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Autore: Erica K Lovett    12/05/2019    0 recensioni
Quando il far west chiama, Jinger McAle risponde ma oltre la fitta coltre del deserto si nascondono insidie inimmaginabili e solo un cuore audace sarà in grado di continuare il viaggio...
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The lone wolf- il quieto pistolero
-Tesoroo!- Suzanne accorse dal suo promesso sposo, sapeva che l'avrebbe trovato sotto al porticato della locanda
-Oh...pensavo stessi stendendo i panni-
McAle stava guardando l'orizzonte con occhi vacui -Sì, scusami...il tramonto mi ipnotizza ogni volta- il cowboy prese le mani di Suzanne
-...ma mai quanto la tua bellezza-
la ragazza lo guardò, esitante, con le labbra protese in avanti - Ehm...signor cowboy, non crede manchi qualcosa?-
Jinger la guardò dubbioso e titubante - Oh, scusami, cara- il cowboy le diede un bacio sull'angolo della bocca e tornò a guardare l'orizzonte.
La ragazza lo scrutò corrucciata, a braccia conserte "Qui serve una bella chiacchierata"
                                                                                                        *
-E' parecchio che stiamo cavalcando, sicura di sapere dove stiamo andando?- Jolene guardò Lucas, ogni volta che qualcuno metteva in dubbio le sue idee si sentiva sfidata, era una ragazza facilmente irritabile
- Certo, caro, il mio fiuto non sbaglia mai!-
-Sai...sei stata davvero sbalorditiva quando hai steso quei balordi, dove hai imparato a sparare così?- la ragazza sorrise compiaciuta
- Da uno dei migliori pistoleri del far west, naturalmente...mio fratello-
-Hai un fratello? Non mi pare di averlo visto in giro...-
-Non vive in città, è un tipo solitario...-
-Già, proprio come quel testone di Jinger- la ragazza prese la mano di Lucas
- Non dovrai più preoccuparti per lui, amore, stiamo andando molto, molto lontano- lo baciò sulle labbra, ma, nella testa del ragazzo, uno strano senso di colpa cominciava ad affiorare
                                                                                                    *
La locanda sembrava deserta senza la padrona di casa e Lerry, ma Suzanne non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Jinger stava spolverando il bancone e nel vederlo così, mansueto e docile, Suzanne provò una sofferenza insopprimibile "Così non va proprio" -Ehm...posso parlarti un secondo?- il cowboy con sguardo sospettoso scrutò la ragazza
-Ho fatto qualcosa che non andava? Giuro, sono innocente- il cowboy alzò le mani, sorridendo
- Al momento nessuno verrà processato, glielo prometto- la ragazza gli fece cenno di salire al secondo piano.
McAle si sedette accanto alla promessa sposa -Di cosa vuole parlarmi?-
-Ecco...da quando tu e mio fratello vi siete divisi, tu non sei più lo stesso. Io ti amo tantissimo ma...se devo averti accanto in queste condizioni...- gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime -...forse è meglio che tu sia libero. Lo so che...tu non provi quello che io sento per te...lo leggo nei tuoi occhi...- Suzanne prese il viso del cowboy tra le mani
-Quell'ardore...la scintilla che illuminava il tuo sguardo selvaggio...si è spenta. Io non sono di certo il genere di ragazza pronta all'avventura...lo ha sempre detto Lucas, e...- il cowboy appoggiò amorevolmente un dito sulle labbra della giovane
-Suzanne, tu stai cercando di essere te stessa con me, e io lo apprezzo moltissimo, il fatto è che...non credo di essere adatto come marito, non credo di essere adatto a te...e comunque tuo fratello non sa nulla di te...- Jinger prese tra le mani quelle della ragazza
-...inoltre io ho fatto una scelta, non devi preoccuparti per me, il mio cuore è proprio qui, accanto a te e voglio sposarti, anche se questo comporterà meno avventure nel deserto- la ragazza strinse a sè Jinger.
-...insomma, ho l'onore di poter baciare la quasi promessa sposa di James Black, cosa posso chiedere di più?- Suzanne incrociò le braccia sul petto - Non mi pare proprio tu lo stia facendo- il cowboy la guardò sospettoso
-Dici?- Jinger prese la ragazza tra le braccia e la baciò dolcemente, senza pensarci troppo.
-Aspettami qui- Suzanne corse nella stanza adiacente
-..e non sbirciare!- la richiesta giunse forte e chiara
-D'accordo, signorina!- McAle sorrise, si distese sul letto e chiuse gli occhi, addormentandosi. Suzanne, sentendo il cowboy russare, rise sommessamente "Ops...forse ci ho messo un po' troppo".
Una mano delicata accarezzò il viso di McAle -Scusami se ho impiegato un po' più del previsto- il cowboy assonnato non aprì gli occhi
- Non preoccuparti, tuo fratello impiegava lo stesso tempo per alzarsi dal letto...- la ragazza salì sul letto cigolante, senza dire una parola
-Suzanne? Che stai...- McAle alzò lo sguardo e rimase a bocca aperta, i lunghi boccoli cremisi di Suzanne ricadevano elegantemente sulle spalle color avorio, indossava un corpetto nero e vermiglio
-Sai cara...la lingerie ti dona parecchio- la ragazza arrossì sistemandosi le spalline in pizzo nero
-...ma tua madre mi ucciderebbe se sapesse che ti ho visto...così...-il cowboy abbassò lo sguardo, arrossendo
- Ma mia madre adesso non c'è...- la ragazza si avvicinò carponi al promesso sposo mentre lui indietreggiava
- Di cosa hai paura?- chiese Suzanne, McAle sorrise imbarazzato
-Ecco...non voglio che tu pensi che io voglia...insomma...usar...-la ragazza si gettò sul cowboy
- Troppo tardi, amore...girati e rilassati, mi sembri molto teso-
Suzanne gli sbottonò la camicia e fece scorrere le mani lungo la schiena dell'amato.
-Oddio...erano giorni che questa schiena non mi dava tregua...ricordami che ti devo un enorme favore...-
-Non mi devi proprio nessun favore, siamo praticamente marito e moglie, è tutto normale...-
-Sì, ma...credo di essere un po' anziano e se tu mi chiedessi di portarti sulle spalle non avrei certo le forze di un ragazzino, ahah!-
-Tu dici?- Suzanne cominciò a mordicchiare il collo di McAle, accarezzandogli delicatamente il sedere Il cowboy prese tra le mani il viso della ragazza e la guardò intensamente negli occhi
- Non farlo solo per far stare bene me, intesi?- Suzanne osservò ardentemente le labbra carnose di Jinger
- Lo faccio perchè ti amo-lo baciò dolcemente.
Il cowboy le sorrise sincero, era come se Suzanne aspettasse da giorni una sua confessione.
-...allora vieni qui- la strinse a sè e la baciò sulle labbra, la ragazza lo accarezzò sui fianchi.
-Mi piacerebbe fare una cosa...-
-Sono a sua disposizione, madame- Suzanne legò i polsi del cowboy alla testata del letto e lo bendò.
La ragazza gli leccò lentamente l'orecchio- Ti amo Jinger McAle...- quella frase sussurrata fece venire i brividi al cowboy
-...rilassati- Suzanne baciò Jinger sugli addominali scendendo fino all'ombelico.
Il cuore del pistolero riprese a battere dopo molto tempo, Suzanne gli tolse lentamente i pantaloni e si sdraiò sopra al promesso sposo -Vuoi farmi impazzire, per caso?- la voce del cowboy era leggermente affannata
-Forse...- la ragazza gli leccò lentamente il collo, allentando le stringhe del corpetto e ansimando sulle labbra di McAle.
-Perchè non mi sleghi e non scopri cosa succede dopo?- Jinger sembrava pronto a mangiarla, Suzanne sorrise e non ci pensò due volte.
Il cowboy la prese in braccio e la fece sedere su una vecchia scrivania di legno, a gambe aperte, il profumo inconfondibile del pistolero era come una carezza sul viso della giovane innamorata.
- Amore...- Jinger le baciò le cosce, accarezzandola e leccandole l'intimo in pizzo, la ragazza iniziò ad ansimare
-Ora siamo pari...- McAle la guardò dritta negli occhi e continuò a baciarla, mordicchiandola di tanto in tanto
-D'accordo, allora, riportami su quel letto e fammi tua- il cowboy la ripose sul giaciglio, le strappò di dosso il corpetto mordendole il collo affusolato, si tolse tutto ciò che gli rimaneva addosso e la mise sopra di sè.
Suzanne riprese ad ansimare e McAle la baciò come se non volesse più lasciarla, tenendola stretta a sè
- Non voglio essere di nessun altro, se non tua-
- Allora dimostramelo...amore- il cuore della giovane si arroventò, era la prima volta che la chiamava così -Ma certo-
la ragazza ansimò più forte e graffiò la schiena dell'amante.
La pelle calda di Suzanne, il suo seno sul petto...Jinger chiuse gli occhi e si appoggiò alla sua promessa sposa, ansimando insieme a lei, dimenticando ogni preoccupazione.

I due amanti si risvegliarono completamente nudi -...e comunque io non l'ho mai detto che tu non sei un'avventuriera-
-Sì, ma lo hai pensato, ammettilo!- il cowboy sorrise dolcemente
-Beh, se vai a cavallo come fai l'amore, direi che sei sulla buona strada per imparare- Suzanne sorrise compiaciuta
-Mi stai per caso proponendo il secondo round, signor McAle?- la ragazza abbracciò l'amante
-Tu che dici?-
- Io penso sia un sì- McAle mordicchiò le labbra della giovane, sorridendo.
-Siamo tornati!- dal pian terreno l'affannata voce della locandiera interruppe il bacio
-Sarà per un'altra volta, allora- la ragazza lo baciò sul labbro inferiore e si rivestì
-magari domani-
-magari stasera- McAle le fece l'occhiolino e Suzanne gli rispose con una boccaccia.
-Quel dannato raduno era una noia mortale...ma dovevate vedere quanto mangiava Lerry!- l'ex bandito si grattò la testa
-Credo di essermi lasciato prendere un po' la mano...-
-E voi? Avete sistemato?- McAle e Suzanne si guardarono imbarazzati e sorrisero, scambiandosi uno sguardo complice
-Certamente-
                                                                                                   *
-Eccola!- la casetta era isolata, lontana da qualsiasi cittadina -Me l'ha regalata mio fratello, è l'unico che mi è rimasto al mondo...-
-Non è vero. Ora hai me...- la ragazza accennò un sorriso
-Ma...perchè lavoravi in quel saloon?-
-Ecco...non volevo essere un peso per lui e, in qualche modo, volevo guadagnarmi da vivere...-
- Lasciandoti in quel posto pieno di bastardi?- Jolene non rispose.
-Spero ti piacerà, tesoro...saremo solo io e te- Jolene strinse a sè Lucas con tenacia
-E' magnifica, ma...quando faremo un altro giro in città?-
-Oh...presto,caro. Rilassati un po', io torno subito- il ragazzo la guardò stranito
-Dove vai?- Jolene si sistemò i capelli -In un posticino qui vicino...-
-Posso accompagnarti se vuoi...-
-Non c'è bisogno- rispose secca
-Ehm...ti rovinerei la sorpresa- gli fece l'occhiolino e uscì veloce dalla porta, lasciando Lucas solo dentro l'enorme dimora.

Un piccolo carretto ricolmo di cibo passava per la vecchia strada sterrata tutti i mercoledì a mezzogiorno in punto, naturalmente Jolene colse l'occasione.
La ragazza fermò il cavallo poco prima dell'arrivo del carretto
-Signora! Si tolga da lì!- Jolene non mosse un muscolo
-Mi ha sentito? Si levi da lì!- il conducente scese dal carretto e, infuriato, si incamminò verso la donna
-E' sorda per caso?- Jolene sorrise malvagia e sfoderò la pistola, puntandola dritta alla gola dello sciagurato
-Nessuno le ha mai insegnato le buone maniere?-l'uomo rimase impietrito
-...mi consegni tutto il carico, grazie- la donna si mise alla guida del carretto
-Lei è davvero gentile, sa?- poco dopo giunse a casa, senza preoccuparsi troppo dello stupore di Lucas
-Tesoro, sono a casa! Ho fatto la spesa!- il ragazzo guardò il carico, stranito
-Cara...non ti sembra di aver un po' esagerato? Un carretto? Per giunta stracolmo? Ci sarà cibo a sufficienza per sfamare un'intera cittadina!-
-Allora vorrà dire che non ci sarà bisogno di andare a reperire viveri per un bel po', non trovi?- la ragazza si tolse gli stivali, lanciandoli per aria
-Oh, dimenticavo...non sono un'ottima cuoca, perciò, potresti cucinare tu?- gli occhioni brillanti dell'affascinante giovane convinsero il ragazzo
-Ma certo, principessa. Sono il re della cucina-.
                                                                                                              *
Quella sera toccò a Suzanne preoccuparsi per il fratello, il vento le accarezzava il viso dolcemente, il cielo oscurato da grosse nubi preannunciava una tempesta "Quei due separati...ho uno strano presentimento"
McAle la abbracciò e le diede un bacio sulla guancia -Mi sembri sovrappensiero...a cosa stai pensando?-
-Non so...ho uno strano presentimento, sento che c'è qualcosa che non va...- il cowboy la scrutò attentamente
-Avete esattamente lo stesso sguardo quando siete preoccupati, tu e tuo fratello...non ho avuto modo di conoscere meglio quella donna, ma, c'era qualcosa in lei...quegli occhi di ghiaccio mi davano i brividi. I tuoi invece, a confronto, sono limpidi come l'acqua-
il cowboy prese il viso della ragazza tra le mani e la baciò
-Promettimi che vi rivedrete presto- McAle condivideva la stessa preoccupazione di Suzanne, in fondo al cuore sentiva anche lui una strana sensazione, qualcosa che lo scuoteva fin dentro le viscere
-Te lo prometto, non lascerei mai quello scapestrato solo e in balìa di sè stesso...devo solo sperare che gli venga in mente la mia stessa idea...-
-E sarebbe?-
-Incontrarci da zio Earl...non preoccuparti, cara, torna dentro, arrivo tra un secondo- Suzanne lo guardò fiduciosa e varcò la soglia della locanda.

A notte fonda, mentre Lucas russava profondamente, Jolene uscì silenziosamente dalla porta di casa ed inforcò il cavallo, diretta non molto lontano da lì, il far west sembrava una fossa silenziosa quando la luna calava sulla landa desolata.
La piccola cittadina sembrava abbandonata, ma la ragazza entrò senza timore in quello che pareva un saloon disabitato
-Lo hai trovato?- due occhi color ghiaccio la guardarono intensamente nel buio della stanza
-Certo. Devo solo ideare un piano per trarlo in trappola...non te ne pentirai- Jolene sorrise compiaciuta
-Sapevo di poter contare su di te, torna pure a casa. Buonanotte e sogni d'oro, sorellina-.

Lucas si girò e rigirò nel letto, un profondo malessere oscurava i recessi della sua mente
-Dannazione, un altro incubo...scusami tesoro se ti ho...- il ragazzo si stupì, Jolene non era accanto a lui.
- Dove diavolo sarà a quest'ora di notte?- la risposta giunse rapida poco dopo.
Lucas udì gli zoccoli di un cavallo fermarsi e la porta di casa aprirsi lentamente, fece finta di dormire. Jolene accarezzò il viso del giovane
-Scusami, amore, tutto questo finirà molto presto...-
                                                                                                       *
Suzanne si svegliò prima del cowboy e lo guardò dormire beatamente -Sembra proprio un bambino-
Jinger aprì gli occhi e sorrise alla ragazza
-Guardarmi nel sonno? Non ti sembra di esagerare?- il cowboy le sorrise, prendendola in giro
-Non è mai abbastanza il tempo che passo con lei, lo sa? Perciò...devo recuperare- Jinger le accarezzò i fianchi, completamente nudi
-Lo so bene...a quanto pare c'è altro di cui non ne hai mai abbastanza- le fece una linguaccia e Suzanne, sorpresa, gli tirò una cuscinata
-MI SCUSI? Che fine ha fatto il gentiluomo che ho conosciuto quando mi sono innamorata?-
-Probabilmente sta ancora dormendo- le sussurrò.
-So che mi odierai, ma...pensavo di partire questa sera...- Suzanne sospirò, abbassando lo sguardo
-Capisco...- McAle sfiorò le la labbra della ragazza con le proprie e si perse nei suoi occhi azzurri
-Tornerò presto, non voglio che le labbra di qualcun altro sfiorino le tue- le accarezzò il viso come se fosse quello delicato di una bambina e la strinse a sè.
- Sarà meglio scendere, prima che ti divori...il mio stomaco reclama un caffè bollente e qualcosa da mettere sotto i denti, non mi perdonerei mai un atto di cannibalismo verso di te-.

-La colazione è pronta!- Lucas si girò dall'altra parte, furibondo
" Nemmeno Satana in persona mi farà uscire da questo letto" Jolene, impaziente, gettò le lenzuola a terra, lasciando il ragazzo al freddo
-Amore...non vorrai che il bacon si freddi, vero? Ci ho messo COSì TANTO IMPEGNO per prepararlo-
-...sono solamente due fettine di maiale in padella, cosa diavolo ci vuole a prepararle?- borbottò il ragazzo tra sè e sè
-COME, SCUSA? HAI PER CASO DETTO QUALCOSA?- chiese Jolene, furiosa.
Lucas si alzò di malumore sotto lo sguardo algido della giovane "Calma, Lucas...usiamo la diplomazia per una volta" si schiarì la voce
-Cara...ti è mai capitato di fare...escursioni notturne?- la domanda velava una sottilissima accusa
-Tesoro, ma cosa dici...una ragazza, da sola, nel deserto? Mi lasceresti mai attraversare questa landa desolata sola soletta?-
-Se fosse per avere del buon bacon, certo- sussurrò Lucas, la donna lo fulminò
-Ma certo che no, cara- le sorrise mansueto.
Jolene gli mandò un bacio al volo -Vuoi anche le uova con il bacon?-.
Le montagne non sembravano così lontane da lì, sembrava quasi un angolo di paradiso, lo sarebbe stato, se non fosse stato per il " guardiano silenzioso" che osservava il ragazzo insistentemente, si sentiva braccato, ma una strana linea invisibile lo attraeva a lei incessantemente, nessun coltello avrebbe potuto spezzare quello strano incantesimo, o meglio, uno ed uno soltanto.
Quella sera Lucas si sentì più solo che mai
-Quanto mi mancano...Suzanne, Jude, zio Earl e...Jinger, più di tutti...forse potrei chiedere a Jolene di...-gli occhi del ragazzo si accesero, la scintilla, ormai spenta da tempo, si era riaccesa.
Lucas corse dalla promessa sposa e prese le sue mani dolcemente, guardandola con gli occhi speranzosi di un bambino
-Amore...vorrei chiederti una cosa- la ragazza lo scrutò sospettosa
-Prima di sposarci...vorrei rivedere la mia famiglia...mia madre, Suzanne e...Jinger- Jolene incrociò le braccia, stizzita
-Non se ne parla proprio, non ho alcuna intenzione di affrontare un viaggio così lungo...-il cuore di Lucas si frantumò
-Ma...ma...non è così lontano da qui e poi...tu non dovresti venire con me, andrei solo- lo sguardo infastidito e algido della donna non prometteva nulla di buono
-Lo sai che sono gelosa, tesoro...e, non avrei voluto dirtelo, ma...quel McAle non mi piace affatto, lascia che te lo dica...la prima volta che ci siamo incontrati io e te, al saloon, dovevi vedere con quale sguardo lascivo mi osservava, non fidarti di lui...-
Lucas si sentì morire ma la ragazza gli diede un bacio
-Ci sono io qui con te, non hai bisogno di nessun altro-.
-Ma...certo- la rabbia e la delusione si mescolarono nel cuore del ragazzo, era come se un fiume in piena volesse straripare " Perchè non posso avere entrambe le cose che amo? Perchè devo scegliere?". Una valle di lacrime si celava nell'animo di Lucas, quella sera nemmeno la cena riuscì a consolarlo.
   
 
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