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Autore: MatsuFla    13/05/2019    1 recensioni
Come sarebbe andata la storia se Ian, etero convinto, fosse stato davvero il ragazzo di Mandy?
Dal testo: Questa è la storia di come il fratello della mia ragazza mi ha cambiato la vita. Non credevo potesse mai accadere nulla del genere, ma alla fine è successo!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Cap 15/19 - Anima gemella

È già qui, è venuto per me, bussa insistentemente alla porta chiamando il mio nome, ma io non voglio vederlo, non voglio vedere nessuno di quei due stronzi... mai più!
Lui sa che vengo a nascondermi qui quando cerco di scappare... da Terry, dalla polizia, dalla mia vita di merda... io corro a cercare riparo dalla zia Rande.
Le cose mi stavano andando troppo bene ultimamente e come una stupida mi sono illusa che finalmente anche a me potesse accadere qualcosa di bello nella vita. Mio padre in prigione, i miei fratelli che non combinavano nulla di troppo grave, un lavoro più o meno decente... niente di eccezionale, anzi, tutto di gran lunga sotto lo standard dei desideri delle altre ragazze della mia età. Ma per una nata a cresciuta nel South Side le aspettative sono molto basse, sono abituata ad accontentarmi e se a questo si aggiunge anche che ogni maledetto Milkovich nasce inesorabilmente sotto una cattiva stella, mi pare chiaro che sono fottuta!
Ma non mi importava perché io avevo lui, Ian Gallagher. Non avevo bisogno di nient'altro per essere felice.
Ian è tutto quello che una ragazza può desiderare... tanto per cominciare, al contrario di tutti i criminali di questo quartiere del cazzo lui ha un lavoro nobile che svolge con impegno, ama e si prende cura della sua famiglia e delle persone a cui tiene... e poi è bello, cazzo se è bello! È alto e snello, occhi come smeraldi e capelli di fuoco, spalle larghe e corpo muscoloso, buono e gentile, passionale e divertente e a letto è un fottuto Dio che sa perfettamente come usare i ventitré cm* di cazzo che ha tra le gambe.
Ma è soprattutto un traditore bugiardo ed è anche, a quanto pare, un frocio di merda!
Ieri sera sono andata a casa sua per parlargli, volevo scusarmi con lui per averlo aggredito, noncurante del brutto momento che sta passando. Avevo intenzione di sistemare le cose, dirgli che non pensavo davvero le cazzate che ho detto, che rompere con lui è ciò che più mi spaventa al mondo e mai avrei voluto che accadesse. Volevo baciarlo e stringerlo forte a me senza lasciarlo andare... mai più, cazzo... perché i tre giorni passati lontana da Ian sono stati i peggiori della mia vita.
Sono andata via da lui sbattendo la porta e, anche se mi sono pentita di averlo fatto dopo soli due cazzo di minuti, ho aspettato settantadue ore prima di tornare sui miei passi. Non c'è stata né una chiamata né un messaggio, tante volte sono stata sul punto di farlo ma poi non ho avuto il coraggio. 
Pensavo che magari lui sarebbe stato meglio lontano dai miei capricci, dai miei drammi e dai miei guai; ma poi non ho retto più perché a me mancavano tremendamente i suoi capricci, i suoi drammi e i suoi guai e speravo che per lui fosse lo stesso. Credevo che lui stesse provando lo stesso fottuto dolore che provavo io ma che accettasse di rimanermi lontano solo per rispettare la mia stupida volontà di farla finita tra di noi, ma ho scoperto che invece lui era già andato avanti... senza di me.
Sono venuta a saperlo nel peggiore dei modi, vedendo il mio cazzo di ragazzo felice tra le braccia di un'altro uomo, con un dannato sorriso raggiante e sereno sulle labbra che non gli avevo mai visto prima.
'Hey, noi andiamo ad un appuntamento!'
Ha detto entrando in casa barcollando, aggrappato stretto a mio fratello... perché, si, come il più stupido dei cliscè, sono stati i due uomini a cui tengo di più a tradirmi. Porca troia, le due persone che più di tutti avrebbero dovuto amarmi e proteggermi mi hanno invece pugnalata insieme alle spalle e non sembrano esserne pentiti nemmeno un po'. Non si sono nascosti, se ne sono andati tranquillamente in giro ad organizzare appuntamenti del cazzo. Tutti gli stupidi Gallagher sembravano esserne a conoscenza e chissà che non lo sappiano già anche quei ritardati di Colin e Iggy... magari ero io l'unica cogliona a non saperlo. Mi sento una completa idiota!
Il mio intero universo mi è crollato sotto i piedi e io sono stata capace solo di scappare. Mi sono precipitata fuori da quella maledetta casa e ho corso finché le gambe non mi hanno più retto, non ero neanche lontanamente vicina ad un qualche posto che mi sembrasse familiare ed ero completamente sola. Ho chiamato la zia Rande che subito è venuta a prendermi e con un po' di fatica mi ha ritrovata e portata qui.
"Mandy!"
Il mio treno di ricordi deraglia al suono della voce di mio fratello che mi chiama con un tono sempre più alto e impaziente.
Nonostante io sia chiusa in camera riesco a sentire la porta d'ingresso che si apre e l'inconfondibile rumore metallico del fucile della zia Rande che sfrega sull'inferriata di sicurezza ancora chiusa, già puntato contro l'ospite indesiderato.
"Levati dai coglioni, ho un fucile!" Ringhia con la sua tipica aria minacciosa.
"Che cazzo vuoi?" Incalza la zia, irritata dal fatto che evidentemente Mickey non sia scappato spaventato dalle sue minacce. Un silenzio prolungato mi fa temere il peggio per un attimo, ma credo che finché non si sentano degli spari possa stare tranquilla.
"Mandy non è qui!"
"Certo... ma io devo parlarle." 
"Non vuole visite."
"Potresti andarle a dire che le devo parlare?"
"Potresti andartene prima che spargo i tuoi organi su tutto il mio prato?" La zia carica il fucile ma Mickey per nulla intimorito urla ancora di più e colpisce con un calcio le sbarre di ferro provocando un rumore tremendo che terrorizza Molly. La piccola mi si raggomitola tra le braccia e io cerco di rassicurarla dicendole che la zia Rande sta solo cercando di spaventate Mickey e che non gli farebbe mai del male... 
Ma in realtà non ne sono tanto sicura! 
"Cazzo, Mandy, vieni fuori!"
"Ti sei scopato il ragazzo di tua sorella, eh? Sei il degno figlio di tua madre, sarebbe stata molto orgogliosa di te!"
Cazzo, devo ammettere che la zia colpisce duro. Con me è sempre stata gentile e anche con Molly, forse perché in noi rivede se stessa, ma con il resto della famiglia non ha mai avuto buoni rapporti, neanche quando la nostra stupida madre era ancora viva.
"Mandy ha cuore, è la migliore dei Malkovich! Non feccia come voi altri."
"È Milkovich, non Malkovich!"** Mick la corregge infastidito ma lei infierisce ancora.
"Come ti pare, dovreste sparire tutti dalla faccia della terra! Ora, levati dal cazzo!" 
Sento sbattere violentemente la porta e poi più niente, rimango con il fiato sospeso per qualche istante e poi tiro un sospiro di sollievo ringraziando il cielo che se ne sia andato, almeno fino a quando non lo sento di nuovo urlare.
"Mandy!"
Mi stacco di dosso Molly e mi alzo in piedi, esco dalla stanza con la piccola al seguito e vedo la zia ferma dietro la porta a spiare Mickey che è ancora sul vialetto a sbraitare.
"Certo che quello non molla, eh?!" Dice voltandosi verso di me sorridendo divertita, ma poi torna seria quando legge nei miei occhi il desiderio di parlare con lui.
"Se fossi in te starei ben lontana da tutti loro, Mandy, ma tu fai pure come credi."
La zia mi posa un bacio sulla guancia e sparisce dietro la porta della cucina, dandomi un silenzioso consenso per lasciar entrare quella testa di cazzo di mio fratello in casa sua. Dico a Molly di aprire la porta e lei, impaziente di rivedere Mickey, la raggiunge saltellando tutta contenta, io però prima ancora di sentir scattare la serratura torno in camera e mi preparo ad affrontare quel brutto infame del sangue del mio sangue.
Lo sento entrare in casa e chiedere della zia a Molly, poi, una volta tranquillizzatosi, le chiede di aspettare fuori e mi raggiunge in camera.
"Ti senti tanto sicura a rimanere in casa con una pazza armata di fucile?"
"Che cazzo vuoi, Mickey? Ti sei stancato di incularti pel di carota?"
"Hey... attenta a come parli!" Alza il suo stupido sopracciglio e mi guarda minaccioso.
"Tu pensi di farmi paura? Sei soltanto una fighetta ucraina di cinquanta chili!" Mi avvicino a lui così tanto da lasciare solo pochi centimetri di distanza tre le nostre facce.
"Che dirà nostro padre quando uscirà di prigione e io gli dico che passi le giornate a strusciare il cazzo con un ragazzo? Lui te lo taglia e lo ficca in culo al tuo ragazzo, proprio dove piace a te."
Sono su tutte le furie... lo dimostra il fatto che ho tirato fuori il nostro orribile padre per minacciare mio fratello! Forse ho superato il limite... quel limite che ha tenuto sempre uniti noi fratelli Milkovich fin da piccoli... il fare fronte comune contro i nostri genitori di merda e mai fare squadra con loro! Ma sono imbestialita e non sono riuscita a controllarmi. Mi allontano da lui e gli do le spalle, respiro profondamente e mi stringo le braccia con le mani in un disperato tentativo di ritrovare un po' di calma.
"Mandy, cazzo, so che sei arrabbiata e ne hai tutto il diritto, ma..." Esita quando di scatto mi giro a guardarlo con gli occhi iniettati di sangue.
"Sono venuto a chiederti scusa, ok?"
Mickey che chiede scusa è qualcosa di più unico che raro, in passato avrei pagato oro per sentirgli dire queste parole e sarebbero valse per me come una grande vittoria... ma in questa circostanza non sento di aver vinto e le sue scuse non mi bastano!
"Chiedermi scusa per cosa? Per esserti scopato il mio ragazzo?"
Lui abbassa lo sguardo e rimane in silenzio in una palese ammissione di colpevolezza.
"Te lo sei scopato davvero?" Urlo incredula.
Anche se vedendoli insieme subito mi è stato chiaro che ci fosse qualcosa tra loro due non avevo ancora realizzato cosa questo volesse dire veramente...
Cosa pensavi, Mandy? Che avessero passato il tempo a tenersi per mano e guardarsi negli occhi? Era ovvio che avessero scopato, stupida che non sei altra!
"Porca troia, ma come è possibile? Lui non era neanche gay! Come lo hai convinto?"
"Come l'ho convinto?! Non gli ho puntato una fottuta pistola alla testa per costringerlo ad infilarmi il cazzo in culo, Mandy. Non l'ho mica minacciato, Cristo Santo!"
Mickey sfodera una bella collezione di tic nervosi, si lecca gli angoli della bocca, si gratta il naso con il pollice e mette le mani tra i capelli visibilmente provato.
"Da quanto va avanti?" Chiedo quasi in un sussurro.
"Da Milwokee." Risponde abbassando di nuovo lo sguardo.
"Cazzo, Mickey!" Urlo e tiro un pugno alla cassettiera facendo cadere i vari suppellettili che vi erano poggiati. Mi stringo forte la mano dolorante sperando così che la sofferenza fisica riesca a distrarmi da quella emotiva che al momento sembra impossibile da sopportare. Cerco di ricacciare le lacrime che mi riempiono gli occhi, non ho pianto finora e non ho nessuna intenzione di farlo adesso...
I Milkovich non piangono!
"Potevi avere chiunque, Mickey... chiunque, cazzo! Perché proprio lui?"
Non ottenendo nessuna risposta mi lascio cadere con le spalle contro la cassettiera e riprendo fiato, poi con un unico filo di fiato glielo chiedo in modo diretto.
"Lo ami?"
I Milkovich usano un linguaggio scurrile e intimidatorio, picchiano chi gli manca di rispetto o anche solo per divertimento, si ubriacano e distruggono, non parlano dei loro sentimenti come le checche, non piangono e non esprimono le loro emozioni.
I Milkovich non amano.
"Forse, non lo so." Esita sapendo di mentire.
"È perché ha un pene enorme?" Lo provoco fingendo di stare al suo gioco.
"Si, credo." Continua lui, credendo di darmela a bere.
Non è così! So che non è cosi!
I nostri genitori di merda non ci hanno mai insegnato cosa vuol dire amare o essere amati. Mickey in particolare, ha portato il peso di essere il 'figlio erede al trono', forse l'unico abbastanza sveglio da gestire gli affari e onorare il buon nome della famiglia. Ma conosco bene mio fratello e so che per nessun cazzo al mondo, per quanto notevole possa essere, mi avrebbe mai ferita così tanto solo per averlo per se.
"Mickey!" Lo riprendo a muso duro.
"Dai coraggio! Dillo!" Insito ancora.
"Tu lo ami!"
I Milkovich possono amare eccome, forse meglio di chiunque altro... è solo che non sanno come farlo. 
"Ammettilo, solo per sta volta..." Gli vado vicino e cerco il suo sguardo.
"Ammettilo, cazzo!" Un grido strozzato viene fuori dalla mia bocca e prima di rendermene conto mi scaglio contro di lui e lo spingo violentemente.
"Si." Ammette infine con grande fatica, allargando le braccia e poi lasciandole ricadere con un tonfo sui fianchi, come se fosse uscito sconfitto dopo una dura battaglia.
Se c'è qualcuno in grado di insegnare a Mickey ad amare, quello è Ian... e lo ha fatto!
Ian lo ha insegnato anche a me.
"Lo so." Tiro un gran sospiro che non sapevo di trattenere, sento il peso che avevo sul petto dissolversi lentamente ad ogni respiro e un lieve sorriso spunta sulle mie labbra.
"Sapevo della tua cotta per lui già da quando ci uscivo al liceo."
"Che?! Non avevo nessuna cotta!" Borbotta stizzito.
"So della sua foto che mi hai rubato e credo anche di sapere dove la nascondi. O è come penso io oppure ami davvero tanto quella vecchia rivista di armi del cazzo che custodisci gelosamente da anni."
Mickey per un secondo strabuzza gli occhi sorpreso, poi subito cerca di nasconderlo.
"So che rubavi al Kash and Grab non perché quello smidollato di arabo del cazzo te lo lasciava fare indisturbato, ma perché Ian lavorava là e sicuramente ti divertivi a farlo incazzare, perché so bene quanto è sexy quando si arrabbia!"
Mickey si fruga nelle tasche e ne tira fuori una sigaretta tutta storta e malridotta, se la porta alla bocca e cerca di nascondere il sorrisetto che non riesce a reprimere. Dopo averla accesa sbuffa in aria il fumo e siede sul lettino sotto la finestra aperta.
"Non ti avevo mai visto interessato a qualcuno, ma potevo capire perché Ian avesse attirato la tua attenzione. So che non credi di essere alla sua altezza, che lui sia troppo per te perché pensi di non valere nulla, chi cresce nel ghetto si sente spazzatura, ma io ho sempre pensato che invece tu meritassi di essere felice, che meritassi di avere uno come Ian al tuo fianco molto più di me e per questo mi sentivo in colpa a starci insieme... perché io potevo averlo e tu no... perché lui non era gay."
Mickey rimane in silenzio e per tutto il tempo evita il mio sguardo, tira su con il naso e lo gratta con il pollice, si preme i palmi delle mani sugli occhi e sospira.
"Forse è per questo che ho ripiegato su Lip, anche lui era carino... ma Ian è speciale, vero?"
Finalmente mi guarda, sbatte forte le palpebre e leccandosi le labbra annuisce.
"Quando l'ho rivisto in quel locale abbiamo iniziato a parlare e subito ho capito che era rimasto il ragazzo straordinario che avevo lasciato al liceo."
Mi siedo accanto a lui così vicina da far toccare le nostre spalle, gli rubo la sigaretta dalle mani e aspiro affondo trattenendo il fumo finché non sento i polmoni bruciare.
"Era passato così tanto tempo... credevo che la cotta per lui ti fosse passata, ma immagino che rivederlo abbia fatto lo stesso effetto anche a te."
Continuo a fumare consumando velocemente la sigaretta mentre vedo le sue labbra muoversi in vari 'cazzo' e 'merda' senza però emettere un singolo fiato.
"Mi hai ferita, Mickey, ma non riesco ad essere arrabbiata con te. Forse questa è la mia punizione, è il karma che mi punisce per essere stata egoista ed essermi appropriata della tua anima gemella."
A queste mie ultime parole Mickey sobbalza e mi guarda imbarazzato per un secondo, poi alza gli occhi al soffitto e dopo un'altro sospiro scoppia in una sonora risata.
"La mia 'anima gemella'... sei proprio una ragazzina, Mandy!" Sbuffa con tono canzonatorio continuando a ridere e io mi lascio contagiare finché d'un tratto non cala il silenzio per qualche minuto e rimaniamo come due coglioni sospesi in un fottuto limbo da cui non sappiamo come venire fuori.
Come si esce da una situazione del cazzo come questa?
"Vuoi che rinunci a lui?" Dice all'improvviso rompendo quel silenzio logorante.
"Se me lo chiedi lo farò, così non lo avrà nessuno dei due e Ian non sarà costretto a stare al fianco di un Milkovich." Ha gli occhi bassi e si tortura nervosamente le mani.
"Assolutamente no, Mickey! Hai sentito quello che ho detto?"
"La stronzata delle anime gemelle? Si, l'ho sentita! Ma Mandy, tu sei mia sorella e-"
"Voglio che tu sia felice! E Ian... cazzo, Mick, lui è la tua unica possibilità per esserlo! Di solito alle persone bastano due minuti per capire che sei un coglione e dopo cinque già stai sul cazzo a chiunque, quindi tieniti stretta quella checca testarossa e smettila di preoccuparti per me. Io starò bene, faccia da culo!"
Lo colpisco forte sul braccio e lui impreca per il dolore, poi però mi sorride.
"Torni a casa?" Chiede mentre si massaggia la parte indolenzita.
"C'è lui?" Ringhio visibilmente contrariata. 
"Non volevamo ferirti, Mandy, davvero." Dice con voce spezzata.
"Lo so. Mickey, tu sei mio fratello, negli anni ci siamo fatti dei grandi torti a vicenda e siamo sempre riusciti a superarli, ma Ian... lui non riesco a perdonarlo. Non voglio mai più rivedere quella merda in vita mia."
"Mh... questo è un bel problema." Mickey spalanca i suoi diamanti scintillanti che quasi mi accecano e scrolla le spalle in un'espressione che sembra voler palesare il fatto ovvio che se loro due rimangono insieme inevitabilmente Ian tornerà a frequentare casa nostra.
"Già." Sbuffo io rimanendo ferma sulla mia posizione.
"Torna a casa Mandy, io rimango dai Gallagher per un po'... al resto ci penseremo un altro giorno."
"Sei stato da loro tutto questo tempo?" 
Mickey annuisce.
"Per prenderti cura di lui?"
Annuisce di nuovo. Io gli avvolgo le braccia intorno al collo prendendolo del tutto alla sprovvista e lui si irrigidisce come suo solito, profondamente a disagio con le manifestazioni d'affetto, quando però lo stringo più forte lui finalmente risponde all'abbraccio.
"Mandy..." Lo sento dire con tono preoccupato.
"Non farai del male a Ian, giusto? Niente stronzate alla Karen Jackson, vero?"
"No, per voi farei qualcosa di diverso. Aspetto che ti addormenti, pugnalo te e testarossa al cuore con un cacciavite e vi guardo sanguinare, finché non morite."
"Mandy?!" Mi afferra per le spalle e mi allontana il tanto che basta per farmi vedere i suoi occhi terrorizzati e minacciosi allo stesso tempo.
"Relax psycho, sto scherzando, Cristo Santo!" Sbuffo una risata mentre lo vedo rilassarsi. Butto la sigaretta sul pavimento e la spengo con il piede.
"Rimani a pranzo? Questo pomeriggio vengono a prendere Molly."
"Non posso, devo lavorare. La saluto e me ne torno a casa."
Mickey rivolge lo sguardo alla porta e sorridendo gli urla contro.
"So che sei là dietro ad origliare. Dai, vieni dentro."
Subito Molly entra nella stanza e facendosi spazio sul letto siede in mezzo a noi.
"Hai finito di preparare le tue cose?" Le chiedo posando la mano sulla sua testolina bionda e lei annuisce.
"Quindi... Ian non verrà a salutarmi?" La tristezza nella sua voce mi fa sentire tremendamente in colpa ma prima di poter dire qualcosa Mickey mi precede.
"No, non credo sia il caso. Ma lo rivedrai presto."
"Ok." Sussurra la bambina abbassando lo sguardo sulle sue mani che stringono forte la scimmietta di peluche che non molla mai nemmeno per un secondo e che, se non ho capito male, ha lo stesso nome di mio fratello. Io e Mickey ci scambiamo una smorfia triste e rimaniamo in silenzio non sapendo cosa dire. All'improvviso Molly scatta su con la testa, fulmina Mickey con lo sguardo e gli sferra un pugno sul braccio.
"Ahi! Perché cazzo lo hai fatto?"
"Per non avermi detto che io non avrò mai il ciclo!"
Molly è rimasta sconvolta quando le ho detto che i maschi non lo hanno e credo di capire il perché... dopo quella matta drogata di sua madre che le ha fatto credere di essere una femmina, ora salta fuori che ha parlato di una cosa del genere anche con Mickey... non oso immaginare che grande confusione le abbiano creato nella testa!
"Stavi cercando di imbrogliare, Mickey? Sappi che la sfida è comunque valida!" La piccola Milkovich continua ad infuriare senza sosta mente Mickey se la ride di gusto.
"Quale sfida? Di che diavolo state parlando?" Chiedo io non capendoci un cazzo.
"Mi dispiace Mandy, è una cosa tra noi due, tu ne sei fuori ormai... anche se in realtà non hai mai avuto una reale possibilità di competere." Ghigna Molly tutta inorgoglita.
Ma che cazzo? Cosa nascondono questi due? Sono fuori dalla competizione per cosa?
"Comunque te ne devo dare atto, Mickey... hai lottato e hai vinto! Per fortuna non sei del tutto idiota come credevo." Molly chiude la mano e la porge verso Mickey che batte il suo pugno tatuato contro quello della bambina e si scambiano un sorriso complice.
Io li guardo sbigottita e ormai rassegnata a non capirci un cazzo di quello che succede.

Il cugino David e sua moglie Carla sono arrivati in largo anticipo, hanno detto di voler scambiare quattro chiacchiere con la zia Rande e ringraziarla tanto per essersi gentilmente presa cura della piccola Molly fino al loro arrivo. Le loro due figlie sono rimaste a Denver con la nonna e pare che aspettino in trepidante attesa di incontrare Molly per accoglierla nella loro famiglia. Sembrano brave persone, dolci ed educate... in più sono anche benestanti, il ché non guasta mai. 
Quando alla fine è arrivato il momento della partenza, la situazione ha preso una piega del tutto inaspettata.


*Sulla base dei famosi 9 inch di cui parlava Mickey.
**Questa è una mia piccola protesta personale nei confronti del doppiaggio italiano che per ben due volte ha sbagliato la pronuncia
3x4 La zia Rande per l'appunto sbaglia la pronuncia parlando con Mandy.
2x8 Fiona sbaglia la pronuncia parlando con Ian.




   
 
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