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Autore: Nao Yoshikawa    14/05/2019    6 recensioni
Comincia tutto ad un concerto a cui Trunks e Goten decidono di andare. I due non dovranno fare i conti soltanto con nuove scoperte e sentimenti, ma anche con le rispettive famiglie, i cui membri reagiranno in modo diverso di fronte il reale legame che li unisce
Può l'amore separare le famiglie? E la felicità portare disperazione?
Tutto andrà per il meglio. Forse.
O forse no.
«Lo sai cosa? È che sono consapevole del fatto che non dovrebbe essere così. So che dovremmo essere due bravi amici che si vogliono bene e nulla più ma... temo di essere andato un po’ fuori dai piani» ammise sorridendo. «Da bambino non immaginavo che l’affetto nei tuoi confronti sarebbe cambiato. Ma crescevamo e più crescevamo ed io capivo. Ti vedevo cambiare e il mio sentimento cresceva con me, con noi. Peccato che ho mandato all’aria anni di silenzio. Che stupido.»
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bulma, Goku, Goten, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goten/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Trunks spalancò gli occhi. Sua sorella aveva la lingua lunga e diceva sempre tante cose strane, ma quella in particolare lo aveva colpito nel vivo.
«Non dovremmo stare qui? Cosa intendi?» domandò infatti.
«Ma è facile! Scappate insieme. Io e Pan possiamo coprirvi. Non sarebbe estremamente romantico?»
Gli occhi della bambina brillavano. Era certo che avesse un’idea dell’amore tutta sua, un’idea quasi pura.
Ah, l’innocenza dei bambini. Trunks infatti sorrise intenerito. Era sicuramente un’idea romantica, ma essendo più grande, sapeva che la realtà non funzionava così.
«È una bella idea, ma non sono sicuro sia fattibile. Certe cose accadono solo nei film», tentò di spiegarle.
«A me non dispiacerebbe», disse ad un tratto Goten , facendo spallucce, al che il suo ragazzo sgranò gli occhi.
«Non darle corda…» bisbigliò.
«Beh, così i nostri problemi sarebbero risolti.»
«O magari peggiorerebbero. E poi che direbbero i miei? E tuo padre? Ti ricordo che loro sono dalla nostra parte. Quella da convincere è tua madre.»
Brà alzò lo sguardo al cielo con fare pensieroso.
«Allora forse non dovete scappare per sempre. Solo per un po’.  Se si preoccupa, la rabbia sparirà.»
Trunks allora capì che, a modo suo, sua sorella stava cercando di dirgli che in pratica dovevano far venire un grande spavento a Chichi, facendole credere che lui e Trunks fossero scappati chissà dove. E la cosa avrebbe anche potuto funzionare. O forse no. In questo caso, le sarebbe davvero venuto un infarto, oltre al fatto che la sua ira sarebbe potuta notevolmente peggiorare. Non sapeva quindi se era meglio rischiare oppure no.
«Questa è un’idea talmente folle che potrebbe funzionare…»
«Ah, ma non ero io quello che le dava corda?» sbuffò Goten.
«No, ascoltami. Tua madre non capirà quanto realmente tiene a te finché non si ritroverà davanti una situazione difficile. Il bene che ti vuole non è scomparso, ma è offuscato dalla rabbia che prova. Se crede di averti perso, probabilmente la rabbia passerà in secondo piano.»
«Questa è cattiveria!»
«No, questo è un trucchetto psicologico ben congegnato. Ma dovremo essere bravi a non farlo sapere a nessuno. No, neanche al resto dei nostri familiari. Non sono sicuro riuscirebbero a mantenere il segreto.»
Goten era sconvolto. Quella era un’idea che si sarebbe aspettato più che altro da se stesso, ma da Trunks, sempre così riflessivo e attento, era strano.
«L’amore ti ha reso folle», constatò.
«Puoi ben dirlo. Allora… Brà, tu e Pan dovrete mantenere il segreto per un po’. Potete darci una mano?»
La piccola azzurra, vittoriosa, sorrise.
«Nessuno meglio di me sa mantenere i segreti!»
 
Chichi si era mentalmente ordinata di non piangere. Non davanti agli altri almeno. Perché da sola, poteva anche permettersi di lasciarsi andare le lacrime. E sfogare tutta la sua frustrazione. Si stava ritrovando ad osservare le svariate foto che ritraevano i suoi figli da bambini. Ricordava di averne scattate molto, in quel periodo che si era ritrovata da sola a crescerli, periodo ricordava con grande affetto e malinconia. Se con Gohan era sempre stata apprensiva, con Goten era stata addirittura peggio, forse per compensare la mancanza di un padre almeno nei suoi primi anni di vita. Forse era colpa sua se adesso si era arrivati a questo? Si sarebbe potuto evitare? Una vocina dentro di lei le diceva di no, certe cose non si evitavano, accadevano e basta. Ma darsi la colpa era forse più facile.
Dopo una scomodissima nottata passata sul divano, la prima cosa che Goku si era trovata davanti era la figura di sua moglie piangente sull’album di famiglia. Quella situazione era insostenibile, così non sarebbero andati da nessuna parte.
«Chichi, ti prego. Puoi ascoltarmi per qualche minuto? Nessuno qui è contro di te, stiamo solo cercando di farti capire che è inutile continuare a insistere. E che non c’è assolutamente niente di male se Goten e Trunks vogliono stare insieme. Questo riesci a capirlo?»
La donna gli dava le spalle, motivo per cui non avrebbe saputo percepire la sua espressione.
«Ci sono tante cose che non riesco a capire, soprattutto non capisco perché per voi è così facile e per me no.  Sento che i miei figli si stanno allontanando da me. Gohan è costretto a nascondermi le cose, Goten mi odia. E tutto mi sta sfuggendo di mano.»
Percependo il suo tono spezzato, Goku si avvicinò a lei, cercò la sua mano, stringendola poco dopo.
«Tu sei una brava madre. Ma anche ai genitori migliori può capitare di inciampare, qualche volta. Sono sicuro che basteranno delle scuse per risolvere la situazione.»
«Perché dovrei scusarmi?» domandò, sebbene sapesse benissimo di aver sbagliato più di una volta, nelle parole e nei fatti.
«Beh, tesoro… certe cose avresti potuto risparmiartele e… ed è per questo che non ho preso le tue difese. Ti prego, non picchiarmi», piagnucolò poi suo marito.
Quello sciocco! Prima faceva tanto il coraggioso e poi ecco che la supplicava di non fargli male. E non lo avrebbe fatto, almeno per ora. Goku era quel che era, ma anche lei aveva i suoi difetti. E sicuramente ci voleva tanta pazienza per rimanerle accanto. E suo marito, di certo, di pazienza ne aveva eccome.
«Mi dispiace per averti trattato così male. Tu volevi solamente aiutarmi», sospirò, abbassando lo sguardo.
Il Saiyan era sorpreso, non si era aspettato già delle scuse da sua moglie. Sicuramente era un grande passo in avanti.
«Non preoccuparti, tesoro», la tranquillizzò, posandole poi un bacio sulla fronte. E Chichi allora ritrovò il calore. Si chiese se quel calore si trovava in tutti i tipi di relazione. Sì, anche in quella fra Trunks e Goten.
Chissà se effettivamente sentivano davvero le stesse cose.
«Oh-oh, sento che abbiamo visite! È arrivato Gohan!» annunciò ad un tratto Goku.
Chichi si sollevò subito, non poco nervosa in realtà. Non vedeva suo figlio maggiore dall’ultima volta in cui avevano litigato. Chissà cosa era venuto a fare?
«Ciao, figliolo! Arrivi proprio al momento giusto!» esclamò Goku, ma Gohan pareva più preoccupato per altro.
«Mamma, papà. C’è un problema. Goten non è rientrato a casa.»
«Non si trova a casa di Trunks?» chiese suo padre stupito.
«Già, fino a ieri sera forse! Non so cosa sia successo stanotte, ma entrambi sembrano spariti! Mi ha chiamato Bulma e mi ha chiesto se magari si trovavano da me. Ma così non era! Sembrano entrambi spariti!»
A Chichi cadde da terra la tazza che fino a quel momento aveva tenuto in mano. Che voleva  dire che suo figlio era sparito? Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?
«C-cosa?! Tuo fratello non si trova e mi avvertite solo adesso? E soprattutto, com’è possibile che non ve ne siate accorti prima?!»
«Beh, non pensavamo sarebbero arrivati a tanto! Avete discusso di nuovo, non è vero? Che cosa gli hai detto? Avanti, parla!»
«Non osare rivolgerti a tua madre in questi termini!»
Goten sospirò, avvilito. In quel modo non sarebbero andati da nessuna parte, doveva assolutamente fare qualcosa.
«Su, tesoro. Non è il caso di preoccuparsi. Goten e Trunks sono due formidabili guerrieri, non può accadere loro nulla di male!»
«Ma sei proprio stupido o cosa?! Sono due ragazzini chissà cosa potrebbero combinare! E… oh, no. E se decidono di fare qualcosa di stupido?!»
Nella sua mente di madre apprensiva si erano già creati i peggiori e tragici scenari. E se suo figlio avesse fatto qualcosa in cui ci avrebbe rimesso la vita? Non se lo sarebbe mai perdonata, no, perché la colpa sarebbe sempre e stata soltanto sua!
«No! Io vado a cercarli!»
«Aspetta, cosa?!» esclamò Gohan. «Ma non riuscirai mai a trovarli. Faremmo molto prima ad andare io e papà e…»
Sua madre gli lanciò un’occhiataccia tanto raggelante da zittirlo. Non era mai una buona idea tentare di fermare una madre disperata alla ricerca del figlio.
«Figliolo, se tua madre vuole andare, lascia che vada», suggerì saggiamente Goku. «Dopotutto non possono essere andati lontani… no?»
 
E in effetti, Goten e Trunks così distanti non si trovavano, ma erano decisamente ben nascosti. Alla fine avevano pensato di ascoltare l’idra di Brà, pensando che fosse una terapia d’urto efficace, o almeno così speravano. Alle spalle si erano lasciati in monti Paoz e avevano trovato il loro perfetto nascondiglio tra i boschi. Certo, una tenda in mezzo agli alberi non era forse una comodità, ma almeno potevano stare tranquilli.
«Perché ho la vaga impressione che finiremo col cacciarci nei guai? Avremmo almeno potuto dirlo ai tuoi, ci avrebbero coperto», sospirò Goten.
«Ho preferito essere prudente, non si sa mai. E poi ci sono Pan e Brà che lo sanno.»
Certo, effettivamente non faceva una piega! Il loro segreto era nelle mani di due bambine. Quella era una follia, eppure Goten non poté fare a meno di chiedersi a come sua madre avrebbe reagito. Si sarebbe preoccupata e avrebbe capito che c’erano cose più importanti delle sue convinzioni?
Nel vederlo così pensieroso, Trunks gli si avvicinò, scostandogli i capelli dal viso.
«Sì, tu mi hai reso decisamente folle, non c’ è che dire. Colpa tua che mi hai rubato un bacio, quella volta, al concerto.»
«Certo che è colpa mia. Perché io agisco sempre d’istinto. Se tu, amh… se tu potessi tornare indietro, rifaresti tutto ciò? Pur sapendo a cosa andremmo incontro?»
Trunks parve molto sorpreso da quella domanda. Se avesse rifatto tutto da capo? Stavano affrontando delle difficoltà non indifferenti, ma in compenso aveva trovato l’amore. E sì, doveva essere quello l’amore quello vero, quello da portarti a compiere qualsiasi follia. Di ciò ne era sicuro, così com’era sicuro del fatto che sarebbero rimasti insieme per sempre.
 
 
«AAAH, MA COM’È POSSIBILE PERDERE DUE ADOLESCENTI?! DICO, STIAMO SCHERZANDO?!»
Bulma non poteva crederci. Perché suo figlio e Goten erano scappati? C’era davvero motivo di compiere una follia simile?
«Vegeta, smettila di guardarmi così e va a cercarli!»
Il principe sbuffò. Era forse necessario preoccuparsi in quel modo? Goten e Trunks non erano due sprovveduti, se la sarebbero benissimo cavata da soli.
«Piantala di preoccuparti, è inutile. Torneranno a breve.»
Bulma a quel punto esplose.
«Ah, si, Vegeta? FORSE SAREBBE COSÌ IN UN ALTRO CASO, MA NON IN QUESTO! ADESSO TU ESCI DA QUESTA CASA E VAI A CERCARLI!»
Alle volte sua moglie sapeva essere davvero persuasiva. Sarebbe stato meglio accontentarla.
«E va bene, rilassati! Vado a cercarli. Tsk, guarda tu cosa mi tocca a  fare!»
Anche spedendo suo marito alla ricerca dei ragazzi, Bulma non era poi tanto tranquilla. Oh, no, doveva andare anche lei e tenere la situazione sotto controllo. Brà, dal canto suo, se ne stava seduta a colorare, senza incrociare lo sguardo di sua madre.
«Tu non sai niente di tutta questa storia, vero Brà?»
Di quella bambina non ci si poteva fidare, sapeva essere molto subdola e scaltra. La piccola sollevò la testa, mostrando un sorriso.
«No, mammina. Niente di niente.»
Non l’aveva convinta del tutto. Ma per il momento doveva cercare quei due screanzati e dar loro in seguito una bella lezione. Prima di tutto voleva mettersi in contatto con Chichi. Probabilmente Gohan doveva averla già avvertita, ma preferiva andare darle man forte, visto che con ogni probabilità la donna si era messa alla ricerca dei ragazzi in completa solitudine. Così, dopo aver preso Brà con se, andò a trovare l’amica, che trovò a pochi passi da casa sua, esasperata e confusa.
«Amh… Chichi?» la chiamò Bulma trascinandosi dietro sua figlia.
«Bulma! Per fortuna sei venuta, sto dando di matto! Io e Videl stiamo cercando i ragazzi, Goku e Gohan sono andati un po’ più lontani nella speranza di trovarli. Dove sono andati? Sono scappati di casa? Oh, dimmi che non è vero!»
Brà si premurò di coprirsi il viso con una mano, certa che di lì a poco sarebbe scoppiata a ridere. Quello era sicuramente un buon segno, dal momento che Chichi sembrava essersi del tutto dimenticata della sua ira, troppo preoccupata per il figlio.
«Non farti strane idee, vedrai che non stanno combinando niente di strano. Probabilmente è solo un gesto di ribellione…»
«Nei miei confronti! Lo sapevo, è tutta colpa mia! Io li ho portati a tanto. Dov’è mio figlio? Se n’è andato per sempre? Ti prego, dimmi che non è vero!»
Bulma afferrò le mani dell’amica nel tentativo di calmarla. Perlomeno, sembrava aver messo da parte la sua ira per far posto alla preoccupazione. E forse ciò era un bene.
«Scusate! Ho cercato un po’ in giro, ma non l’ho trovato da nessuna parte», sospirò ad un tratto Videl, mano nella mano con Pan, la quale adocchiò subito l’amica.
«Amh…  Brà, ti posso parlare?»
«Di cosa?»
«Di una cosa importante!» sussurrò afferrandola per un braccio, mentre Bulma le osservava di sottecchi e intanto Chichi continuava a disperarsi.
«Sono una pessima madre. Ho portato mio figlio ad andare via, l’ho trattato troppo male. Non voglio che faccia qualcosa di inconsulto, non me lo perdonerei mai!» piagnucolò aggrappandosi a vicenda.
«Sono sicura che starà benissimo. Coraggio, andrà tutto bene!» tentò di tranquillizzarla.
Nel frattempo, le due bambine avevano preso a parlare a debita distanza.
«Non mi piace tutto ciò! L’avevo detto che non era una buona idea, ma non mi hai ascoltata!» borbottò Pan.
«Ma non è vero, sta andando bene! Chichi finalmente sta capendo cosa è importante. Così, quando troveranno Goten e Trunks, la rabbia sarà passata! A volte serve un po’ di sofferenza.»
«Eh… eh? Ci metteremo nei guai!» concluse Pan con una mano sul viso. Perché certamente la questione sarebbe venuta fuori prima o poi, ed allora sì che avrebbero avuto poco da ridere.
Anche Goku, Vegeta e Gohan si erano messi alla ricerca dei due ragazzi, ma stranamente non riuscivano a percepire la loro aura da nessuna parte, sembravano essere spariti nel nulla e speravano di ritrovarli almeno prima che fosse notte.
«Oh… questi giovani», sospirò Gohan, come se avesse avuto minimo cinquant’anni. «Non è che sono poi così sorpreso, considerando quanto successo.»
«Ti prego, non dirlo davanti a tua madre, è già abbastanza esasperata», sospirò Goku.
«Tsk, tutto ciò è ridicolo. Se quella pazza di tua moglie se ne fosse rimasta buona, a quest’ora ce ne staremmo tranquilli», si lamentò Vegeta.
«Beh, anche tu non eri d’accordo, mi pare.»
«Io almeno poi ho cambiato idea! E non è assolutamente la stessa cosa!»
«Potreste fare silenzio?» pregò il più giovane. Perché lo avevano mandato con quei due?!
Dopo un giro che era sembrato infinito, i tre erano giunti a conclusione che probabilmente Goten e Trunks dovevano essere più lontani di quanto pensavano. O magari si spostavano di continuo, rendendo vane le loro ricerche.
Quando la sera era quasi giunti, Chichi si trovava accasciata sul tavolo a piangere.
«Rivoglio mio figlio. Vi prego, fate qualcosa!»
«Tesoro, non fare così. Vedrai che lo ritroveremo presto», la tranquillizzò, seppur inutilmente, suo marito.  Vegeta invece sembrava abbastanza stufo di quei piagnistei, che tanto gli davano l’idea di lacrime da coccodrillo.
«Insomma, donna, dacci un taglio! Prima lo cacci di casa e adesso piagnucoli?!»
«Vegeta, sei pregato di trattenerti!» lo rimbeccò Bulma. Chichi però non sembrava molto propensa ad arrabbiarsi. Con gli occhi lucidi, tirò su col naso.
«Ho sbagliato a cacciarlo di casa, d’accordo? Lo ammetto, avevo paura del giudizio altrui, di quello che le persone avrebbero detto su mio figlio. Avevo paura di tutto questo, ma ho esagerato, lo so! Cos’è questa, una specie di punizione?! Perché se è così l’ho ben capito. Tutto ciò che adesso vorrei è riavere mio figlio qui. A qualsiasi compromesso!»
Lo sfogo di Chichi era stato sincero. Gohan si era avvicinato, stringendola in un abbraccio, fiero che finalmente sua madre avesse ammesso i suoi sentimenti.
Bulma si lasciò andare ad un sospiro.
«Ci voleva questo, ma almeno ce l’abbiamo fatta. Adesso non ci resta che trovare i ragazzi.»
Vide si accorse di come sua figlia avesse abbassato lo sguardo e si stesse mordendo le labbra. Sembrava stranamente sul punto di esplodere.
«Pan, cosa c’è?»
Quello era davvero troppo. Troppo! Non era mai stata brava a dire le bugie o a nascondere le cose.
«E VA BENE! NOI SAPPIAMO DOVE SI TROVANO TRUNKS E GOTEN, LI STIAMO COPRENDO!»
Quella sua rivelazione fece piombare un silenzio glaciale. Chichi aveva arrestato il suo pianto e tutti gli sguardi si erano posati sulle due bambine. Brà, con molta nonchalance, alzò gli occhi al cielo.
«Andiamo, l’avrei detto io al momento giusto. Siamo nei guai, vero?»
 
Nota dell’autrice
Insomma, per Chichi ci voleva questo, prendersi uno spavento e credere che suo figlio fosse in pericolo, ma almeno adesso sembra essersi addolcita. Peccato che Pan, a causa dei sensi di colpa, abbia rivelato tutto. Saranno nei guai? E Chichi come accoglierà suo figlio?
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo :D
 
 
   
 
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