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Autore: Sinden    14/05/2019    0 recensioni
FF basata su film Il Signore degli Anelli - Le due Torri, genere fantasy/avventuroso
Storia di un esercito mercenario di Uomini dell'Est, comandati da una donna senza passato e senza scrupoli. Il suo arrivo nel regno di Rohan, oppresso da Saruman, porterà molte cose alla luce...non solo sul suo passato.
Estratto:
"Taci." le disse Éomer. "O i tuoi soldati non ti vedranno mai più."
"Spiacente, figlio di Éomund. Non mi impressioni. Non hai credibilità se lasci quel plebeo untuoso guidare il vostro reame. Ora sei tu il principe, non è cosí? Bene, guarda i tuoi sudditi." gli disse Goneril, indicando con un dito inanellato le abitazioni tutt'intorno. "È tua precisa responsabilità proteggerli. Per prima cosa, dovresti andare là dentro e mandare all'altro mondo quel Grima, o farlo imprigionare. Poi, dovresti galoppare con i tuoi Rohirrim verso Isengard, e spedire anche quel vecchio incartapecorito di Saruman dritto da Eru, e che se la veda lui. Allora tuo zio sarà libero, e anche tutti voi. Ma non farai né una, né l'altra cosa." Goneril fece una smorfia di disprezzo. "Invece, prendertela con una donna é più facile. Meno pericoloso."
⚜️⚜️⚜️
Capitolo conclusivo della saga Roswehn/Thranduil
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Gandalf, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le speranze di Goneril si realizzarono più velocemente di quanto la donna si sarebbe aspettata.

Thranduil aveva deciso infatti di andare a Dale di persona, e al galoppo. Con lui, due soldati della sua guardia personale.

Mentre la guerriera cercava in mezzo alla paglia del fienile la sua lunga spada d'oro, il Re e i suoi Elfi apparvero dinanzi alla grande entrata del reame. I soldati di ronda rimasero allibiti vedendolo avvicinarsi a cavallo. "Non é possibile...Thranduil?! Qui?!" chiese uno. "Che cavolo facciamo?"
"Dobbiamo lasciarlo entrare, no? Che vorresti fare, obbligarlo ad attendere sulla soglia?" sbottó un altro, girandosi verso gli altri soldati. "Qualcuno porti la notizia alla Regina!" Subito un ragazzo corse verso Palazzo Reale.

Thranduil non guardó nemmeno gli uomini, varcó l'entrata a cavallo con la sua abituale superbia. Giró lo sguardo sulla città. Non sopportava i territori popolati dai mortali: erano così sporchi, poveri. Non c'erano l'eleganza e la bellezza del mondo degli Elfi. Dale era stata rimessa a nuovo dall'ultima volta che vi aveva messo piede, ma rimaneva comunque, per lui, un posto in cui recarsi malvolentieri.
A parte per il fatto che... lei viveva lí.

Si giró verso i due che lo seguivano. "Fatevi dire dov'é la casa di Roswehn." ordinó.
Uno dei due smontó da cavallo e si diresse verso una donna che guardava i visitatori. Era talmente stupita da aver lasciato cadere a terra il cesto di pane che portava.

"Tu!" disse l'Elfo. "Cerchiamo una vostra concittadina. Monrose. Si chiama Roswehn Monrose."
La donna si riprese dalla meraviglia e lo guardó.
"La signora di Dale? La sua casa é laggiù." indicó una stradina. "Cioé, alla fine di quella via. Allora é vero..." mormoró. Osservava Thranduil. "Il grande Re Elfo...é venuto qui per lei..."

"Il nostro Re intende farle visita. Accompagnaci. Questo, per il tuo disturbo." disse il soldato elfico, e le allungó una moneta d'oro. La donna soppesó l'oggetto, mentre un gran sorriso le si disegnava sul viso. "Ma sicuroooo!" esclamó. "Seguitemi."

"Fermi!" Si udì una voce comandare.

Elias, figlio di Bain, fratello minore della regina Sigrid, fece la sua comparsa sulla scena: come un tempo suo padre, era comandante delle guardie di Dale. Un uomo ancora giovane, che somigliava straordinariamente a nonno Bard.

Elias si avvicinó a Thranduil, rimasto in sella. "Lord Thranduil, é un piacere e un onore avervi qui. Sono Elias, figlio del comandante Bain, fratello della regina. Sono lieto di accogliervi a nome di mia zia. Ma devo ricordarvi che secondo usanza dovreste omaggiare la corona, prima di muovervi nel territorio. Stanno avvisando la nostra sovrana. Vogliate essere così gentile da seguirmi a Palazzo."

Nel frattempo, un gruppetto di paesani avevano interrotto le loro faccende e si erano radunati lì attorno a osservare il Re. Uno spettacolo straordinario per loro, che non avevano mai visto un Elfo se non in disegno.

"Thranduil! Per gli déi, é incredibile, é davvero lui..." sussurró un uomo.

"Già, guarda che abiti ricchi...e quel diadema..." commentó un altro.

"Non ci ha mai fatto visita, perché è venuto qui, secondo te?" disse a bassa voce una donna.

"Non te l'immagini? É venuto a trovare la sua amica..." rispose un'altra, con aria maligna.

Fra i cittadini di Dale serpeggió presto la curiosità. Fra di essi, c'era anche Bettie Starrock.
Aveva lasciato la bottega del fornaio e il suo bel nipote da poco, dopo aver realizzato di essersi attardata troppo. Lei era una giovane senza fidanzato e Anton era uno schianto: era riuscita a strappargli un invito ad andare insieme alla sagra di paese che si sarebbe tenuta fra qualche giorno. Era probabile che il giovanotto avesse dato lo stesso appuntamento a una mezza dozzina di fanciulle, ma a Bettie non importava: meglio dividersi quell'aitante giovane con altre, che passare l'ennesimo giorno di festa da sola. O con Roswehn.
Affrettandosi verso casa Monrose, aveva notato il gruppo di persone ferme ad osservare un misterioso visitatore a cavallo. Appena si avvicinò e capì chi era, la torta incartata rischiò di caderle di mano.

"Già... il figlio di Bain. Conoscevo tuo nonno e vidi tuo padre. Hai i suoi stessi occhi fieri." disse Thranduil.

"Sì, so che avete combattuto a suo fianco. Noi tutti vi rispettiamo, Lord Thranduil. Gli Elfi e gli Uomini di Dale da sessant'anni vivono in amicizia. Ma ciò non vi consente di entrare nel nostro regno senza annunciarvi. Qualcuno la chiamerebbe invasione. " ribatté Elias.

Thranduil sorrise. "...e hai la stessa baldanza di Bard. Non sono qui a invadervi, giovane comandante. Come molti anni fa, sono giunto ad aiutarvi. Una vostra concittadina è in pericolo. E lo siete tutti, se ciò che temevo è accaduto. C'è un essere malvagio che si aggira qui, una criminale che è fuggita dalle mie prigioni. Una guerriera, un tempo a capo di una marmaglia di assassini."

Subito un mormorìo di paura e costernazione si levò dal gruppo di gente. "Chi sarebbe? E come sarebbe entrata qui?" chiese Elias.

"Goneril è il suo nome. Avrete senz'altro sentito parlare di lei." rispose Thranduil.

Elias corrugò la fronte. "La mercenaria dell'Est? Dicono sia una specie di brigante. Mia zia la respinse dieci anni fa, tentò di proporle degli accordi. Come sapete che è qui?"

"Perché mi rivelò di essere diretta a Esgaroth, sotto interrogatorio. Ma il villaggio sul lago non era la sua meta finale. Voleva parlare con la vostra Regina, mi disse. So che è una menzogna. Lei voleva incontrare Roswehn." spiegò il Re. "Probabilmente è già stata da lei, o è nelle vicinanze. Non c'è un minuto da perdere."

Si sentì un strillo.

Tutti si girarono, incluso Thranduil.
Bettie non era riuscita a trattenersi, sentendo il nome di Roswehn.

Elias sbottò: "Bettie! Che fai qui?! Perché non sei a casa Monrose?"

Bettie era impallidita e tremava. "Io...io...ero andata dal fornaio...la signora mi ha chiesto..."

"Hai lasciato Roswehn da sola?" chiese Elias, mentre Thranduil la fulminava con lo sguardo.

"No, non da sola...c'è una donna con lei..." balbettò Bettie.

"Una donna, quale donna?" chiese Thranduil. Non può essere successo...pensò. Non deve essere successo.

"Una domestica, mi ha detto di aver servito i reali di Rohan, veniva da lì...io credevo...oh Elias, perdonatemi!" iniziò a piagnucolare Bettie.

Senza attendere un secondo in più, Thranduil lanciò il suo cavallo al galoppo attraverso le stradine di Dale. I due Elfi di scorta lo imitarono.

"Lord Tranduil!" urlò Elias. Poi si girò verso gli altri soldati. "Seguiamoli!"

⚜️⚜️⚜️

Goneril aveva con fatica trovato la sua arma.
L'aveva nascosta bene, fin troppo bene, e la paglia l'aveva inghiottita come una specie di sabbia mobile. In silenzio per non farsi scoprire dal proprietario del fienile, si era intrufolata nel vecchio cascinale, e adesso stava per uscirne. Un trambusto improvviso la fermó.

"Vieni, forza! Vieni a vedere!" udì una donna gridare a un'amica. "...oh grande Eru...il Re degli Elfi é qui! Andiamo a vederlo!" "Aspettami!" rispose l'altra. Erano eccitate come due bambine a una festa. "Aspetta...voglio sistemarmi i capelli!"

"Oh, ma che ti importa! Non é mica qui per cercare una moglie!" rise l'altra, tirando l'amica per un braccio.

"E che ne sai tu? Ha giá avuto un'amante fra la nostra gente...magari gli piacciono le umane!" ribatté la seconda, civettuola. "Dicono sia bellissimo!"

"Scusate!" le interruppe Goneril. "Avete detto che Thranduil é qui?"

"Sì. É entrato nel reame con due soldati. Chissà che sta succedendo!" rispose quella che sembrava la più emozionata.

 Lo so bene cosa succede. Quello sta cercando ME, sorrise lei.

"...i soldati hanno anche fatto girar la voce che c'é una delinquente fra di noi, una specie di...pazza omicida! Le guardie la stanno già cercando!" aggiunse una delle due. "Si é introdotta qui dopo essere fuggita dalle carceri degli Elfi!"

La soldatessa per un attimo sobbalzó, poi si ricompose per non tradirsi. Finse paura. "Oh, é spaventoso! Vado a chiudermi in casa, non voglio fare brutti incontri!"

L'altra ragazza la squadrò. "Scusa, ma...tu chi sei? Non credo di averti mai notata fra la nostra gente."

Goneril si fece venire in mente una balla. "Beh io...infatti, non abito a Dale. Sono venuta a trovare una mia parente."

"Chi?" continuó a chiedere la giovane donna. "E che fai nel fienile degli Stutton?"
Era perplessa: conosceva praticamente tutte le comari di Dale. Ma quella proprio no, non l'aveva mai vista, e i due vecchi coniugi Stutton non avevano parenti.

"Muoviti, daiiiii!" intervenne l'altra, tirando l'amica per la mano. "Andiamo a vedere il Re!"

Dopo aver lanciato a Goneril un'altra occhiata carica di sospetto, le due si diressero verso l'entrata del Reame, ma riuscirono a fare solo qualche metro, perché un improvviso rumore di zoccoli sul terreno le fermó. Qualcuno stava galoppando nella loro direzione, e sembrava avere molta fretta.

Approfittando della disattenzione delle ragazze, Goneril salì in fretta una scala a pioli che conduceva alla parte superiore della cascina. Decise di nascondersi lì, e attendere che la situazione si calmasse. La stavano cercando. Meglio andarci cauti, travestimento o no.

Si fece largo con le braccia in quel mare di paglia umida, resistendo alla nausea che l'odore acre del foraggio le provocava. Avvicinandosi a una delle aperture fra le mura dell'edificio, si accorse che la posizione sopraelevata le permetteva di vedere casa Monrose. Seppure a distanza, distingueva la porta azzurra.

Eccellente. Adesso voglio godermi lo spettacolo. Forza Thranduil, bussa a quella porta. Parla con la tua donna. La troverai un pochino cambiata, pensó.

Vide chiaramente il Re con i suoi soldati cavalcare verso la collinetta ad Est.
Lo vide smontare da cavallo.
Lo vide dirigersi senza indugio verso la porta della casa.
Vide altri soldati, umani, seguirlo. Uno lo raggiunse e gli disse qualcosa.

Thranduil per un breve attimo si giró a rispondergli, poi peró risalì il sentiero che lo portava alla soglia dell'abitazione circondata da un roseto.

Vide un gruppo di paesani affettarsi verso casa di Roswehn, fra di essi anche quella sciocca Bettie.
Poi vide Thranduil esitare. Si era fermato ancora.

 No! No, muoviti, va' da lei! pensó Goneril. Bussa a quella porta...é lí tutta sola adesso...

Ma Roswehn non era da sola.

⚜️⚜️⚜️

"Lord Thranduil, perché siete qui?" chiese Sigrid, dopo aver socchiuso l'uscio.

Una volta saputo dell'arrivo del Re, aveva chiesto ai suoi soldati di essere accompagnata all'istante a casa di Roswehn. Non c'era voluto molto, perché il Palazzo Reale era nelle vicinanze.

Il Re di Boscoverde non era mai andato in visita a Dale da che lei era stata eletta Regina dopo la morte di Bard, e poteva esserci un solo motivo dietro quell'improvvisata. Era lí per rivederla.

Sigrid sapeva tutto della loro storia d'amore. Dopo il ritorno di Roswehn, si era fatta raccontare ogni cosa su quei lunghi anni trascorsi dalla sua amica con gli Elfi. Non sapeva della nascita di Haldir, ma sapeva del giuramento del Re.

(Giura che mai verrai a cercarmi.)

(Sí, hai la mia parola. Mai e poi mai.)

Thranduil chinó il capo in segno di rispetto verso un altro reale.
"I miei omaggi, Maestà. Siete in visita dalla vostra amica, vedo. Vi prego, ditemi solo se sta bene." chiese.

"Sta bene. E starà anche meglio, se ve ne andrete. Vi rammento la vostra promessa, lord Thranduil." rispose Sigrid. Era una donna di settantasei anni, ma come Roswehn era ancora piuttosto in forma. Lunghi boccoli bianchi le scendevano sulle spalle; portava un semplice vestito nero, ornato di trine e merletti. Sul cuore, un cameo fatto a spilla. Il diadema regale brillava sulla sua fronte. "Conosco ogni cosa. E so che questo é l'ultimo posto che avreste dovuto visitare."

"É venuto qualcuno qui, prima di voi. Mi é stato detto che ha parlato con...Roswehn. Quella persona era mia prigioniera. Temo sia ancora nel vostro territorio." continuó il Re. "Devo catturarla. Per questo sono qui."

"Mio nipote e i miei soldati risolveranno la faccenda." rispose Sigrid. "Lasciate fare a noi. Se un furfante é nel mio regno, lo troveremo. Vi verrà riconsegnato in catene. Non abbiate dubbi."

Thranduil lanciò un'occhiata verso l'interno della casa.
Sigrid uscí del tutto e chiuse l'uscio dietro di sé. "Non sa che siete qui. Non gliel'ho detto. Ma riconoscerà la vostra voce. Vi chiedo di allontanarvi. Sarete il benvenuto nel mio Palazzo, ma qui non dovete stare."

"Non ho intenzione di parlare con lei." disse Thranduil.

"...ma morite dalla voglia di farlo. So che vi manca, come voi mancate a lei. Posso capire lo sforzo che state facendo, e lo rispetto. Trenta lunghi anni di separazione. Siete stati entrambi così forti. Ora, non rovinate tutto." disse Sigrid.

La regina non si accorse che la porta si stava lentamente aprendo. "Sigrid, vuoi dirmi cosa c'é? Cosa..." disse Roswehn, guardando stancamente fuori.

Fu allora che i loro occhi si incontrarono, dopo quasi mezzo secolo.
Solo per qualche secondo, perché quando la donna umana capí chi c'era lá fuori, chiuse l'uscio con forza.

"Lord Thranduil! Andatevene!" Gridò allora Sigrid, mentre oltre la porta azzurra un'altra signora scoppiava in singhiozzi disperati.

"Avevi giurato! Avevi promesso!" si sentí Roswehn urlare. "Non dovevi venire qui, non dovevi! Accidenti a te!"

Thranduil non aveva visto altro che un viso grinzoso e quegli occhi verdi sempre meravigliosi, ma ora circondati da brune occhiaie. Sentì di nuovo la sua voce. La voce che mai aveva potuto dimenticare, e il cuore gli si strinse. Avanzò e afferrò la maniglia con una mano.

"Fermo Lord Thranduil! Riflettete, riflettete!" lo imploró Sigrid, mettendo una mano sulla porta. "Morirà di pena se vi vede! Non ha che il conforto dei ricordi, ormai, non toglietele anche questo!"

"Roswehn!" chiamò il Re.
Era vero, aveva giurato, e tutti quegli anni erano passati senza che l'impulso di andare da lei prendesse il sopravvento. Era rimasta l'immagine della giovane mortale nella sua mente, e a quella fantasia si era aggrappato per superare l'oceano del tempo.

Questo, prima di trovarsi di fronte a lei. Lei che era viva, in carne ed ossa. Era lí, separata da lui da una porta spessa pochi centimetri.

"Vattene! Va' via, Thranduil, ti prego!" urlò la voce dall'interno. Nel sentirla pronunciare il suo nome, il Re non resistette più. Con una spinta non violenta, aprí l'uscio. Roswehn si coprí subito capelli e viso con lo scialle e si giró di schiena. "Perché? Perché...mi fai...questo?" disse, affranta. "Thranduil...tu non sai..."

Nel frattempo, Elias si era avvicinato all'uscio. "Lord Thranduil, siete andato contro un ordine di mia zia. È un'intollerabile mancanza di rispetto!" disse, stentoreo. "Potremmo arrestarvi! Siete nel nostro regno!"

"Lascia stare, Elias. Lascia perdere." sospirò Sigrid, prendendo la mano del nipote. "Ormai é tardi. Non ci resta che lasciarli soli. Forza, hai un compito: va' a cercare quella fuggiasca."

"Ma, perdonami...Thranduil non può fare questo..." protestò il ragazzo.

"L'ha giá fatto. Ora devono vedersela loro due. Va', ti ho detto." ordinò la regina. Con un sorriso amaro, richiuse la porta. Poi si girò verso la gente, che si era radunata fuori dal giardino di casa Monrose. Molti chinarono la testa, in presenza della sovrana. Erano tutti divorati dalla curiosità. "Dite a queste persone di andarsene." comandò Sigrid ai soldati.

"Avete sentito la nostra Regina. Disperdetevi!" gridò Elias. "Tornate alle vostre faccende."
Dopo qualche attimo di confusione, molti iniziarono a muoversi. Mormoravano chissà che a proposito dell'incredibile situazione.

"Perché il Re degli Elfi é qui?" urlò un giovane. "Abbiamo diritto di sapere!"

"Non sono affari che vi riguardino, avanti, sgomberare!" ordinò un soldato.

I due Elfi che accompagnavano Thranduil rimasero invece a piantonare l'entrata della residenza, in attesa del loro Re. Sembravano anch'essi sperduti in una faccenda di cui non capivano niente.

"Allontanatevi, forza!" fece Elias, con un ampio gesto delle braccia. Poi vide una donna che si avvicinava timorosamente. "Anche tu, hey! Non fare la furba, dove credi di andare!"

"Dalla signora degli Elfi." biascicò la donna. Poi sollevò un braccio e agitò quel che sembrava un pezzo di carta. "La lettera. C'é una lettera per lei."
   
 
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