Cap.19 Lacrime
di sangue
L’aurora
boreale di un verde intenso drappeggiava il cielo in una serie di
tinte che risaltavano sullo sfondo blu notte.
<
Preferisco la notte o la tempesta alle giornate luminose e
apparentemente piene di vita
Era
una bella giornata di sole su un altro pianeta quando da bambino mi
comunicarono che il mio pianeta era esploso. Ed era una bella giornata
sulla
Terra, oggi… > pensò Vegeta. Gli effetti
di luce nella volta celeste sopra
di lui si riflettevano nei suoi vuoti occhi color ossidiana.
Teneva
le spalle curve, il corpo rigido ed i suoi occhi erano arrossati, il
cheto vento faceva ondeggiare i suoi capelli a fiamma.
“Nappa,
ti avevo detto
di non metterti in contatto con me. Ho preso questo scouter non ancora
tarato
per le emergenze, non per me…”. Iniziò
a lamentarsi Vegeta, assottigliando gli
occhi. Era seduto su una palma, sotto di lui Crilin chiacchierava con
Goku,
mentre Piccolo inseguiva dei gabbiani.
“Principe…”
esalò Nappa,
tossendo.
Vegeta
sentiva il suo respiro profondo, aveva la vista annebbiata e le
tempie gli pulsavano, alcune ciocche larghe tre dita gli erano finite
davanti
al viso.
“Cosa
c’è?” chiese
Vegeta con voce roca, corrugando la fronte.
“…
Sono felice di
sentirti… ragazzo…”. La voce di Nappa
arrivava ovattata, affaticata.
Vegeta
serrò un pugno, facendo scricchiolare le ossa, le nocche in
tensione
e il braccio che gli doleva.
<
La stessa voce che mi comunicò il mio popolo, la mia gente,
il mio
futuro, la mia corona, erano stati spazzati via, mi ha dato le
più terribili
notizie che potessi ricevere dopo quelle non più tardi di
qualche ora fa… >.
Nappa
ansimava, il suo
respiro era simile a un rumoroso rantolo.
“Posso
sapere cos’hai?”
domandò Vegeta, con tono d’urgenza.
“…
Vegeta… è stato bello
lavorare per te…” mormorò Nappa. Si
udì un basso singhiozzo, seguito da dei
forti colpi di tosse.
<
Ora posso solo rivivere all’infinito quei momenti,
schiacciato
dall’amarezza e dal rimpianto … >
pensò, serrando gli occhi. Gettò indietro
la testa, sentì sapore di sale sulle labbra, mentre un
gonfio rivolo di lacrime
gli scivolava lungo la guancia. < Nappa era sempre stato un tipo
strano, non
avevo mai voluto ammettere nemmeno con me stessa che fosse come un
padre per
me>.
“Nappa,
dannazione, mi
stai spaventando. Cosa sta succedendo?!” domandò
il principe, la voce deformata
dall’ansia.
“Freezer,
ha… ha pensato
che… che fossimo pericolosi per lui… c-ci ha
attaccato…”.
Alla
risposta di Nappa,
Vegeta si alzò in piedi, levitando sopra la palma con il
fiato mozzato. Osservò
con gli occhi appannati il resto del gruppo sotto di lui, diminuendo
l’aura
fino ad azzerarla.
Vegeta
controllò che la sua aura fosse ancora azzerata ed
espirò pesantemente.
<
Avrei dovuto portarli tutti con me, avrei dovuto temere di
più
Freezer. In fondo lo sapevo che quel tiranno non è solo un
nemico imbattibile,
ma è anche un avversario subdolo… un vero mostro.
Ed
io mi ero illuso pensando che loro ci sarebbero stati a vedere il
giorno
in cui lo avrei annientato > pensò Vegeta.
“Dove
siete? Radish e Turles
sono con te?
La
navicella non è
lontana, posso raggiungervi e…”. Iniziò
a proporre Vegeta.
“…
Sono morti…” rispose
Nappa lapidario. “… davanti ai miei occhi, non ho
potuto evitarlo…”.
Vegeta
si allontanò in
volo silenziosamente, le gambe gli tremavano e sentiva un gruppo alla
gola.
“…
Non è possibile…”
esalò.
<
Come dirò a Kakaroth che i suoi fratelli sono morti?
>. Il respiro
dei principe dei saiyan divenne profondamente irregolare.
Boccheggiò un paio di
volte. < Rivedo ancora il sorriso di quel folle di Turles ed i
suoi modi di
fare astrusi. Litigava sempre con Kakaroth solo per infastidire Radish.
Radish…
mi aiutava sempre a fasciarmi le ferite come un fratello maggiore
premuroso. M’incoraggiava a non mollare, come se ce ne fosse
stato bisogno. Si
vantava delle sue conquiste in ambito di donne, quando si vedeva che
non ci
provava nessun reale gusto.
Non
meritavano questa fine, di annegare nel loro stesso sangue per colpa di
una maledetto > pensò.
“…Principe,
vi ho voluto
bene, ma non spero di rivedervi agl’inferi con me. Meritate
di meglio…” esalò
Nappa come ultimo respiro.
“Nappa,
non dire
fesserie… Nappa?! NAPPA! NAPPA RISPONDI!
Ti
prego, rispondi! NAPPAAA!”.