Serie TV > I Medici
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    11/05/2019    6 recensioni
Questa storia è il sequel della mia precedente long fic "Il mio nome è mai più" e dunque si ispira ancora una volta alla serie TV "I Medici- Lorenzo il Magnifico", con il mio personaggio originale Antonio Orsini che, innamorato di Jacopo Pazzi, decide di mettere a posto le cose tra le due famiglie fiorentine. E, come in ogni mia ff che si rispetti, nonostante tutto ognuno avrà il suo "lieto fine"! Questa ff è incentrata interamente sulla congiura e sul modo in cui Antonio proverà a "scongiurarla" XD... e ovviamente tutto andrà letto in chiave umoristica e leggera, anche se per me questi personaggi sono veri e reali!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori della serie TV "I Medici".
Genere: Angst, Drammatico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Medici Abby's Version'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo ottavo

 

Sweet oblivion

You heal my scars away
you show me the right way
to reach the true happiness
never ending
I can't wait anymore
to flow with your sweet notes
to lose myself deep into
your perfection…

(“Oblivion” - Temperance)

 

Il giorno dopo arrivò fin troppo velocemente. E quella mattina Antonio non volle andare a Palazzo Medici, come faceva di solito, ma chiese a Jacopo di poterlo accompagnare alla sua Banca: sarebbe rimasto lì con lui senza dare fastidio e senza impicciarsi di niente, buono buono…

L’uomo rimase sorpreso dalla richiesta del giovane, ma poi fece un sorriso bonario e fu ben lieto di portarlo con sé: del resto, era un bene che Antonio si abituasse a stare soltanto con lui, considerato il non trascurabile fatto che, dopo quella sera, i Medici non ci sarebbero stati più!

Insomma, tanto valeva che se ne facesse una ragione fin da subito, no?

Tuttavia questo pensiero finì per turbare Pazzi: non gli piaceva soffermarsi troppo su come il suo giovane amante avrebbe reagito alla morte dei suoi amici… doveva trovare qualcosa per distrarlo e rincuorarlo, visto che il duplice omicidio era previsto proprio per quella sera.

Improvvisamente gli venne un’idea fantastica (si vede che le congiure lo ispiravano particolarmente…)!

“Stamani la Banca può aspettare ancora un po’, c’è comunque Francesco ad occuparsene e io ho fiducia in lui” disse. “E’ una bella giornata, perché non andiamo a fare due passi fuori Firenze, magari fino alla Chiesa di San Miniato al Monte?”

La famosa Basilica si trovava in uno dei punti più alti di Firenze e da lassù si poteva godere una splendida vista della città. Antonio fu entusiasta di fare una passeggiata romantica con Messer Pazzi (beh, così la vedeva lui!) e accettò con grande gioia.

Il percorso saliva in mezzo ad alberi e cespugli e, nascoste tra la vegetazione, si potevano ammirare le eleganti ville patrizie che si godevano la solitudine del luogo e la meravigliosa vista su Firenze.

“Messer Pazzi, pensate quanto sarebbe bello vivere quassù!” esclamò Antonio, rapito. “Potremmo stare rilassati e tranquilli, invitare gli amici quando vogliamo e… e voi sareste comunque vicino alla vostra Banca per recarvici ogni volta che ce ne fosse bisogno.”

Pazzi sorrise. L’entusiasmo di Antonio all’idea di vivere con lui come marito e moglie era commovente (Giuliano avrebbe detto raccapricciante, ma insomma…), tuttavia tanto calore gli fece venire in mente un’idea… una delle sue. Si vede che quel giorno era particolarmente ispirato!

“Sai che hai proprio ragione, giovane Orsini?” disse. “Penso che acquisterò una villa quassù per abitarci con te. Devo prima occuparmi di una piccola questione… e poi saremo liberi di scegliere la villa che più ci piace e venire a viverci.”

Tanto sfoggio di generosità aveva il suo secondo fine: Jacopo pensava che, dopo la morte di Lorenzo e Giuliano, Antonio sarebbe stato triste e depresso e lui lo avrebbe distratto e consolato portandolo a vivere con sé in un posto speciale, loro due soli… Dal canto suo, Antonio aveva sperato tutto il contrario, ossia che Jacopo potesse lasciarsi affascinare dal progetto di una vita idilliaca con lui (due cuori e una lussuosa villa) tanto da distogliersi dalla congiura e da tutti i suoi intrighi. Beh, non si capivano proprio, quei due…

Comunque, nonostante fraintendimenti ed equivoci, la passeggiata fu piacevole per entrambi e Pazzi, quando ritornò alla Banca accompagnato da Antonio, era insolitamente sereno e rilassato, tanto da stupire non poco i suoi impiegati!

Le ore, però, non potevano fermarsi, la giornata trascorse e la temuta sera del banchetto arrivò. Antonio, per quanto fosse turbato e preoccupato, dovette parteciparvi e fingere di essere quello di sempre, concentrandosi tuttavia su ogni minimo particolare utile per sventare il complotto contro i suoi amici… senza dover incolpare l’uomo che amava!

Tuttavia ci fu qualche momento in cui il ragazzo perse la concentrazione…

“Quanto siete bello e elegante stasera, Messer Pazzi!” gli disse, incantato e con gli occhi a forma di cuore. “Siete senza dubbio l’uomo più bello di tutta la festa!”

Pazzi, che non era sicuro di essere l’uomo più bello della festa e nemmeno gliene fregava più di tanto, era comunque uno dei più compiaciuti: sorrise e circondò col braccio le spalle del giovane, avviandosi con lui nella grande sala del banchetto.

Il salone era magnifico: c’era un grande tavolo apparecchiato su cui facevano bella mostra vivande di ogni tipo, i musici allietavano la serata con i loro strumenti, dame e gentiluomini si aggiravano sorridenti con i loro abiti più sfarzosi… insomma, quanto di più lontano si poteva immaginare da una futura scena del crimine!

Lorenzo e Clarice stavano accogliendo gentilmente Salviati e il giovanissimo Cardinale Sansoni Riario, mentre Bianca e Guglielmo e Francesco e Novella conversavano piacevolmente poco distante. Novella, naturalmente, stava raccontando a tutti dei suoi bellissimi gemelli ed era raggiante, mentre Francesco esibiva un sorriso da papà orgoglioso.

Mancava Giuliano.

L’assenza del più giovane dei Medici innervosì non poco i congiurati, alcuni dei quali erano chiaramente sul punto di esplodere. Poi c’era Montesecco che, vestito da frate, si aggirava per la sala con una daga sotto la tonaca in cerca del momento giusto per accoltellare alla gola Lorenzo… insomma, questi le congiure non le sapevano proprio fare, si sarebbero fatti scoprire anche da mia nonna!

Jacopo Pazzi era con Antonio e i due Priori Bandini e Vespucci. Ostentando disinvoltura, prese una coppa di vino e si rivolse al giovane Orsini con un sorriso.

“Sai niente di Giuliano?” gli domandò. “Perché non è al banchetto con gli altri?”

Antonio si guardò attorno, sorpreso, poi sorrise anche lui e si offrì con gentilezza.

“Se volete, vado a chiedere di lui a Lorenzo e Clarice, sono proprio laggiù” propose.

Jacopo annuì, mentre Bandini si rivolgeva a Vespucci.

“Non siete obbligato a restare” gli consigliò. “Sarebbe meglio per voi se vi allontanaste con una scusa, così non risulterete coinvolto.”

“No, io voglio veder morire Giuliano!” replicò l’uomo con un tono di voce fin troppo squillante, ancora infuriato con il giovane Medici per i pettegolezzi che erano nati dall’amicizia tra lui, Simonetta e il pittore Botticelli… e meno male che non sapeva tutta la verità!

Jacopo quasi si affogò col vino che stava bevendo. Ecco, ci mancava solo quell’idiota per far scoprire la cospirazione prima del tempo, come se non fosse bastato quel beccamorto di Montesecco con la sua faccia da patibolo appostato come un avvoltoio alle spalle di Lorenzo… ma chi glielo aveva fatto fare di lasciarsi coinvolgere in una congiura da quel gruppetto di disperati? E poi… se Antonio avesse udito le parole di Vespucci? Che grandissimo imbecille…

L’uomo fulminò Vespucci con un’occhiata che l’avrebbe incenerito sul posto, se solo avesse potuto.

“Perché non parlate a voce ancora più alta, Messere, forse in fondo alla sala non vi hanno sentito bene!” sibilò. “Non siate così imprudente e cercate piuttosto di tranquillizzarvi.”

Detto questo, si allontanò seccato da lui e si fece un giro per il salone, salutando cortesemente tutti i presenti fino a raggiungere i nipoti e le loro mogli.

Vespucci si sentì un emerito cretino, come in effetti era.

Mentre Jacopo si intratteneva con Guglielmo, Francesco e le loro spose, Salviati pose a Lorenzo la domanda da un milione di fiorini d’oro.

“Vostro fratello Giuliano ci raggiungerà presto?”

“Immagino di sì” rispose il giovane, rivolgendosi però più ad Antonio, che aveva vicino, piuttosto che all’odioso Cardinale.

In quel momento, però, sopraggiunse Madonna Lucrezia, che con le sue parole diede una gran delusione tanto a Salviati quanto a Jacopo, che poco distante stava ascoltando disinvoltamente le conversazioni degli altri.

“Giuliano si scusa con tutti voi, ma non potrà intervenire al banchetto questa sera” disse, “tuttavia non crucciatevi, potrete incontrarlo domenica alla Messa di Pasqua.”

L’unico a preoccuparsi realmente delle condizioni di salute dell’amico fu Antonio, com’è logico. Jacopo Pazzi rimase a bocca aperta come un fesso, mentre Salviati si innervosì immediatamente, tanto più che Lucrezia si stava avvicinando al falso monaco Montesecco.

“Non siate timido” gli diceva, cortesemente ma con uno sguardo che raccontava un’altra storia. “Perché non vi avvicinate al tavolo e non prendete qualcosa da mangiare?”

Sempre più nervoso, Salviati si intromise, prese Montesecco per un braccio e fece per portarlo via, abbozzando una mezza risposta di scusa alla dama.

“Non può rispondervi, Madonna, ha fatto voto di silenzio” disse, cercando di portarlo via prima che lei insistesse. “E sta anche digiunando come penitenza quaresimale.”

Prima che Lucrezia potesse domandare che cosa diavolo ci facesse allora ad un banchetto, Salviati condusse Montesecco all’altro lato del salone, dove ben presto venne raggiunto da Bandini, Vespucci e Pazzi.

“Madonna Lucrezia stava per scoprirvi” sibilò indignato il Cardinale all’indirizzo di Montesecco.

“E Giuliano non presenzierà al banchetto” aggiunse Jacopo.

“Forse sospettano qualcosa e non si faranno più vedere insieme” azzardò Bandini.

“Ma no, come potrebbero sospettare? Siamo stati così prudenti” protestò Vespucci, guadagnandosi un’altra occhiata incendiaria da parte di Pazzi. Già, com’era possibile? Erano dei perfetti congiurati! Jacopo cominciava a pensare che quella manica di idioti non avrebbe saputo nemmeno rubare una caramella a un bambino.

Proprio in quel momento giunse Antonio e quelli della gang si zittirono immediatamente. Montesecco, sempre con quel suo fare disinvolto e insospettabile, si allontanò dal gruppo e anche dal salone. Salviati, invece, si rivolse al ragazzo con il sorrisetto più viscido e untuoso che riuscì a sfoderare.

“Messer Orsini, so che siete un buon amico di Giuliano de’ Medici. Perché non andate a fargli visita in camera sua in modo da sapere qualcosa di più sulle sue condizioni di salute? Forse non sta poi così male e potrebbe anche scendere per rendere omaggio al nuovo Cardinale” propose.

Antonio sussultò. Sapeva bene perché Salviati voleva Giuliano al banchetto, eppure seppe mantenere il sangue freddo.

“Certo, potrei farlo, ma non vorrei disturbarlo, forse riposa” disse. “Comunque posso andare a chiedere a Madonna Lucrezia e…”

“NO!” ruggì inaspettatamente Jacopo, afferrando Antonio per un braccio. Lo sguardo che rivolse al cugino Salviati era puro veleno.

Era già abbastanza orribile che Antonio dovesse veder morire i suoi amici, non avrebbe mai permesso che si sentisse in colpa per il resto della sua vita per aver condotto Giuliano alla morte. Come poteva Salviati anche solo pensarlo? Una vipera, era, un serpente. Doveva a tutti i costi tenere Antonio lontano da lui, aveva un brutto presentimento, sentiva che quel depravato avrebbe potuto fargli del male solo per pura malvagità.

“Messer Pazzi, state bene?” chiese il ragazzo, che aveva compreso bene la manovra di Salviati ma non gli scrupoli di Jacopo. “Non preoccupatevi, se voi non volete non disturberò né Madonna Lucrezia né Giuliano…”

“Infatti, non c’è ragione di disturbarli” tagliò corto l’uomo, tanto per mettere in chiaro le cose. “Madonna Lucrezia ha già detto che Giuliano sarà a Messa domenica, perciò non può stare così male. Lo incontreremo là.”

Il discorso era chiuso per tutti e anche Salviati arrivò a capirlo.

Il resto della serata trascorse in modo più o meno normale, anche se Vespucci e Salviati lasciarono il banchetto prima del previsto.

Jacopo, da parte sua, restò sempre vicinissimo ad Antonio, sentendosi turbato e preoccupato. Non gli era piaciuto per niente il modo subdolo in cui Salviati aveva tentato di coinvolgerlo nella congiura e si sentiva sempre meno convinto che fosse la cosa giusta da fare, specialmente con quella compagnia di imbecilli.

Doveva proteggere Antonio, tenerlo lontano da quella feccia…

Forse, chissà, avrebbe fatto meglio a tenersene lontano anche lui, ma ormai era troppo tardi.

Fine ottavo capitolo

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Medici / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras