...And her SOUL skipped a beat
Capitolo 5 - Dannatamente carina
Il
laboratorio si inondò di luce. La coperta fu spinta da una
parte
mentre il mostro poggiava i piedi sul pavimento e scendeva dal suo
letto. Con
un movimento sgraziato della gamba premette un pulsante situato sulla
sponda e in pochi secondi il letto diventò un grosso cubo
azzurro, dalle facce perfettamente lisce e lucenti.
Alphys si
lasciò andare a un lungo sbadiglio. Si stropicciò
gli
occhi e avanzò
a tentoni verso il comodino per
raggiungere i suoi occhiali rotondi. Una volta adagiati sul
muso,
afferrò il telefonino lì accanto e le venne un
colpo
quando lesse l'ora sul display.
-Oh n-no, le 11 passate! Ho dormito t-troppo!-
Scese le scale mobili con talmente tanta frenesia che saltò
anche alcuni gradini, e arrivò con l'ANIMA a mille al piano
terra.
Aveva ancora il cellulare in mano quando allungò
l'altro
braccio per prendere la prima cosa che le capitava dal frigorifero. Si
spostò davanti alla sua scrivania e appoggiò il
telefonino vicino alle miriadi di fogliettini e tazzine che
riempivano la
superficie del tavolo. Stette davanti al monitor spento del computer
per diversi secondi, mentre trangugiava spedita la coppetta di frozen
yogurt e altrettanto velocemente rimuginava su tutti i compiti
arretrati da svolgere.
Il fatto che il cellulare squillò all'improvviso non
aiutò certo a calmarla; posò sulla scrivania la
coppetta
e afferrò riluttante il dispositivo, dopodiché
respirò a fondo e rispose con le mani tremanti.
-P-pronto?-
-Ciao Alphys! Sono Undyne. Tutto bene?-
-C-ciao Undyne, sì, t-tutto bene, io s-stavo...-
balbettò il mostro giallo agitata come non mai.
-Oh, scusami,
disturbo?-
-Stavo, s-stavo lavorando! Ma... n-non mi disturbi affatto Undyne,
a-anche se lavoro!- nel momento in cui pronunciò quelle
parole i suoi artigli minuti strinsero un pezzetto del suo
pigiama arancione.
-Sicura? Ecco, ti
chiamavo proprio per chiederti quando avevi bisogno di me. Per la
spada, sai.-
-Oh, c-certo! Ci sto a-ancora lavorando al PC, magari ti chiamo
q-quando ho finito...- la voce si spense appena si rese conto di
essersi messa nei guai.
-Va bene, Alphys! Allora
aspetto la tua chiamata. Ciao, ci sentiamo!-
-C-ciao Undyne... ciao...-
Allontanò meccanicamente il telefonino dall'orecchio solo
quando
Undyne chiuse la chiamata.
Non solo ne aveva sparata un'altra delle
sue, ma si era data un impegno che non era sicura di riuscire a portare
a termine. Come le era venuto in mente di dirle che l'avrebbe
richiamata
lei?
Sono timida, ansiosa, non
so nemmeno
se avrò il coraggio di digitare il suo numero, anche
perché le ho mentito di nuovo, non sto
affatto
lavorando, mi sono svegliata tardi, sono ancora in pigiama, sono...
sono
senza speranza.
Chiuse gli occhi e chinò il capo. Si sentiva a pezzi, come
se
non avesse affatto dormito per dodici ore filate. La certezza
di
essere una sporca bugiarda le
infiammò il petto, e non nel senso buono. Ripensandoci,
negli
ultimi tempi la sua ANIMA...
Ma quel pensiero le scappò via dalla mente così
come era
venuto.
Riaprì gli occhi; davanti a lei vi era ancora lo
schermo
nero del computer. Non era capace a controllare la sua bocca
quando
stava per dire fandonie, ma in qualche modo poteva sempre rimediare
iniziando subito a lavorare.
Finì in fretta e furia la coppetta di frozen yogurt,
indossò uno dei suoi soliti camici grigiastri e
iniziò il
progetto della spada al PC. In circa due ore riuscì a creare
una
bozza su un programma di modellazione 3D abbastanza rudimentale.
Inoltre, si era
trascritta con cura le misure della spada tenendo bene conto di come
Undyne la desiderava.
Anche con i materiali non ebbe alcun problema, sapeva quali venivano
utilizzati per armi del genere nonostante lei non avesse mai combattuto
prima.
Ecco. Ora...
Alphys inghiottì la saliva, conscia di quello che ora doveva
essere fatto.
Spostò il muso alla sua sinistra,
lì sulla
scrivania dove il telefonino era rimasto tutto il tempo. Come aveva
immaginato, non riuscì nemmeno a muovere il braccio verso di
esso per prenderlo. Lei e Undyne erano amiche da mesi, ma la
piccola scienziata era riuscita a telefonarle solo un paio di volte.
Stette così immobile sulla sedia girevole a fissare il
dispositivo, mentre mille pensieri le affollavano la testa. Poteva...
spiritualmente scusarsi della bugia facendo alla guerriera
una
sorpresa?
Certo! Sì,
è una bella idea!
In una manciata di secondi era già al piano superiore,
intenta a
lavorare al progetto del frigorifero. Ora era indubbiamente
più
serena di quella mattina, ma ogni tanto, tra una linea fatta a matita e
una formula complicata, si ricordava che in qualche modo alla fine di
tutto avrebbe dovuto chiamare il mostro pesce.
I minuti passavano e Alphys era ancora china sul tavolo a lavorare con
impegno quando trasalì alla vista di quello che aveva
combinato
sul foglio. Nei margini aveva scribacchiato, con decisamente ben poca
eleganza,
possibili frasi che avrebbe potuto dire alla guerriera una volta che
l'avrebbe sentita al telefono:
"Ciao Undyne, ho
lavorato anche al progetto del frigorifero, ti prego perdonami per
averti mentito!!!"
"Ciao, indovina un po',
ho fatto
anche il progetto per il circuito del frigorifero! Non mi odi vero...?
E comunque per la spada..."
"Ciao sono Alphys, ho
una sorpresa
per te, ho lavorato sia alla spada che al frigo, oh, mi piacerebbe
vedere il tuo sorriso ades-..."
Il mostro dinosauro diventò scarlatta dalle punte dei piedi
alla cresta che le incorniciava la testa.
-Oh mio dio! Ma cosa ho scritto?!- esclamò ad alta voce, il
tono così acuto da sembrare uno squittio.
Afferrò la gomma e cominciò a cancellare
cautamente - per
quanto le era possibile, visto l'imbarazzo - quelle frasi assurde,
facendo attenzione a non rovinare il foglio.
Dopo un'altra mezz'oretta di duro lavoro finì, almeno in
parte,
anche quel progetto. Ora era davvero arrivato il momento di chiamare
Undyne; il fatto che le avesse mentito non le pesava più
così tanto, ma quelle frasi ridicole che aveva scritto senza
accorgersene la resero piuttosto nervosa.
Tornò al piano
terra e raggiunse il telefonino. Molto, molto lentamente
digitò
ogni singola cifra e premette col dito il tasto "chiama".
Solo qualche squillo a vuoto e poi...
-Pronto?-
Oh mio dio. Respira
Alphys, non è nulla di spaventoso o strano.
-C-ciao... Undyne, sono A-Alphys. Sono... s-sono riuscita a fare una
bozza d-della spada...-
-Davvero? Grandioso!!-
dalla voce sembrava davvero contenta. Bastò questo alla
scienziata per farle sciogliere l'ANIMA.
-S-sì, se vuoi possiamo, uh-uhm... lavorarci qui al
l-laboratorio questo pomeriggio... beh, a-adesso.-
-Certo, Alphys! Corro
subito da te! A tra poco!-
Si interruppe così la telefonata. La leader delle guardie
probabilmente era corsa a prepararsi perché non stava
più
nelle scaglie dalla felicità. Alphys dal canto suo sentiva
ancora quel piacevole calore alla sinistra del suo petto, e non si
trattenne
dal fare due o tre goffe piroette con il cellulare tra le mani e gli
occhi strizzati.
Il tenero sorriso che aveva sul volto durò
fino
a che non si ricordò con un sobbalzo di dover sistemare il
laboratorio per l'arrivo di Undyne.
***
Le
due ante della porta automatica si spostarono di lato appena la
guerriera giunse all'entrata del grande edificio color crema.
-Permesso?-
-Undyne, e-entra pure! Non stare lì fuori al c-caldo!- disse
il mostro giallo
dall'altro capo della stanza, e senza indugi trottò veloce
per accogliere l'amica. Quest'ultima quindi entrò e
avanzò di qualche
passo verso la console gigante.
-V-vuoi che ti dia un po' d-di gelato?- chiese Alphys appena fu davanti
a lei.
-Ahah così mi vizi Alphys... sicura che non sia un problema?-
-A-affatto.-
-Allora non posso rifiutare! È troppo buono!- Undyne
scoprì i denti affilati.
Era solare come al solito.
-A-arrivo!-
Ormai era una sorta di routine; ogni qualvolta che il mostro pesce la
andava a
trovare lei saliva di sopra e ritornava al piano inferiore con una
coppetta di
cremoso gelato rosa. Lo snack perfetto dopo aver passeggiato per
Hotland, no?
E infatti eccola che ritornava, la sua figura grassottella dritta sopra
i gradini
della scala mobile, il gelato che portava splendente come il suo camice
bianchissimo.
Fintanto che le porgeva la coppetta, la guerriera non riuscì
a tenere a freno la
lingua: -Oh, ma guardati... grazie Alphys, sei tanto carina-.
La reazione dell'altra fu immediata: chiuse le manine e
abbassò il muso, ma la
coda tradì la sua timidezza poiché
iniziò a ondeggiare da destra a sinistra,
come a voler ringraziare delle belle parole.
Quando Undyne l'aveva
invitata a
casa la prima volta l'aveva pregata di andarci piano con il lavoro, per
cui la
scienziata le aveva promesso che si sarebbe data una settimana di
riposo. In quei giorni si erano incontrate di nuovo alla
discarica
e l'amica sembrava averci preso gusto a farle quel complimento appena
si
salutavano. Dal contesto non pareva intendesse sempre solo "gentile",
per questo Alphys non sapeva mai cosa dire. Aveva sempre creduto di
essere
brutta... e bassa, e grassa.
Tuttavia la guerriera aveva raggiunto un
traguardo incredibile:
l'aveva fatta sentire speciale. Con lei accanto, i suoi difetti
sembravano
evaporare come l'acqua sotto il sole cocente che aveva visto nei suoi
anime in
VHS.
-Sono pronta Alphys, dimmi come posso aiutarti!-
Alzò la testa e constatò con stupore che l'amica
aveva già finito di mangiare.
-S-sì Undyne, prima dovresti dirmi c-come posso ottimizzare
la forma e...-
Così la prima mezz'ora la passarono davanti allo schermo del
computer, con una che dava le indicazioni e l'altra che modificava lo
scheletro del modello in base ad esse, un click dopo l'altro.
Successivamente,
iniziarono con il lavoro manuale; si erano sistemate sul
pavimento, proprio davanti alla scrivania del piano terra,
così
che potessero consultare il progetto digitale senza problemi. I
materiali erano pronti dentro a degli scatoloni già da prima
dell'arrivo di Undyne: ovviamente era stata Alphys a trasportarli fin
lì dal laboratorio sotterraneo. Aveva inoltre preso degli
utensili dal piano superiore, in questo modo avevano tutto il
necessario a portata di mano.
Da un pezzo già esistente di
acciaio plasmarono la forma definitiva della lama, poi prepararono la
guardia di ferro e il manico di cuoio. Quando anche l'ultima sezione fu
saldata, il mostro ceruleo sollevò la spada cautamente e la
impugnò con un ghigno di soddisfazione sul volto.
-Ma che forza! È fantastica!-
Si mise in posa con la spada sulla spalla destra e la scienziata
unì le mani mentre socchiudeva la bocca in un timido ma
sincero
sorriso.
-Lo è...! U-Undyne, farai scappare via dal terrore o-ogni
essere umano a-anche solo impugnandola!-
Quella abbassò l'arma davanti a sé e
passò lentamente le dita sulla lama brillante.
-Beh, il mio obiettivo non è farli scappare, ma in ogni
caso... non credo che la userò in battaglia.-
-O-oh...-
Undyne alzò l'occhio e la guardò.
-Non fraintendere, è venuta che è una meraviglia!
Ed
è proprio per questo che preferisco non usarla in una vera
battaglia, non voglio rovinarla. La terrò con cura a casa
mia.-
Alphys a quelle parole si rilassò. Per un attimo aveva
temuto il
peggio, aveva creduto che la guerriera non avesse gradito il risultato.
-Scusami Alphys. Non ti ho ancora ringraziata.-
Lei la fissò con stupore.
-P-per la spada? A-abbiamo contribuito entrambe a r-renderla quello che
è, non ho f-fatto tutto io...-
-Ma hai avuto tu l'idea e hai iniziato tu il progetto. Io di computer
non ci capisco nulla! Per questo...- chinò il capo appena
percepì le sue gote andare in fiamme. -...ecco... grazie
Alphys,
sei una grande amica per me. Mi sono divertita oggi, sai!-
All'ultima frase la guardò di nuovo: l'occhio giallo
dardeggiava
di una nuova luce, una che il mostro dinosauro non le aveva mai visto
addosso.
-A-allora... come posso dirti che ho l-lavorato anche al progetto del
f-frigo?-
Portò in un lampo le mani sulla bocca, ma ormai aveva
parlato.
Non faceva altro che sbagliare! Non era questo il modo e il luogo
adatto per svelare una sorpresa, e forse non avrebbe mai dovuto
considerarla tale sin dall'inizio.
Ma soprattutto non voleva fare la
figura di una che
cerca gli elogi, lei non era affatto di quello stampo.
Stupida, stupida!
In quel frattempo, Undyne aveva posato la spada a terra e stava
avanzando
verso l'altra a carponi. Il movimento fu graduale e quando
Alphys
se ne accorse era ormai troppo tardi, la sua ANIMA era già
impazzita e la sua cassa toracica sembrava implorare pietà
per
via dei battiti martellanti.
Abbassò le manine e
spalancò
gli occhi; il viso della guerriera si fermò a qualche
centimetro
dal suo, le si vedevano tutte le scaglie celesti e ogni singola ciglia
dell'occhio sano.
Una scaglia, due
scaglie...
-Alphys...-
Non aveva mai sentito il suo nome pronunciato con
così tanta
serietà dalla sua amica.
Dodici, tredici,
quattordici...
La sua coda sembrava congelata al pavimento, le pupille erano due
minuscoli pallini
neri e piccole gocce di sudore cominciarono a scivolarle lungo la
faccia.
Ventinove, trenta...
-Sei dannatamente carina...-
Un brivido.
...e la sua ANIMA perse
un battito.
La scienziata sussultò, alquanto stranita da quella
sensazione,
quando Undyne all'improvviso sollevò un braccio e
sfregò
la mano stretta a pugno sulla testa dell'amica, cominciando a ridere a
più non posso e inducendo l'altra a seguirla poco dopo.
-...Ma mannaggia a te, ti avevo detto di non lavorare troppo! Ahahahah!-
Lei strizzò gli occhi mentre sentiva le proprie squame
riscaldarsi in reazione al forte contatto con quelle dita cerulee, e
riuscì a balbettare solo parole sconnesse mentre rideva:
-S-scusa! Ahahah... Undyne... b-basta... ahahah...!-
-Eh no, ora dovrai subire la mia ira! Ngahhhh!-
Il mostro più alto strofinò con forza la mano
vicino alle punte smussate della
cresta della scienziata, come se stesse arruffando dei capelli
immaginari.
-Ahah... ti p-prego... basta! Ahahah, Undyne!-
Le loro risate risuonarono per tutta la struttura, ma ad un certo
punto, senza preavviso, una delle due scattò all'indietro.
-...Alphys, ho... preso la scossa!-
-U-uh?!-
Alphys aprì gli occhioni e vide Undyne seduta accanto a lei
con un'espressione sorpresa.
-Oh... o-oh mio dio, ti ho fatto m-male?-
-No, tranquilla, ma... è questo il tuo potere magico,
Alphys?
Generi elettricità?-
Il mostro dinosauro annuì.
-Non... n-non lo uso con regolarità, p-per certi versi lo
trovo
d-difficile da controllare. ...S-sicura che non ti abbia f-fatto del
male?-
L'altra la stava fissando ancora attonita con l'occhio spalancato, ma
poi si ricompose e
mostrò i suoi dentoni giallognoli.
-Ahah, stai tranquilla, sto benone. Il tuo tipo di magia è
una figata pazzesca!-
-Ti d-devo un favore...-
-Alphys!! Niente lavori, ok? Ahahah!-
-N-no, pensavo...-
Le guance di Alphys si colorarono di rosa mentre osservò per
un nanosecondo la grande console alle spalle della guerriera.
-C-che ne dici di... guardare dei f-film storici sugli umani? A-abbiamo
sempre solo letto l-le versioni cartacee...- alzò il muso e
continuò timidamente: -T-tu avevi detto... che avresti
voluto
v-vederli, no?-
Il suo sorriso si fece ancor più ampio.
-Certo! Sì, mi piacerebbe!-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
...E per la terza volta mi ritrovo a correggere la "lista" dei mostri del capitolo 1... mannaggia. Oh salve, siete qui! xD Siamo alla seconda metà della fanfiction, ed è la mia preferita =3 Quindi sì, il capitolo 8 sarà l'ultimo. Ringrazio chi sta solo leggendo (siete tantissimi. WOW.) e ovviamente lo straordinario (? xD) Aesingr che mi ha recensito i primi 4 capitoli.
Ci vediaaaaamo!