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Autore: CrazyMoony    13/05/2019    0 recensioni
Abbandonare Matt nel cuore della notte era stata la decisione più sofferta della sua breve vita. Vivere solo, per le strade, alla ricerca di un modo per rientrare nel caso Kira era stata la sua tortura. O almeno così credeva.
Convalescente dopo l'esplosione e ormai riunito con il suo rosso, Mello era sicuro che il peggio fosse passato. Messo davanti alle devastanti conseguenze delle sue azioni, però, capirà presto quanto si stesse sbagliando
ATTENZIONE! Questa storia tratta anche di violenza e tematiche delicate.
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Dal testo:
"Lo spettacolo era devastante, ma sapere di esserne la causa era abbastanza per portare chiunque alla follia. E messo davanti all'evidenza della devastazione che si era lasciato dietro, alla distruzione che aveva portato nella vita dell’uomo che amava, Mello voleva morire."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Game On
Epilogo
 
 
Chino a fissare il telefono dopo la chiamata di Lidner, Mello sapeva di avere ancora una possibilità. Aveva pensato a tutto, come suo solito. L’aveva fatto ben prima di ritrovare Matt, ancora prima che il caso Kira prendesse una piega così definitiva, al tempo in cui era circondato da criminali e passava le sue giornate a convincersi a non uccidere Rod Ross. Sfruttando una regola del Note, già testata in precedenza, si era assicurato l’immunità dagli effetti del quaderno: aveva assoldato un mezzo analfabeta, figurandosi che se aveva difficoltà nella scrittura dell’inglese, la sua lingua madre, non avrebbe brillato nella trascrizione di un nome slavo. Aveva avuto ragione: al quarto tentativo errato, Mello era ufficialmente immune al Death Note.
Il biondo sapeva quindi che qualsiasi mossa avesse tentato Kiyomi Takada, avrebbe avuto una chance di uscirne vivo e tornare dal suo amato gamer. Solo, non era sicuro che ne valesse davvero la pena.
 
In sua difesa, ci aveva creduto per un’ora o due. Aveva creduto che forse tutto si sarebbe aggiustato. Che la relazione sarebbe tornata come prima, come se quei cinque anni non fossero stati che un terribile incubo. Aveva creduto nella capacità di Matt di andare avanti e nella sua stessa capacità di crescere e migliorarsi. Si era visto aprirsi con il rosso, raccontare ciò che aveva fatto in quegli anni trascorsi separati, parlare dell’umiliazione e del dolore che lo avevano portato al limite della follia, nel labirinto della dipendenza e negli abissi della depressione. Aveva addirittura pensato di parlare dell’altra parte del suo passato, quella che precedeva il suo fatale arrivo alla Wammy’s House. Si era seduto alla scrivania, penna in mano, e aveva iniziato a preparare il suo discorso. Le parole sembravano uscire dalla sua mente e posarsi da sole sulla pagina, nel lungo sfogo che avrebbe forse alleggerito il fardello della sua coscienza. Riga dopo riga la sua storia aveva riempito una decina di fogli più pesanti del cemento.
Proprio quando aveva quasi terminato, però, la realtà dei fatti aveva colpito Mello in pieno volto quasi fosse il calcio di una pistola. Raccontarsi non sarebbe servito a nulla, provare ad aprirsi non sarebbe servito a nulla. Non poteva vincere questa sfida per quanto ci si fosse impegnato.
 
Non ce l’avrebbe fatta, non più. Tutto era perduto. L’abbandono che aveva attuato, il modo in cui aveva ferito Matt, non lo avrebbe mai potuto superare. Il fantasma della sua colpa lo avrebbe seguito come un’ombra, gelando il suo sorriso e ghiacciando qualsiasi calore avesse ricevuto.
Lo consolò il pensiero che forse il rosso ci sarebbe riuscito; subito realizzò, però, che si sbagliava. Il gamer avrebbe finto di riuscirci, avrebbe sorriso e avrebbe rassicurato il compagno; dentro, però, avrebbe continuato a morire. Non ne sarebbe mai uscito.
Avere Mello accanto per la vita avrebbe riaperto la piaga, giorno dopo giorno. Ogni volta che fosse uscito di casa, il compagno sarebbe stato colto dall’ansia, dal cieco terrore di non rivederlo mai più. Il biondo era davvero uscito a comprare della cioccolata, o lo stava forse abbandonando nuovamente? Stava andando a fare la spesa, oppure stava lasciando il Paese nel silenzio che lo contraddistingueva?
No, non avrebbe mai potuto essere felice perché Mello era insieme la chiave per la sua felicità e il peso che gli impediva di raggiungerla. Per Matt la sofferenza era inevitabile. Si aprivano però due strade: un dolore intenso, atroce, ma breve, oppure una lunga angoscia, di quelle che divorano dall’interno e non lasciano che un fantasma, un’ombra spenta della vitalità che c’era prima.
Sono uno zaino troppo pesante per le sue spalle, realizzò il mafioso. Oggi può sopportarmi, ma domani capirà che l’ho rovinato per sempre. Non poteva permetterlo.
Matt meritava una possibilità e l’unico modo per concedergliela era scivolare via dalla sua vita un’altra volta, stavolta per sempre. Non avrebbe mai troncato quella relazione, neanche se avesse capito quanto lo stava realmente soffocando. Solo la consapevolezza di aver perso Mello avrebbe potuto ridare al gamer la possibilità di andare avanti ed essere felice.
Si merita di sorridere di nuovo, pensò Mihael alzandosi dalla sedia ed afferrando il lungo sfogo di qualche minuto prima. Avvicinò i fogli all’accendino che aveva rubato a Matt quella mattina. Li guardò prendere fuoco e li lasciò cadere sul pavimento.
 
Sì, è meglio così, si disse mentre spalancava l’armadio e ne estraeva la sua fedele Beretta, così come il proiettile. Basterà una piccola modifica al piano.
Ripose l’arma nella tasca interna del cappotto e si guardò intorno per assicurarsi di non aver scordato nulla, poi uscì dalla stanza per l’ultima volta. 
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Ed eccoci giunti alla conclusione di questa vicenda. Fatemi sapere cosa ne pensate e preparatevi a scoprire quale sarà invece l’epilogo alternativo, fuori venerdì!
Qui sotto vi lascio l’abituale sneak peek. Enjoy!
 - CrazyMoony
 
Dall’epilogo alternativo:
“All'epoca pensava che non avrebbe potuto avere più sfortuna, ma il seguito gli avrebbe dimostrato che aveva torto”.
  
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