buono" e "cattivo" sulle braccia: -Dove vai, figliolo?-
-Vado a prendere l'acqua che brilla.-
-Non andare, potresti non tornare più indietro!-
-Ma no, nonno, vedrai che andrà tutto bene!-
-Allora ascolta: sulla strada troverai minacce, visioni spaventose, orrori. Non reagire, fa' come non ci fosse nulla, e forse tornerai indietro sano e salvo.-
Il ragazzo proseguì per la sua strada, ed ecco mute di cani, e cavalli e tori corrergli addosso, ma lui avanzava come non succedesse niente e le visioni sparirono tutte. Trovò quindi la fonte e prese l'acqua, tornò a casa e con Rapunzel costruì una vasca in cui metterla.
Qualche tempo dopo, ecco riapparire il vecchietto: -Ma che bello, ma che bello.- commentò -Peccato che vi manchi l'albero di tutti i suoni.-
-E dove possiamo trovarlo?--Andate oltre la fonte dell'acqua che brilla, troverete una fila di alberi. L'ultimo è l'albero di tutti i suoni: basta un rametto e potrete trapiantarlo nel vostro giardino.-
Il giorno dopo Jack ripartì e reincontrò l'uomo dalla barba bianca, che gli rinnovò tutte le raccomandazioni, e lui proseguì.
Anche questa volta le visioni furono spaventose... anzi, addirittura di più! Ma Jack avanzò impavido fino alla fila di alberi, trovò l'albero di tutti i suoni e riuscì a prendere un bel rametto con qualche radice. Tornato a casa, trovò con Rapunzel un angolino ben soleggiato e vi piantò il rametto. L'albero crebbe veloce e inondò il giardino di campanelli e suoni deliziosi.
Qualche tempo dopo, Pitch Balck tornò.
-Ma che giardino favoloso! Adesso sì, c'è davvero solo più una cosa che vi manca.-
-Dimmi, nonnino: cos'è?-
-L'uccellino Belverde, che parla e canta. Si trova in un portico dopo la fila di alberi dove tuo fratello ha trovato l'albero di tutti i suoni. L'ultima gabbia, la più sporca di tutte. Ecco, quella è la sua. Ma attenta: per arrivare al portico bisogna passare tre cancelli che si aprono solo a mezzanotte.-
Così Jack partì quella sera stessa.
Arrivato al solito incrocio incontrò per la terza volta l'uomo dalla barba bianca, che gli ripeté le solite raccomandazioni, con ancora più forza.
-Attento figliolo: se i cancelli si aprono a mezzanotte, sappi che un'ora dopo si richiudono. Esci prima e sarai salvo.-
Jack riprese il cammino, superò la fonte, superò la fila di alberi, e le visioni erano sempre più spaventose. Poi, d'un tratto, cadde il silenzio, e il ragazzo sentì la voce della sorella: -Ciao, Jack...-
-Rap...- lo sciagurato ebbe il riflesso di rispondere, e nel voltarsi rimase pietrificato.
Passarono tre giorni, e Rapunzel, a casa, era sempre più disperata. Al terzo tramonto si mise in cammino e incontrò l'uomo con la barba bianca.
-Dove vai, fanciulla?-
-Vado a recuparare mio fratello che si è perso cercando l'uccellin Belverde.-
-Ahimé, lo troverai come di marmo.-
-E come posso raggiungerlo? Come posso salvarlo?-
-Per arrivare da lui incontrerai visioni orribili e udirai ogni genere di mostruosità. Tu devi fare come nulla stia succedendo, e quando troverai tuo fratello ponigli questo unguento in fronte. Così, forse, potrete tornarvene a casa sani e salvi.
Rapunzel lo ringraziò di cyore e seguì i suoi consigli. Con coraggio superò ogni visione. Arrivò quindi da Jack e lo liberò dall'incanto.
-Cosa ci fai tu qui?-
-Come cosa ci faccio? Sono tre giorni che non ho tue notizie!-
-Va bene, ma ora torna a casa, ché devo andare a prendere l'uccellin Belverde.-
-Vengo anch'io con te!-
No, sì, no, sì, alla fine si diressero insieme ai cancelli. A mezzanotte in punto questi si aprirono, loro arrivarono al porticato e trovarono l'ultima gabbia, che era la davvero la più sudicia di tutte. La presero e tornarono di corsa a casa.
L'uccellin Belverde era davvaro magnifico: se non cantava parlava, e viceversa.
Qualche tempo dopo, durante una tempesta, qualcuno bussò alla loro porta: era il figlio del re, che fu accolto con calore dai due giovani. Lui non riconobbe i suoi figliuoli ma li invitò il giorno dopo a pranzo al castello per ringraziarli dell'ospitalità.
Il mattino seguente Jack e Rapunzel videro fuori dalla loro porta una carrozza tutta d'oro trainata da sei cavalli bianchi, che li portò alle porte del palazzo. Lì videro una povera donna murata fino al collo.
Orripilati vollero tornare subito a casa, ma il figlio del re li vide dalla finestra e aprì loro le porte.
I due fratelli arrivarono dunque al banchetto del figlio del re, che li invitò a sedersi e, per sciogliere il loro imbarazzo, chiese loro di raccontare qualcosa.
-Be', cosa dirvi... abbiamo un bel giardino con l'acqua che brilla, l'albero di tutti i suoni e l'uccellin Belverde...-
Tra le esclamazioni di stupore si sentì un suono dolcissimo provenire dalla finestra e tutti i commensali corsero a vedere, ed ecco che nella corte erano apparsi l'acqua che brilla, l'albero di tutti i suoni e l'uccellin Belverde.
Jack fece cenno all'uccellino, che volò nella sala e prese posto sul tavolo. Cantava, era vero, ma appena ebbe finito tutti vollero che parlasse.
-Purché non parli troppo...- si schernì l'uccellino.
-Hai la mia parola di re che puoi dire quello che vuoi.- gli disse il sovrano.
-Va bene. Allora ascoltatemi: smurate quella povera donna. Vostra moglie ha mantenuto la sua promessa, e questi due giovani sono i vostri figli. Fu la regina madre Gothel che li sostituì con due porcellini e ingaggiò un mago nero per ucciderli.-
A quelle parole si diffuse un malessere generale: il re paonazzo fece smurare la nuora e la fece condurre nella sala. Il figlio del re si gettò ai suoi piedi per chiederle perdono e lei, che era gentile, glielo concesse, mentre la regina madre morì schiattando di rabbia e vergogna.
E vissero tutti felici e contenti.

Jack finì la sua storia e fece un sorrisetto: -Qui possiamo lasciarla morta, la cattiva?-
Merida gli fece la linguaccia, mentre Hiccup, che si era interrotto per ascoltare, riprendeva il suo lavoro.
Rapunzel si appoggiò alla spalla dello spirito, che era seduto accanto a lei, e si godette quel contatto fresco sulla guancia. In barba allo spiffero dalla finestra.

 




Angolino dell'autrice:
Ho la brutta sensazione di prendere una deriva un po' troppo dolce. Le fiabe che racconto non vogliono essere edulcorate in alcun modo, ma la mia coscienza più moderna (I suppose?) rispetto a quella di chi queste storie le raccontava qualche decennio (per non dire secolo) fa mi blocca nei momenti più dubbi: sputare in faccia a una persona non va bene. Per cui contestiamolo.
Nella versione di Jack, ci sono un paio di elementi che si discostano parecchio dalla fiaba originale (almeno, dalla versione del mio libro... perché girando su internet ho scoperto un po' di versioni diverse... ma in fondo è anche questo il bello dei miti e delle fiabe, no? Tante versioni con tanti dettagli differenti, a seconda del luogo, del tempo e del narratore): per prima cosa, Pitch Black prende il posto di una Strega del Monte, che assieme alla regina madre alla fine della storia viene legata a un palo e bruciata viva (un po' troppo dolce, dicevamo?); in secondo luogo, i gemellini nascono con dei simboli diversi: lei con il sole e la luna insieme, lui con la croce di cavaliere. Io mi sono sempre chiesta come nessuno per tutta la storia noti questi simboli sulle loro teste. Forse sono spariti con la crescita? E io sono ancora qui a pormi queste domande?
A presto!
Nike
  
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