Remake di Mio cucciolo
d’uomo.
Cap.4 Cucciolo d’uomo
Goku atterrò davanti a
Goten, guardandolo appoggiato alla
barriera semitrasparente, le braccia strette al petto e le mani
appoggiate
sulle spalle.
“Urca, sapevo che ti avrei
trovato qui” disse, avanzando
verso di lui.
Goten alzò lentamente la
testa, aveva gli occhi arrossati e
il naso umido, si pulì le gote bagnate di lacrime con il
dorso della mano.
“Non riesco a passare, per
quanto ci riesca. Non posso
raggiungere la mia Bra” biascicò con voce roca.
< Mio cucciolo
d’uomo, tu e Gohan avete il cuore di
vostra madre; ma tu sei anche così simile a me. Hai tutti i
miei difetti, alle
volte siamo troppo cocciuti e non riusciamo a delegare ad altri le
nostre
battaglie > pensò Goku.
Lo raggiunse e
s’inginocchiò davanti a lui,
“Lasciati dare un consiglio
da qualcuno che ha commesso i
tuoi stessi errori e ha vissuto questi timori prima di te.
Questa volta puoi solo credere in
Junior ed Elly. Ci
penseranno loro a Bra” disse.
Goten sentì la madre del
genitore venirgli posata sulla
testa.
“Gli stessi
timori?” domandò.
Goku annuì lentamente,
rispondendo: “Contro Cell non potevo
fare nulla. Dovetti lasciare combattere tuo fratello Gohan, anche se
era solo
un bambino era l’unico che poteva salvare la
Terra… e con essa la mia amata
Chichi”.
“Dove pensi che sia adesso,
Bra? Sarà spaventata?” gemette
Goten.
Goku gli posò la testa
sulla sua, i suoi capelli mori si
confusero con quelli del figlio.
“Ascoltami. In questo
momento il piccolo Goshin ha bisogno
di te. Lo so che è dura stare a casa, dove tutto ti ricorda
lei, ed essere
forte. Però un padre deve saper mettere da parte i propri
desideri per i suoi
bambini.
Io sono il primo che fin troppe volte
non ci riesce, ma so
che è giusto” disse.
< Io che avrei soltanto farvi
crescere realizzati,
vederci realizzare i vostri sogni. Invece sono costretto a farvi
affrontare da
soli i vostri incubi.
Mi chiedo se un giorno spiccherete il
volo, aprirete le
vostre ali al vento e mi lascerete indietro. Se quando verrà
il momento e
sfiderete anche il sole, vi ricorderete di me > pensò.
“Davvero sei riuscito a
farti da parte per il bene degli
altri? Ad accettare che tu non potevi niente?”
esalò Goten con voce tremante.
< Mio piccolo uomo, ti chiedo
perdono per tutto quello
che non riesco ad essere come padre. Io stesso non so neanche capire
come mai
compio quegli sbagli ed ho il terrore che le mie insicurezze si
riflettano su
di te, tuo fratello o la tua piccola sorellina >
pensò Goku.
“Sì. Continuare
a restare qui, illudendoti che alla fine
riuscirai a forzare la barriera, non farà altro che
alimentare delusioni. Devi
sperare, per farlo ci vuole anche più forza che nel
combattere direttamente”
disse.
Goten si rialzò in piedi,
il padre gli sorrise, si alzò a
sua volta e gli accarezzò la testa con la mano,
scompigliandogli i capelli.
“Allora mi
occuperò di Goten. Voglio avere fiducia anche in
Bra” disse Goten con voce tremante.
“Bravo, figliolo”
sussurrò Goku.
< Mi chiedo se Vegeta in
questo momento stia dovendo fare
lo stesso discorso a Trunks. Per lui, così orgoglioso,
dev’essere peggio che
per chiunque altro; non può salvare sua figlia e deve dire a
Trunks di farsi da
parte in queste condizioni > pensò.
Goten abbracciò il padre e
gli nascose il viso contro il
petto muscoloso, singhiozzando.