Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: cecyyynik    14/05/2019    0 recensioni
Newt Scamander è appena tornato da New York dopo un'incredibile avventura vissuta con i suoi nuovi amici: Tina, Queenie e Jacob.
Ora è a Londra e desidera solo pubblicare il suo libro. Ma lo aspetta un incontro con il suo passato, un incontro che cambierà la sua vita...per sempre.
Passano sei anni e Newt si ricorda improvvisamente della promessa fatta a Tina sei anni prima. Parte immediatamente per tenervi fede, portando con sé la sua valigia magica, il libro e la sua terza parte.
Ma il male, si sa, non ha tempo o luogo e attacca nei momenti in cui meno te lo aspetti.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gellert Grindelwald, Jacob Kowalski, Newt Scamander, Queenie Goldstein
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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London, 18th october 1928 -
London, 14th july 1935

Dopo circa un anno alla coppia si aggiunse una nuova creatura magica, che però non era un animale...

<> decise Newt appena vide sua figlia in braccio a Leta <>.

La neonata sembrava somigliare più alla madre che al padre: i capelli che iniziavano a spuntare erano neri come l'inchiostro, in contrasto con la pelle chiara. Sorrideva spesso e la sua voce si sentiva forte e squillante in tutta la casa. Sì perché, vista la sua nascita i genitori avevano deciso di convivere in casa di Newt, ora ingrandita da un incantesimo di espansione.

Era la cosa più bella che Newt avesse visto e ogni volta che la sentiva, che fosse un lamento o un risata, lui sorrideva. Quella era la voce della Vita. La vita che lui aveva creato.

Spesso, quando piangeva, la prendeva dal suo lettino di fianco al letto suo e di Leta, la stringeva tra le sue braccia e la cullava per tranquillizzarla. E sempre la piccola smetteva mano a mano di piangere e mentre giocherellava con i bottoni del panciotto del padre si addormentava.

Newt amava cullarla ma tutti bambini crescono e ad un certo punto era quasi impossibile tenerla in braccio, non tanto perché fosse troppo grande o troppo pensante, ma perché si divincolava tra le braccia del padre. Voleva uscire da quel dolce tepore che erano le braccia di Newt e esplorare il mondo. All’inizio Newt la tenne per tutte e due le mani, poi, dopo pochi giorni, una se ne staccò e alla fine, dopo circa due settimane di continue prove, Alison stette in piedi da sola. Certo, si appoggiava alcune volte agli oggetti per sostenersi, ma se la cavava. Newt era così orgoglioso di lei. Aveva visto un milione di volte un cucciolo che imparava a camminare aiutato dalla madre ma farlo era tutta un’altra cosa. Era come se si sentisse un po’ speciale anche lui, come se fosse stata un piccola conquista anche per lui. Subito dopo la piccola iniziò a parlare. All’inizio solo poche parole che spesso erano inesatte, ma poi, quando ebbe più maestria, iniziò a parlare scandendo bene le sillabe fino a che non iniziò a pronunciare frasi di senso compiuto in modo veloce quasi naturale.

Dopodiché iniziò a frequentare la materna, un luogo stupendo per la bambina dove imparò a disegnare e a colorare ma soprattutto incontrò nuovi bambini. A differenza però degli altri, che magari preferivano giocare, a lei interessavano le lezioni delle insegnanti, le trovava interessanti forse anche più di un pezzo di cioccolato.

Crescendo lei passava da una scuola all'altra e ogni giorno mostrava nuove affinità con suo padre. Le guance paffute, infatti, si erano presto coperte di lentiggini e gli occhi si erano rivelati di un bel colore verde, con un anello dorato intorno alla pupilla. E ovviamente, aveva dimostrato subito la sua passione per gli animali, tanto che ogni volta che ne aveva il permesso scendeva nella valigia ad occuparsene. Pensate che per il suo terzo compleanno ricevette un Crup della sua stessa età, che chiamò Ginger per il colore delle sue macchie.

Se si avvicinava a Newt, però, si allontanava sempre di più da Leta. Non c'era un motivo preciso per ciò, ma Alison non provava per lei quel caldo sentimento di casa che provava per Newt. Forse perché era diversa da lei e Newt, o forse perché la piccola passava la maggior parte del tempo con il padre mentre la madre era sempre impegnata e tornava a casa tardi. Era come se ci fosse stato un velo che le separava, permettendo loro di vedersi, ma non di capirsi.

E questo velo era un episodio nascosto nel passato dei genitori, di cui in casa non si parlava mai e su cui non aveva il permesso di chiedere nulla. Una volta aveva domandato a Newt che cosa fosse successo.

Lui aveva risposto enigmaticamente:<>

Da allora Alison non aveva chiesto più niente. Ma Leta aveva iniziato a sembrarle colpevole.

E poi c'era quell'altra sensazione, che non sapeva descrivere, che viveva in lei e le diceva che nella loro famiglia allegra e perfetta c'era qualcosa che non andava bene. Per niente.

Se avesse potuto, avrebbe cambiato madre. Ma sapeva che era impossibile, e in un certo senso anche sbagliato, e così era rassegnata. In fondo Leta ci provava a essere sua madre, anche se i suoi impegni la tenevano spesso lontana da casa. E poi Newt le voleva così bene. Se c’era una persona che Newt amasse quanto la sua adorata bambina, quella era Leta. Era sempre così carino e dolce con lei quando tornava a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Al non voleva distruggere la felicità del padre soltanto per un suo capriccio fondato praticamente sul nulla.

Quando ormai Alison aveva sei anni (e due mesi, come ricordava sempre a tutti) Newt decise di mostrarle anche gli animali più aggressivi della valigia, che però lui preferiva definire "impegnativi". Il fatidico giorno arrivò e Alison era al settimo cielo.

Newt si sentiva nervoso. Sapeva che la figlia aveva un dono nel trattare con le creature magiche, ma c'erano casi più complicati che lui stesso faceva fatica a gestire. Si continuava a chiedere se in questo modo non l’avrebbe messa in pericolo. Sapeva benissimo che le sue creature, se trattate in un certo modo, non le avrebbero fatto niente di male, ma quella bambina era imprevedibile e quindi non era del tutto sicuro di questa sua decisione. Ma ormai glielo aveva promesso e, visto che “ogni promessa è debito”, quella mattina dopo una rapida colazione i due si chiusero nella valigia.

Alison corse immediatamente tra gli animali, così entusiasta da apparire raggiante. Era veloce e Newt dovette imitarla per non perderla di vista. Era molto preoccupato e la sua paura era fondata.

Lei si avvicinò senza indugio a un animale alato con le piume azzurre e verdi e un muso da rettile...il nervosismo di Newt diventò paura. Avrebbe voluto urlarle di fermarsi e portare la bambina al sicuro lontana da quella creatura, ma così facendo avrebbe spaventato l’animale.

Alison si mosse piano con le braccia allargate, come faceva con tutti gli animali appena li conosceva. Poi, con cautela, ci salì sopra e lo fece sollevare un po' da terra.

<> chiese, per nulla spaventata. Newt aveva gli occhi sbarrati e guardava la scena con stupore e perplessità.

<> rispose Newt con un filo di voce. Non ci stava credendo, la sua piccola creaturina che teneva a bada un gigantesco velenottero.

<> fu la risposta.

Quelle tre semplici parole rimasero nella mente di Newt. Le aveva già sentite, ma il quando e in quale situazione proprio gli sfuggiva. Newt era ostinato e così le tre parole si fecero strada nella sua mente fino ad accendere una scintilla. La scintilla del ricordo.

...Era nel MACUSA, appena scampato alla condanna a morte e stava scappando attraverso gli auror grazie all'aiuto della creatura.

<> domandò la donna che fuggiva con lui. <> rispose.

<>. E poi il viso di lei si trasformò in un nome...

   
 
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